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lunedì 18 agosto 2014

NativiDigitali #11: Demolitori di astronavi e guerrieri a caccia di streghe

È passato molto tempo dall'ultimo appuntamento con la mia piccola rubrica dedicata al mondo digitale. Così, dal momento che ogni tanto qualche ebook lo leggo, eccovi un paio di consigli di fine estate.

Il demolitore di astronavi è una novella di Paul di Filippo, già conosciuto su queste pagine. Di Filippo si conferma un abile narratore, molto attento allo stile.
La storia di per sé non è straordinaria. Klom, energumeno sempliciotto, è dipendente di un'impresa planetaria che si occupa del recupero dei macchinari e dei materiali delle astronavi al termine del loro ciclo di vita. Un giorno si porta a casa un animaletto che mette a repentaglio il suo già non elevatissimo status, ma in qualche modo gli offrirà anche l'opportunità di cambiare vita. Se la trama non è indimenticabile, mi ha molto colpito l'ambientazione, come al solito molto curata. La suddivisione delle specie a seconda della complessità del loro patrimonio genetico, dalla familiare doppia elica fino alle strutture più vicine alla perfezione, è terreno fertile per l'innesto di una mitologia fatta di Deva, spiriti e artefatti miracolosi. La suddivisione della società ricorda quella della cultura tradizionale indiana, contaminata da una logica industriale, che però è in secondo piano.
Tutti questi elementi sono in secondo piano, per non rubare la scena a Klom e compagni. Prima della fine si meriteranno la simpatia del lettore, che vorrà leggere le successive avventure suggerite nel finale.
Il volume, di una cinquantina di pagine, è pubblicato nella collana digitale di Delos.

mercoledì 17 luglio 2013

Una trilogia steampunk

Forse un anno fa potevo vantarmi di non aver mai letto steampunk, il (sotto)genere fantastico ispirato alla narrativa di Verne e Conan Doyle, collocata indicativamente nell'epoca vittoriana e fino al primo conflitto mondiale. L'era del vapore, appunto. L'elemento punk dovrebbe connotare una posizione critica, dove non apertamente antagonista, nei confronti della politica e della società. Nell'immaginario collettivo, tuttavia, vi è la tendenza ad associare il genere a scenari di un passato futuristico e ucronico, in cui molte delle conquiste odierne sono realizzate con la tecnologia d'epoca. In questo senso, è stata una sorpresa scoprire che La Trilogia Steampunk di Paul Di Filippo (di cui sto per parlare) è alquanto distante da questa istintiva associazione. Poche macchine, vero, ma steampunk al 100%, almeno secondo quella che dovrebbe essere la definizione del genere.
Ma andiamo con ordine. La trilogia è composta da tre racconti lunghi (o romanzi brevi, o come volete voi) legati fra loro da fragili riferimenti. Sono tre storie indipendenti e godibili senza aver letto le altre, oppure da leggere in sequenza, senza un ordine preferenziale se non quello di pubblicazione.

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