venerdì 19 dicembre 2014

Bilanci: Il mio "anno in libri" e una sorpresa di fine stagione


Come ogni anno, con l'approssimarsi delle feste, il team di Goodreads invia il riepilogo annuale delle letture.

67 libri letti, anche se avrei detto meno, per un totale di circa 15000 pagine. Non 67 romanzi, naturalmente: alcuni di questi sono libri di dimensione contenuta, altri graphic novel. La maggior parte di questi mi è piaciuta o piaciuta molto, cosa che mi rincuora non poco. Solo 4 o 5 titoli li avrei onestamente rimossi. Solo 6 sono scritti da donne, dato che sembra dare ragione a quella recente ricerca sul rapporto fra genere e gusti letterari.

Un anno in cui ho concluso una lunga traversata, completando il ciclo The Dying Earth di Jack Vance, e in cui ho riscoperto un interesse per la saggistica. Un anno in cui non ci saranno altre statistiche, perché ho finalmente abbandonato quell'orrido log in cui annotavo le mie letture.

giovedì 18 dicembre 2014

Acheron Books e il made in Italy venduto in tutto il mondo

Per altre forme artistiche, è semplice varcare il confine, quasi immediato con gli strumenti del web. Un artista emergente può farsi conoscere tramite Deviantart e promuovere le sue opere in tutto il mondo, istantaneamente. Un musicista può condividere i suoi brani su Jamendo e sulla stessa piattaforma controllarne lo sfruttamento commerciale, senza perdere tempo con bollini e borderò. Questo perché musica e arte (illustrazione, grafica e quant'altro) sono linguaggi perlopiù universali, che è possibile veicolare su una miriade di canali, portali e social network. Per la letteratura, invece, esiste una barriera linguistica, che, intendiamoci, è tutt'altro che insuperabile, ma richiede uno sforzo, anche economico, maggiore. Perché un libro va tradotto.

Un tempo, il mercato dei foreign rights era unidirezionale; solo pochi autori italiani riuscivano a interessare gli editori stranieri, in particolar modo di area anglosassone. Oggi, si assiste a una serie di iniziative per abbattere questa barriera in un modo più o meno naturale, facilitando il passaggio dei nostri libri sugli scaffali di tutto il mondo. L'esempio più importante è il portale Books in Italy, dedicato alla promozione dell'editoria italiana, con un forte focus sui titoli di maggior successo commerciale e sugli editori più importanti. Ma non è questa l'iniziativa più interessante, quanto quella di tante piccole realtà che fanno del web, e del formato digitale, un mezzo privilegiato per lo sbarco nel mercato internazionale.


Parliamo di Acheron Books. Ne avevo sentito mezze notizie, fino a che non è stato lanciato il suo sito web. Acheron Books è uno dei molti editori nativi digitali nati in questi ultimi anni, con una missione precisa: sfruttare il formato eBook per diffondere in tutto il mondo libri prodotti in Italia. Acheron Books è un editore di genere, che si prefigge di pubblicare fantasy, fantascienza e horror direttamente in lingua inglese. I libri già pronti sono 6 e spaziano dall'horror radicato nel folclore nostrano al fantasy storico, valorizzando quindi le peculiarità della narrativa fantastica italiana. Allo stesso tempo, si tratta di narrativa moderna, più audace rispetto ai filoni che affollano le librerie, e pertanto più allettante per il pubblico internazionale, abituato a un'offerta meno asfittica.

Acheron Books nasce in questi giorni, con un sito web e 6 libri già pronti. Vi suggerisco di dare un'occhiata al catalogo. Fra gli autori cito Luca Tarenzi e Samuel Marolla, gran maestro dell'urban fantasy l'uno e veterano dell'horror radicato nel folclore lombardo il secondo, oltre al blogger e scrittore di ottima narrativa (e non narrativa) breve Davide Mana. La maggior parte dei titoli, forse uno solo non lo è, sono disponibili anche in italiano. Per chi volesse acquistarli direttamente dal sito è previsto fino a gennaio uno sconto del 30%.

Il nome Acheron richiama l'Acheronte, che separa il mondo dei vivi dall'Inferno dantesco. Sebbene non sia l'unica start-up a sfruttare le potenzialità del digitale, apprezzo la grinta con cui si inserisce in un mercato affollato, nella speranza che sia ricettivo agli autori italiani. Acheron è una casa editrice di nuova generazione, come molte fra quelle native digitali, e ritengo che sia più efficace rispetto alla vetrina generalista di Book in Italy. Allo stesso tempo, pur essendo piccola, parte con due autori già noti, uno dei quali ha partecipato ai ballottaggi preliminari del Bram Stoker award, ed è quindi già in grado di richiamare l'interesse.

In attesa di leggere qualcuno dei loro libri, auguro in bocca al lupo ad Acheron ricordando quanto diceva il vecchio Enea:

Flectere si nequeo Superos, Acheronta movebo
         (Se non posso smuovere gli Dei, sposterò l'Inferno.)

mercoledì 10 dicembre 2014

Jacek Dukaj - La Cattedrale

Esiste sempre un margine di errore, nel bene o nel male, quando si acquista un libro senza sapere davvero di che si tratta. La Cattedrale non è un romanzo, né una raccolta originale di racconti. Si tratta di una selezione di tre racconti lunghi dell'autore polacco Jacek Dukaj, a opera dell'editrice Voland. Si inserisce infatti nell'obiettivo della suddetta di tradurre e far conoscere in Italia la letteratura in lingua slava, anche contemporanea e fortunatamente anche "di genere". Dukaj scrive infatti fantascienza, con un taglio diverso dai soliti temi e stilemi propri degli autori anglosassoni.

Immagine tratta dal cortometraggio Katedra di Tomasz Bagiński

La Cattedrale è tratto dalla prima raccolta dello scrittore, edita nel 2000, da cui è stato tratto un cortometraggio animato. Il protagonista è un prete, incaricato dalla Santa Sede di esaminare alcune prove nell'ambito di un processo di beatificazione. Viene così spedito fra gli Ismiraidi, un gruppo di planetoidi in transito in un vicino sistema solare raggiunto dall'umanità. Fra i misteri degli Ismiraidi, il più grande è una costruzione in cristalvivo, solo parzialmente frutto di programmazione consapevole, che negli anni si è sviluppata fino a costituire una cattedrale. Man mano che gli Ismiraidi si avvicinano al punto di non ritorno, il prete lavora alla soluzione dei suoi interrogativi, sotto il fascino del gioco di luci e ombre dell'imponente edificio.

venerdì 21 novembre 2014

Il patto. Quando è il lettore il problema

Mi è capitato più volte sulla annosa questione della credibilità di un racconto fantastico e di leggere interventi sul tema, a volte molto bene argomentati. Perché tornarci? Perché ho l'impressione che spesso il discorso sia incompleto, non per ingenuità ma per l'adozione di una prospettiva troppo rigida.


Facciamo un passo indietro.
Il fantastico è un tipo di narrazione che nasce con deficit di realismo maggiore rispetto ad altri generi letterari. Si richiede dunque più attenzione alla credibilità delle storie, ovvero che il lettore possa accettare gli elementi estranei alla realtà che conosciamo; si tratta del solito patto con il lettore, fin qui nulla di nuovo. L'atto di leggere intorno a questo tacito accordo, che rende reali le storie nello spazio tra le parole e il lettore.

Il patto prevede alcuni diritti e doveri. Dovere del lettore è sospendere l'incredulità. Diritto del lettore è la coerenza interna della storia, ovvero il rispetto delle nuove regole definite da parte dell'autore stesso. Gli articoli sono molti ed è importante che entrambi, autore e lettore, ne siano consapevoli. Non sono cose di poco conto: c'è sempre la possibilità che danneggino l'esperienza di lettura. C'è, ad esempio, la questione della premise. Se l'autore inizia a imbastire la trama attorno a un tema importante, che vuole portare all'attenzione di chi legge, potrebbe suscitare la ritrosia di certe persone per i libri con un messaggio. Una volta ho partecipato a un'assurda discussione con una aspirante scrittrice che contestava un manuale il cui capitolo introduttivo girava intorno alla premessa. Al contrario, io sono uno che si porta con sé libri con una forte sinergia fra la premessa e la storia, perché sono quelli che più mi restano dentro.

venerdì 7 novembre 2014

Livio Gambarini - Le Colpe dei Padri

Ci sono un milanese, un bergamasco e una valligiana...
Il punto, ecco, è che non so se mi va di parlarne al solito modo. Le Colpe dei Padri è un libro che ho incontrato per caso, così come l'autore Livio Gambarini, in quel di Arona, in cui mi aspettavo tutt'altro. Ma si sa, tra un incontro e l'altro è facile perdere di vista gli obiettivi e acquistare un buon libro, soprattutto se nel pieno di una crisi di astinenza da caffeina.

Ed eccomi qui.
Non sono mai stato un appassionato di romanzi storici, anche se i pochi che ho letto mi sono piaciuti moltissimo. Posso citare Manzoni*, Jennings (L'Azteco) e il tizio che ha scritto Medicus, ma in generale dipende molto dal periodo storico. Al Manzoni forse non mi sarei mai approcciato senza l'input scolastico e, allo stesso modo, non sono andato oltre le prime 10 pagine del seguito di Medicus. Negli ultimi anni, per esempio, mi sono appassionato alle opere di Milano, la città in cui vivo e lavoro, così come ad alcuni suoi personaggi storici. Così, quando ho adocchiato questo romanzo, ho deciso che forse valeva la pena di cadere in tentazione.


martedì 28 ottobre 2014

Lucca Comics & Libro delle ombre

Anche quest'anno sarò a Lucca.
La città di Castruccio Castracani, di Ilaria del Carretto e del Volto Santo.
E del Lucca Comics & Games, quando un esercito di appassionati di fumetti, giochi e fantastico invadono la città in un clima di festa. Invadono letteralmente, poiché in quei giorni la popolazione della città toscana si moltiplica notevolmente.
Ma torniamo alla festa.
Argonauta Xeno come ogni anno partecipa, rigorosamente da visitatore. Girerò per gli stand, mangerò buon cibo (spero) e farò qualche acquisto, cercando di non dilapidare un patrimonio. Come l'anno scorso, cercherò di coniugare la manifestazione al turismo: è triste, infatti, che in quei giorni il patrimonio artistico lucchese venga ignorato dalla massa dei festanti. Ne parlerò nel probabile resoconto.
Ad ogni modo, io sarò lì sabato - alle 11 sarò all'educational di Luca Tarenzi sul fantasy postmoderno - e domenica. Se qualcuno volesse incontrarmi, sono sempre disponibile per un caffè, una birra o quello che si può prendere dell'ora e del contesto.
Insomma, sarà un bellissimo fine settimana.


mercoledì 22 ottobre 2014

"Regina della notte", racconto e lettura teatrale

Qualche mese fa, l'infaticabile Romina Tamerici ha messo in piedi un piccolo concorso per festeggiare il terzo compleanno del suo blog. Il concorso era diviso in due momenti: il primo in cui lei avrebbe dovuto scegliere tre racconti fra quelli inviati, il secondo in cui i visitatori avrebbero potuto ascoltare (e votare) una sua lettura dei testi.
Caso vuole che mi sia infilato fra i tre - sono quasi certo di averlo condiviso da qualche parte... - e che ho avuto la fortuna di ascoltare questo portento. So bene che un bravo scrittore, non dico di esserlo, dovrebbe leggere ad alta voce le proprie frasi, ma non sono mai stato bravo a leggere con la dovuta espressività. Vi posso assicurare che ascoltare il mio Regina della notte letto da Romina è stata un'esperienza emozionante, tanto che mi è venuto da pensare, per un momento, di aver davvero scritto un bel racconto! Scherzi a parte, questo tipo di lettura "teatrale" è in grado di mettere in risalto aspetti del testo, di significato o emotivi, che sono per forza di cosa personali, e possono conferire a esso un valore aggiunto.
Per le letture rimando al blog di Romina e al suo canale youtube, dove trovate anche altri video interessanti. Se vi interessa invece chiederle una lettura teatrale, c'è la pagina apposita.
Quanto a me, posso riproporvi questo breve racconto.

Regina della notte


Una brezza leggera accarezza l'erba, muovendone i fili con eleganza. È uno spettacolo distensivo e continuo, adatto all'attesa.
Arroccata sul suo parapetto, Bast scruta la superficie cangiante e scura. A seconda di come risponde al tocco dell'aria, è in grado di determinare la posizione di una possibile preda e di calare su di essa senza esitazione. Bast è una cacciatrice, ultima figlia di una nobile stirpe, e il fossato della rocchetta è il suo territorio.
Un refolo di vento più insistente le smuove il pelo nero, che ora presenta uno sbuffo sul fianco. È un presagio. Poco più sotto, ha scorto il nemico mentre cerca di stanare uno dei suoi.
Bast si alza e scende dal parapetto.
Le zampe affondano nell'erba scura, in cui ora è immersa, e avanza cautamente con le orecchie tese in ogni direzione. Non si farà cogliere di sorpresa.
Lì di fronte sente che Thot viene aggredito.
I suoi muscoli scattano e in men che non si dica raggiunge il luogo della colluttazione. Un balzo ed è sullo striato. Si rotolano, lui le morde l'orecchio ma alla fine è lei a prevalere.
Con un colpo di reni, lo striato si libera e scappa. Gian Galeazzo, che un tempo era il più forte, adesso si ritira con la coda fra le gambe. Ormai Bast è la migliore, specialmente quando si prende cura dei suoi. Valuta le condizioni di Thot, che le miagola un ringraziamento, poi erge la testa sopra i fili d'erba e si guarda intorno.
È tardi. Presto i suoi le faranno resoconto. In pochi balzi è di nuovo sul parapetto, il suo punto di osservazione. Per ciò che resta della notte osserverà il movimento continuo dell'erba, vigile e regina della notte.

giovedì 16 ottobre 2014

Francesco Verso - Livido

Recupero per l'occasione una recensione già apparsa su Il futuro è tornato, blogzine di fantascienza che dovreste conoscere. Ho letto questo libro un anno fa, nel frattempo è approdato, tradotto, nei paesi anglofoni. La mia opinione è rimasta la stessa, per cui lo ripropongo con poche correzioni.

Peter Pains è costretto fin da giovane a rovistare tra i rifiuti di Colle Vasto, la discarica vicino a casa. Soffre le angherie del fratello Charlie, capo di una banda di riciclatori abusivi, i Dead Bones, in un futuro dove la palta assedia le città e il riutilizzo è entrato a far parte dello stile di vita (almeno delle classi medie e meno abbienti). Ma soprattutto, Peter è alla ricerca della felicità. La donna dei suoi sogni è Alba, perfetta nel suo essere per metà artificiale. La sua mente è stata infatti copiata, digitalizzata e caricata su un corpo artificiale; gli uomini e le donne che scelgono l’upload, potendoselo permettere,  sono chiamati nexumani.

Peter conosce Alba lungo la strada che percorre ogni giorno per raggiungere Colle Vasto, dove  lavora in un’agenzia viaggi di sua proprietà. Il ragazzo però non si rende subito conto della sua condizione. I nexumani possono sembrare umani perfetti, ma il loro status giuridico è ambiguo: in cambio di una vita prolungata e di un corpo migliore, non godono di tutti i diritti dell’umanità. Che non è umana se ne accorge subito Charlie, che è lesto di giudizio: in quanto nexumana, anche Alba è palta. Durante una scorreria dei Dead Bones le dà la caccia e la uccide, sotto lo sguardo esterrefatto di Peter, che osserva il suo sogno smembrato e ripartito fra i membri della banda. Peter riesce tuttavia a recuperarne la testa e da qui inizia il percorso di recupero di quella felicità che si è visto strappar via.

martedì 30 settembre 2014

Comunicazioni: guest post e nuova policy sui commenti

Lo so, lo so.
Magari sarebbe il caso che lavorassi più seriamente, dato che di argomenti se ne trovano, sia letterari sia cronache della blogosfera. Potrei parlare di FantArona, una riuscita, benché minuta, manifestazione piemontese dove ho incontrato alcune belle persone; ma lo fa già Marika. Potrei anche lavorare a... coff... all'ebook... Solo che ho da poco finito di pulire casa e di bere la Bevanda Più Amara Mai Ideata - tè al gelsomino, per cui adesso ho solo voglia di mettermi a leggere questo bel romanzo storico che mi ha distolto dalle altre letture.
In ogni caso, oggi esce anche un mio post serio.
Sul blog di Romina Tamerici, per ricambiare il suo commento di Sherlock Holmes contro Dracula, libro che ora voglio leggere anch'io a breve.
Un guest post.
Il mio terzo guest post, mi sembra, se escludiamo le collaborazioni con Il Futuro è Tornato.
In ogni caso, se vi va andate a leggerlo.
Si parla di buoni brutti libri e di George Orwell.

Seconda comunicazione, che necessita di una premessa.
Ho sempre cercato di mantenere un approccio aperto al blogging, evitando contatori, tracker e tutto ciò che mi dà fastidio e stuzzica il mio io paranoico. Ho cercato altresì di non introdurre captcha - che non sono efficaci contro i robot! - e la moderazione dei commenti, anche se quest'ultima resta un'opzione.
E i commenti anonimi.
Ecco, proprio questi commenti sono una porta spalancata allo spam.
Negli ultimi due mesi ho iniziato a ricevere vagonate di spam. Alcuni dei messaggi fasulli superano i filtri di Blogger e, purtroppo, non sempre me ne accorgo. Considerato che di commenti anonimi genuini ne conto una quindicina, nei quasi tre anni di attività, ho deciso di lasciare spazio solo ai commenti firmati.
È stata una scelta combattuta, perché va contro la mia visione del Web, tuttavia la considero il male minore per evitare di diffondere ulteriormente il contagio.
Mi spiace per chi volesse commentare in modo anonimo, ma sono sicuro che troverà un altro modo per esprimere la sua opinione.

lunedì 22 settembre 2014

Sherlock Holmes contro Dracula

Ricordate - se l'avete mai fatto - i discorsi da ragazzi su chi fosse il più forte tra due supereroi? Un simile pensiero mi è venuto in mente quando mi sono trovato fra le mani questo libretto... E sì, ok, prima l'ho dovuto acquistare. Ma l'intenzione di leggerlo c'era! Devo solo trovare il tempo di concretizzarla. Nel frattempo, l'ho fatto leggere a Romina Tamerici, la quale si è gentilmente offerta di recensirlo per me.
Per inciso, questo è il primo guest post in assoluto, per cui offro un caffè a tutti e lascio subito la parola a Romina.

Io non scrivo recensioni.
Io difficilmente parlo di libri non di esordienti.
Io non leggo gialli.
Non mi piacciono i vampiri (perché io un po' lo sono e non mi piaccio).

Bene, date queste certezze, eccomi qui a scrivere la recensione di Sherlock Holmes contro Dracula a cura di Loren D. Estleman.
Mi piace essere coerente nella mia incoerenza! Ma, per conservare un briciolo di credibilità, parlerò ben poco del libro, come mio solito. Per questo inizio raccontandovi come sono incappata in questo volume...

Le persone come Salomon Xeno hanno un grosso problema: acquistano più libri di quelli che mai saranno in grado di leggere nella loro vita*. Ma, dal punto di vista di chi li conosce, questo è un bene perché significa avere accesso a piccole biblioteche private a cui attingere liberamente.
Non è il primo libro che Salomon Xeno mi presta, però di questo mi ha chiesto di parlare e come si può dire di no a una sorta di bibliotecario con un problema di acquisto compulsivo di libri?

“Ma non ho mai letto Dracula
“Ma non ho mai letto nessun libro su Sherlock Holmes
Ho provato a difendermi con queste obiezioni quando questo libricino mi è finito tra le mani, ma poi mi sono lasciata convincere.

Sicuramente avrei potuto apprezzarlo di più, se avessi conosciuto bene i due personaggi principali, dei quali invece so ben poco, lo confesso. Stile:
- Dracula = vampiro
- Sherlock Holmes = investigatore

Nonostante questa scarsa (o nulla?) infarinatura sui temi del libro, esso mi ha catturata fin dalle prime pagine sia per lo stile sia per la trama.

mercoledì 10 settembre 2014

Tre case stregate

Una delle ragioni che hanno causato una riduzione del mio impegno sul blog è certamente il mio essere diventato recentemente un topolino di città, per di più autonomo. Inutile dire che la mia vita ha subito un brusco scossone, sia con punte di divertimento, curiosità e scoperta, sia con una maggiore stanchezza dovuta alle piccole incombenze quotidiane. C'è stato anche il momento in cui tra me e l'abitazione si è instaurato un legame di sangue - poco più di un taglietto, a dire il vero. Questo avvenimento, unitamente a uno spettacolo teatrale ispirato a tre racconti del buon Poe, mi ha suggerito questo post*.

Immagine realizzata da Barbara

Il primo posto se lo aggiudicano gli Usher, grazie a due ottime storie: Il crollo della dimora degli Usher (The fall of the house of Usher) di Edgar Allan Poe e un capitolo di Cronache Marziane di Ray Bradbury. Ho assistito a una lettura scenica del racconto di Poe, molto suggestiva e ottimamente musicata. La seconda è costruita come imitazione dell'originale, su Marte poiché i terrestri si dedicavano a bruciare libri di narrativa - tema caro a Bradbury. La casa degli Usher è antica, riccamente arredata, decadente, circondata da miasmi lacustri, impregnata di un odore dolciastro e percorsa dalle note delicate del proprietario. L'ultimo erede degli Usher è a sua volta contaminato, poiché la casa e i suoi dintorni, tutto il peso della decadenza e del marciume, fino a condurlo verso una tragica conseguenza.

martedì 2 settembre 2014

Desolation Road - Ian McDonald


Desolation Road...
Desolation Road è il romanzo d'esordio (1988) di Ian McDonald, edito da Zona42 e tradotto da Chiara Reali. È un romanzo di fantascienza consigliato dalla Leggivendola, che me lo ha consigliato e io la ringrazio. Desolation Road parla dei circa 20 anni* di vita dell'omonima città marziana, una città che non sarebbe nemmeno dovuta esistere, attorno alla quale si intrecciano le sorti di moltissimi personaggi.

Tutto inizia quando il dottor Alimantado, dopo avere inseguito per giorni l'evanescente pelleverde attraverso il deserto, è investito della responsabilità di fondare una città - una torre di trasmissione e qualche caverna - con il benestare della Benedetta Signora. Alle grotte giungono il fuggiasco Jericho, la famiglia Mandella e via via altri personaggi, come a una fermata imprevista della linea ferroviaria della Bethlehem Ares. Una fermata a un passo dal paradiso, come afferma uno dei suoi abitanti. E così iniziano le storie. In principio ci sono gli arrivi. Poi le prime difficoltà, come la grande cometa che minaccia di devastare l'insediamento per donare all'ecosistema marziano l'acqua di cui necessita per ospitare i milioni di immigrati provenienti dalla Terra. A un certo punto alcune storie si allontanano da Desolation Road, per poi ricongiungersi, immancabilmente, nello scoppiettante finale.

sabato 30 agosto 2014

Zona42 e il crowdfunding

Conoscete Zona42?
Si tratta di una piccola casa editrice indipendente, nata da poco per volontà di due appassionati di fantascienza e dedicata alla diffusione in Italia di autori e titoli di qualità che finora non hanno trovato sbocco. I due romanzi finora pubblicati sono Desolation Road di Ian MacDonald e Il sole dei soli di Karl Schroeder. Sono entrambi autori importanti della fantascienza moderna e meritano sicuramente di trovare il loro spazio.
Per il terzo libro, Zona42 ha deciso di puntare sul crowdfunding.


Il progetto è di pubblicare Pashazade di Jon Courtenay Grimwood, che il Guardian recensisce così:

Pashazade è la storia di El Iskandryia, una città arroccata tra l'Africa ottomana e l'Europa occidentale, una città popolata da greci, tedeschi, russi, in una singolare sovrapposizione di culture.
È anche la storia di antiche famiglie e nuove ricchezze, di matrimoni combinati e giochi di potere, di uno stile di vita in cui è considerato onesto un uomo che registra scrupolosamente tangenti e affari sporchi.
Ed è la storia di Ashraf Bey, un ragazzo indeciso nel scegliere il proprio percorso di uomo, invitato in città da una zia che non! sapeva esistesse, per sposarsi con una donna che non ha mai incontrato, diventando rapidamente il principale sospettato in un'indagine per omicidio.

Grimwood scrive con una prosa ricca e con un buon ritmo, che unisce fantascienza, thriller e romanzo poliziesco hard-boiled, in un ambiente vivido e afoso, immerso in una verosimile alternativa della Storia. Questo romanzo può essere considerato un giallo, ma il vero mistero è Ashraf Bey stesso: chi è veramente e ciò che potrebbe diventare.

La recensione vi ha incuriositi? L'ho presa dalla pagina della piattaforma di crowdfunding di Zona42.

Per chi non lo sapesse, il crowdfunding è un tipo di finanziamento che parte dal basso. L'editore, o comunque il responsabile del progetto, presenta l'opera e i fondi richiesti per la sua realizzazione, in modo che gli interessati, a seconda delle proprie disponibilità, possano contribuire. I contributi sono suddivisi in scaglioni e solitamente danno diritto a delle "ricompense", per esempio una copia del libro a una menzione particolare.

Per Pashazade sono richiesti 3000 euro, che vanno a coprire parte delle spese (diritti, traduzione, stampa). Non è una cifra altissima, ma nel momento in cui scrivo, a una decina di giorni dalla scadenza, i contributi hanno appena raggiunto il 50% dell'obiettivo. Trattandosi di una piattaforma del tipo "tutto o niente", se non sarà raggiunta la soglia il progetto non sarà finanziato; perciò ho deciso di rubarvi 5 minuti per incuriosirvi.

Su Starteed trovate la pagina del progetto e lì potete scaricare un estratto dei primi due capitoli di Pashazade.

Buona lettura.

giovedì 28 agosto 2014

3Narratori, la setlist!

Ultimamente sono stato un po' parco con gli aggiornamenti e il lavoro procede a rilento. Una parte del lavoro, a cui tengo molto, procede ancora più a rilento: il mio piccolo concorso. Ma procede. Zitti zitti, ai tre vincitori si sono aggiunti altri due racconti, per cui posso annunciarvi l'indice quasi completo dell'ebook a venire - che, sì, si farà!

Di seguito i titoli dei racconti:

Argentea falena di Roberta Eman
Digitale purpurea di Emilia Cinzia Perri
Fantasmi dalle orbite vuote di Gabriele Nannetti

... e...

Il Re degli Amadriadi di Alfredo Canovi
Sheut di Marika Michelazzi

Chi più chi meno, ci sarà un po' da lavorare sui testi, ma siamo complessivamente soddisfatti del risultato. I racconti offrono interpretazioni del tema "ombre" molto diverse fra loro, un po' come doveva essere nelle intenzioni di chi l'ha proposto, anche se, ammetto, poteva sembrare un po' ostico. C'è chi ha messo in scena il conflitto e chi ha scelto la poesia, e chi ha preferito il realismo alla magia. A completare il tutto questa volta ci sarà - se gli Dei lo consentono - una cornice narrativa, che spero sia adeguata a inquadrare il tema e non troppo invasiva.

Insomma, rimanete sintonizzati.

Seguirà un rinfresco.

lunedì 18 agosto 2014

NativiDigitali #11: Demolitori di astronavi e guerrieri a caccia di streghe

È passato molto tempo dall'ultimo appuntamento con la mia piccola rubrica dedicata al mondo digitale. Così, dal momento che ogni tanto qualche ebook lo leggo, eccovi un paio di consigli di fine estate.

Il demolitore di astronavi è una novella di Paul di Filippo, già conosciuto su queste pagine. Di Filippo si conferma un abile narratore, molto attento allo stile.
La storia di per sé non è straordinaria. Klom, energumeno sempliciotto, è dipendente di un'impresa planetaria che si occupa del recupero dei macchinari e dei materiali delle astronavi al termine del loro ciclo di vita. Un giorno si porta a casa un animaletto che mette a repentaglio il suo già non elevatissimo status, ma in qualche modo gli offrirà anche l'opportunità di cambiare vita. Se la trama non è indimenticabile, mi ha molto colpito l'ambientazione, come al solito molto curata. La suddivisione delle specie a seconda della complessità del loro patrimonio genetico, dalla familiare doppia elica fino alle strutture più vicine alla perfezione, è terreno fertile per l'innesto di una mitologia fatta di Deva, spiriti e artefatti miracolosi. La suddivisione della società ricorda quella della cultura tradizionale indiana, contaminata da una logica industriale, che però è in secondo piano.
Tutti questi elementi sono in secondo piano, per non rubare la scena a Klom e compagni. Prima della fine si meriteranno la simpatia del lettore, che vorrà leggere le successive avventure suggerite nel finale.
Il volume, di una cinquantina di pagine, è pubblicato nella collana digitale di Delos.

lunedì 11 agosto 2014

L'epopea di Gilgamesh

Il tempo...
Che razza di tema è il tempo per un gruppo di lettura? Dopo tre round convenzionali e un quarto un po' meno, a cui non ho partecipato, ci siamo lanciati su un tema anziché un singolo autore. La scelta offre risvolti interessanti, trattandosi di un tema ampio e che si presta a molteplici interpretazioni, pertanto eravamo tutti un po' curiosi di vedere cosa ne sarebbe uscito.
Io mi sono buttato sulla mitologia.

L'epopea di Gilgamesh è un libricino di casa Adelphi, nel quale la curatrice N. K. Sandars ci racconta l'eroe tragico in una prosa scorrevole e corredata da un'ampia sezione introduttiva. I testi a cui la Sandars fa riferimento sono le pubblicazioni accademiche di riferimento (in inglese), pre-masticate in modo da essere leggibili a un lettore senza particolari competenze. Il lavoro è ottimo.

Gilgamesh è antico. Figura semi-leggendaria, secondo la Lista Reale Sumerica fu re di Uruk intorno al 2500 a.e.v. per ben 126 anni. Era l'epoca in cui gli uomini vivevano a lungo, compivano imprese straordinarie e ogni due per tre venivano minacciati di devastazione dalle divinità. I Sumeri sono tra le più antiche civiltà documentate. A loro dobbiamo l'invenzione della ruota e della scrittura a caratteri cuneiformi, ma come tutte le civiltà antiche, sepolte da secoli di oblio e riscoperte in epoca moderna, sono e rimarranno avvolte nel loro mistero.

L'epopea di Gilgamesh è una di queste scoperte recenti. È bene precisare che, diversamente dall'epica omerica, in questo caso non esiste un'opera unica con questo titolo. L'epopea qui raccolta sgorga da fonti sumere, babilonesi e assire, nonché di altre civiltà mesopotamiche, redatte su tavolette di argilla che provengono da epoche distanti fra loro parecchi secoli. Il primo ritrovamento riguardava il solo racconto del Diluvio, al quale si sono poi aggiunti gli altri episodi che vanno a comporre l'epica fino a darle la forma odierna. Per esempio, il frammento conclusivo della morte di Gilgamesh non è presente in tutte le versioni.

lunedì 4 agosto 2014

3Narratori, il verdetto!

Buongiorno a tutti.
Rompo il silenzio scusandomi per aver fatto aspettare a lungo i risultati, ma per un motivo o per l'altro la giuria non era ancora riuscita a trovarsi per discuterne. Gran parte del lavoro viene svolto tramite mail, ma il momento decisivo richiede una discussione più convenzionale, via hangout (maledetto). Svelato questo piccolo retroscena, è con vivo piacere che svelo la tripletta di racconti vincitori - a pari merito, ricordo, pertanto li riporto in ordine di iscrizione - della seconda edizione del contest 3Narratori:
  • Argentea falena di Roberta Eman
  • Digitale purpurea di Emilia Cinzia Perri
  • Fantasmi dalle orbite vuote di Gabriele Nannetti
I tre vincitori riceveranno una e-mail di congratulazioni e il buono premio di 15 euro, secondo le modalità più comode.

Per quanto riguarda l'ebook, mantengo il mio solito riserbo in attesa di sciogliere gli ultimi nodi ma penso che ce la faremo anche quest'anno.

Ringrazio di nuovo i partecipanti, a tutti coloro che si sono interessati al contest e ne hanno parlato, alle altre due componenti della giuria, Camilla di Bibliomania ed Erica/La Leggivendola.

A presto.

venerdì 11 luglio 2014

Memorie dalla Grande Guerra

Riprendiamo il discorso iniziato circa due settimane fa?

"Non è vero che l'istinto di conservazione sia una legge assoluta della vita. Vi sono dei momenti, in cui la vita pesa più dell'attesa della morte."

Sono parole di Emilio Lussu, scrittore e politico italiano. Il suo libro più noto è Un anno sull'Altipiano, da cui ho tratto la citazione. Il libro racconta l'esperienza di Lussu nell'anno trascorso con la sua brigata sull'altopiano di Asiago, a 23 anni, tra la primavera del 1916, all'epoca della strafexpedition austriaca, e quella del 1917, in concomitanza di una nuova offensiva italiana. Il libro è un misto fra memoriale e romanzo, la cui importanza è riconosciuta sia in quanto documento storico, sia per il suo valore letterario.

La descrizione della guerra di trincea è vivida e senza sconti. La risposta alla domanda di Lord Morley nella fiction 37 Days è la trincea. Nel 1914 le macchine belliche degli stati belligeranti avevano a disposizione armamenti moderni e strategie antiquate. Le prime, sanguinose battaglie si risolsero in uno stallo che durò quasi fino al termine della guerra; le munizioni, in compenso, finirono quasi subito. Il nemico principale del fante erano l'artiglieria, che bombardava le postazioni difensive, e le mitragliatrici, nascoste, che falciavano le ondate offensive. Si scavarono fortificazioni e ripari improvvisati, in cui i soldati vivevano in condizioni estreme l'attesa del momento più temuto: l'assalto.

giovedì 3 luglio 2014

Tre segnalazioni: PK, ALIA Evo, THe iNCIPIT

Oggi tre rapide segnalazioni in sequenza.

Esce oggi la nuova storia di PK a cui avevo accennato... solo che devo essermi confuso tra news ed editoriali, perché esce su Topolino. Da oggi, per quattro settimane, troverete le quattro parti della storia sceneggiata da Francesco Artibani in dichiarata continuity con PKNA e PK2.
(Devo capire cosa uscirà sul mensile dedicato a Paperinik, a questo punto...)
Per policy redazionale non dirò nulla fino alla fine.
Ma è una bomba.

Seconda notizia, concedetemelo, esce finalmente in edizione digitale ALIA Evo, nuovo volumetto della premiata ditta di cui avevo parlato non molto tempo addietro. Alia è un progetto interessante perché ospita racconti fantastici molto diversi tra loro, dagli autori italiani a quelli americani, a quelli asiatici. Trovate sul blog di Alia tutte le informazioni del caso e i link per l'acquisto. L'ebook costa poco più di 7 euro e contiene 14 racconti; il ricavato andrà a finanziare una eventuale edizione cartacea. (Inutile specificare che Amazon si intasca una percentuale, vero?)

Terzo, mi sono lanciato in una "nuova avventura" sulla piattaforma THe iNCIPIT. Partecipo con un racconto che vorrebbe essere horror - il che è curioso, perché la mia cultura è limitata temporalmente a metà del '900, salvo Matheson e qualche italiano. Gotico, forse riesce a esserlo. Se vi va di seguirlo, potete cercarmi per nome oppure arrivarci tramite le condivisioni sui profili sociali. Qui non credo ne parlerò ancora, se non per le solite considerazioni sulla piattaforma e sui suoi meccanismi.

Alla prossima... e andate in edicola!

venerdì 27 giugno 2014

Due parole sulla Grande Guerra

"Tell me, Winston. What does it take to lead a democracy into war?"
(Edward Grey, 37 Days)

Come scoppia una guerra mondiale? Sembra lecito chiederselo l'anno in cui ricorre il centenario dell'inizio della Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra, uno dei tanti spartiacque della storia europea e fra i più sanguinosi. Come è iniziata? A scuola studiamo che l'Europa era una polveriera che esplose a seguito dell'assassinio dell'Arciduca d'Austria Franz Ferdinand a opera di un signor nessuno, il nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip, ma da qui a comprendere i meccanismi che erano in moto e le decisioni che hanno spinto le nazioni in una direzione piuttosto che nell'altra il salto è ampio.

Di questo tratta 37 Days, una graziosa miniserie di tre episodi della BBC. I trentasette giorni sono quelli intercorsi tra l'azione di Princip e la dichiarazione di guerra dell'Impero Britannico alla Germania. Su questi due stati la serie si focalizza, seguendo un certo numero di personaggi chiave su entrambi i fronti. Altre nazioni sono messe in secondo piano, soprattutto l'Austria-Ungheria che sembra eterodiretta dal Kaiser Wilhelm II, così come la reazione popolare agli eventi.

L'intento dell'opera, in effetti, mira a presentare al pubblico le ragioni che hanno provocato l'ingresso in guerra degli inglese e in questo riesce efficacemente, anche a costo di qualche semplificazione e una dose di parzialità. I tedeschi sono tutti un po' su di giri rispetto ai posatissimi inglesi (eccetto Churchill, allora a capo della Royal Navy); il Generale Moltke, capo di stato maggiore, sembra assetato di sangue. Il personaggio tedesco di maggiore rilievo, che storicamente gestì la crisi, il Cancelliere Bethmann-Hollweg, è più posato ma tiene nei momenti chiave sempre un atteggiamento ambiguo e non sempre coerente. Va da se che qui non si tratta di personaggi inventati ma di figure storiche, e che quindi il mio parere potrebbe essere stracciato dal primo studente di storia che passa, tuttavia non riesco a credere che i tedeschi al comando fossero degli invasati; o forse lo erano davvero? Resta il fatto che il personaggio di Edward Grey, ministro degli esteri britannico, pur non celandone le responsabilità, viene presentato come un perfetto gentleman vittoriano, mentre Moltke è un bulldog.

domenica 22 giugno 2014

Una vita di adventure

Questo è un periodaccio.
Ho tentato per ben tre volte di concludere un post, negli ultimi giorni, ma non ci sono riuscito. C'è anche la possibilità che nei prossimi giorni non abbia la possibilità di accedere agevolmente alla rete, per cui concedo alla cara nave Argo un riposo forzato. Poveretta, anche lei se lo merita.
Giusto per smuovere un po' la desolazione imperante, vi lascio un brano domenicale: The Last Sled di Tuomas Holopainen.



Tuomas Holopainen, già mastermind dei finlandesi Nightwish, aveva dichiarato da tempo di voler produrre un disco di musiche ispirate a quel The Life and Times of Scrooge McDuck. In Italia variamente tradotta, è la saga di Paperon de' Paperoni, scritta e disegnata da Don Rosa, di cui prima o poi dovrò decidermi a parlare, visto che l'ho citata tra le opere ispiratrici...

Devo ancora digerire questo disco. Non è un album dei Nightwish, c'è a malapena una chitarra ogni tanto, ma vi troverete le atmosfere tipiche di Holopainen; anzi, è fin troppo finnico.
Ora corro, perché mi aspetta l'ultima slitta per Dawson.
A presto!

giovedì 12 giugno 2014

Le realtà di Paperinik

Ho tra le mani l'ultimo numero di Paperinik APPGRADE, che avevo iniziato a seguire in occasione della miniserie Universo PK. Cinque puntate in cui sarebbe stato il vecchio Paperinik ad affrontare le tipiche situazioni pikappiche, con la sola attrezzatura fornita da Archimede e lo zio Paperone come finanziatore. L'idea era carina, l'esecuzione al più gradevole, poiché non di sole citazioni vive una buona storia, soprattutto se dopo due episodi saltano le premesse. Se penso che Faraci ha sceneggiato proprio Trauma, l'episodio più amato dai Pkers nonché uno dei miei preferiti, mi viene da piangere...


mercoledì 4 giugno 2014

Joseph Heller - Comma 22

"Era pazzo e avrebbe potuto essere esonerato dal volo. Tutto quel che doveva fare era di farne domanda; e non appena ne avesse fatto domanda, non sarebbe più stato pazzo e avrebbe dovuto continuare a volare. [...] Yossarian fu molto impressionato per l'assoluta semplicità di questa clausola del Comma 22 e si lasciò sfuggire un fischio pieno di rispetto."

E io, da lettore, sono pieno di rispetto per il maestro Heller, classe 1923, ex bombardiere dell'aviazione statunitense sul fronte italiano. Comma 22*, il suo romanzo di esordio, è considerato il più importante romanzo antimilitarista; ne fu tratto un film, diretto da Mike Nichols, che soffre come tutti i film tratti da libri di questo genere di un eccessivo appiattimento. Comma 22 ha bisogno di aria per essere assimilato, e di tempo. Sebbene sia stato amore a prima vista - l'incipit del romanzo - ammetto di averlo messo da parte, ripreso, divorato e abbandonato per distrarmi con altro. Non è un libro facile. Se dalle prime pagine e per tutta la metà del libro prevale il tono satirico, tendente al grottesco, fermarsi a questo livello di lettura è un buon modo per annoiarsi e abbandonarlo sul serio, senza averlo capito. Ed è un libro che associo a un altro grande romanzo antimilitarista, per certi versi simile e per altri molto, molto diverso: Mattatoio n. 5 di Vonnegut, anche lui reduce dalla seconda guerra mondiale. Al di là del fatto che uno scrive fantascienza meta-letteraria e l'altro no, la principale differenza è un'altra: mentre Vonnegut, per motivi che spiega nel primo capitolo, decide di scrivere una storia senza personaggi, l'opera di Heller è, al contraria, focalizzata solo su di essi.

lunedì 2 giugno 2014

3Narratori - update

No, non siamo ancora pronti ad annunciare i vincitori.
I racconti li stiamo leggendo, uno alla volta, e siamo moderatamente fiduciosi di discuterne a breve. 

Incidentalmente, ieri è morto Ubuntu One, il servizio a cui facevo affidamento per la condivisione dei file. Non era evidente, poiché mi sono avvalso di Google per accorciare gli URL e perché mi ha consentito di tenere traccia dei download. Sono meno interessato alle statistiche di quanto do a vedere, per cui non ho utilizzato chissà quali strumenti di analisi, ma mi premeva vedere quale fosse la portata effettiva del nostro ebook artigianale e mal promosso, poiché, così come anticipato e forse messo addirittura nero su bianco nell'introduzione, 3Narratori è anche un esperimento editoriale.

Ve lo posso anche dire: 3Narratori - Racconti scelti è stato scaricato poco più di 200 volte - il numero esatto è difficile da quantificare, perché dovrei sottrarre i click di prova, per cui accontentiamoci. 200 download è il risultato che avevo in mente, nonostante mi aspettassi di raggiungerlo prima. È comunque un buon risultato, visto che la promozione è rimasta limitata a pochi canali.

(E alla fine ho spostato i file su Google Drive, sperando che non chiudano anche questo fra pochi mesi...)

Sempre parlando di decessi, sono recentemente venuto a sapere che Sigil, il programma che ho adoperato per realizzare materialmente l'ebook, ha chiuso i battenti. Ciò non significa che ha smesso di funzionare, solo che da quest'anno non verrà più sviluppato. Fortunatamente l'autore indica un successore spirituale in Kovid, applicazione inclusa nelle più recenti versioni di Calibre. Non sembra però una soluzione completa, poiché non sembra che sia possibile creare ebook ex novo ma silo modificare quelli già esistenti.
Per il momento, quindi, a meno che non spuntino alternative continuerò a utilizzare Sigil.

Con questo è tutto, al prossimo aggiornamento!

martedì 27 maggio 2014

Scott Lynch - Gli inganni di Locke Lamora

Uno dei videogiochi che più mi ha entusiasmato è Baldur's Gate. Per chi non lo conoscesse, è il miglior gioco di ruolo per computer basato sulle regole di Dungeons & Dragons, nonché il secondo per quanto riguarda la trama. Nel secondo capitolo - BG2: Shadows of Amn - c'è una particolare quest, se il vostro personaggio ha una classe ladresca, che vi scaraventa nel mezzo di una guerra tra due gilde di ladri, di cui, se vittoriosi, sarete poi a capo. La quest deve essermi piaciuta davvero tanto, perché è a essa che mi è subito venuto da pensare, mentre leggevo il primo libro della serie dei Bastardi Galantuomini di Scott Lynch - a proposito, ricordate la petizione?

Chi è dunque Locke Lamora?
Locke Lamora è un truffatore nato. È basso, deboluccio e poco abile con la spada, ma è anche dotato di un'astuzia senza pari, fra i ladri di Camorr. Fin da piccolo ha imparato a sfruttare il suo dono, tanto che il Forgialadri prende in seria considerazione la sua soppressione prima che causi troppo scompiglio. Perché a Camorr è istituita una tregua segreta, che pone tutte le bande di ladri sotto la guida del severo Capa Barsavi a patto che nessuna di loro tocchi la nobiltà. Solo i Bastardi Galantuomini, capeggiati dal giovane Lamora, infrangono regolarmente la tregua, portando a segno colpi memorabili all'insaputa di tutti e protetti dall'imbarazzo delle vittime. Fino a quando compare in città il Re Grigio, misteriosa figura il cui passatempo è ammazzare i capibanda fedeli a Barsavi, e in ultimo minacciare la sua stessa famiglia. È in mezzo a questo tumulto che Locke e i suoi ordiscono il loro piano più ardito...

giovedì 22 maggio 2014

Come e perché affrontare le elezioni europee

... ovvero, il post che potete ignorare Il fatto è che c'è questa grossa cosa in arrivo, le elezioni per il parlamento europeo. Mi sentirei già abbastanza in colpa per aver seguito pochissimo la campagna elettorale e praticamente ignorato i programmi elettorali, se non fosse che ho realizzato che in queste settimane se ne è parlato poco e male. In qualche modo lo percepisco come meno importante nel caso di elezioni nazionali, poiché in fin dei conti la campagna elettorale è spesso il momento in cui si esibiscono vecchi slogan e colpi di scena da pagare poi negli anni a venire.

L'Europa è diversa, soprattutto in questo momento storico.
Questo fine settimana si va a leggere il Parlamento Europeo, l'organo rappresentativo e democratico la cui composizione può determinare la direzione che prenderà l'UE in futuro. L'Europa di oggi, lontana e identificata più con la Troika che con l'organo democraticamente eletto? L'Europa futura, più integrata e con sempre maggiori competenze? Oppure l'Europa del passato, ritornata alle monete nazionali e alle frontiere? Io non lo so se il bivio è qui dietro l'angolo o se si tratta di un abbaglio, ma la sensazione è persistente e non riesco a ignorarla.

Non riesco a pensare di potermi basare nella decisione sulla politica nazionale, non questa volta.

Come superare le carenze dei maggiori canali di informazione? I programmi sono disponibili un po' ovunque; non dovrebbe essere difficile trovarli sul web. Voglio però suggerire un utile strumento per aiutarvi a chiarire le idee: VOI SIETE QUI!

Sono anni che questo semplice strumento, realizzato dall'associazione openpolis sulle posizioni delle varie liste, ci prende. Nel mio caso, almeno. Incidentalmente, segnalo che su openpolis trovate altri ottimi strumenti per tenere d'occhio gli eletti (anche a livello locale!) grazie alla raccolta di dati pubblici e dando senso pratico a una parola spesso abusata: la trasparenza.

No, sul serio, andateci. Io non lo faccio e ogni volta che ci torno me ne pento, perché viene aggiornato e migliorato costantemente. Se tuttavia, dopo aver spulciato le schede dei vostri candidati, siete rimasti delusi - è arrivato il momento dell'indicazione di voto - non temete, perché c'è sempre la carta X. Un voto per il futuro.


venerdì 16 maggio 2014

George R. R. Martin e lo spirito dei sixties

The Armageddon Rag (1983) è probabilmente il libro di Martin che mi è piaciuto di più, per cui non stupitevi se ne parlerò in modo appassionato. Avevo già iniziato a esplorare la produzione dello zio Martin precedente alla sua famosa saga fantasy, scoprendolo autore di alcuni ottimi racconti e di un buon romanzo di fantascienza che aveva il suo punto di maggiore forza nella costruzione di un mondo crepuscolare e isolato. The Armageddon Rag fu molto importante per la sua carriera perché, nonostante un buon responso dalla critica, non incontrò il successo sperato e mancò poco che egli smettesse di scrivere.

Il romanzo è ambientato nei primi anni '80. Sandy Blair, ex sessantottino ed ex giornalista per una testata musicale alternativa, è diventato uno scrittore di discreto successo con ormai cinque romanzi all'attivo. Ha una macchina sportiva, una collezione di vinili e una casa a New York dove abita con la sua compagna. Ed è bloccato a pagina 37 del nuovo romanzo, a soli tre mesi dalla scadenza. A distoglierlo dai propri doveri ci pensa il suo vecchio editore, che lo chiama per scrivere una retrospettiva in occasione dell'omicidio di uno di quei produttori musicali che hanno fatto la storia del rock. Sandy accetta, ma ben presto si rende conto che la morte del produttore è avvolta nel mistero e sembra essere collegata alla storia di uno dei gruppi di cui il defunto era manager: i Nazgûl. Nonostante i pareri contrari del suo rappresentante, della compagna e, in ultimo, anche dell'editore della rivista, Sandy intraprende una personale peregrinazione negli Stati, incontrando gli ex componenti della band e alcuni vecchi amici di cui aveva perso le tracce; il viaggio si trasforma ben presto in un viaggio alla ricerca di ciò che è sopravvissuto della rivoluzione, della musica e di tutto il resto, per rispondere a una elementare domanda:

‘Where do you belong, then?’

mercoledì 14 maggio 2014

3Narratori: aggiornamenti & ebook

Anche questa è fatta. Lunedì alle 23:59 è scaduto il termine per la consegna dei racconti della seconda edizione del mio concorso casalingo. Diversamente dalla scorsa edizione, la partecipazione è stata inferiore alle aspettative, portandoci solo 7 racconti. Non mi sembra il momento di discutere le cause del crollo, anche perché sui piccoli numeri basta molto poco. Adesso si apre la fase di lettura e discussione dei racconti, che coinvolgerà oltre al sottoscritto Erica e Camilla. Siamo molto curiosi di scoprire come è stato interpretato il tema del contest.

Poiché però il basso numero di storie, pur sufficiente a procedere alla premiazione, potrebbe rendere difficile la realizzazione di un ebook, abbiamo anche deciso di mantenere aperte le porte per chi volesse ancora inviare una storia che segua gli stessi criteri indicati nel bando. Sarà esclusa dalla premiazione, ma potrebbe comparire nel libretto, a cui, si sarà capito, tengo molto.

Fino a quando sarà possibile inviare? In linea di principio, fino a che non sarà conclusa anche la seconda fase con la premiazione dei tre narratori. In pratica, intravedo una finestra temporale di almeno due settimane.

Concludo con un veloce ringraziamento ai partecipanti e a tutti coloro che hanno dato voce alla mia nostra piccola iniziativa.


lunedì 12 maggio 2014

Salone Internazionale del Libro 2014

Salone del Libro ― il ritorno!
Non provo neanche a stendere un resoconto serio sulla mia due giorni. Voglio però raccontare di come è andata, degli incontri che si son fatti e quanto sono mancati gli assenti, dei mille libri che ho portato a casa e di quelle due o tre cose che hanno reso la mia trasferta speciale.
Tipo il riso wok al latte di cocco.

Quest'anno la mia organizzazione è stata migliore rispetto alla volta scorsa. E non ha piovuto. Non avendo impegni scomodi ho mangiato meglio (e scoperto un paio di posti interessanti). Vero che mi sono portato  un maglione di troppo, ma con lo zaino 1.0 ho sentito molto meno il peso e sono riuscito anche a ficcarci dentro dei libri, che altrimenti avrebbero dato il colpo di grazia alle mie povere dita, già debitamente segate da quel dannato delizioso sacchetto (che ora non so dove mettere). Molto bello anche girare per la città di sera. In prospettiva, avendo più tempo a disposizione o sfruttandolo meglio, si potrebbe partecipare a qualche evento del ricco programma del Salone Off.

martedì 6 maggio 2014

Preparandomi al Salone del Libro 2014

Ormai è quasi fatta. Mancano pochi giorni perché settimana prossima, tra giovedì 8 e lunedì 12, si terrà a Torino il Salone Internazionale del Libro, che dubito abbia bisogno di presentazioni. Il salone sarà quest'anno, oltre che la solita voragine pronta ad accogliere i miei sudati denari, un luogo di incontro, un crocevia di persone che solitamente associo alla blogosfera.
Sarà molto interessante.

C'è poi la questione del paese ospitato e degli eventi; sempre da me ignorati, il primo e gli altri. È un mio limite, certo, ma quest'anno (almeno) ci si mette anche l'organizzazione, dato che non si trova* una versione stampabile** del programma, o quantomeno una che non necessiti di cookie o di chissà quale diavoleria che impedisca ai filtri di ricerca di resettarsi ogni volta che clicco qualcosa! Apprezzerei anche un'app che non richieda l'accesso ai miei dati personali, la apprezzerei molto.
Navigherò a vista.

Le occasioni non mancheranno.
Stampa Alternativa, latitante lo scorso anno, è tornata.
Due editori simpatici inaugurano le loro collane di narrativa.
La Città del Vaticano, ospite controverso, esporrà, pare, alcuni antichi codici. (Grazie C.)
Ci sarà l'occasione per sfogliare quel famoso libro di Heine che non trovo da nessuna parte?
Ci sarà la commessa carina dell'anno scorso?

Sono fiducioso.

Per chi sarà lì, io andrò venerdì e sabato, soprattutto sabato. Come al solito, chi volesse è libero di offrirmi un caffè, in modo da farmi sentire in debito per i giorni a venire.

Ĝis revido!

_______
*
Conto fino a 5 e qualcuno me lo indica, così faccio una figuraccia?
**
No, non voglio stamparlo.

martedì 29 aprile 2014

Jared Diamond: Nascita e il crollo di una civiltà

Jared Diamond è un noto saggista statunitense, i cui libri si trovano tipicamente nello scaffale dedicato all'antropologia. È anche un autore best-seller e vincitore di un premio Pulitzer, nonché uno dei miei idoli personali, da qualche settimana a questa parte. Il suo libro più famoso è il premiato Armi, acciaio e malattie, che trovate anche negli spazi più esposti delle librerie. Titoletto ambizioso, questo, poiché tratta nientemeno che degli ultimi 13000 anni; una storia delle civiltà umane dagli albori della storia fino a oggi. L'altro suo libro che ho letto è Collasso, un ideale seguito e complemento che fa da contraltare a quanto già detto per analizzare le cause del crollo di una civiltà. Io a dire il vero ho letto prima questo, per cui non fatevi troppe paranoie sulla questione del "seguito". Voglio parlarne insieme perché trovo che questi due libri, insieme, pur con le loro differenze mostrano un quadro sorprendentemente completo, anche se naturalmente non dettagliato, della storia del mondo.

Armi, acciaio e malattie (1997) vuole rispondere a una semplice domanda: perché la civiltà europea domina il mondo? Perché furono i conquistadores a catturare l'imperatore Inca e non furono i precolombiani a far prigioniero il sovrano spagnolo? C'è qualcosa che ha avvantaggiato gli europei a scapito degli abitanti degli altri continenti? La materia è vastissima, come è comprensibile. Tuttavia, poiché c'è sempre chi è pronto a liquidare la questione adducendo l'ingegno innato o una presunta superiorità biologica, è importante trovare risposte che non sprofondino nella palude dei pregiudizi.

Un suggerimento viene dal titolo del libro, buona parte del quale ripercorre la storia umana per tracciare il percorso che portò dalla fine dell'ultima glaciazione alla conquista delle Americhe. L'attenzione dell'autore è però attenta anche a mettere in evidenza le ragioni per cui alcuni popoli soffrirono di un ritardo nell'introduzione delle innovazioni, rallentarono o addirittura rinunciarono a esse - pagandone il prezzo. Diamond inizia così dall'agricoltura, passando poi all'allevamento, le strutture sociali e infine la tecnologia. Ne esce una visione organica di una storia che non è fatta solo di reperti e date, ma del contributo di svariate branche delle scienze naturali, che arrivano in aiuto là dove le informazioni si fanno più rade.

giovedì 24 aprile 2014

The Goblin Emperor - Katherine Addison

Qualche tempo fa, curiosando in rete, ero incappato in un forum dove una sedicente editor-non-di-professione dava consigli ai giovani sull'editoria fantasy in Italia. Il rivoluzionario di turno aveva in mente la sua idea di fantasy, con le solite razze con i nomi cambiati (da una buffa suddivisione esoterica) e linguaggio aulico, tuttavia rigettava con foga le "solite storie con messaggi anti guerra/razzismo/quant'altro". Al di là dell'aspetto sociale, è interessante l'osservazione che faceva la nostra editor, ovvero che nel fantasy questi argomenti non sono trattati così di frequente. Quindi, nonostante fossi inizialmente contrario a parlare di un libro che, oltre a non essere stato tradotto in italiano, non era neppure uscito* per il mercato anglosassone, mi sono finalmente deciso a farlo.
Tuttavia vi avverto: qui c'è il messaggio.
Ed è pure uno young adult (YA), per cui, se la cosa vi irrita, non sentitevi obbligati a continuare la lettura.


The Goblin Emperor di Katherine Addison** è un libro che si allontana dal fantasy a cui sono abituato. Non è epico, non c'è un campagnolo che deve salvare il mondo né una scuola di magia. Il protagonista è Maia, un mezzo goblin (e mezzo elfo, mezzo educato e con altre caratteristiche rigorosamente a metà) che si ritrova Imperatore delle Terre Elfiche (elflands). D'un tratto scopre di avere molti nuovi nemici e pochi alleati, la cui lealtà non è ancora in grado di giudicare. È giovane e gli è più facile ringraziare qualcuno, piuttosto che decapitarlo o esiliarlo come a suo tempo era accaduto a lui e al suo educatore. Insomma: non gli daremmo una settimana di vita. Invece, anche grazie alla sua indole e alle amicizie la sua strada sarà sufficientemente lunga da costruirne una storia.

domenica 20 aprile 2014

Un messaggio di pace e speranza dal 1921


Giusto ieri girovagavo per il Museo del Novecento, che, colpevolmente, non ero mai andato a vedere. Vero che molte opere le avevo già viste nella sede precedente, ma come scusante non poteva durare in eterno.

Vi risparmio i dettagli della collezione. Non vi risparmio però un piccolo dettaglio nascosto in una sala che, se ho ben capito, raccoglie materiale di non so quale archivio. All'interno di una teca sul fondo, a destra, c'è una copia (n.46 anno III) di questo giornale studentesco: La Fiamma Verde. Ciò che mi ha colpito è un trafiletto scritto da un anonimo liceale di Pavia.

Siamo nel 1921, tre anni dopo la conclusione della guerra più devastante mai combattuta fino ad allora. Lenin era ancora vivo, e con lui la rivoluzione. In Italia il socialismo era in crescita ma un piccolo gruppo guidato da un ex dirigente dello stesso partito stava forse già pianificando una marcia sulla capitale. Forse l'attesa era palpabile. La ricostruzione (in meglio) dopo la distruzione.
Cose di questo tipo.

lunedì 14 aprile 2014

Una graphic novel al premio Strega?

Una notizia che ha fatto discutere in questi giorni è l'ingresso nella rosa dei 12 contendenti del premio Strega 2014 di unastoria di Gipi, graphic novel edita dalla Coconino Press. Prima ancora si parlava della sua stessa ammissibilità. Fermo restando che non ho mai seguito il premio Strega, salvo forse quella volta che mi regalarono un libro vincitore, sono ben consapevole che il rischio di entrare nel giro di polemiche in stile Sanremo è elevato e quindi mi terrò il più possibile al di qua della linea rossa dello snobismo culturale.
E quindi: cos'è un fumetto?

A prima vista si adocchiano due componenti: parole e immagini. Questa distinzione è grossolana, poiché esistono graphic novel di sole immagini, come L'Approdo di Shaun Tan, che ha più aspetti in comune con le raffigurazioni pittoriche della via crucis che con un romanzo. Parole e immagini, ma anche due ruoli, quello dello sceneggiatore e del disegnatore, che possono essere rivestiti da una, due o più persone.

Chi liquida la questione dell'ammissibilità sostenendo che unastoria non è scritta in versi dovrebbe riflettere sulla possibilità di disegnare in versi.

martedì 8 aprile 2014

Nativi digitali #10

Visto che era un po' che non suggerivo qualche ebook, provo a riprendere in grande stile. I due libri che segnalerò sono entrambi gratuiti e amici (di primo o di secondo grado), il primo curato da una singolare iniziativa editoriale tutta italiana e il secondo da una collega blogger.

Iniziamo (in barba al fatto che così la congiunzione raddoppia) con col nostro sangue hanno dipinto il cielo di Eleonora C. Caruso, edito nella collana Speechless Books e scaricabile sul sito della rivista. Il racconto, lungo circa una cinquantina di pagine, racconta di Shun, venticinquenne che lavora come host in un locale di Tokio. Un host, per chi non lo sapesse, offre un servizio di escort che non include il sesso, un intrattenimento che simula l'amore. Shun ha però un problema: ha due ulcere e, nonostante la sua bellezza di mezzosangue francese, è già troppo vicino alla sua data di scadenza in quel mondo fatto di alcool e vomito. Col nostro sangue... non risparmia molto. È una fotografia lucida che perfora il velo dello spettacolo e mostra in tutto il suo squallore la mercificazione del desiderio portata all'estremo:

«Tokyo è un meccanismo che si autoalimenta. Crea desideri enormi che non vengono appagati, e questo genera disperazione. Ed è proprio la disperazione che spinge la gente a desiderare.»

giovedì 3 aprile 2014

Tu non sei uno scrittore


Prima di tutto, una precisazione: nonostante il tono, quello che segue è un post serissimo. Nasce da un insieme di sollecitazioni esterne (post letti altrove), considerazioni maturate in vari momenti ma mai trascritte.
Se vi riesce, vi chiedo di darmi corda e di fare attenzione alle parole usate.

Seconda precisazione: per semplicità, qui si parla di narrativa.

Quindi, dicevamo...
Tu (#swoosh#) sei uno scrittore, o dici di esserlo.
Se scrivi, naturalmente, sei uno scrittore. Ciò è un mero dato di fatto, derivante dalla definizione del termine "scrittore".
Non lasciare che nessuno dica che non lo sei, perché mentirebbe.

Scrivere è un diritto.
Mi permetto di citare la Dichiarazione universale dei diritti umani, probabilmente il singolo testo più largamente sottoscritto dai rappresentanti dei popoli della Terra (nonché il più disatteso):

"Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere." (Art. 19)

"Ogni individuo ha diritto all'istruzione." (Art. 26)

Dal momento che la scrittura è la principale conquista dell'umanità, un essere umano istruito può esprimersi come gli pare, per esempio scrivendo.

mercoledì 26 marzo 2014

Tre sugli animali (fantastici)

Questa idea me l'ha data indirettamente un'amica, che ogni tanto si diverte a strutturare la sua lista di libri da leggere per gradi di separazione: la rubrica si chiama tre gradi. Immaginiamo di poter cogliere, nella proverbiale pila sul tavolino, tre libri che sono in qualche modo collegati, per esempio da uno stesso argomento o tema, ecco che tutto sembra per una qualche magia un po' più ordinato! Così, anche uno che come me finisce per accumulare libri sull'onda del sentimento, che dopo mesi (se va bene) ha scordato la ragione che ne ha scatenato l'appropriazione, può dare una parvenza di ordine alle sue letture.
Più o meno, la storia è questa: ho preso il libro a a un Salone del Libro, il libro b a seguito di una non-recensione e il terzo...  beh, in parte per via dell'autore e in parte perché mi sono subito reso conto che i tre stavano maledettamente bene insieme! A parte il fatto che l'ordine è stato in realtà a, c e b, e non come l'ho presentato, vediamo ora di cosa sto parlando.

a. L'Orologiaio Miope di Lisa Signorile

Biologa laureata e militante, Lisa Signorile è stata per anni autrice del blog omonimo, recentemente traslocato sul sito di National Geographic. Il libro è una raccolta di articoli su alcuni animali straordinari, assurdi e spettacolari che abitano sul nostro pianeta. Ma attenzione. Non tratta solo di specie che abitano in aree recondite e inospitali ma anche di esseri che, pur vivendo più vicini a noi di quanto immagineremmo, hanno sviluppato straordinarie soluzioni evolutive: dal polpo vampiro degli abissi agli acari che popolano a migliaia i nostri letti. Un intero capitolo è dedicato ai parassiti (astenersi lettori di stomaco debole!) e un altro alle specie velenose.
Il libro è semplice anche per chi, come me, di zoologia ne capisce tanto quanto di geroglifici, per cui mi sento di consigliarlo a chiunque coltivi una certa curiosità per gli aspetti meno ovvi del mondo animale.
Perché qui non ci sono leoni, ma in questo caso non se ne sente la mancanza.

sabato 22 marzo 2014

David Rubín - L'Eroe (Libri I e II)


Postmoderno.
L'illuminazione mi è venuta pensando a una divagazione sul fantasy che definiva il (sotto)genere urban non tanto per l'ambientazione o le tematiche quanto per il fatto che tenga conto della modernità. Che siano elfi in motocicletta o divinità armate di smartphone, il succo è non ignorare la nostra epoca e lasciarla penetrare nella storia che stiamo scrivendo - o viceversa, fare esplodere un pizzico di fantastico nel mondo intorno a noi, che non è proprio lo stesso ma sono due modi di vedere la faccenda.
Altri potrebbero parlare di mitopoiesi o di de-strutturazione. Io con questi termini mi sento a disagio e impreparato, per cui prenderò in prestito questa definizione.
L'Eroe è epica postmoderna (ma non postmodernista).

Cominciamo da lui: Eracle. Cosa si può scrivere di Eracle nel nostro tempo? Qualcosa avevo già scritto parlando del primo libro. Eracle è l'eroe per eccellenza. È forte, figlio di un Dio, e compie imprese memorabili spesso in favore delle popolazioni locali, minacciate da questa o da quell'altra bestia. Il terribile leone che terrorizzava Nemea, mostro figlio di mostri, l'idra di Lerna, che si dice aiutata da Era per cancellare l'onta che l'esistenza di Eracle le arrecava, e così via. Le 12 fatiche gli furono imposte dal cugino Euristeo, a cui per decreto del fato doveva obbedire. Cosa può esserci di moderno in questa storia vecchia di millenni?
Semplice: nel frattempo qualcuno ha inventato i supereroi.
O meglio, i supereroi nascono come una versione moderna degli eroi del mito. Così scrivere oggi di Eracle non può prescindere dall'esistenza di Superman, e dall'evoluzione che questi nuovi eroi hanno avuto - e Supermam è più popolare di Eracle, da qualche generazione a questa parte. Così l'Eracle di Rubín è post-Superman, senza l'impiccio di doversi camuffare da uomo convenzionale e un po' maldestro. Se visivamente L'Eroe è figlio del fumetto supereroistico (Jack Kirby viene citato esplicitamente), ciò è vero quindi anche nei contenuti. E cresce. Da adolescente spensierato e un po' spaccone, lo ritroviamo da vecchio più simile al Bruce Wayne tormentato e logorato dal proprio fardello; troverà lungo il percorso alcuni compagni, fra cui il wonder boy Iolao, due mogli... persino una versione alternativa di se stesso!

martedì 18 marzo 2014

Una vanteria... e il bastone tonante!

Lo scorso fine settimana si è tenuto il Cartoomics, la fiera del fumetto milanese. Non mi dilungherò, perché un resoconto dovrebbe uscire sulle pagine de Il futuro è tornato come l'anno scorso. Volevo solo condividere con voi la gioia di aver riportato a casa questo:


Forse non ho insistito a sufficienza sul fatto che PK sia uno dei miei fumetti preferiti. Non potete immaginare la gioia di incontrare allo stand Panini Silvia Ziche, storica disegnatrice per le testate Disney e, nello specifico, anche di una miniserie comica all'interno di PK: Angus Tales. Una signora davvero deliziosa, la Ziche, disponibilissima a dedicare con disegno le copie della raccolta di vignette uscite su Topolino.
Questo incontro mi ha riportato indietro alla fine degli anni '90 e per una buona mezz'ora, forse più, avevo impresso in volto un sorriso ebete.
(Non credo di avere la forza di cancellare il tratto a matita.)

sabato 15 marzo 2014

Leggendo "L'Eroe" di David Rubín

Non ho conosciuto David Rubín, autore e disegnatore spagnolo, per puro caso a Lucca. Era lì a firmare una catasta di cofanetti de L'Eroe, volumi 1 e 2 già pronti prima della pubblicazione ufficiale. Era impensabile lanciarsi su un autore a me sconosciuto con un'opera così ponderosa (300 pagine sono tante per un fumetto), anche considerando che avevo già zaino e sacchetti pieni di carta. Oltretutto, mi ero dimenticato che avevo diritto a uno sconto presso Tunué. Mi sono così appuntato mentalmente di approfondire la conoscenza di questo tizio che aveva deciso di dare un nome evocativo ma, ammetterete, piuttosto vago alla sua grande opera.

L'eroe è Eracle, e questo accantona l'accusa di vaghezza. Eracle è l'eroe con la E e la L maiuscole fin dall'antichità, almeno nel mondo occidentale. Figlio naturale di Zeus e detestato da Era, è vincolato per decreto del fato a obbedire al cugino Euristeo che gli impone le famose 12 fatiche. Il primo dei due volumi racconta proprio le prime fatiche e la crescita di Eracle dall'adolescenza ai 30 anni circa. In seguito le vicende di Eracle subiscono una svolta drammatica, egli stesso diventerà un personaggio più oscuro e alcune scelte non del tutto condivisibili lo porteranno a una tragica fine...
... ma secondo alcuni Zeus gli offrirà il cibo degli Dei accogliendolo nell'allegra combriccola dei celesti.

lunedì 10 marzo 2014

Vikings!

Con l'imminente disgelo (qui non si è visto nemmeno un fiocco di neve) è iniziata la stagione delle razzie delle serie TV, ovvero il momento in cui iniziano le nuove stagioni o riprendono quelle insensatamente interrotte durante l'inverno. Una delle serie che, nonostante i tentennamenti, seguirò quest'anno è Vikings. La serie, una co-produzione di MGM e History Channel per la penna di Michael Hirst, già creatore della serie Tudors e due film su Elisabetta I d'Inghilterra (quelli con la sublime Cate Blanchett), racconta le gesta di Ragnar Lothbrok (questa la grafia usata dagli sceneggiatori, non uccidetemi), il leggendario condottiero che guidò le prime scorrerie in terra inglese.

Leggendario o semi-leggendario, poiché compare in alcune saghe ma la sua storicità è discussa o confusa con altri personaggi storici - insomma, ne so quanto voi. Tuttavia è innegabile che a un certo punto della storia inglese, quando l'isola era divisa in sette regni* (la cosiddetta eptarchia), i primi vichinghi sbarcarono sulle coste della Northumbria, inaugurando una stagione di razzie e terrore che valse loro una nomea che forse solo i Vandali si erano meritati. La prima scorreria vichinga documentata avvenne nel 793, nel monastero di Lindisfarne.

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