giovedì 28 novembre 2013

Tim Powers - Il Re Pescatore

Nel 1979, il ventisettenne Tim Powers, qualche anno dopo annoverato fra gli inventori del genere steampunk, decise di buttarsi sul fantasy* e pubblicare una storia molto, molto particolare. Il titolo di questo romanzo è The Drawing of the Dark, tradotto per il popolo italico come Il Re Pescatore, e ha a che fare, a onor del vero, sia con la Scura sia con il suddetto sovrano.

La storia in breve: Brian Duffy, soldato di ventura irlandese, viene assoldato a Venezia dal un mago Aurelianus sotto mentite spoglie, per servire come buttafuori presso una birreria di Vienna.
Ci sono anche i vichinghi.
Svariati mostri.
Una spada leggendaria.
E la birra, naturalmente.
La birra è centrale, nel romanzo.

Vediamo un po' meglio il contesto storico.
Siamo nel 1529, e Vienna sta per essere visitata da un esercito nemico forte di 70000 uomini, diventando così teatro del più eclatante scontro fra l'Impero Ottomano e la cristianità. Giannizzieri contro Lanzichenecchi. I Turchi di Solimano, al massimo della potenza, muovono guerra al cuore del Sacro Romano Impero in un momento storico di grande debolezza. L'Impero di Carlo V, infatti, è già alle prese con due nemici: la Francia di Francesco I, che si oppone per tutta la sua vita all'egemonia asburgica (portando spesso lo scontro sul suolo italiano), e la crescente diffusione della Riforma di Lutero.
Siamo in uno di quei momenti in cui possiamo percepire l'onda di marea che, nel lungo conflitto tra Occidente e Oriente, ha coinvolto ora l'Europa. Solimano il "Magnifico" è un sultano che non cede certo il passo a colui che, fra gli imperatori d'occidente, giunse più vicino a unificare la cristianità sotto un'unica bandiera.

lunedì 25 novembre 2013

#StoryMOOC - La settimana dell'ispirazione

(Ovvia attribuzione alla Disney)
È piuttosto imbarazzante, perché questa volta ci metto la faccia.
Ho già parlato del corso sul futuro dello Storytelling. Sto cercando di seguirlo con la maggiore serietà possibile, il che comporta un minimo di impegno. La quarta settimana è dedicata all'ispirazione e non contiene lezioni, ma una serie di video in cui i docenti ospiti elencano una serie di libri o opere che li hanno ispirati... morale della favola, ho aggiunto una mezza dozzina di titoli alla lista dei desideri.
Il compito per casa era di creare un video o una presentazione e presentare 3 libri che ci hanno ispirato e che possano, idealmente, ispirare altre persone. Siccome ho deciso che dovevo pur svolgere qualche task, ho deciso di cimentarmi nell'impresa.
Non mi sono limitato a 3, ma mi sono tenuto nel limite dei 5 minuti.
Nulla di nuovo, intendiamoci. Di ispirazione avevo già parlato, così come di alcuni "maestri", se così si può dire. Non stupitevi se solo un nome compare due volte, perché, se ancora non si fosse capito, il più delle volte... improvviso!

Un'ultima cosa. Essenziale. Il video è in inglese.
Come dicevo, è imbarazzante.


(Lo so che ci sono degli errori! Siate comprensivi. Trattasi del mio primo video, per di più in una lingua che leggo ma non padroneggio. A breve, forse, la versione nell'italico idioma!)

giovedì 21 novembre 2013

Eventi libreschi a Milano, cinematografia e un gruppo di lettura

Oggi me la cavo con una quadruplice segnalazione, tre delle quali relative al mondo dei libri!

Questo weekend a Milano ci saranno due notevoli manifestazioni - e questa volta ci saranno davvero! La prima, a me cara, è il Salone del libro usato, anticipato al 23-24 novembre (tutte le informazioni sul sito), che rischiava di non esserci. Dato che l'organizzazione non è quella storica, non sono in grado di dire se ci saranno o meno differenze sostanziali, come quei "MareMagnum" e "... internazionale..." lasciano presagire. La seconda, e non ultima, è il Milano Book City, che vedrà la città costellata da tutta una serie di eventi di vario interesse, da giovedì 21 (domani) a domenica 24. Il programma completo è sul sito. Sarà, insomma, un fine settimana molto interessante.

La terza segnalazione è in realtà la bieca promozione di un mio intervento sul tema "Libri e film", ospitato sul blog della promotrice, Inchiostro Bianco. Ringrazio Daniela e invito a dare un'occhiata anche a ciò che hanno scritto gli altri su un tema che, molto spesso, viene liquidato con giudizi sommari, nonostante abbia una sua non trascurabile complessità.
Insomma, io ve l'ho linkato. Se vi interessa, è lì. ^^


In ultimo, ci sono cascato anch'io. In questo periodo fioccano gruppi di lettura come i coriandoli a Carnevale, tanto che mi ci sono trovato dentro. Merito della promotrice, Maria di Start from Scratch*, e colpa mia. Il libro scelto è Follie di Brooklyn di Paul Auster.
Dal basso della mia ignoranza, ammetto di non averlo mai sentito nominare prima d'ora.
Sembra un'interessante variazione.
Insomma, sarà divertente.

________
*
Ma io tutti questi blog li ho inseriti nel blogroll? Non lo aggiorno da eoni.

lunedì 18 novembre 2013

Il futuro dello storytelling

Mi sono buttato nel vortice dello storytelling.
Ecco, l'ho detto.
Cos'è lo storytelling? Come suggerisce il nome, ha a che fare con le storie e con il raccontare. La materia è vasta e interdisciplinare, e non credo di essere il più indicato a parlarne. Quindi, potreste chiedervi, cosa ha a che fare tutto questo discorso con il blog, e perché non pubblichi quei due post che avevi annunciato un mese fa?
Alla seconda domanda posso rispondere con un tranquillizzante: "lo farò". Prima o poi, si intende. Purtroppo non faccio a tempo a scrivere i post con largo anticipo e devo fare i conti con due terribili avversari: i buoni spunti, che vengono quando meno se ne ha bisogno, e il tempo, che frana da sotto i piedi quando più se ne ha bisogno.
Alla prima, rispondo con un video promozionale:


In questi giorni ho deciso di iscrivermi a questo MOOC (Massive Online Open Course) sul futuro dello storytelling. 
Il corso è introduttivo, naturalmente. Il livello delle lezioni non è di ostacolo a chi, come me, conosce giusto un po' la narrativa ma negli ultimi anni ha studiato altro, e allo stesso tempo può fornire ottimi spunti anche a chi lavora come sceneggiatore. La community che si è creata intorno al corso - parliamo di 70000 iscritti, provenienti da tutto il mondo - interagisce in appositi spazi di discussione, relativamente agli argomenti trattati e ad alcune attività creative assegnate per compito. Il corso in sé è costituito da video-lezioni piuttosto brevi, e un numero variabile di approfondimenti (link esterni) e materiale aggiuntivo. Ma anche dalle testimonianze e dalle riflessioni degli altri studenti si può imparare molto.
Il corso è organizzato dall'Università delle Scienze Applicate di Potsdam e ospitato da Iversity, una piattaforma di e-learning che ospita anche altri corsi ed è finanziata dall'Unione Europea.

Perché dunque partecipo a questo MOOC?
Perché è un corso aperto, non semplicemente gratuito. Ed è un buon punto di partenza, ricco di spunti e con un forte focus sullo stato dell'arte e sulle prospettive future.
Ci sono interventi di professori e professionisti dei settori trattati (narrativa, cinema, TV, web).
C'è tanto da imparare dagli altri studenti.
Ma soprattutto, direi il futuro.

Se siete arrivati fino in fondo, e siete interessati, potete iscrivervi anche voi*! Anche se siamo già alla quarta settimana (di 8, io ho iniziato tardi), c'è sempre tempo per registrarsi e dare un'occhiata.
Unica avvertenza, il corso è in inglese e solo le prime lezioni sono sottotitolate.

Edit h.10

Da oggi è aperto il canale youtube del corso! Questo significa che, anche se allo scadere delle 8 settimane non sarà più possibile accedere al corso su Iversity, le lezioni saranno comunque disponibili per future visioni. Credo ci sia solo il quarto capitolo, gli altri saranno caricati a breve.

Edit h.12 circa

No, è solo la seconda parte della stessa mail che ha scatenato il primo edit. Tutti i video sono rilasciati con licenza CC-BY-NC-ND, quindi potete farne ciò che vi pare (quasi) e redistribuirli a piacere.
Ottima mossa.

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*
Qualcuno per caso è già iscritto?

venerdì 15 novembre 2013

Ancora su copyright e immagini sul blog

Immagine di Faulkner16, spero abbiate colto.

Alcuni commenti a un precedente post mi suggeriscono di approfondire meglio l'argomento immagini e blog, ovvero il problema che più facilmente si presenterà a un blogger. Parto dal presupposto che non siate voi gli autori delle immagini e che queste non siano realizzate su commissione, come ad esempio la copertina dell'ebook che potete scaricare gratuitamente i alto a destra (sì, era un messaggio promozionale).

In tutti gli altri casi, il più delle volte cercherete immagini su internet. Andate su un qualsiasi motore di ricerca, e inserite la stringa di ricerca. A questo punto avrete una serie di risultati, che riassumo in 3 categorie:
  1. immagini di dominio pubblico;
  2. immagini sotto copyright;
  3. immagini sotto copyright rilasciate con licenza CC o simili.
Il motore di ricerca, il più delle volte, non permette di distinguere fra questi tipi.
Ci torneremo più sotto.

martedì 12 novembre 2013

King Arthur, ovvero la stratificazione del mito

L'altro giorno, con un amico, discorrevamo del ciclo arturiano e della ricerca del Graal. Se si studia la successione in cui, secondo il canone, i cavalieri di Artù si avvicinano alla sacra reliquia, si può infatti ricostruire la storia di questa leggenda: un nucleo celtico (Galvano), i successivi innesti sassone (Parsifal) e normanno (Lancillotto), la conclusione cristiana (Galad). Il Graal stesso, poi, passa da essere un calderone con poteri miracolosi alla coppa che raccolse il sangue di Cristo, fino a diventare, giocando sull'etimologia del nome, il suo stesso sangue. Ma, sangue o non sangue, il punto è questo: l'origine del mito, e come la storia interagisce con esso.

Ginevra in versione guerriera celtica.
Qualche sera fa ho rivisto King Arthur (2004) di Antoine Fuqua. Il film è un interessante tentativo di ricostruire l'origine del mito, secondo la teoria che vuole Re Artù un condottiero realmente vissuto nel periodo a cavallo tra l'abbandono dell'isola britannica da parte dell'Impero Romano e le invasioni germaniche (principalmente Angli e Sassoni). Siamo nel V secolo dell'era volgare, all'inizio del Medioevo come lo insegnano a scuola.

In questa versione cinematografica, Artù è un mezzosangue romano-bretone a capo di una unità di combattimento di élite composta da cavalieri Sarmati. I Sarmati erano un popolo iranico stanziati in una regione molto ampia a nord del Caucaso e del Mar Nero. Suddivisi in tribù, alcuni di essi ottennero di potersi stanziare nei territori di Roma a patto di servire sotto i vessilli imperiali; i Sarmati disponevano infatti della migliore cavalleria dell'antichità: arcieri a cavallo e cavalieri corazzati (catafratti). Chi ha giocato ad Age of Empires sa a cosa mi riferisco. Il loro impiego in Britannia, già dai tempi di Marco Aurelio (II secolo) è storicamente accertato, e fornisce agli sceneggiatori il pretesto per giustificare la nascita dei Cavalieri di Artù. Nel film i superstiti sono solo sei: Lancillotto, Tristano, Galvano, Galad, Bors e Dragonet.

venerdì 8 novembre 2013

NativiDigitali: Simone Aliprandi - Capire il copyright

Dal momento che l'argomento sembra riscuotere un certo interesse, è tempo di una veloce segnalazione per chi volesse approfondire, da neofita, l'argomento "diritto d'autore".
Capire il copyright, del resto, è un titolo che ammazza i preamboli.

Capire il copyright è un libro di 128 155 pagine, disponibile sia in ebook sia in edizione cartacea. La versione digitale esiste in due formati: il pdf, che potete scaricare gratuitamente dal sito dell'autore, e l'ebook in formato epub, che si può acquistare seguendo i link all'interno della stessa pagina ed è attualmente in offerta all'esorbitante prezzo di 49 centesimi.
L'ebook è distribuito con licenza CC-BY-SA.

Perché lo consiglio? Il libro introduce in modo semplice la legislazione vigente in materia di copyright, in Italia ma con uno sguardo agli altri paesi: quali sono i suoi fondamenti, quali sono i diritti dell'autore di un'opera e come essi vengono tutelati. Non solo, il libro spiega il funzionamento delle società di colletta (SIAE), l'uso legittimo, e affronta l'argomento quantomai attuale della riforma della legislazione. Come ho scritto nello scorso post, licenze come le Creative Commons sono una pezza, non la soluzione. Il libro, insomma, è attualizzato a tutte quelle criticità che il digitale ha introdotto nel modo in cui le informazioni circolano: peer-to-peer, sistemi di limitazione dei diritti (DRM), etc.
Pur essendo un libro del 2007 L'edizione in commercio, riveduta nel 2012, è aggiornato quanto basta per chi volesse meglio e fornisce gli strumenti per capire come funziona il copyright, cos'è il copyleft e quali sono le prospettive future di entrambi i modelli.

Simone Aliprandi, è avvocato e dottore di ricerca in Società dell'Informazione, e da anni è impegnato sul fronte del diritto d'autore nell'era digitale e del software libero. Ha un sito personale e un blog. È inoltre fondatore e responsabile del progetto Copyleft-Italia, il primo sito italiano di approfondimento monografico sul tema dei nuovi modelli di gestione del diritto d'autore.

mercoledì 6 novembre 2013

Di mele avvelenate, gamberi e diritto d'autore


Oggi parliamo di copyright, un argomento a me caro. Chi naviga da un po' in rete avrà notato che molti blog e siti web recano, di lato o sul fondo della pagina, una nota legale in cui specificano la licenza con cui il lettore può usufruire dei contenuti. Le licenze sono perlopiù del tipo Creative Commons, redatte dall'omonima organizzazione non-profit che si è preoccupata, negli anni 2000, di mettere una pezza dove la corrente legislazione sul diritto d'autore non è adeguata alle nuove esigenze dell'open access e della libera diffusione delle informazioni. Le licenze CC si pongono come via di mezzo tra il copyright ("All rights reserved", tutti i diritti riservati) e il pubblico dominio, che riguarda, per esempio, opere letterarie pubblicate fino agli anni '20. Il significato di una licenza CC è che l'autore dell'opera si riserva di porre alcune limitazioni, lasciando liberi gli altri, rispettandole, di farne ciò che vogliono; non è pertanto antitetica al diritto d'autore, ma di un diverso e più consapevole modo di esercitare lo stesso. Questo approccio è anche chiamato copyleft, ovvero: "Some rights reserved", alcuni diritti riservati.

Cosa intendo, con esercizio consapevole dei propri diritti? È presto detto. Il mio blog è licenziato con tre clausole: BY-NC-SA. L'ebook 3Narratori, invece, ha una licenza leggermente diversa: BY-NC-ND. Cosa significano queste clausole?

  • BY: Attribuzione, ovvero chi intenda redistribuire i testi presenti sul blog è tenuto a citarne la paternità (mia, in questo caso). È la clausola più importante, presente in tutte le licenze Creative Commons.
  • NC: Non Commerciale, ovvero non è possibile redistribuire questi contenuti a fini commerciali a meno, naturalmente, di non ottenere la mia autorizzazione. Questa clausola non mi impedisce, naturalmente, di metterli in vendita e diventare ricco.
  • SA: Condividi allo stesso modo (Share Alike), ovvero chi voglia redistribuire l'opera è tenuto a utilizzare la stessa licenza, includendo in essa tutte e sole le clausole scelte dal sottoscritto.
  • ND: Non opere Derivate, ovvero non è possibile in alcun modo modificare, tagliare e ricomporre parti di quest'opera. In altre parole, non può essere cambiata.

lunedì 4 novembre 2013

Di ritorno dal Lucca Comics (& Games) 2013!

Questa edizione del LCeG è stata estremamente proficua. Per gli organizzatori. Ci ho lasciato parecchi denari, per alcuni acquisti che avevo previsto e altri che, purtroppo, che entrano a pieno titolo nella categoria "imprevisti". La possibilità di interloquire direttamente con gli editori (dove presenti) è uno degli aspetti che apprezzo di più in questo genere di fiere, perché traspare la loro passione e posso così scoprire alcuni interessantissimi e gustosi dettagli sui libri esposti. Di contro, a fronte dei volumetti acquistati ho totalizzato uno sconto ridicolmente basso. In parte la colpa è mia, per esempio dimenticandomi il buono sconto Tunuè nella memoria dello smartphone, ma l'impressione è che gli editori cerchino di raggranellare il più possibile perché in debito di ossigeno.

Prima di passare agli acquisti, una breve considerazione sull'organizzazione, che ho trovato leggermente migliore. Ogni anno ci sono dei piccoli aggiustamenti. Quest'anno, per esempio, gli editori sono stati distribuiti in modo da separare alcuni dei più calamitanti dal resto, rendendo la circolazione nei padiglioni centrali più agevole. Per quanto riguarda il padiglione games, è la solita bolgia. Quest'anno c'è stata l'ottima idea di scorporare tutto ciò che era fandom, i vari fan club di stampo principalmente fantascientifico, spostandoli dalle parti della Citadel (l'area ad accesso libero, dove si trovano gadget e ichincaglierie). Ho fatto poco caso ai cosplay, ma il livello mi sembra costante. Decisamente perdente l'idea di spostare il padiglione Japan dal lato opposto della città, dove una fila illimitata mi ha trattenuto dall'entrare un paio di volte. Visto che ho dovuto affrontare file per fare i biglietti, entrare al Games, raggiungere i binari 5 e 6 della stazione, celati ai non autoctoni, e il giorno prima per entrare agli Uffizi (beh, ero di passaggio...), mi è sembrato giusto il caso di voltare i tacchi.
Se qualcuno ci è stato, non mi dica che era qualcosa di imperdibile, perché non lo è mai stato.
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