Mi è capitato spesso di leggere racconti o romanzi con una forte presenza onirica, che a volte caratterizzava così fortemente l'ambiente in cui si muovevano i personaggi da renderli indistinguibili da esso. Storie sognate, sognanti o anche solo ispirate ai sogni dei propri autori non sono poi così rare o innovative, anche al di fuori dell'alveo del fantastico. Persino io ci ho provato. Il fatto curioso è che nel giro di pochi mesi ne ho pescate, dalla mia proverbiale coda di lettura, almeno un paio di quelle buone. Ho deciso pertanto di farne un post, come ai vecchi tempi, anche solo per tenermi in esercizio.
Tutto iniziò nel 2015, Con l'uscita di Dimenticami trovami sognami, o anche amichevolmente DTS, di Andrea Viscusi per i tipi di Zona42. Ve lo consiglio, perché mi è piaciuto molto e credo che abbia una buona probabilità di piacere anche a chi non legge abitualmente fantascienza o addirittura la detesta. Al di là di questo, c'è una bella idea dietro, che lascio al lettore il piacere di scoprire (oppure potete sbirciare nella recensione di Romina). Quello che mi interessa, qui, è che Viscusi utilizza il linguaggio delle emozioni, piuttosto che le esplosioni e le folgori tipiche della fantascienza facile del grande schermo, per cui proprio i personaggi, i loro desideri e le loro ombre, sono al centro di questo ottimo esempio di narrativa di speculazione.
Questi personaggi sognano, ovviamente. All'inizio il protagonista, Dorian Berti, è reduce da una missione come onironauta per l'ESA. Successivamente il discorso si amplia, poiché via via che la narrazione procede il sogno acquisisce un ruolo sempre più rilevante, e tutt'altro che personale: nonostante i risvolti più intimi, esso si rivela un potente strumento conoscitivo della struttura stessa della realtà. Il romanzo è suddiviso in tre parti. Nella prima, Dorian ritorna dalla sua missione decennale per fare i conti con il presente, che è anche il suo futuro. Nelle due parti successive entra in scena il dottor Novembre, uno psicologo che potrebbe aiutarlo a trovare la chiave per interpretare i suoi sogni, anche quelli più misteriosi che si è portato con sé dalla missione, e a comprendere i fenomeni che si stanno verificando nella sua nuova vita, che sembrano strettamente connessi ai primi. C'è molto altro, ma qui mi fermo. Se vi ho incuriosito, insomma, leggetelo.
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martedì 23 gennaio 2018
martedì 28 novembre 2017
"Mondi senza tempo" di Francesco Troccoli
Sono rimasto legato alla saga di Tobruk Ramarren, inaugurata da un racconto vincitore del premio Giulio Verne 2011 e proseguita poi con tre romanzi e novelle (o romanzi brevi), che oggi potete trovare nell'edizione digitale Delos. Ho anche avuto il piacere di conoscere Francesco Troccoli per puro caso, al Lucca Comics, e l'ho intervistato a suo tempo per la compianta webzine Il Futuro è Tornato; una bella conversazione, che metteva in luce la forza e l'attualità di questo universo insonne, in cui alla povera gente è stato sottratto il sonno in nome della produttività ed è soggetta al controllo dei poteri forti, nascosti alle masse che popolano la galassia.
giovedì 26 luglio 2012
Fa caldo!
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Caldo. Caldo. CALDO! |
Ho caldo**.
La guerra con le zanzare va abbastanza bene, ma c'è sempre quella sadica che mi disturba nel sonno.
I tagliaerba mi tormentano un giorno sì e uno no.
Ascolto musica senza apprezzarla realmente.
Non sto scrivendo una riga, a parte la parentesi 2MM. E pensare che le idee, invece, non mancano!
(E me le segno sempre, non si sa mai, potrei veramente aver voglia di utilizzarle.)
Voglia, zero.
Non mi sto godendo per nulla la vacanza!
Ho in programma un viaggetto a fine agosto, prima di rimettermi seriamente a inviare CV e cercare lavoro. Il viaggio di laurea che non ho fatto? Forse.
E prima, forse, un po' di campeggio.
Ma prima, voglio condividere con voi un piccolo sogno.
martedì 20 dicembre 2011
Scrivere di un sogno
Cerco di raccontare una storia che mi suscita remore, perché contiene alcuni elementi tratti da un sogno, e quindi mescola finzione e realtà onirica (una definizione che farebbe felice Lovecraft). Non ci sono mostri o chissà cosa di sconvolgente, ma la sensazione di trovarmi allo stesso tempo come l'autore e il protagonista è nuova per me.
Si tratta di un racconto breve, qualcosa come dieci cartelle, con un tocco fantastico (poco) e un pizzico di romanticismo che non mi è semplice da inscenare, il tutto condito da un colpo di scena inatteso e... particolare. Per il momento non aggiungerò altro, non sia mai che alla fine lo scriva sul serio!
Si tratta di un racconto breve, qualcosa come dieci cartelle, con un tocco fantastico (poco) e un pizzico di romanticismo che non mi è semplice da inscenare, il tutto condito da un colpo di scena inatteso e... particolare. Per il momento non aggiungerò altro, non sia mai che alla fine lo scriva sul serio!
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