tag:blogger.com,1999:blog-89007481327445866262024-03-19T04:27:01.302+01:00Argonauta XenoIn balia dei venti dell'immaginazione, in cerca di approdo.Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.comBlogger355125tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-67557457272340429782020-08-17T10:51:00.002+02:002020-08-17T10:51:15.988+02:00Letture divoratrici<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLxR0qIbprIYNYF6vwtNZINQnqo2iBIYNxLJfBKZxMZKi83gznKKZPAjMvXnkVEfTUVzDNFncjO0zptUGITKKHSup-A4Y50ckSm_15AogDv0RotvNuRMfnnb8q6gl_MlXN35I34YcDrpf0/s626/9788898585885_0_0_626_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="441" height="257" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLxR0qIbprIYNYF6vwtNZINQnqo2iBIYNxLJfBKZxMZKi83gznKKZPAjMvXnkVEfTUVzDNFncjO0zptUGITKKHSup-A4Y50ckSm_15AogDv0RotvNuRMfnnb8q6gl_MlXN35I34YcDrpf0/w181-h257/9788898585885_0_0_626_75.jpg" width="181" /></a></div><p>Di recente ho letto <i>Catena Alimentare</i> di Stefano Tevini, editore Lambda House.</p><p>Quando l'ho iniziato, mi ero fatto tutt'altra idea su dove l'autore sarebbe andato a parare. Mi sono quindi trovato spiazzato due volte: la prima perché ne avevo letto una presentazione e non mi aspettavo che si partisse solidali con un protagonista negativo, un antieroe, al culmine della sua ascesa sociale, la seconda perché non mi aspettavo che la storia tornasse invece subito alle origini in cui Gootchi è un signor nessuno, una nullità senza grinta in un mondo in cui sembra destinato a essere schiacciato. Da qui, grazie all'aiuto di un personal coach, assistiamo alla sua crescita e all'emergere del predatore sopito dentro di lui, fino all'epilogo che lascia una terza volta spiazzati - ma questa volta un po' me l'aspettavo - e si ricollega all'inizio. Lo scenario è quello di un mondo andato oltre, senza più stati (falliti) né leggi, ma governati, se si può dire, da chi ha e da chi può, dove il peso contrattuale dell'individuo, in qualsiasi contesto, è determinato dalle risorse di cui dispone. In qualche modo questo mondo va avanti e personaggi senza scrupoli sono ai vertici della società, dove denaro, spregiudicatezza e reputazione sono le tre monete che garantiscono il successo, almeno fino al prossimo colpo di scena. Manco a dirlo, Gootchi risale questa sanguinosa catena alimentare in una sorta di parabola negativa, raccontandoci senza filtri le nefandezze di un mondo senza più leggi né morale. <br />La scrittura di Tevini è veloce e scorrevole, non edulcora nulla e arriva dritta al punto. E fa male. Ma è giusto che lo faccia, altrimenti la distopia sarebbe un genere senza senso e non porrebbe nessun dubbio sui prodromi riconoscibili intorno a noi di un futuro che sarebbe altrimenti troppo estremo e lontano da averne il timore.</p><p>Di Tevini avevo già letto anche <i>Testamento di una maschera </i>e <i>Storia di cento occhi</i>, ma commentato qui solo il primo (lo trovate seguendo i tag, insieme a un'intervista all'autore).<br /><span></span></p><a name='more'></a><p></p><p>Un altra vecchia conoscenza dell'Argonauta è Alessandro Forlani, che manco a volerlo ho conosciuto grazie ai suoi terribili negromanti che per la propria sopravvivenza soggiogavano il Paese e ne esaurivano le risorse migliori. Recentemente ho letto una sua breve raccolta, <i>Provincia senza nome</i> in cui, manco a volerlo, ritroviamo le speranze divorate e scenari distopici.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6tsAIphgeU6XQPkUEJVzEK9gtCxnLHoPGzNPG91Rn6f-bfK8TDmAlP01GrPAvwh9w3hYxgo7U5pH73sCO0rzGenLGAag0xtK3kNEG7qReCRKBNQxxSLfaPHayLqVE0lJDx-ytG7zvK7xo/s500/51N6gqXci1L.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="333" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6tsAIphgeU6XQPkUEJVzEK9gtCxnLHoPGzNPG91Rn6f-bfK8TDmAlP01GrPAvwh9w3hYxgo7U5pH73sCO0rzGenLGAag0xtK3kNEG7qReCRKBNQxxSLfaPHayLqVE0lJDx-ytG7zvK7xo/w213-h320/51N6gqXci1L.jpg" width="213" /></a></div>I tre racconti inclusi sono di ispirazione lovecraftiana, da parte di uno scrittore che nel breve formato ha spesso dato il meglio (parere mio) e in questa occasione si è lanciato con l'autoproduzione.<br />Nel primo, forse il più classico dei tre, Forlani ci racconta un orrore di provincia, ma non per questo meno agghiacciante. Strani colori, distanze impossibili, e qualcosa che <i>deve pur mangiare.</i>.. queste sono le cose che il protagonista deve affrontare, ritornando al quartiere d'origine per discutere dell'eredità del padre defunto. Qui dovrà rivivere un trauma del passato, ma non necessariamente per superarlo.<br />Nel secondo, una giovane donna combatte affinché le statistiche diffuse incessantemente dall'ente IstatNE, in un mondo in cui i numeri sembrano governare la vita nel Paese, riconoscano un tragico errore di cui è stata testimone. Per me è stato il racconto più inquietante, perché qui riecheggia un certo uso dei numeri per rinforzare alcune realtà a discapito di altre, o deformarle del tutto per far prevalere un'idea, una visione, che non ho alcuna difficoltà a riconoscere nel mio quotidiano.<br />Il terzo è il più vicino all'orrore cosmico di Lovecraft ed è ambientato sul finire degli anni '70. Forlani ci racconta le vicissitudini di un gruppo di giovani speranzosi, che con i loro telescopi non aspettano altro che gli UFO atterrino e salvino l'umanità. La cornice è la costa del Conero, nella regione dell'autore, qui martoriata e perforata dai neri raggi che provengono dagli spazi freddi e alieni a cui il maestro di Providence ci ha abituato.<br />Se vi attira, lo trovate solo su Amazon.<p></p><p>Di Forlani avevo parlato anche altrove, trovate anche un'intervista e soprattutto un racconto all'interno del primo volume di <a href="https://argonautaxeno.blogspot.com/2013/09/3narratori-racconti-scelti.html">3Narratori</a>, la raccolta da me curata nel 2013 (<span style="font-size: x-small;">di cui dovrei rivedere l'accessibilità</span>).</p><p>E con questo è tutto. Avevo la mezza idea di aggiungere anche un classico, sul tema, di quelli su cui sono già state spese migliaia di parole, ma il tempo è quello che è, anche in questa strana estate, e adesso scappo a leggiucchiare qualcosa.</p><p>Buone letture e a presto!</p><p><br /></p>Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-26578772296113827252020-03-29T12:00:00.000+02:002020-03-29T12:00:03.356+02:00Morti colorate, la quarantena e uno speciale d'eccezioneIn questi giorni di <b>quarantena</b>, costretti nelle nostre case con la speranza che lo sforzo collettivo aiuti a ritardare la diffusione di <b>COVID-19</b>, sembra di vivere in pieno l'antica maledizione cinese: "Che tu possa vivere tempi interessanti!". I tempi <i>interessanti</i> sono quelli che solitamente portano con sé turbolenze, guerre e in generale periodi di irrequietezze. In queste settimane c'è una calma estraniante nelle nostre strade, per cui non è proprio come andare in guerra... ci si farebbe la firma, per una guerra con così pochi morti, Netflix e consegne a casa di tutto il superfluo di cui abbiamo bisogno... ma l'impressione che ci <i>sia</i>, una guerra, è data dalla dimensione del "tutti contro il mostro", per quanto questo sia piccolo e invisibile, e dell'accerchiamento, perché il nemico è intorno a noi.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEeUDxhPYPE5UHBi6O3ZadrJNFrwW1lgK3OJ_YQcBKeuV0JATveMMG0tRB2u_6_FUgpUUjMPyD6QpCz12RK_MeV5L3PXYF87UQMh6loGHkn1coOl93vPrT-Tyy1zcFUtnToNCblPAPA5dz/s1600/merlino_virus.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="312" data-original-width="710" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEeUDxhPYPE5UHBi6O3ZadrJNFrwW1lgK3OJ_YQcBKeuV0JATveMMG0tRB2u_6_FUgpUUjMPyD6QpCz12RK_MeV5L3PXYF87UQMh6loGHkn1coOl93vPrT-Tyy1zcFUtnToNCblPAPA5dz/s400/merlino_virus.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Maga Magò perde nettamente il duello di magia</td></tr>
</tbody></table>
Non sono pochi tra i miei conoscenti che hanno paragonato questa situazione alla <b>guerra</b>, alla trincea. Si tratta di sensazioni, di emozioni che la situazione ci suscita. Non è facile vivere rinchiusi, anche quando per indole personale... pigrizia... non usciremmo se non per necessità. In alcune case, inoltre, ci sono sicuramente situazioni difficili a causa delle complicate dinamiche personali o anche solo per via della metratura. C'è anche chi è fortunato, e può spezzare la giornata dedicandosi al lavoro o alla scuola, grazie a s<i>mart working</i> e lezioni online.<br />
Non so se per gli uni o per gli altri, ho deciso di raccogliere alcuni sfiziosi <b>suggerimenti di lettura</b>, non molto ottimisti, ma che ritengo di qualità e in grado di farvi evadere per qualche ora dalle vostre dimore.<br />
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<a name='more'></a>Nella storia europea c'è stata la Peste Nera.<br />
Ma in quanto a <b>epidemie colorate</b>, nella letteratura, come non ricordare <i>La Maschera della Morte Rossa</i> (<i>The Masque of the Red Death</i>, 1842) di <b>Edgar Allan Poe</b>? Si tratta di un racconto dell'orrore in cui vediamo il principe Prospero tenere una <b>grande festa</b> al suo palazzo, in cui si rinchiude insieme agli amici e ai cortigiani al fine di proteggersi e di allietare gli animi fino al superamento della prova a cui è sottoposto il suo popolo. Nel palazzo sono allestite sette sale, di colori diversi, e se ricordo bene divertimenti o temi differenti. A un certo punto, però, al rintocco di un grande orologio compare una <b>figura misteriosa, mascherata e ammantata di rosso</b>. Anch'essa percorrerà le sale colorate, come a contestare al principe il dominio sui vivi che affollano la sua dimora...<br />
<i>La Maschera della Morte Rossa</i> è un racconto di una rara potenza, per cui leggetelo. Da esso sono stati tratti almeno due film, riduzioni teatrali, graphic novel. Tre versioni del racconto sono infatti l'argomento di una delle puntate più frizzanti di <b>Un libro in due</b> (<a href="https://tamerici-romina.blogspot.com/2016/02/la-maschera-della-morte-rossa-di-poe-un-libro-in-due-7.html" target="_blank">qui</a> il post di Romina e <a href="https://argonautaxeno.blogspot.com/2016/02/un-libro-in-due-7-edgar-allan-poe-morte-rossa.html" target="_blank">qui</a> il mio).<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTINHZdrL-KhTNovfNWIv3OWE7DB6V2LN2cy7JWRIZjolwW5GX7NKioONbv2kdJl845CFTWAe-zeEwErujRXcJwA4oq_EgRBsH8qlHLMUZuYaH1EXZqd6qtkSkjvX_WUEwNnzrYnRMdD_Y/s1600/CAS_isola_torturatori.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="462" data-original-width="318" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTINHZdrL-KhTNovfNWIv3OWE7DB6V2LN2cy7JWRIZjolwW5GX7NKioONbv2kdJl845CFTWAe-zeEwErujRXcJwA4oq_EgRBsH8qlHLMUZuYaH1EXZqd6qtkSkjvX_WUEwNnzrYnRMdD_Y/s320/CAS_isola_torturatori.jpg" width="220" /></a></div>
Il secondo racconto è forse meno famoso, e probabilmente meno attinente al tema universale della pestilenza, ma mi permette di introdurre un autore molto immaginifico, e per certi versi aristocratico, che mi ha concesso parecchie ore di ottima letteratura nella riedizione massiccia di Mondadori regalatomi dal caro amico TOM: <b>Clark Ashton Smith</b>.<br />
Il racconto in questione è <i>L'Isola dei Torturatori </i>(<i>The Isle of the Torturers</i>, 1933) e qui la Morte è d'Argento, scende sul non meno immaginario regno di Yoros e miete vittime fino a preservare il solo Fulbra, sovrano di una terra senza più un popolo. Questi non è che sia particolarmente resistente ma ha la fortuna di avere dalla sua un sistema sanitario che consiste nel produrre un unico amuleto con poteri magici che lo preserva. Ma il povero Fulbra, come la Maga Magò, il morbo ormai l'ha contratto e l'<b>amuleto </b>può solo <b>annullare gli effetti</b> ma non debellare il virus (o batterio) che lo ucciderà in un istante non appena se lo toglierà. L'ex sovrano parte quindi per cercare rifugio in un isola alleata, ma finisce per sua estrema sfortuna a Uccastrong, dove c'è un popolo di <b>torturatori</b>... be', quello fanno. Non casca quindi bene, come a ricordarci che dalla padella si può sempre saltare a piè pari nella brace, e così il protagonista viene sottoposto a terribili torture fisiche e psicologiche, fino al momento in cui troverà l'occasione della rivalsa... o del definitivo tracollo.<br />
Se poi vi è piaciuto, consiglio di leggere anche qualche altro racconto. Io Smith lo conoscevo solo di fama, ma dopo Lovecraft e Howard posso ora affermare che è sicuramente uno degli <i>essenziali</i> di cui aver letto qualcosa, di quel periodo, magari in una traduzione recente.<br />
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La terza morte con cui voglio rallegrarvi non è breve tanto meno una pestilenza vera e propria, ma ci sono dei momenti all'inizio, in cui ricorda molto la <b>quarantena</b> a cui siamo tenuti. Si tratta di un fumetto che ha fatto la storia - sia quella editoriale sia quella vera, per le vicende tragiche che hanno riguardato lo sceneggiatore: <i>L'Eternauta</i> (<i>El Eternauta</i>, 1957-1959) sceneggiato da Héctor Oesterheld e disegnato da Francisco Solano Lopez.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihRONJoRAL4yFfFgJlxdXs1AWyfRud-LS7Pffu_diJwwWopkJZXhrz8WodwCTTlSWwTQjYtL7P-9gYHSPw08Naj_XfseLWIv5vH3jJYy0HdJEWx7BXn1Z3hwI5Z1_McsZ2wXtPp6QLVZSd/s1600/eternauta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="457" data-original-width="670" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihRONJoRAL4yFfFgJlxdXs1AWyfRud-LS7Pffu_diJwwWopkJZXhrz8WodwCTTlSWwTQjYtL7P-9gYHSPw08Naj_XfseLWIv5vH3jJYy0HdJEWx7BXn1Z3hwI5Z1_McsZ2wXtPp6QLVZSd/s320/eternauta.jpg" width="320" /></a></div>
<i>L'Eternauta</i> è un'opera monumentale. Davvero. Tantissime pagine, in origine pubblicate a puntate come strisce, riunite in un unicum che ha del maestoso per quanto riesce ancora a perforare lo stupore e a coinvolgere il lettore in un gioco di sguardi che non ho mai visto altrove. La vicenda segue un gruppo di persone, trovatesi a giocare a carte per una serata tranquilla tra amici, la cui vita cambierà non appena inizierà a cadere una <b>neve</b> che ora non ricordo se gialla o arancione, o solo luminescente, ma che comunque si rivela <b>letale al tocco</b>. La popolazione di Buenos Aires non può quindi più uscire di casa se non completamente bardata e munita di respiratori. La prima parte della storia racconta come gli amici riescono a sopravvivere e ad attrezzarsi per affrontare l'esterno e recuperare le risorse per la propria sufficienza... come ogni racconto di genere s<i>urvival</i>, sarà ciascuno per sé e la propria tribù contro il mondo. Questa prima parte ha un <b>tono vivido e realistico</b>, tanto che a riguardare <i>The Walking Dead</i> o simili... No, non ci sono più riuscito con lo stesso grado di coinvolgimento. Ci sono altri sviluppi, poiché in fondo è la storia di un'invasione aliena, e allude alle drammatiche vicende del popolo argentino, ma è questa prima parte quella che mi ha colpito maggiormente: uomini vestiti da sub, con maschera e fucile, passeggiare per le strade innevate alla ricerca di viveri.<br />
Il fumetto non è affatto breve, ribadisco. Se poi vi appassiona, ci sono anche dei seguiti e rischia di rubarvi parecchie ore di lettura, ma ne vale la pena.<br />
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Questo era il bonus.<br />
Tre consigli di lettura per distrarvi un po', se possibile, dal logorio di questi tempi grami.<br />
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Un caro saluto a tutti voi,<br />
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Il vostro Argonauta.Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-85390021210800868332018-01-23T12:00:00.000+01:002018-01-23T12:00:19.001+01:00I sentieri del sognoMi è capitato spesso di leggere racconti o romanzi con una <b>forte presenza onirica</b>, che a volte caratterizzava così fortemente l'ambiente in cui si muovevano i personaggi da renderli indistinguibili da esso. Storie sognate, sognanti o anche solo ispirate ai sogni dei propri autori non sono poi così rare o innovative, anche al di fuori dell'alveo del fantastico. Persino io ci ho provato. Il fatto curioso è che nel giro di pochi mesi ne ho pescate, dalla mia proverbiale coda di lettura, almeno un paio di quelle buone. Ho deciso pertanto di farne un post, come ai vecchi tempi, anche solo per tenermi in esercizio.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6yJb7I58CHuRVKr9oZtJ5llh1K1qJ_HxgElMiDFQ9txndaKxgogtCfKfKxHq757upAmvHmvy4ChE1udgjLwolTi0uA8Bcpy-ej0nQQ744wGvkKVOwez8W2NLCBvcwqjiKxSVWRcTr45qm/s1600/Dimenticami-Trovami-Sognami.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="663" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6yJb7I58CHuRVKr9oZtJ5llh1K1qJ_HxgElMiDFQ9txndaKxgogtCfKfKxHq757upAmvHmvy4ChE1udgjLwolTi0uA8Bcpy-ej0nQQ744wGvkKVOwez8W2NLCBvcwqjiKxSVWRcTr45qm/s320/Dimenticami-Trovami-Sognami.jpg" width="233" /></a></div>
Tutto iniziò nel 2015, Con l'uscita di <i>Dimenticami trovami sognami</i>, o anche amichevolmente <i>DTS</i>, di Andrea Viscusi per i tipi di Zona42. Ve lo consiglio, perché mi è piaciuto molto e credo che abbia una buona probabilità di <b>piacere anche a chi non legge abitualmente fantascienza</b> o addirittura la detesta. Al di là di questo, c'è una bella idea dietro, che lascio al lettore il piacere di scoprire (oppure potete sbirciare nella <a href="https://tamerici-romina.blogspot.it/2017/11/dimenticami-trovami-sognami-di-andrea-viscusi.html" target="_blank">recensione di Romina</a>). Quello che mi interessa, qui, è che Viscusi utilizza il linguaggio delle emozioni, piuttosto che le esplosioni e le folgori tipiche della fantascienza <i>facile</i> del grande schermo, per cui proprio i personaggi, i loro desideri e le loro ombre, sono al centro di questo ottimo esempio di narrativa di speculazione.<br />
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Questi personaggi sognano, ovviamente. All'inizio il protagonista, Dorian Berti, è reduce da una missione come <b>onironauta</b> per l'ESA. Successivamente il discorso si amplia, poiché via via che la narrazione procede il sogno acquisisce un ruolo sempre più rilevante, e tutt'altro che personale: nonostante i risvolti più intimi, esso si rivela un potente strumento conoscitivo della struttura stessa della realtà. Il romanzo è suddiviso in tre parti. Nella prima, Dorian ritorna dalla sua missione decennale per fare i conti con il presente, che è anche il suo futuro. Nelle due parti successive entra in scena il dottor Novembre, uno psicologo che potrebbe aiutarlo a trovare la chiave per interpretare i suoi sogni, anche quelli più misteriosi che si è portato con sé dalla missione, e a comprendere i fenomeni che si stanno verificando nella sua nuova vita, che sembrano strettamente connessi ai primi. C'è molto altro, ma qui mi fermo. Se vi ho incuriosito, insomma, leggetelo.<br />
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Se <i>DTS</i> mi ha offerto un buon esempio iniziale di mondo onirico che interagisce con la realtà come la conosciamo, mostrando che il confine, contrariamente alla teoria, è straordinariamente labile, mi sono poi ricordato di Randolph Carter, protagonista di alcune novelle di Lovecraft, tra le mie preferite. In queste storie, l'onironauta spesso si poneva un questito: chi può sostenere che le esperienze vissute nel sonno non siano reali, se per chi sogna sono <b>indistinguibili da quelle vissute durante il giorno</b>? Forse la domanda (retorica) presuppone che il sogno sia lucido, ovvero che il soggetto sia consapevole di sognare e sia libero di agire al suo interno, ma in fondo non è nemmeno così necessario. Non vi è mai capitato di fare un incubo che vi turbi al punto di condizionare la vostra giornata? E di ricevere nel sonno una premonizione di qualche tipo, sul vostro futuro o sui numeri del lotto? Sono solo due esempi di come la sfera onirica condizioni la nostra realtà. Se il primo può essere spiegato come "sfogo" del nostro inconscio, che non ha che l'imbarazzo della scelta nel pescare all'interno del nostro bagaglio di paure, ansie e cattiverie subite, il secondo presuppone quantomeno un piccolo varco tra i due mondi e la possibilità che il sogno non appartenga solo a noi stessi. E questa possibilità, ovvero che i luoghi visitati nel sonno esistano davvero e non siano di nostra esclusiva invenzione e, peggio ancora, che qualcun altro possa camminarvi insieme a noi… be', tutto questo è uno stupendo <i>what if</i> e non c'è da stupirsi che abbia ispirato una grande fetta di narrativa, non solo fantastica.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHxidJQtYFplfk19iUtEOObWYn1bEfu80JeSGXOFr7wEUm09uQ99vAzhlGUM5ETfMshSTWLErV4E6txjiJPlrpwDJypoZY4UNatWCXANM1B6yQqgjqyF9nw0EevcyxKIOFTd0VZB_qHxva/s1600/the_statement_of_randolph_carter_by_cheesecake_weasel.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="1024" height="253" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHxidJQtYFplfk19iUtEOObWYn1bEfu80JeSGXOFr7wEUm09uQ99vAzhlGUM5ETfMshSTWLErV4E6txjiJPlrpwDJypoZY4UNatWCXANM1B6yQqgjqyF9nw0EevcyxKIOFTd0VZB_qHxva/s400/the_statement_of_randolph_carter_by_cheesecake_weasel.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La dichiarazione di Randolph Carter di <a href="https://cheesecake-weasel.deviantart.com/" target="_blank">Nicole Alman</a></td></tr>
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E qui inserisco il secondo libro a cui accennavo, <i>Malapunta</i> a cura di Danilo Arona. L'acquistai nel lontano 2011, mi sembra, in occasione della chiusura della compianta Edizioni XIII, e iniziai a leggerlo su suggerimento indiretto di Viscusi, che lo citava nei ringraziamenti di <i>DTS</i>.<br />
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La storia in breve? Un uomo sulla quarantina, piuttosto agiato, è alla ricerca di un finale tragico a seguito della morte della moglie, di cui è responsabile. Decide dunque di sprofondare in una spirale di alcolismo su un'isola sperduta a poche miglia dalla Corsica, sei anime in croce e poco altro. Lì sull'isola, che si chiama Malapunta, può capitare che i sogni bussino alla tua porta. Non voglio però dilungarmi troppo sulla trama, perché anche questo è un romanzo in più parti, ciascuna delle quali dischiude una nuova prospettiva sulla precedente. Gli elementi fondamentali sono il sogno, il legame con alcuni luoghi ancestrali, la cultura druidica e in particolare il mito delle <i>bandree</i>. C'è anche molta crudezza, tra crimini efferati e violenze varie e realmente avvenute, che personalmente mi hanno fatto rabbrividire più dell'ombra cupa del dio Thorm o della temibile <i>bandree</i>. Anche qui ho ritrovato, come in <i>DTS</i>, un mondo dei sogni più che tangibile, un sogno in grado di <b>plasmare e materializzare persone e cose</b> esplorabili grazie ai nostri sensi. Questa funzione creatrice del sogno non ci riporta forse alla domanda che si poneva Carter?<br />
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Se in <i>DTS</i> e <i>Malapunta</i>, e anche in Lovecraft a questo punto, ci sono personaggi che si sognano a vicenda, si incontrano nei sogni e in alcuni casi sono stati creati nel mondo onirico e materializzati nel nostro*, non posso non ricordare il meraviglioso racconto di Borges <i>Le rovine circolari</i>. Se non l'avete letto, cercatelo nell'antologia <i>Finzioni</i>, nella prima parte <i>Il giardino dei sentieri che si biforcano</i> (in origine pubblicata separatamente). In breve, un uomo si reca nelle rovine per sognare, con minuziosa dedizione ai particolari, un altro essere umano. Ci riesce, con l'intervento di una divinità. Quello che poi scopre alla fine, tuttavia, in uno straordinario capovolgimento di prospettiva, è che <b>anche lui è stato a sua volta sognato</b> da un altro creatore, che da qualche parte del mondo ha voluto dargli vita. Dietro al simbolismo di Borges c'è molto altro, naturalmente, ma la forza creativa del sogno trova in questo racconto quella che a mio parere è la sua espressione più forte. Del resto, Borges non aveva bisogno di effetti speciali per sconvolgere il lettore.<br />
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Se nel sogno possiamo essere creatori, sempre nel sogno possiamo essere creati a nostra volta. Peggio ancora, se il confine tra sogno e quella che definiamo realtà non è impermeabile, le conseguenze di un varco tra i due mondi svela un territorio tutto da scoprire, che non necessariamente segue le regole terrene.<br />
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Un famoso esploratore di questi varchi era Lord Dunsany, che spesso utilizzava un <b>espediente materiale</b>, come un liquore molto forte o una sostanza stupefacente, per aprire una porta e scaraventare il protagonista dall'altra parte. Non è un caso che Lovecraft lo ammirasse molto e una parte della sua produzione fosse ispirata alle opere dello scrittore irlandese. L'utilizzo di una chiave materiale è un topos che ritroviamo anche in esempi più recenti. Nel film <i>Inception</i>, per esempio, l'oggetto più che una chiave è una bussola, per determinare quanto in profondità i personaggi si sono addentrati nella sfera onirica**. In qualche modo, Dunsany ci suggerisce che serva <b>qualcosa di più del semplice sonno</b> per essere ammessi di persona alla corte di Morfeo, così come negli altri luoghi fantastici visitati dai protagonisti delle sue storie, quel di più che ritroviamo nella privazione sensoriale di Dorian nel romanzo di Viscusi e nel potere antico che risiede nell'isola di Malapunta e nelle rovine circolari del racconto di Borges.<br />
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C'è chi potrebbe osservare che se queste porte esistono, allora possono essere percorse in entrambe le direzioni. Certo, quella che mi sembra abbia ispirato di più gli scrittori è quella che apre al fantastico il nostro mondo, per descrivere gli effetti di questa intrusione sulle vite di personaggi più o meno ordinari. Oppure è l'autore stesso che traduce in parole i suggerimenti della sua personale musa onirica, come talvolta si legge nelle interviste. Certo, non tutti riescono a ricordare le proprie avventure notturne. Io per esempio ci riesco poco, e in modo frammentario, ma in alcune occasioni mi sono sorpreso di certe scene dal taglio cinematografico proiettate dalla mia mente durante il sonno, per cui non mi riesce difficile immaginare come uno scrittore professionista possa facilmente farne il nucleo centrale di una buona storia.<br />
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Tornando alle porte, spulciando nei classici*** troviamo uno splendido esempio di dove si possano trovare. Nell'<i>Eneide</i> di Virgilio, che a sua volta riprende Omero, se ne trovano addirittura due: "<i>Sunt geminae Somni portae</i>" ("due sono le porte del sogno")! Sono <b>le due porte degli Inferi</b> e il prode Enea dovrà attraversarne una per ritornare nel mondo dei vivi. Una porta è fatta di corno, per i sogni veri, mentre l'altra è di avorio, per quelli falsi, perché da lì si dice che provengano i sogni inviati dalle ombre dei defunti, alcuni menzogneri e altri veri, se non profetici.<br />
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A volte, questi sogni sono delle vere e proprie visioni, che aprono la mente del sognatore all'esplorazione metafisica dell'universo. L'esempio più famoso, forse, si trova nel <i>De re publica</i> di Cicerone, nel brano intitolato <i>Somnium Scipionis</i> (Il sogno di Scipione), in cui Scipione l'Emiliano, ospite in Numidia di un re alleato, riceve nel sonno la visita del nonno Scipione l'Africano, che ne predice la morte a breve ma anche la gloria che conseguirà, che gli varrà l'<b>immortalità dell'anima</b>. Per spiegargli il futuro che lo attende, l'Africano gli mostra le sfere celesti e il luogo dove gli uomini virtuosi (che poi sarebbero i servitori dello Stato) dimoreranno in eterno. A essere onesti non ricordo molto i dettagli del brano, letto molti anni fa a scuola, se non che nonostante il contenuto filosofico resta una lettura gradevole e suggestiva. Tra l'altro, penso che sia anche disponibile separatamente, nonostante sia a tutti gli effetti parte integrante del <i>De re publica</i>. Serve che vi ricordi cosa successe alla Repubblica romana, nel corso della vita di Cicerone? Vero che il contenuto è stato molto apprezzato in epoche successive, in particolare in ambito cristiano.<br />
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Questi sogni, insomma, sembrano così importanti per le nostre vite che sono stati sfruttati dagli scrittori in modi molto diversi: come espediente narrativo, come fonte di ispirazione, come strumento di indagine della realtà e divulgazione di importanti contenuti filosofici (e forse scientifici). C'è chi ne ha tratto l'idea per un bestseller, insomma, e chi invece ne ha fatto la chiave per interrogarsi sulla natura della realtà da un'altra prospettiva. Proprio perché i sogni sono l'<b>esperienza più prossima al fantastico e dello straordinario</b>, essi hanno avuto e continuano a occupare un posto importante nella narrativa d'immaginazione - e non solo, perché è anche il modo in cui il fantastico viene iniettato nelle storie senza applicarvi un'etichetta commerciale che potrebbe allontanare il lettore mainstream che lo apprezza solo quando viene mascherato o taciuto.<br />
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E così posso concludere questa lunga digressione sul sogno. Vi assicuro che era iniziata come recensione del romanzo di Viscusi, poi però è trascorso del tempo, ho letto anche <i>Malapunta </i>e non sono riuscito a trattenermi. Da una parte sono molto contento, poiché ho scritto un post come non ne scrivevo da tempo, dall'altra mi rendo conto di non avergli dato né il materiale né il respiro per renderlo più di una trattazione parziale dell'argomento. I sentieri del sogno portano in molti posti e ne ho visti ancora pochi (alcuni spero di non visitarli mai). Ci sono molte opere importanti oltre a quelle citate, per non parlare dell'impianto teorico (qui si va dalla filosofia alla psicologia, alle neuroscienze...), per cui, se qualcuno ha un contributo da segnalare sarei ben felice di appuntarmelo.<br />
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Buon proseguimento.<br />
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*<br />
Che poi, a ben vedere, è finzione anche quello. Come diceva un autore fantasy italiano, quando leggiamo un libro stiamo giocando con i sogni del suo autore.<br />
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All'uscita dalla sala cinematografica partì subito la discussione, se la trottola si fosse inclinata per alludere al ritorno al mondo reale o se il protagonista fosse rimasto intrappolato nelle profondità oniriche. Se ne discute ancora.<br />
***<br />
E ringraziando Luca Tarenzi per il suggerimento, poiché lo cita nel suo libro <i>Godbreaker</i>, passando per un altro classico moderno come <i>Sandman </i>di Neil Gaiman, in cui Sogno è il personaggio centrale. Non ne parlo qui perché ho colpevolmente abbandonato la serie a metà (ma conto di riprenderla).<br />
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Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-12683841230156430382018-01-16T10:30:00.000+01:002018-01-16T10:30:19.141+01:00Torta e menù magici ma senza miracoli<i>Certe cose sono come il prezzemolo, come le ricette e i blog di cucina. Questo però non è un blog di cucina e di ricette... be', non sono un grande chef e ciò non è un mistero (anche se qualcosina so fare anch'io). Lascio dunque spazio a <a href="https://tamerici-romina.blogspot.it/" target="_blank">Romina</a>, che nel defunto blog </i>Il pozzo e lo straniero<i> curava questa rubrica squisitamente aperiodica a tema culinario, dal taglio più avventuroso che tecnico (ma ci sono anche le ricette), perché anche in cucina, badate, si possono vivere grandi emozioni!</i><br />
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Non so nemmeno se ve lo ricordate, ma su <i>Il pozzo e lo straniero</i> di tanto in tanto io curavo una rubrica di cucina narrativa dal titolo <i>Avventure ai fornelli</i>.<br />
Finora erano usciti solo due post e questo terzo compare su questo blog, invece che sull'altro, ma spero vi piacerà lo stesso.<br />
Per farmi perdonare la lunga assenza, oggi non vi proporrò solo una ricetta ma un intero menù molto semplice e da realizzare in tempi record (per decisione o per necessità, come vedrete).<br />
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<br />Torta e menù magici senza miracoli</h3>
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Sono settimane (mesi ormai) che sto organizzando cene, merende e pranzi per far vedere la casa nuova ad amici e parenti. Adoro cucinare e sedersi a tavola è il modo migliore per conversare, secondo me. La cena di oggi è abbastanza semplice: sei persone, di cui due bambine, quindi con un menù leggermente differenziato. Parenti stretti per i quali non è necessario tentare di fare una bella figura ma basta offrire buon cibo. <u><b>Insomma, sulla carta, una cena semplice e senza troppe pretese</b></u>.<br />
Sì, c'è anche il tempo per fare un po' di acquisti nel pomeriggio e tornare a casa per le 15 e cucinare tutto con assoluta calma.<br />
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Peccato che le 15 diventano per una serie di sfortunate combinazioni le 17!<br />
<b><u>Come si può cucinare una cena completa (antipasto, primo, secondo e dolce) in così poco tempo? </u></b>L'arrivo degli ospiti è previsto per le 19 o le 19.15. Io comincio a sperare in un ritardo che sposti il tutto almeno alle 19.30, ma sperare non serve a niente: meglio mettersi all'opera.<br />
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Insomma, non c'è tempo da perdere: <u><b>il menù deve essere pronto in due ore, quindi diventa fondamentale incastrare i vari tempi e ottimizzare le procedure.</b></u> Lo spazio per l'errore, l'imprecisione e il tentennamento poteva esserci solo avendo le due ore previste in più: ora deve essere tutto perfettamente organizzato. Difficile, ma non impossibile. In dispensa e in frigorifero ci sono tutti gli ingredienti e le ricette sono stabilite da tempo.<br />
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Mentre cerco di respirare e non farmi prendere dal panico, mi assale un dubbio atroce: <u><b>quanto tempo deve stare in forno la torta?</b></u> Mi ricordo che è una torta <i>lunga</i> ma quando inizio a calcolare<br />
le varie tempistiche di riposo (2 ore) e cottura (80 minuti), senza contare quelle di preparazione, ho un momento di sconforto: servono più delle due ore a mia disposizione! Dovrei cambiare ricetta, maso per esperienza che ciò richiede tempo e che potrei non avere tutti gli ingredienti a disposizione, quindi inizio subito con la preparazione dell'impasto base del <u><b><span style="color: #bf9000;">gateau magique al cioccolato</span></b></u>, la ricetta scelta. Sperando che la torta magica faccia anche la magia di far arrivare gli ospiti un po' in ritardo o mi doni un escamotage per finire la torta dopo il loro arrivo. Insomma, <u><b>più che una magia, mi serve un miracolo.</b></u><br />
L'impasto di per sé non è molto difficile da fare, però richiede molti passaggi che devono essere eseguiti nel giusto ordine e senza sbagli ed è la forza della disperazione che riesce a mantenermi un minimo lucida. Cerco di metterci il minor tempo possibile e intanto preriscaldo il forno. Una volta finito, l'impasto può essere versato nello stampo e finire dritto dritto in forno per i successivi 80 minuti (<b><u>un'eternità che sento di non avere</u></b>).<br />
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Appena la torta uscirà dal forno dovrò metterci gli antipasti, se voglio sfornarli e servirli caldi quando arrivano gli ospiti, quindi, nemmeno il tempo di riprendere fiato e avvio la pratica per le <u><b><span style="color: #bf9000;">pizzette veloci di pasta sfoglia</span></b></u>. Per prima cosa metto sul fuoco un barattolo di salsa di pomodoro per farla ridurre, con un pizzico di sale. Mi servirà per l'antipasto e anche per il primo delle bambine. Mentre il pomodoro cuoce, tolgo dal frigorifero la pasta sfoglia, ritaglio le pizzette, le dispongo sulle teglie e le bucherello. Comincio a preparare anche i vari tipi di farcitura (olive verdi, capperi, acciughe, prosciutto cotto, prosciutto crudo, peperoni...) e i formaggi filanti da mettere sopra. Intanto è meglio portarsi avanti e accendere il forno per la torta. Appena la riduzione di pomodoro è pronta, ne metto un cucchiaino su ogni pizzetta e procedo con la farcitura differenziata delle varie tipologie. Bene, le pizzette sono pronte per il forno. <b><u>Trovo anche il tempo di trasformare i ritagli avanzati in un riciclo creativo</u></b> con grana che domani tornerà sicuramente comodo per il pranzo. Ma poi è meglio tornare all'opera.<br />
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Il sugo di pomodoro ridotto avanzato rimane in pentola, pronto per accogliere la pasta per le bambine (<u><b>i gusti dei più piccoli di solito privilegiano la semplicità</b></u>). Intanto posso pensare anche al <u><b><span style="color: #bf9000;">condimento per i grandi a base di formaggio caprino e un trito di capperi, olive verdi e pomodori sottolio</span></b></u>. Metto da parte anche un po' degli ingredienti interi che utilizzerò per l'impiattamento, perché, <u><b>per quanta fretta si possa avere, anche l'occhio vuole la sua parte, no</b></u>? Bene, ci sarà poi tempo per la cottura della pasta mentre mangeremo l'antipasto (<u><b>non c'è niente di peggio che servire pasta scotta</b></u>: la pasta si cuoce sempre all'ultimo, riempiendo con la conversazione un eventuale vuoto temporale tra l'antipasto e il primo).<br />
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Sono le 18.40 e devo ancora preparare il secondo. Per fortuna è una cosa semplice e vedere la torta cuocere serena mi infonde coraggio. Sto quasi per tirare un sospiro di sollievo quando un messaggio turba il mio idillio: <u><b>i miei ospiti sono in perfetto orario</b></u>, forse un po' in anticipo e infatti meno di dieci minuti dopo saranno lì. <b><u>Niente miracolo, insomma</u></b>.<br />
Proprio mentre io sto dando di matto, spostando cose a caso e facendomi prendere da una crisi di nervi, <u><b>sale bel bello il marito dal garage</b></u>, intento nelle sue opere di montaggio mobili fino a pochi minuti prima (sì, lo so, stiamo diventando un cliché).<br />
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Grazie al cielo, sapendo che le bambine mangiano poco e che le portate previste sono tante per una cena informale, come secondo ho pensato solo a un <b><u><span style="color: #bf9000;">tagliere misto di salumi e formaggi con alcune creme e salse</span></u></b> che, per fortuna, sono già pronte (miele, marmellata di pomodori verdi, trito di peperoncino sottolio, marmellata di cipolle). Uso il poco tempo che mi resta per tagliare i salumi e i formaggi e <u><b>disporli sul tagliere</b></u> nel modo più accurato possibile e riempire le ciotoline con le salse.<br />
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Tra tagli e impiattamenti vari, volteggio anche nei pressi del forno, tolgo la torta e ci infilo le pizzette. <u><b>Suona il citofono e la cucina è un delirio</b></u>. Diffidate sempre di chi vi offre una buona cena<br />
fatta in casa e ha la cucina completamente in ordine:<u><b> il trucco c'è e si chiama catering</b></u>, ma, in generale, partite per tempo così da non accogliere i vostri ospiti in un <u><b>clima simile a quello di una mensa scolastica dopo una battaglia con il cibo</b></u>. Cibo che in parte ho anche lanciato io in questo caso, lo confesso, in un momento di sconforto.<br />
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Faccio salire gli ospiti, li accolgo, mi scuso per il disordine, chiedo a Marco di fare gli onori di casa facendo fare un tour (con i miei occhi che supplicano che non sia tanto breve) così da avere il tempo di <u><b>pulire la tavola, apparecchiare, predisporre qualche stuzzichino e sistemare al meglio possibile la cucina</b></u>.<br />
<u><b>Alle 19.20 tutto è predisposto e l'antipasto è pronto</b></u>. Si può cominciare a mangiare e, tenendo conto che l'orario previsto erano le 19.15, posso ritenermi soddisfatta della piccola magia fatta. Mentre mangiamo l'antipasto metto su l'acqua della pasta che poi condisco con i due sughi preparati. Il tagliere con le salse fa sempre la sua bella figura, pur non richiedendo molto sforzo e con mia sorpresa lo apprezzano anche le bimbe.<br />
Ho un momento di panico solo quando ore dopo <u><b>la torta è raffreddata a sufficienza e va tagliata, decorata e impiattata</b></u>, ma riesco a trovare il tempo di fare anche questo tra una chiacchiera e l'altra(con panna montata e fragole a fettine). Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.<br />
<br />
<u><b>Purtroppo non ci sono foto a documentare i piatti di questa cena</b></u>, in fondo si possono anche farele magie ma difficilmente si possono fare miracoli cucinando una cena completa in due ore circa. Il tempo per il reportage fotografico è stato sacrificato (anche perché molti piatti li ho finiti con gli ospiti già in casa!). Le foto che vi propongo in questo post sono di altre occasioni in cui ho cucinatogli stessi piatti.<br />
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<h4>
Le “ricette”</h4>
<b><u>Antipasto: pizzette veloci di pasta sfoglia</u></b><br />
Se vi va di provare questa ricetta, avete bisogno di:<br />
- Pasta sfoglia<br />
- Sugo di pomodoro fatto ridurre sul fuoco<br />
- Condimenti a piacere<br />
- Formaggi filanti<br />
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Tagliare la pasta sfoglia in piccoli cerchi e bucherellarli dopo averli disposti su una teglia.<br />
Aggiungere su ogni cerchio un po' di sugo fatto ridurre sul fuoco con un pizzico di sale e volendo con un po' d'olio.<br />
Farcire a piacere (olive, capperi, prosciutto, funghi...).<br />
Aggiungere del formaggio filante tagliato a dadini o striscioline.<br />
Infornare a 200° per circa 12-15 minuti.<br />
Servire le pizzette calde, se possibile.<br />
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<b><u>Primo: Tortiglioni integrali con caprino e pomodorini secchi</u></b><br />
Se vi va di provare questa ricetta, avete bisogno di:<br />
- Tortiglioni integrali (o non integrali, se non vi piacciono)... va bene anche altra pasta però vi consiglio una pasta corta e cava (es. le penne)<br />
- Caprino fresco<br />
- Pomodori sottolio (la ricetta suggeriva quelli secchi, ma non li avevo)<br />
- Capperi (io ho usato quelli sottaceto, la ricetta suggeriva quelli sotto sale, ma io li trovo sempre troppo salati anche sciacquandoli più volte)<br />
- Olio evo<br />
- Basilico<br />
- Origano<br />
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Stemperare il caprino fresco con un po' di acqua di cottura della pasta (se preparate il condimento prima usate un po' di latte, un trucco che funziona sempre). Aggiungere capperi e olive tritati e pomodorini tagliati a filetti.<br />
Una volta cotta la pasta, farla saltare nel condimento aggiungendo un po' d'olio, origano e basilico.<br />
Impiattare aggiungendo qualche oliva, cappero e pomodorino interi.<br />
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L'ispirazione per questa ricetta è presa dal libro <i>Cucina vegetariana</i> (edizioni White Star, pag. 83). Ho ignorato del tutto le dosi, in realtà, ma gli ingredienti sono quelli.<br />
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<u><b>Secondo: Tagliere misto di salumi e formaggi con salse</b></u><br />
Se vi va di provare questa ricetta, avete bisogno di:<br />
- Formaggi a piacere<br />
- Salumi e affettati a piacere<br />
- Salse a piacere<br />
<br />
Dai, suvvia, mica posso darvi una ricetta per un buon tagliere! Siamo seri!<br />
<br />
<u><b>Torta: Gateaux magique al cioccolato</b></u><br />
Per quanto immagino abbiate capito che per me la cucina è in gran parte sperimentazione e improvvisazione e non sono una schiava della bilancia pesa alimenti (anche perché ho un buon occhio, lo ammetto), nei dolci serve decisamente più rigore e nella Torta Magica ne serve tantissimo, perché ogni piccolo cambiamento può rovinare la riuscita del dolce, quindi, se volete provarla, prendete una ricetta e seguitela <i>alla lettera</i>, io altrimenti non rispondo del vostro insuccesso, eh.<br />
La caratteristica principale di questa torta è che si stratifica durante la cottura, per questo viene chiamata <i>magica</i>.<br />
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Io ho preso la ricetta dalla rivista <i>Da noi</i> n. 5 (maggio 2016, pag. 54-55). In rete si trovano tantissime ricette, però non credo di potermi permettere altro spazio su questo blog, quindi finisco qui il post e lascio a voi la ricerca.<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-19365713669380104432018-01-10T11:00:00.000+01:002018-01-10T11:00:17.418+01:00Il mio anno in libri #2017<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPeh4VRyZugvoaAhLJlHZQ1NiWhoqW2gd61srpgpS_tuavsNpeEtrKVWpPf0EH-hBnruTC3vYZCIlMBqLKW7cpCRbe_wqOgiDeDY9plf1SD4tSaFL_wMYiqvD7QIOdxvob7dlmWS3uDZvP/s1600/colin-thompson-bookshelf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPeh4VRyZugvoaAhLJlHZQ1NiWhoqW2gd61srpgpS_tuavsNpeEtrKVWpPf0EH-hBnruTC3vYZCIlMBqLKW7cpCRbe_wqOgiDeDY9plf1SD4tSaFL_wMYiqvD7QIOdxvob7dlmWS3uDZvP/s400/colin-thompson-bookshelf.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Come ogni anno, più puntuali di Babbo Natale, i folletti di <b>Goodreads</b> mi aiutano a tracciare un bilancio di quanto sia stato bravo nel rispettare i buoni propositi del me passato. Niente scuse. Sono stato io a fissare l'obiettivo e sarò io a bere l'amaro calice della sconfitta. Perché risulta che quest'anno ho letto <u>solamente 21 libri</u>, a fronte di un impegno a leggerne almeno <u>40</u>. Questo dato mi ha un po' stupito, perché con la ripresa del pendolarismo ferroviario e il conseguente recupero di un bel po' di tempo per macinare pagine mi sarei aspettato un risultato migliore, se non in linea con i miei propositi.<br />
<br />
Poi però ho riflettuto e individuato almeno tre difetti nel mio ragionamento:<br />
<br />
<ul>
<li>in treno spesso lavoro o scrivo;</li>
<li>quest'anno ho letto meno fumetti;</li>
<li>Netflix.</li>
</ul>
Il secondo punto in realtà è il più interessante, perché mi permette di mitigare la mia delusione un po' istintiva. Ho letto 20 libri, vero, ma rispetto all'anno precedente sono perlopiù di narrativa o saggistica (poca). E questo è un bene, ma non per il motivo che pensate. Se una graphic novel la finisco in un'oretta o due, un romanzo mi richiede molto più tempo… e un saggio non parliamone, perché salvo eccezioni sono un lettore piuttosto lento. Questo significa non tanto che mi sono limitato a letture più nobili, quanto che ho letto più pagine (la lunghezza media si attesta sulle 360 pagine) e più a lungo. E ho letto più romanzi, appunto, pur non disdegnando la narrativa breve - c'è un omnibus di Conan, per esempio, ma essendo più o meno a metà inciderà nelle statistiche del 2018.<br />
<br />
Cosa c'è di bello nell'infografica che mi offre Goodreads?<br />
Sul fronte <b>romanzi</b>, ho finalmente completato la saga di Geralt di Rivia (fanno moltissime pagine) del buon Sapkowski e ho letto l'ottimo <i>Dimenticami Trovami Sognami</i> di Andrea Viscusi, <a href="https://tamerici-romina.blogspot.it/2017/11/dimenticami-trovami-sognami-di-andrea-viscusi.html" target="_blank">di cui ha parlato anche Romina</a> e di cui spero di programmare a breve una specie di recensione. E stavo quasi per dimenticarmi dell'ottimo <i>La Collina dei Conigli</i>, consigliatomi da mia moglie, di cui ho scritto una <a href="https://argonautaxeno.blogspot.it/2017/01/la-collina-dei-conigli-richard-adams.html" target="_blank">recensione</a>. Scorrendo la lista, ho trovato solo due titoli che non mi hanno soddisfatto, per cui nel complesso mi sembra un'ottima annata.<br />
<i>Free</i> è il <b>saggio</b> che ho letteralmente divorato, perché copre molti aspetti della digitalizzazione della cultura e della cosiddetta pirateria informatica e lo fa in maniera maledettamente avvincente. Anche in questo caso ho un post a metà, ma dato che sono temi che si prestano a divagazioni è altrettanto probabile che alla fine non pubblichi nulla.<br />
L'<b>unico fumetto</b> è il secondo volume della serie <i>Orbital </i>edita da ReNoir, ma non mi ha lasciato granché. Spero nel terzo, perché l'inizio era buono. Ma tornando ai numeri, mi ha colpito scoprire che di fumetti ne ho letti pochi (e forse mi sono dimenticato di censire un'uscita di <i>Saga</i>) anche perché, pur limitando gli acquisti, qualche riserva ce l'ho ancora. Forse perché si tratta di una lettura che si presta poco al viaggio in treno e non sempre è facilmente trasportabile.<br />
Quanto ai formati, ho letto principalmente cartaceo, ma per un motivo molto semplice: intaccare le scorte. Per il secondo anno consecutivo, <u>ho letto più libri di quanti ne ho acquistati</u>*, anche contando il numero di pagine. E questo è bene, perché ci sono dei buoni libri nella mia libreria e credo che meritino di essere letti tutti (o quasi**).<br />
<br />
Cos'altro aggiungere?<br />
Che quest'anno ha visto la conclusione del progetto <b>3Narratori</b>? Lo vogliamo davvero ripetere? Per la presentazione rimando al <a href="https://argonautaxeno.blogspot.it/2017/12/3narratori-il-libro-delle-ombre.html" target="_blank">post di lancio</a>, ma per i più pigri incollo qui sotto il link per il download.<br />
<br />
<div class="smashwords-widget" data-bgcolor="#fafafa" data-buttoncolor="#ffc801" data-font="sans" data-headline="3Narratori - Il libro delle ombre" data-height="250" data-items="book:764395" data-ribboncolor="#4181c3" data-type="single" data-width="300" style="height: 250px; width: 300px;">
</div>
<script async="async" id="smashwords-widget-js" src="//www.smashwidgets.com/1/widgets.js"></script>
E con questo ho finito la mia carrellata sull'Argonauta lettore nel 2017. Per quest'anno ho <b>ridotto l'obiettivo</b> da 40 a 30, perché nonostante 20 mi renda un lettore forte anche oltre le Alpi ci sono davvero cose molto interessanti in cielo e in terra, e anche nella mia coda di lettura, per battere la fiacca.<br />
Sarei poi curioso di sapere come è andata a voi.<br />
Buona continuazione!<br />
<br />
___<br />
*<br />
Ho deciso di escludere un'offerta killer in occasione del Black Friday, altrimenti questo discorso sballa.<br />
**<br />
L'unico titolo che giudico proprio una boiata, tra i due che non mi sono piaciuti, era un acquisto di due o tre anni fa al Salone del Libro, complice un infido 3x2...<br />
<div>
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Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-2685667998119035722017-12-05T10:18:00.000+01:002017-12-05T11:30:44.082+01:00"3Narratori - Il libro delle ombre", l'ebook<i>Nessuno può sfuggire dalla propria ombra...</i><br />
<br />
... e questo libro è la mia, in un certo senso. Una delle tante.<br />
Ideai il <b>progetto <i>3Narratori</i></b> nel 2013, riunendo un gruppo di blogger per organizzare l'omonimo concorso e produrre un primo ebook pubblicato nello stesso anno. Era un concorso semplice, per un ebook semplice da diffondere gratuitamente e un piccolo premio per i tre racconti migliori. Il<b> secondo concorso</b> lo organizzai meglio, imponendo un tema che facesse da <b>filo conduttore</b> alle storie, ma che fosse allo stesso tempo abbastanza sottile da lasciare spazio a diverse interpretazioni. Ebbe meno successo del primo e cadde in un periodo in cui capitarono, a me e alle altre componenti del gruppo, tutta una serie di sconvolgimenti che ci allontanarono dal traguardo. Io, per esempio, adesso sono sposato, ho una bellissima bimba di otto mesi e vivo a qualche decina di chilometri da dove mi trovavo all'epoca (con due traslochi nel mezzo).<br />
Ma alla fine ce l'ho fatta. Non da solo, certo. Devo ringraziare mia moglie Romina, che mi ha pungolato spesso e mi ha dato un <b>aiuto cruciale nell'editin</b>g, alla fine mezzo ebook è passato sotto il suo sguardo inquisitore e ha fatto un ottimo lavoro. Ha anche realizzato un bellissimo <b>booktrailer</b>, che trovate più sotto. Devo ringraziare Camilla ed Erica, che mi hanno aiutato fin dall'inizio e in fase di <b>selezione dei racconti</b>. Anche Erica mi ha supportato nell'editing, curando due dei racconti. Ringrazio infine Paola Cocchetto, che ha realizzato una splendida <b>illustrazione di copertina</b>, che questa volta non è basata sui racconti vincitori, come nel primo ebook, ma sulla cornice... perché sì, questa volta ho voluto mettercela, anche per dare al lettore un minimo di filo conduttore e valorizzare il <b>concept</b>.<br />
L'editing di uno dei racconti, la stesura della cornice e l'<b>impaginazione artigianale</b> dell'ePub che leggerete invece sono opera del sottoscritto, che ci ha messo tanto ma in alcuni momenti ci ha messo il <b>cuore</b>. Mettete quindi una mano sul vostro, quando dovrete valutare il nostro lavoro.<br />
Un ultimo ringraziamento, ma non meno importante, va agli <b>autori dei racconti</b>, che hanno aspettato pazientemente, forse senza più troppe speranze, la fine del lavoro. Se il risultato vi piace, è principalmente merito loro.<br />
<br />
E qui mi fermo.<br />
Forse scriverò un altro post per svelarvi i retroscena di questo ebook, ma per ora credo di essermi dilungato anche troppo.<br />
Vi lascio quindi al booktrailer realizzato da Romina (<a href="https://tamerici-romina.blogspot.it/2017/12/3narratori-il-libro-delle-ombre-booktrailer-ebook-gratuito.html" target="_blank">anche lei ne parla</a>), per invogliarvi alla lettura:<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/BK-B76R3YIk/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/BK-B76R3YIk?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
Infine, se siamo riusciti a convincervi, ecco il link per il <b>download gratuito</b>, tramite il simpatico badge di <b>Smashwords</b>:<br />
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<div class="smashwords-widget" data-bgcolor="#fafafa" data-buttoncolor="#ffc801" data-font="sans" data-headline="3Narratori - Il libro delle ombre" data-height="250" data-items="book:764395" data-ribboncolor="#4181c3" data-type="single" data-width="300" style="height: 250px; text-align: center; width: 300px;">
</div>
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<script async="async" id="smashwords-widget-js" src="//www.smashwidgets.com/1/widgets.js"></script>
(E poi, quando l'avrete letto, non dimenticatevi di lasciare una <a href="https://www.goodreads.com/book/show/36665502-3narratori---il-libro-delle-ombre" target="_blank">valutazione in Goodreads</a>!)<br />
<br /></div>
Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-20618355920723069982017-11-28T09:30:00.000+01:002017-11-28T09:31:02.176+01:00"Mondi senza tempo" di Francesco Troccoli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwFVY1ILQnjapEZdMpu6zUSiBCEx0EbzyN3Uf0GZ9bB3E0Xatg0oZjmMscFiKoycRJiAmYPWMyQtKlXHfPo53M4L8_gSqT3ggIHdAqplDk3b9OKhMIIqg8M0OddU9OmLaktx-AxxbB1shq/s1600/troccoli-mondi-senza-tempo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="907" data-original-width="680" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwFVY1ILQnjapEZdMpu6zUSiBCEx0EbzyN3Uf0GZ9bB3E0Xatg0oZjmMscFiKoycRJiAmYPWMyQtKlXHfPo53M4L8_gSqT3ggIHdAqplDk3b9OKhMIIqg8M0OddU9OmLaktx-AxxbB1shq/s400/troccoli-mondi-senza-tempo.jpg" width="298" /></a></div>
<br />
Sono rimasto legato alla<b> saga di Tobruk Ramarren</b>, inaugurata da un racconto vincitore del premio Giulio Verne 2011 e proseguita poi con tre romanzi e novelle (o romanzi brevi), che oggi potete trovare nell'edizione digitale Delos. Ho anche avuto il piacere di conoscere <b>Francesco Troccoli</b> per puro caso, al Lucca Comics, e l'ho intervistato a suo tempo per la compianta webzine <i>Il Futuro è Tornato</i>; una bella conversazione, che metteva in luce la forza e l'attualità di questo <b>universo insonne</b>, in cui alla povera gente è stato sottratto il sonno in nome della produttività ed è soggetta al controllo dei poteri forti, nascosti alle masse che popolano la galassia.<br />
<a name='more'></a><br />
L'ultimo capitolo, <i>Mondi senza tempo</i>, è la degna conclusione delle avventure del nostro eroe. Tobruk, reduce da <b>battaglie spaziali e viaggi temporali</b>, ritorna finalmente ad Haddaiko, la neonata repubblica che costituisce il nucleo della rivoluzione che dovrebbe restituire agli umani il sonno... ma qualcosa è andato storto. Tobruk si risveglia infatti in un mondo in cui la sua astronave non ha mai fatto ritorno; lui è l'unico superstite ed è quindi sospettato di tradimento. Non solo, Haddaiko è vittima della stretta economica dei padroni del sistema, la famiglia Harris, e lacerata dalle frange revisioniste interne. La guerra, pertanto, è ben lungi dall'essere vinta e i recenti successi sembrano vanificati dall'intervento di una forza esterna che ha scombinato la realtà come la conoscevamo fino al precedente romanzo. Come se non bastasse, nel vicino sistema di Hassad risuonano i <b>tamburi di guerra</b>, anticipatori di un conflitto che risulterebbe fatale per entrambi i sistemi. Tobruk sarà quindi costretto ad accettare un patto con il nemico di sempre, Vladimir Harris, allontanandosi ancora una volta da casa, con la sola speranza di trovare le risposte che lo aiutino a rimettere tutto a posto.<br />
<br />
Ma cosa sono, in ultima analisi, questi <b>mondi senza tempo</b>? Non è facile spiegarlo senza eccedere negli spoiler sul secondo libro, casomai non l'aveste letto, per cui vi lancio questo avvertimento e vado avanti.<br />
<br />
Già in <i>Ferro Sette</i> scoprivamo l'esistenza dei <b>Longevi</b>, una élite umana che versa in condizioni migliori rispetto al resto dell'umanità. Sono infatti in grado di dormire, per esempio, ma soprattutto godono di una vita molto lunga e sono di fatto i <b>padroni della galassia</b>. Vladimir Harris, capofamiglia dei tiranni a cui la gente di Tobruk era assoggettata, è un Longevo, così come i poteri occulti che orchestrano l'Oikos delle Genti, l'alleanza interplanetaria che finora ha mostrato il suo volto benevolo e tollerante, ma solo fintanto che Haddaiko manterrà un livello di produttività accettabile. Non tutti i Longevi sono però ostili alla fazione di Tobruk. Anche tra i dominatori ci sono delle gerarchie e tra di essi c'è anche chi ha delle capacità molto particolari, grazie a cui è in grado di <b>preservare l'umanità oppure precipitarla nel caos </b>di linee temporali imprevedibili, come quella che troviamo all'inizio del romanzo.<br />
<br />
In un <b>contesto molto ampliato</b> rispetto al primo libro, quindi, in cui la storia di Harris e Haddaiko si innesta in un contesto di enorme Piano galattico di asimoviana memoria, alcuni individui sono in grado di manipolare il tempo spostano il conflitto in luoghi che non definiremmo reali, ma che si rivelano il vero campo di battaglia in cui Tobruk può finalmente tirare le fila della propria storia.<br />
Ma non tutti i mondi di questo romanzo sono senza tempo. Rivediamo Harris IV/Haddaiko, Harris V e finalmente anche un pianeta del sistema Hassad, dove l'autore ci mostra una rigogliosa foresta che fa un po' da contraltare all'instabilità geofisica di Harris IV. Gli amanti del <b>planetary romance</b>, insomma, avranno anche questa volta pane per i loro denti.<br />
<br />
In conclusione, sono molto contento di come si sia conclusa la saga. L'universo insonne è uno scenario terrificante, ma molto ricco. Se non ne avevate mai sentito parlare, vi consiglio di iniziare dal primo volume (lasciate la novella-prequel <i>Hypnos</i> per un secondo tempo), anche se i due successivi mi sono piaciuti di più. Potreste anche valutare l'idea di leggere la serie nell'ordine che preferite: mi sembra che l'autore abbia fatto un buon lavoro nel prepararli per una lettura indipendente (ma non vi risparmierete spoiler). Nel complesso, la saga di Ferro Sette è stata per me una bella scoperta, perché coniuga la <b>space opera avventurosa</b> con quel pizzico di materiale attuale che può far riflettere su alcune delle storture del nostro mondo.<br />
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Buona lettura.<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-11439293221838882862017-08-02T12:30:00.000+02:002017-08-02T15:59:48.215+02:00Fantasy storico dall'AcheronteQuando aprii il <i>Pozzo</i>, parlai molto bene dell'iniziativa editoriale della <b>Acheron Books</b>, italiana e orientata a un fantastico nostrano che fosse esportabile all'estero tramite la lingua inglese. Nel tempo, tra ebook e cartacei ne ho letti un bel mucchietto, nonostante abbia recensito solamente il divertente <i><a href="https://argonautaxeno.blogspot.it/2016/04/italian-way-of-cooking-marco-cardone.html" target="_blank">Italian Way of Cooking</a></i>. Ma bando alle ciance, cosa c'entra la storia? Nell'ultimo anno, complice anche l'essermi fatto convincere dal buon uomo dello stand (il nome non me lo ricordo mai...) e dalla masnada di autori che si alternavano tra Stranimondi e altre fiere, ho impilato una serie di romanzi fantasy di ambientazione storica, di cui farei un accenno, soprattutto per chi fra i miei lettori si butta sullo storico quando si trova sotto l'ombrellone*.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6tGXqU1daleTcZ7WXx4rGkQwVRwXB6Ul4zaDhLZ3Rp9urLZorcAkC7Hpfn2lEGu1wBvjI0APjFxs7iF_oPW7GhmnL0atPdwE9fTuL7KFiEo1pYLAbS0ytXLpjjWp69-zz8yg213oZ0Qs3/s1600/severian_cover_lq.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="346" data-original-width="218" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6tGXqU1daleTcZ7WXx4rGkQwVRwXB6Ul4zaDhLZ3Rp9urLZorcAkC7Hpfn2lEGu1wBvjI0APjFxs7iF_oPW7GhmnL0atPdwE9fTuL7KFiEo1pYLAbS0ytXLpjjWp69-zz8yg213oZ0Qs3/s200/severian_cover_lq.jpg" width="125" /></a></div>
<i>Demon Hunter Severian</i> è il primo che ho letto, a firma di <b>Giovanni Anastasi</b>, pseudonimo di quel Luca Tarenzi che già avete conosciuto con <i><a href="https://argonautaxeno.blogspot.it/2013/07/godbreaker-luca-tarenzi.html" target="_blank">Godbreaker</a></i>, <i><a href="https://argonautaxeno.blogspot.it/2015/06/il-diavolo-ti-accarezza-di-luca-tarenzi.html">Quando il diavolo ti accarezza</a></i> eccetera. Anastasi ci porta indietro nella <b>Milano del tardo Impero Romano</b>, epoca in cui il <b>vescovo Ambrogio</b> poteva permettersi di rifiutare l'ingresso in chiesa all'imperatore Teodosio e ferveva il contrasto tra cattolici e ariani. Il protagonista, Severiano appunto, è un <b>cacciatore di demoni </b>e viene assoldato dal vescovo per risolvere alcuni casi di omicidi avvenuti misteriosamente nel sonno, che sembrano legati a riti demoniaci e a una non del tutto dimenticata divinità pagana.<br />
Se vi piacciono le <b>indagini con il mostro</b>, soprattutto se vengono catapultate in un'altra epoca e magari condite con elementi esotici, questo libro fa decisamente al caso vostro.<br />
<a name='more'></a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivCWpHpJwAAN11dUa9JqBOjYFywJ-rowdBmAZiV8eEQYZfeljPcxzQ9cMKd1COPOeMNk5GIltIRYluZeswaeurk4ALfeLE8iVkscqcwHbNGarODueIOjIqqLSc1a-nWKgMWdfIaW-AJAVL/s1600/eternalwar_cover_lq.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="346" data-original-width="218" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivCWpHpJwAAN11dUa9JqBOjYFywJ-rowdBmAZiV8eEQYZfeljPcxzQ9cMKd1COPOeMNk5GIltIRYluZeswaeurk4ALfeLE8iVkscqcwHbNGarODueIOjIqqLSc1a-nWKgMWdfIaW-AJAVL/s200/eternalwar_cover_lq.jpg" width="125" /></a></div>
<i>Eternal War - Gli eserciti dei Santi</i> è un romanzo del buon <b>Livio Gambarini</b>, già incontrato con <i><a href="https://argonautaxeno.blogspot.it/2014/11/livio-gambarini-le-colpe-dei-padri.html" target="_blank">Le colpe dei padri</a></i> (e più di recente potreste averne letto il seguito, <i>I segreti delle madri</i>). Sempre restando nel <b>medioevo</b>, ma cambiando parte d'Italia, Gambarini ci racconta la storia dei fiorentini, da Montaperti a Campaldino, e in particolare della <b>famiglia Cavalcanti</b>, il cui esponente più famoso, quel Guido Cavalcanti maestro e amico di Dante, è qui alle prese con le alterne vicende del capoluogo fiorentino, sballottata tra <b>guelfi e ghibellini</b>. Non solo. Ci sono i Santi del titolo, naturalmente, e un ricco mondo spirituale che si intreccia fin dall'inizio con le vicende degli uomini e della città. Leggiamo quindi una interessante storia dei due protagonisti, Guido e Kabal, sullo sfondo storico di un grande cambiamento per Firenze.<br />
Da leggere assolutamente se cercate una spiegazione alternativa per la disfatta guelfa di Montaperti!<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4Dz9nAhuQd-NUnAK5Z1LbyriiWVCTUImbyhiI-ZpJL9zAbj1XfwRi1neDzE2sRPwrQpPWpMmh0M28HgY_PQJ9Ep4MjJ7gz6AN28p8Ogop2XhJ4uwxG5i8_6CeM75jSjb_G3QCFJkamfE4/s1600/srdn_cover_lq.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="467" data-original-width="320" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4Dz9nAhuQd-NUnAK5Z1LbyriiWVCTUImbyhiI-ZpJL9zAbj1XfwRi1neDzE2sRPwrQpPWpMmh0M28HgY_PQJ9Ep4MjJ7gz6AN28p8Ogop2XhJ4uwxG5i8_6CeM75jSjb_G3QCFJkamfE4/s200/srdn_cover_lq.jpg" width="136" /></a></div>
<i>Srdn - Dal bronzo e dalla tenebra</i> è firmato da <b>Andrea Atzori</b>, autore sardo che avevo già leggiucchiato con <i>Multiverse Ballad</i> ma che qui ritorna a raccontare la sua terra, come già nella serie di Iskida. La storia è ambientata in piena<b> età del bronzo</b>, quando dall'isola gli Shardana andavano a distruggere più grandi imperi, insieme agli altri popoli del mare. Atzori però ritorna subito in patria, dove a seguito di un incidente fuoriescono dagli inferi i <b>Mamuthones</b>, giganti muti e assetati di sangue, che uno sparuto gruppo di eroi dovrà cercare di fermare. L'antichità, in particolare l'età del bronzo, fra antichi imperi e rovine dei precedenti dominatori, è uno scenario perfetto per lo sword & sorcery e l'autore sfrutta questo spazio più che egregiamente.<br />
Cari lettori, qui potete trovare il folclore sardo, tutto l'eroismo che cercavate e persino un pizzico di magia fenicia.<br />
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<h4>
Bonus track(1)</h4>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeFN3VB9Pl-UfXzBBifhJQEpNhTEcQfzbYx7baRgA3ZFJ6RCLWTtVSDvuURuW2tWsyckrtgu1hbOULcBW83EqMGLSzEbfHGyAMaGxJvSZ_VE3zRI_NaGrLeVjfv5_WtwaB4iOkVy0jyZn0/s1600/guiscardi_cover_lq.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="340" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeFN3VB9Pl-UfXzBBifhJQEpNhTEcQfzbYx7baRgA3ZFJ6RCLWTtVSDvuURuW2tWsyckrtgu1hbOULcBW83EqMGLSzEbfHGyAMaGxJvSZ_VE3zRI_NaGrLeVjfv5_WtwaB4iOkVy0jyZn0/s200/guiscardi_cover_lq.jpg" width="136" /></a></div>
Che dire di <i>Guiscardi senza gloria</i>? Se avete letto il <i>Decameron dei morti</i>, in cui si fantasticava che la peste del '300 fosse in realtà una <b>catastrofe zombie</b>, questo romanzo ne è il seguito spirituale, ambientato in <b>epoca rinascimentale</b> nella Nuova Venezia ricostruita dopo la catastrofe. Tra non morti, armature meccaniche e mostruosità varie, i protagonisti dovranno sfuggire a un villain che vuole fare cassa con il segreto che custodiscono: il<b> tesoro di Marco Polo</b>. L'ambientazione è quella di <i>Ultima Forsan</i>, del gioco di ruolo <i>Savage Worlds</i>, di cui sempre <b>Mauro Longo</b> è autore.<br />
Questo è un romanzo dal ritmo serrato, che si legge d'un fiato e pieno di colpi di scena. L'Italia martoriata dal morbo e dai conflitti tra le fazioni ne è la protagonista silenziosa. Vi piangerà il cuore a vedere Venezia in quelle condizioni, ma il finale vi ripagherà (forse) di tutte le sofferenze.<br />
<br />
<h4>
Bonus track(2)</h4>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc6dOfZS0U7Mf4s6Gkdz_EsHMaWG_A2WlQxeZ5TrceY0rF81DkaIY94rpm2rPlZBIEjK3khMwklKmljwmwoSR2mHyseZ5oIj7pnH-bqdZI0HHxIYPMLNY1SY6peitYhSYS8RhVzR1MTPGx/s1600/xpo_cover_lq.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="336" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc6dOfZS0U7Mf4s6Gkdz_EsHMaWG_A2WlQxeZ5TrceY0rF81DkaIY94rpm2rPlZBIEjK3khMwklKmljwmwoSR2mHyseZ5oIj7pnH-bqdZI0HHxIYPMLNY1SY6peitYhSYS8RhVzR1MTPGx/s200/xpo_cover_lq.jpg" width="134" /></a></div>
Se la lista non fosse sufficiente, vi impilo un altro libro, sempre uscito per Acheron: <i>Xpo Ferens</i>, di <b>Alessandro Forlani</b>.<br />
Romanzo che non ho letto, per cui questo non è propriamente un suggerimento, tuttavia Forlani è uno di quegli autori che <a href="https://argonautaxeno.blogspot.it/search?q=alessandro+forlani" target="_blank">si promuovono benissimo anche da soli</a>, soprattutto se nella storia affianca <b>Cristoforo Colombo</b> all'<b>arabo pazzo Abdul Alhazred</b> di lovecraftiana memoria!<br />
<br />
E con <i>Xpo Ferens</i> concludo questa veloce carrelata sui titoli editi da Acheron Books, che per un bizzarro caso mi sono accorto essere tutti di ambientazione o ispirazione storica. Forse la musa Clio vuole dirmi qualcosa? Vedremo. Vi lascio, dunque, con il mio bagaglio di consigli.<br />
<br />
Buona lettura!<br />
<br />
___<br />
*<br />
Giusto per infilarci un cliché.<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-79608049327444658692017-07-12T12:30:00.000+02:002017-07-30T16:27:42.229+02:00"Storie di gatti", Aa.Vv.<i>Storie di gatti</i> è una raccolta di storie a tema felino i cui proventi sono devoluti alla Croce Rossa Italiana per le vittime del terremoto in centro Italia. La lista degli autori è piuttosto lunga e variegata, ma forse vi stupirà ugualmente scoprire che tra di essi c'è anche il sottoscritto, che ha contribuito con un racconto di ambientazione storica di poco più di 1000 parole.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyHTMz0d31mSLMEET_J8XLcqyESxtrm8uw9E2_H2WN7hZA87C9ziTpmG5b7VpH5xUF5Q2fe8T9Tq6HJ9x089dlOE9XNfsYqimJFKrEU5Hhcz6R8w1JXQ8i7b8l9kntZHDxZBEXcBpb3Ggf/s1600/storie-di-gatti.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="354" data-original-width="251" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyHTMz0d31mSLMEET_J8XLcqyESxtrm8uw9E2_H2WN7hZA87C9ziTpmG5b7VpH5xUF5Q2fe8T9Tq6HJ9x089dlOE9XNfsYqimJFKrEU5Hhcz6R8w1JXQ8i7b8l9kntZHDxZBEXcBpb3Ggf/s320/storie-di-gatti.jpg" width="225" /></a></div>
Come sono stato coinvolto?<br />
Sono venuto a conoscenza del progetto per vie traverse, tra Facebook e la blogosfera. Ho così scoperto il primo volume <i>Buck e il terremoto</i>, con cui la curatrice, Serena Bianca de Matteis, ha già raccolto una discreta sommetta per aiutare le popolazioni colpite, e il bando per la nuova antologia. Nelle suddette zone, inoltre, ci sono stato qualche anno fa come turista, e potendo annoverare nella mia storia familiare una disgrazia simile, mi sono riscoperto sensibile sul tema e desideroso di contribuire, nel mio piccolo, donando un racconto.<br />
<br />
<i>Il guardiano</i> è una storia molto breve, ma vorrei spenderci ugualmente due righe. È ambientato nel '300 a Castelluccio di Norcia, oggi come allora colpito dalle scosse. Lì ho immaginato una comunità intenta a rimettere insieme i frammenti, raccogliendosi intorno alla locanda del villaggio. Naturalmente, uno dei personaggi è un gatto - un gatto vero, che non parla né ragiona in termini umani ma squisitamente felini. Le linee guida prevedevano che ci fosse un messaggio di speranza, o in ogni caso in armonia con lo scopo del progetto. Credo di esserci riuscito abbastanza bene, anche se non ho resistito a infilarci un paio di altre cosucce, per dargli maggiore consistenza, perlomeno un'impronta. Se ci sono riuscito, può dirlo solo il lettore.<br />
<br />
Perché proprio i gatti?<br />
<i>Storie di Gatti </i>non è la prima pubblicazione di questo gruppo, come accennavo prima. L'anno scorso è uscita un'antologia canina, sempre con la stessa finalità. Alcuni autori hanno partecipato a entrambi i libri e il team editoriale è il medesimo, per cui se preferite cani e lupi, vi consiglio appunto <i>Buck e il terremoto</i>. Non so se ve lo posso anticipare, ma entro l'anno è prevista l'uscita un terzo volume, per completare l'opera, ma eventualmente ne riparleremo. Tutti e due (eventualmente tre) libri hanno finalità di beneficenza, con lo stesso indirizzo.<br />
<br />
Anche se ve lo scrivo solo adesso, il libro è uscito il 24 maggio e contiene 22 racconti. È liberamente acquistabile, sia in versione digitale sia cartacea, su Amazon.<br />
<br />
Buona lettura!<br />
#lamorenoncrolla<br />
<br />
<br />
<b>Riferimenti:</b><br />
Sito del progetto - <a href="http://www.buckeilterremoto.com/">http://www.buckeilterremoto.com/</a> (con i resoconti delle donazioni)<br />
Pagina facebook - <a href="https://www.facebook.com/buckeilterremoto/">https://www.facebook.com/buckeilterremoto/</a><br />
Link per l'acquisto - <a href="http://amzn.eu/eoSxgMR">http://amzn.eu/eoSxgMR</a><br />
<div>
<br /></div>
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-52458232594301360802017-05-18T12:00:00.000+02:002017-05-18T12:00:14.805+02:00"Il Grande Avvilente" di Alessandro ForlaniNon è facile parlare di un libro di Alessandro Forlani, tanto meno due in uno stesso post! E lo è ancora meno se dalla lettura del libro è passato troppo tempo, sufficiente a cancellare le impressioni a caldo che di solito alimentano le mie prime stesure. Cionondimeno, mi cimenterò nell'impresa, sperando di non perdermi troppo per strada... e di non perdere nessun lettore.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHUu3F8JAipJ_dbY27n9JFbkgYhrEQiIOgKJD5CCYO27YovpUPzzh2Dra4WBI3Av0INGTT50zt3ceBryosod861_-CmjhB2WiW_iAi7UIE0W0gwpe707hzjxt2Ia0ckn4fmjjDBXVyp0hz/s1600/grandeavvilente-tristano-cover.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHUu3F8JAipJ_dbY27n9JFbkgYhrEQiIOgKJD5CCYO27YovpUPzzh2Dra4WBI3Av0INGTT50zt3ceBryosod861_-CmjhB2WiW_iAi7UIE0W0gwpe707hzjxt2Ia0ckn4fmjjDBXVyp0hz/s320/grandeavvilente-tristano-cover.jpg" width="239" /></a></div>
I due romanzi di cui voglio parlare oggi sono <i>Tristano</i> e <i>Agnes</i>. Il primo, se non erro, è anche il primo romanzo pubblicato dall'autore, edito inizialmente da Joker Edizioni e ripubblicato prima da Edizioni Imperium, poi da Delos Books nella sua collana digitale. <i>Agnes</i>, invece, che ne è il seguito diretto, è stato pubblicato direttamente in digitale, prima per Edizioni Imperium e poi per Delos.<br />
<i><br /></i>
<i>Agnes</i> è anche uno degli ultimi romanzi pubblicati da Forlani, nonostante sia stato scritto poco dopo il primo. Ci troviamo quindi davanti alla peculiarità di un libro che come maturità autoriale, se si può dire, precede di alcuni anni i titoli più recentemente introdotti sul mercato, come <i><a href="https://argonautaxeno.blogspot.it/2015/09/eleanor-cole-alessandro-forlani.html" target="_blank">Eleanor Cole</a></i>, per esempio, o il nuovissimo <i>Xpo Ferens</i>, uscito per Acheron Books.<br />
<br />
Per capire di cosa parlino questi due libri, vorrei adottare l'approccio diretto. Prendete un tipico romanzo fantasy classico, di quelli in cui vi è un Paese assoggettato a un Regno forte e oppressivo, un totalitarismo, se vogliamo, o se preferite un governo di quelle belle distopie del secolo scorso, che controlla la vita dei cittadini per mantenere un sopportabile status quo. Nella fattispecie, in questo mondo la felicità è bandita, e per una ragione ben peculiare: come forma di prevenzione dalle delusioni, dalle disillusioni e da quanto di brutto può capitare nel corso di una vita ordinaria. QuestoRegno è situato geograficamente in un'isola lacustre, difesa da terribili mostri acquatici, e da lì si dipartono gli Avvilenti, i funzionari governativi che hanno il compito di mantenere la sua stretta sul popolo, avvalendosi della forza di bruti orcheschi, gli Uominineri. Come si può facilmente ipotizzare, in qualche punto del Paese la forza del Regno viene messa in discussione e spuntano dal nulla alcuni Eroi, decisi a sollevare gli oppressi e soverchiare il Regno. E questi eroi, i buoni della storia, non potranno che vincere, giusto?<br />
<a name='more'></a><br />
Ecco, questo è più o meno il contesto in cui si muovono Tristano, Grande Avvilente del Regno, Otre, il suo Uomonero, e Agnes, una cittadina che per qualche ragione ha più a cuore la mesta tristezza che offre il Regno che la speranza di felicità. I tre protagonisti sono, secondo il nostro metro di giudizio, i cattivi della situazione. E questo è un rovesciamento molto interessante della prospettiva. Questa infatti non è la storia di come gli Eroi sovvertono il sistema e liberano le genti, così come non è la (contro-)storia degli Antieroi atipici che alla fine combattono anch'essi una qualche forma di male, bensì quella dei cattivi, i villain secondo il nostro metro di giudizio, che devono affrontare questa rivolta. E non si tratta di macchiette. Tutti e tre hanno una storia e delle motivazioni per cui si trovano invischiati nella tela di un Regno, di cui peraltro ciascuno ha una differente visione, dovuta ai suoi trascorsi non proprio rosei.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh52OhT0CyKqxfznLPejtzrUWHBzjrFcRwJRIA3VMlgWjnyLoZmpN-Js-NHTzIt2NIqYTohyphenhyphenAxNEUu02q6GnyOqpmU6-3e9WDmplog2mwKsDE2amDF5yQ0b7i7Q-9V44w3UpdY9NmGrHDDh/s1600/grandeavvilente-agnes-cover.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh52OhT0CyKqxfznLPejtzrUWHBzjrFcRwJRIA3VMlgWjnyLoZmpN-Js-NHTzIt2NIqYTohyphenhyphenAxNEUu02q6GnyOqpmU6-3e9WDmplog2mwKsDE2amDF5yQ0b7i7Q-9V44w3UpdY9NmGrHDDh/s320/grandeavvilente-agnes-cover.jpg" width="240" /></a></div>
Il vero protagonista è forse proprio questo Regno, presenza oscura che domina entrambi i libri, sia come entità politico-geografica, sia perché insita nel cuore e nel modo di pensare e agire dei personaggi. La cosa più vicina alla sensazione che mi hanno lasciato questi due libri è forse il <i>Gormenghast </i>di Mervin Peake, se mi è concesso l'accostamento. Certo, tolti il lirismo e la momentanea leggerezza di cui qui non c'è traccia. Il Grande Avvilente è una lettura greve e ostica, anzi, che incarna alla perfezione lo spirito oppressivo e la centralità assolutistica del Regno. Su queste pagine volteggia una generale disillusione e pian piano ci si convince che il premio, comunque vada, sarà latore di poca gioia. Spesso narrazione è ostinata, quasi a ricreare mediante le parole l'assurdo burocratismo degli Avvilenti. Assurdo, però, solo nella misura in cui viene portato all'estremo, perché a me sembra che qualche emanazione del Regno sia possibile subirla anche nella nostra realtà quotidiana, purtroppo, dove basta una pratica o piccola sfortuna a suscitare inquietudine e sconforto, piuttosto che immaginare un occhio infuocato sulla cima di una montagna dimenticata. Questo, ecco, è il fulcro dei due romanzi, che spero di avere spiegato in maniera adeguata, e attorno a esso si muovono Eroi, Uominineri, Avvilenti e tutto il resto della masnada.<br />
<br />
Non sono sicuro di voler consigliare questi due romanzi a tutti, soprattutto per coloro che non conoscono già l'autore e il suo stile. Credo che i romanzi citati più sopra siano una lettura più facile, per cui vi suggerirei piuttosto <i>Eleanor Cole</i>, o magari anche l'ultimo <i>Xpo Ferens</i> (che però non ho letto) se volete avvicinarvi a Forlani. Se invece vi ho incuriosito e volete leggere un fantasy classico ma "alternativo", dei due ho preferito Tristano per il contesto e la novità della prospettiva, mentre ho trovato Agnes più facile da leggere. Consiglio in ogni caso di affrontarli in ordine cronologico, dato che le vicende sono strettamente connesse e consecutive.<br />
<br />
Buona lettura.<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-32345706626887255752017-03-21T10:20:00.004+01:002017-03-21T10:21:55.215+01:00SofiaIeri, alle 21 circa, è nata una bellissima bimba di nome Sofia, al termine di un viaggio lunghissimo e molto, molto faticoso. La bimba pesa 3.370 kg ed è lunga 50 cm. Inutile dire che è bellissima e che è l'amore del papà.<br />
(Anche la mamma si sta riprendendo, e sta bene... ne parla <a href="https://tamerici-romina.blogspot.it/2017/03/sofia.html" target="_blank">qua</a>.)<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqSJnesnnyER6Ed93TbKw7aVHUTTfJY7Z_1MMel61f8gGyqN_Q1dWImRCQkHoxYdst3gcj3yn4x9deT_nz8ynqqAWI_E444uVJYdOgWIeqru4auS40CCOUi1n-kex7JZaFsAScoZjcN4Z0/s1600/Sofia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqSJnesnnyER6Ed93TbKw7aVHUTTfJY7Z_1MMel61f8gGyqN_Q1dWImRCQkHoxYdst3gcj3yn4x9deT_nz8ynqqAWI_E444uVJYdOgWIeqru4auS40CCOUi1n-kex7JZaFsAScoZjcN4Z0/s320/Sofia.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ricamato dalla sua mamma</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Sofia fa ciao ciao con la manina a tutti i lettori del blog!<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-50159455917839303072017-02-23T13:30:00.000+01:002017-02-23T13:31:57.069+01:00Intervista a Stefano Tevini<div class="MsoNormal">
Come promesso, pubblico oggi l'intervista a Stefano Tevini, autore di <i><a href="https://argonautaxeno.blogspot.it/2017/02/testamento-di-una-maschera-stefano-tevini.html" target="_blank">Testamento di una maschera</a></i>, che ha gentilmente accettato di rispondere alle mie domande.<br />
Buona lettura!<br />
<br />
<i><span style="color: #f9cb9c;">Ciao Stefano, grazie per la tua disponibilità e
benvenuto! Ti andrebbe di presentarti brevemente come autore ai lettori del
blog?</span></i><o:p></o:p><br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Buongiorno a tutti. Classe 1981,
laureato in filosofia, lottatore di wrestling molto poco attivo e lettore compulsivo
da una vita. Mi sono avvicinato alla scrittura una dozzina d’anni fa, con il
collettivo Anonima Scrittori, amici ormai di lunga data con cui ho condiviso
bellissime esperienze umane e artistiche. Nel 2012 arriva il mio primo romanzo,
<i>Vampiro Tossico</i>, in cui il vampirismo
viene paragonato alla tossicodipendenza e la non vita di chi viene morso è una
morte sociale che deriva dalla bravata di una notte. Per il resto, che dire, mi
godo la vita, sono guidato da una forte curiosità naturale e non mi tiro mai
indietro di fronte a una nuova impresa.<o:p></o:p><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDPe3mjm02smvWL1VvtUVtsH7HbrmbUSOnEfnPf0u8OyyueUrUA7IBCuhHLl8XpGYrvdvQxyb4BtxgKJZxSbsfwh8dL42Bf6RNy2AOaX2CgsW3RZv6sGi_fnjEHEVDdnnf1-fC8gzS3QMh/s1600/tevini_writing_class_hero.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDPe3mjm02smvWL1VvtUVtsH7HbrmbUSOnEfnPf0u8OyyueUrUA7IBCuhHLl8XpGYrvdvQxyb4BtxgKJZxSbsfwh8dL42Bf6RNy2AOaX2CgsW3RZv6sGi_fnjEHEVDdnnf1-fC8gzS3QMh/s320/tevini_writing_class_hero.jpg" width="240" /></a></div>
<i style="color: #f9cb9c;">Quali sono i tuoi punti di riferimento artistici, non
soltanto letterari, come scrittore?</i></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
Sicuramente <b>Albert
Camus</b>, autore di grandissimo spessore umano e intellettuale, che dimostra
quanto fine a sé stesso sia relegare la letteratura fantastica a infantile
prodotto di consumo. Restando in Francia direi <b>Jean Claude Izzo</b>, autore noir marsigliese che con la vita fa
l’amore facendoci a pugni al tempo stesso, la ama e la odia, un po’ come me.
Per quanto riguarda i fumetti direi <b>Will
Eisner</b>, per come rende gli elementi di sfondo parte attiva della
narrazione, <b>Frank Miller</b>, per la
potenza espressiva della narrazione stessa, in cui tira fuori il massimo dal
singolo istante prima ancora che dal quadro complessivo<b>, Tiziano Sclavi</b>, perfetta fusione di pop e autoriale, e <b>Grant Morrison</b>, in grado di
ingegnerizzare le idee massimizzandone le potenzialità. Amo poi certi concept
album della musica italiana, lo stupendo <b>Storia
di un Impiegato</b>, di <b>Fabrizio De
Andrè</b>, vero e proprio racconto di un’epoca, <b>Felona e Sorona</b> de <b>Le Orme</b>,
grandioso romanzo fantasy su disco, mentre verso l’estero direi <b>The Wall</b> e <b>Wish you were here</b> dei <b>Pink
Floyd</b>, parliamo di dischi che parlano chiaro sul fatto che la narrazione è
adattabile a qualsiasi mezzo, e con risultati strepitosi. Al cinema a apprezzo
il lavoro dei <b>Marvel Studios</b>, in
grado di ricreare l’epos dei fumetti in un grande universo condiviso.<br />
<a name='more'></a><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="color: #f9cb9c;"><br /></i>
<i style="color: #f9cb9c;">Parliamo del libro. Il mondo delle maschere presenta una
storia alternativa piena di supereroi ma anche molto vicina alla nostra. Vuoi
raccontarci come l’hai realizzato?</i><br />
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<b><br /></b>
<b>Testamento di una
maschera</b> nasce da un progetto
collettivo di Anonima Scrittori. Volevamo realizzare un romanzo a più mani. Ci
abbiamo provato, in grande, con il progetto che sarebbe poi diventato <b>Storia di Karel</b>, di <b>Antonio Pennacchi</b>, ma eravamo veramente
in troppi. Ci abbiamo provato in piccolo e, inizialmente, qualcosa si è mosso,
ma poi anche il progetto supereroi si è arenato. Tuttavia, amando io il genere
ho chiesto agli altri partecipanti il permesso di continuare da solo e,
recuperando parte del materiale, ho realizzato il libro. L’idea, trattandosi di
Anonima Scrittori, era di un romanzo che
avesse un forte rapporto con la realtà, e l’idea dell’intervista era
proprio di costruire un paese reale, un contesto forte in cui calare la
vicenda. Proseguendo da solo, mi sono reso conto che la funzione
dell’intervista testamento che dà il titolo al libro non era meramente di world
building ma serviva a costruire l’arco di un personaggio chiave. Il resto è
stato ricerca, sia storica, mi sono documentato molto e altrettanto ho lavorato
per adattare la Storia al contesto supereroistico, sia stilistica, ho lavorato
molto per mantenere alto il ritmo dell’opera. Che dire, mi sono divertito
parecchio!<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<span style="color: #f9cb9c;"><i>Nella recensione ho ripreso un mio precedente intervento
riguardo al rapporto tra supereroi e società. Mi sembra che i tuoi personaggi
siano stati inseriti con cura nella nostra società, alcuni, anzi, hanno
"addirittura" delle idee politiche. Come pensi si collochi il tuo
romanzo sotto questo aspetto nel mondo delle storie di supereroi?</i></span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
Non sono il primo né, mi auguro, l’ultimo a costruire
storie di supereroi sulla riflessione politica. Uno su tutti, <b>Alan Moore</b>, ragiona moltissimo in questi
termini nel suo caposaldo del fumetto, tout court e non solo del genere, <b>Watchmen</b>, ma ricordiamo che negli anni
del secondo conflitto mondiale si poteva vedere Capitan America sferrare un
cazzotto in faccia ad Adolf Hitler, idea impensabile al giorno d’oggi, in cui
autori come <b>Frank Miller</b>, nel suo
becero <b>Terrore Sacro</b>, deve sublimare
il suo discorso evitando riferimenti troppo diretti pur vedendosi negato dalla
DC Comics il permesso di usare Batman per veicolare le sue idee di
ultraconservatore.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<span style="color: #f9cb9c;"><i>Oltre a essere uno scrittore, sei anche un wrestler
non professionista. Come si concilia, o meglio, come pensi che influisca
sulla tua attività di scrittore questa esperienza?</i></span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
Il wrestling è senza dubbio narrazione. E sì, senza
dubbio influisce sulla mia attività di scrittore. Strutturare un match ti
ricorda ciò che passa facilmente e ciò che non passa, ti dà una lezione su ciò
che nella narrazione è immediato e ciò che richiede maggior sforzo da parte del
pubblico. Poi ogni autore si regola di conseguenza, ma saperlo è sempre utile.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<span style="color: #f9cb9c;"><i>Nella prefazione si fa riferimentoai tuoi trascorsi con
l'Anonima Scrittori. Mi incuriosisce molto, perché saper leggere in pubblico
non è una qualità richiesta agli scrittori e mi ricorda, invece, un testo di
Twain sull'umorismo in cui sostiene che per far ridere si debba in qualche modo
sperimentare sul pubblico e non limitarsi allo scrivere. Cosa ne pensi? Vuoi
parlarci brevemente di questa esperienza?</i></span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
Anonima Scrittori è una delle esperienze più importanti
della mia vita, sia sul piano umano sia sul piano artistico. Ho iniziato per
caso a frequentare il forum del gruppo, trovato mentre cazzeggiavo sul sito dei
<b>Wu Ming</b>, ho partecipato ai progetti,
legati alla narrativa breve, abbattendo per gradi il muro della pagina bianca.
E poi ci sono stati i reading. Il vero valore aggiunto. Un collettivo
letterario con base a latina, ma con membri sparsi per tutta Italia, si
incontra in giro per il paese leggendo i propri racconti a un pubblico di
estranei. Una palestra, letteralmente una palestra. L’occasione sul campo per
vedere cosa funziona e cosa no, cosa scorre e cosa scricchiola nella tua
scrittura. Le nostre iniziative, culminate nel concorso <b>(r)esistenza- manuale di storie contemporanee</b>, un successo con
diverse edizioni all’attivo, erano costruite sul confronto e sul riscontro
pratico. Poche chiacchiere, si scendeva in palestra e si menavano pugni al
sacco, poi tanto sparring sul ring. Fare, fare, fare. E poi sessione di
defaticamento a tavola. Tante, tante volte ci siamo trovati con le gambe sotto
il tavolo a mangiare, bere, discutere, infiammarci, ridere fino a notte fonda.
Uno dei doni più belli che mi ha fatto la scrittura. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<i><span style="color: #f9cb9c;">Vuoi parlarci dei tuoi progetti futuri? Qualcosa hai
lasciato già trapelare dalla tua <a href="https://www.facebook.com/WritingClassHero/?ref=page_internal&hc_ref=PAGES_TIMELINE&fref=nf" rel="nofollow" target="_blank">pagina Facebook</a>.</span></i><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
Quest’anno, se tutto va bene, dovrei uscire con un
romanzo, <b>Storia di Cento Occhi</b>,
pubblicato da <b>Safarà Editore</b> e, ti
passo la news in anteprima, la mia raccolta di racconti <b>Riassunto delle puntate precedenti</b>, che raccoglie parte della mia
produzione breve, nella fattispecie i racconti distopici. Si tratta di working
titles, ma con i lavori siamo a buon punto. Proseguo inoltre con la ricerca per
un disegnatore per un progetto a fumetti con Francesco Gallone, autore del
“trio della madonnina”, giallisti che hanno dato vita a <b>Operazione Madonnina</b>, <b>Operazione
Rischiatutto</b> e <b>Il colosso di Corso
Lodi</b>, editi da Frilli. Se ci fossero illustratori in ascolto, una birra ve
la offro volentieri. In fine, dopo aver terminato l’editing dei miei due libri
in uscita vorrei rimettermi a scrivere, ho un romanzo fermo a quaranta pagine
che vorrei finire.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: #f9cb9c;"><i><br /></i></span>
<span style="color: #f9cb9c;"><i>Infine, una curiosità, perché hai chiamato la tua pagina Facebook "Writing Class
Hero"?</i></span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
L’omaggio palese è a <b>Working
Class Hero</b> di <b>John Lennon</b>.
L’idea è di creare un personaggio che i miei lettori si divertano a seguire, un
supereroe un po’ Peter Parker e un po’ Bruce Springsteen, un avatar che tenga molto
conto della mia anima un po’ cazzona. Un po’ tanto, mi sa.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<span style="color: #f9cb9c;"><i>Ti ringrazio nuovamente per la disponibilità e ti lascio
uno spazio conclusivo, qualora voglia aggiungere qualcosa per i lettori del
blog<o:p></o:p></i></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
I lettori li voglio ringraziare. Noi scribacchini
esistiamo in loro funzione. Mi auguro di avervi incuriosito, intanto grazie di
esservi soffermati su queste quattro chiacchiere deliranti.<o:p></o:p><br />
<br /></div>
Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-90118972379262641262017-02-21T13:30:00.000+01:002017-02-21T13:30:24.500+01:00"Testamento di una maschera" di Stefano TeviniChe mi piacciano i supereroi, non è esattamente un mistero. Qualche anno fa avevo persino partecipato a un paio di round robin supereroistiche, e l'idolo della mia giovinezza, che spesso mi piace ricordare, indossa il mantello*! Così, quando mi è capitato sott'occhio questo <i>Testamento di una maschera</i>, romanzo di <b>supereroi italiani</b>, immersi<b> </b>nella nostra storia e cultura, mi sono affrettato a leggerlo armato di una sana aspettativa.<br />
<br />
Prima però di parlarvene, vorrei farei un passo indietro, dato che di supereroi ne avevo già parlato a lungo, recentemente, con il pretesto di recensire l'ottimo <a href="https://argonautaxeno.blogspot.it/2016/03/supereroi-jeeg-robot.html"><i>Lo chiamavano Jeeg Robot</i> di Gabriele Mainetti</a>. Senza troppi giri di parole, c'è la <b>questione politica</b>. In altre parole, se un supereroe è un uomo qualunque, oppure speciale, non importa, è cresciuto e vive in un preciso contesto sociale e culturale. Egli è<b> parte della nostra storia</b> e, a seconda della data di nascita, avrà avuto dei modelli positivi e negativi diversi. Avrà vissuto come ciascuno di noi, con le sue idee e simpatie (o antipatie) di fazione. Sarà stato di destra o di sinistra, apolitico, animalista, ambientalista, disinteressato o quant'altro vi venga in mente, tanto che forse il superpotere e la maschera non saranno stati per lui una distrazione sufficiente dalle problematiche della sua epoca. In altre parole, se il Dottor Manhattan di <i>Watchmen</i> accoglie la richiesta del presidente Nixon di scendere in campo durante la guerra del Vietnam, mi è sempre sembrato strano che il Superman di turno avesse sempre a che fare con super criminali e ben poco con i mali profondi della società in cui è cresciuto. Ma forse la mia impressione è condizionata da quello che viene trasposto oggi sul grande schermo.<br />
<br />
Questa seconda premessa era necessaria per introdurre il romanzo di Tevini? Probabilmente no, ma come ho già anticipato le sue maschere non sono avulse dal nostro mondo ma, anzi, perfettamente <b>inserite nella storia del nostro Paese</b>.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjid7s6bp0Bmznx3mp6ImTzdzyfOc3NRui2HOjseBSAxvMNP8EoH3NeG-xU9lVdtmiX20HJt-BJscAmndcINSiYd2ncPbALWZsdiCJGQyuu9rRqbSJnt4A1ok1i9Z79-yz3y0L9MlVmsyyI/s1600/tevini_testamento_di_una_maschera_cover.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjid7s6bp0Bmznx3mp6ImTzdzyfOc3NRui2HOjseBSAxvMNP8EoH3NeG-xU9lVdtmiX20HJt-BJscAmndcINSiYd2ncPbALWZsdiCJGQyuu9rRqbSJnt4A1ok1i9Z79-yz3y0L9MlVmsyyI/s320/tevini_testamento_di_una_maschera_cover.jpg" width="194" /></a></div>
Il testamento a cui si fa riferimento nel titolo è il primo filone del libro, in cui una vecchia maschera, che ha iniziato come giustiziere ed è finito per lavorare per l'Aegis, un'agenzia per il controllo dei suoi pari. Nelle sue confessioni, egli racconta tutti i retroscena di una storia parallela, in cui uomini e donne dotati di poteri o attrezzature straordinari hanno avuto parte in tutti i momenti significativi dell'ultimo secolo. Non in modo determinante, forse, perché gli avvenimenti principali sono gli stessi del nostro mondo, ma ci sono stati ed esistono. Per il loro controllo esiste una speciale forza di polizia, i reparti San Giorgio, e non è inusuali vederli all'opera, oggi, per combattere il crimine. Tuttavia, in passato, hanno partecipato guerre, contestazioni, repressioni ed è una condizione relativamente recente quella dello scarso coinvolgimento politico di queste persone - che poi è quello di cui parlavo poco fa, in altri termini.<br />
<br />
L'altro filone, quello più romanzesco, in cui si inserisce questo lungo monologo, segue la storia di un particolare gruppo di maschere, i Vigilantes, che alla guida di Gabriele/L'Inquisitore si trovano alle prese con un villain dotato anch'egli di superpoteri, un confronto che li vedrà coinvolti in un finale in cui questi due filoni convergeranno. I Vigilantes sono persone normali, con un lavoro, alcuni persino una famiglia, e una storia credibile dietro le spalle. Il protagonista Gabriele/L'Inquisitore, per esempio, è un giornalista, mentre uno dei suoi compagni gestisce una palestra di sua proprietà, dove il gruppo ha la base. Manlio Gorgia, invece, la maschera il cui monologo accompagna le loro disavventure, è un generale e ha lavorato una vita per lo Stato. Se Gabriele, rispettivamente come giornalista e maschera, avrà a che fare magari con dei portaborse o con la polizia, Manlio racconterà fin da subito un coinvolgimento di ben altra portata.<br />
<a name='more'></a><br />
Ed è questo forse il principale limite di questo libro, non nel senso negativo del termine bensì perché può comportare una certa difficoltà nell'affrontarne la lettura. Dietro la storia del generale Gorgia c'è un intero mondo, molto ben costruito, ma la <b>storia italiana</b>, soprattutto quella recente, non è molto conosciuta. Nei programmi scolastici spesso viene trascurata e anch'io, devo ammetterlo, ho faticato a seguire tutti i riferimenti - perché quello di Tevini è davvero un buon lavoro e leggendo le pagine di Gorgia si ha tutta l'impressione di ascoltare davvero chi li ha vissuti, quei momenti. Per farvi capire, è la stessa sensazione di quando un parente ci parla di un evento di cui non ricordate che pochi argomenti trattati a scuola, a meno che non abbiate approfondito personalmente.<br />
<br />
Con questo non voglio dire che il libro sia noioso o che la storia d'Italia sia così ingombrante nell'economia del testo, anzi. Può darsi che questi brani avrebbero meritato un maggiore respiro, come ha scritto per esempio un altro recensore. A mio modo di vedere l'intera parte del generale Gorgia, che all'inizio avevo preso come una finestra sul lavoro di <b>world building </b>dell'autore, è del tutto complementare alle vicende dei Vigilantes e fornisce solide basi alle motivazioni e alle scelte degli altri personaggi. Ed è grazie alla pluralità dei punti di vista (di Gabriele e dei suoi Vigilantes, che sono pur sempre persone, del giovane Pietro, studente e contestatore di sinistra, di Lucio, un po' guastafeste e vessato dalla polizia, di Manlio, coinvolto da decenni con il potere) che Tevini riesce a dare al lettore una prospettiva che non posso forse definire completa, ma straordinariamente ampia e sfaccettata della problematica su cui mi interrogavo sopra. E dico "straordinariamente" perché non è quello a cui sono abituato, anche se considerando autori importanti come Moore o Miller mi si potrebbe muovere una facile obiezione; dico solo che non è la norma.<br />
<br />
<i>Testamento di una maschera</i> è anche un<b> romanzo d'azione</b>, con molti personaggi alle prese ciascuno con le sue chimere e i propri problemi. Nel mio commento ho scelto di dare maggior risalto all'aspetto che più mi ha sorpreso, forse perché distingue un po' questo libro da altri titoli dello stesso genere. È una lettura che <b>richiede un pizzico di impegno</b>, che però viene ripagato e ne risulta una lettura scorrevole e coinvolgente, grazie all'utilizzo di più punti di vista che rendono piena giustizia a ciascun personaggio.<br />
<br />
È un libro che quindi consiglio a tutti gli amanti dei supereroi, magari a chi non li ha mai letti in prosa, senza illustrazioni, e a tutti coloro che fossero rimasti incuriositi dalla peculiarità (o dall'italianità) di questo romanzo.<br />
<br />
Ci rivediamo tra un paio di giorni con l'intervista all'autore.<br />
<br />
____<br />
* Mi riferisco a Paperinik, ovviamente, anche se lo so, non nasce supereroe...<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-17327494894804162162017-01-31T11:30:00.000+01:002017-01-31T11:30:19.811+01:00La grande fuga di Parruccone (Bigwig) e tutti gli altri conigliSe qualcuno mi avesse detto che avrei finalmente letto <i>La collina dei conigli</i> di Richard Adams e che l'avrei trovato così grandioso, epico e coinvolgente, non ci avrei creduto. E non per qualche pregiudizio sull'autore o sul genere, ma per il semplice fatto che ritengo ci siano storie che lette ad età distanti da quelle per cui sono state scritte perdano di mordente*. E non tiratemi fuori <i>Il Piccolo Principe</i>, vi prego, o altri libri che sono scritti per i grandi, ma con linguaggio comprensibile dai bambini, oppure per essere letti a tutte le età, con differenti sfumature interpretative. Se questi libri esistono, non sono la norma** e non è da questo presupposto che sono partito all'avventura con i conigli di Adams. Quanto ai pregiudizi, uno c'era e temo sia condiviso da altri: chi penserebbe di definire epiche le avventure di un essere che non brandisce una spada né scaglia maledizioni, ma è nelle nostre vite, a seconda delle inclinazioni, un animale domestico o una pietanza?<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://pre09.deviantart.net/b291/th/pre/f/2012/341/9/b/watership_down___tales_by_fiszike-d5nba1m.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="243" src="https://pre09.deviantart.net/b291/th/pre/f/2012/341/9/b/watership_down___tales_by_fiszike-d5nba1m.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Narratori seriali nel profondo della conigliera. Arte di <a href="http://ladyfiszi.deviantart.com/" rel="nofollow" target="_blank">LadyFiszi</a>.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
L'input nel mio caso è stato duplice: da una parte mia moglie, in possesso del libro, che mi ha gentilmente prestato; dall'altra i Trick or Treat, gruppo power metal nostrano, autore di un bellissimo concept in due album ispirato proprio a questo romanzo.<br />
Esaurite le premesse, è ora di raccontarvi di cosa parla questo libro.<br />
<br />
<h3>
La collina dei conigli</h3>
<h4>
<br />Trama in breve</h4>
Un giorno, nella placida campagna inglese, un coniglio mingherlino di nome Quintilio ha una premonizione di sventura per la conigliera in cui vive. Convince quindi suo fratello Moscardo ad riportare l'avvertimento all'anziano capo della comunità, che naturalmente non la prende bene e non se ne farà nulla. Tuttavia Moscardo, che ben conosce il dono del fratellino, convince altri conigli a fuoriuscire dalla conigliera e a partire per l'avventura.<br />
Inutile dire che la parola avventura mal si addice a un essere così spaventevole. I conigli qui sono molto ben caratterizzati, sia nei movimenti sia nel modo in cui reagiscono alle difficoltà e al tipo di insidie che si trovano ad affrontare. Non starò quindi a raccontarvele tutte, ma incontreranno anche nuovi amici e stringeranno alleanze. L'obiettivo finale del gruppo è raggiungere un luogo sicuro, la collina del titolo, e insediarvicisi per dare vita a una nuova conigliera.<br />
Il segmento più importante, sia in termine di dimensioni sia per l'intensità delle vicende, è quello del confronto con Efrafa, una conigliera più grande, non lontana dalla loro collina, retta da un despota militare che le ha dato una struttura che ricorda le grandi distopie del secolo scorso. E questo despota, il generale Vulneraria, per certe vicende che non vi voglio anticipare, a un certo punto se la prenderà a morte con loro e diventerà per i nostri un enorme problema.<br />
<br />
<h4>
E quindi?</h4>
L'epicità c'è tutta, quindi: dal fato avverso che incombe sulla propria dimora al grande viaggio, dal superamento di mille piccoli (grandi) ostacoli al confronto finale con un nemico formidabile. Ci sono molti elementi presi in prestito dall'epica. Prima infatti ho accennato al discorso del monomito, ovvero della teoria del "tutte le storie sono una sola storia" che si ritrova ne "L'eroe dai mille volti" di Joseph Campbell, ma che forse agli aspiranti scrittori è più nota dal "Viaggio dell'Eroe" di Christopher Vogler. Qui gli elementi ci sono tutti, dalla chiamata dell'eroe al ritorno con l'elisir, passando per il momento più buio e il confronto finale. La conoscenza profonda degli studi di Campbell è confermata*** e sicuramente aiuta a dare al romanzo più la forma di un'epica moderna che quella di un fantasy per ragazzi. E lo so che gli scrittori fantasy spesso seguono la struttura tracciata da Vogler per puntellare, o addirittura progettare i loro romanzi, ma vi assicuro che qui la percezione del monomito è molto più profonda, oserei dire fondativa del racconto di Moscardo & Co.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/cGyQmH9NZcw/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/cGyQmH9NZcw?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
L'altra fonte di Adams è <i>La vita segreta dei conigli</i> di R. M. Locley. Perché è vero che sotto molti aspetti questi piccoli esserini sono antropomorfizzati, con una loro lingua (il lapino) e rapporti interpersonali comprensibili ai lettori umani, ma dietro a questi splendidi personaggi c'è anche una grande preparazione naturalistica, sia sulla struttura sociale di una conigliera sia su alcuni tratti comportamentali. I conigli di Adams sono eroi, ma sono anche conigli, e questo non è dimostrato solo dal tipo di ostacoli che incontrano ma anche, e soprattutto, dal modo in cui si muovono, dal timore di trovarsi allo scoperto, e così via. L'autore trova quindi un onesto bilanciamento fra la natura e l'immaginazione, e credo che il risultato sia più che riuscito. Se l'incontro con un gatto riesce a farti percepire tutto il pericolo e la tensione soggettiva di un coniglio, allora Adams ha fatto un buon lavoro.<br />
<br />
<h4>
El-Ahrairà</h4>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://orig07.deviantart.net/2938/f/2009/074/6/d/aceo___frith_and_el_ahrairah_by_ashanti_whitefur.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://orig07.deviantart.net/2938/f/2009/074/6/d/aceo___frith_and_el_ahrairah_by_ashanti_whitefur.jpg" width="229" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">El.Ahrairà e Fritz, secondo <a href="http://a-shanti.deviantart.com/" rel="nofollow" target="_blank">A-shanti</a>.</td></tr>
</tbody></table>
C'è inoltre in tutta la storia un aspetto più propriamente mitologico, che alcuni hanno paragonato alla religione. Alcuni critici hanno sollevato questa questione, così come sugli aspetti più allegorici delle situazioni e dei personaggi che i nostri piccoli eroi incontrano, a cui però Adams ha sempre risposto negando il fatto di aver incluso contenuti politici o religiosi. Ma è poi vero? Credo che possa non averlo fatto volontariamente, per inserire nel libro un messaggio, ma qui c'è davvero tanto materiale e mi piace pensare che sia uno di quei testi in cui l'autore è presente, non come maestrino in vena di sproloqui ma all'interno della struttura stessa del testo. E qui di presenze sovrannaturali ce ne sono due, El-Ahrairà, su cui mi soffermerò ora, e il coniglio nero di Inlé, l'equivalente della nostra Morte personificata ma senza falce.<br />
<br />
Riguardo a El-Ahrairà, il leggendario coniglio capostipite che ricorre nei miti e nelle novelle dei conigli, concordo con l'autore che non sia una vera e propria religione, ma piuttosto una fede profonda dei conigli nella propria natura di esserini fragili ma veloci e con un'astuzia tale da salvarli dai mille nemici. El-Ahrairà significa letteralmente "Principe dai mille nemici", come viene chiamato da Fritz, il creatore del mondo, che a seguito dell'insolenza (<i>hybris</i>?) del primo diede a tutti gli animali crudeltà e armi per controllare la proliferazione dei conigli... e al suo popolo, mosso da pietà e ritrovata amicizia, gambe lunghe e astuzia:<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
"All the world will be your enemy, Prince with a Thousand Enemies, and whenever they catch you, they will kill you. But first that, they must catch you, digger, listener, runner, prince with the swift warning. Be cunning and full of tricks and your people shall never be destroyed.”"</blockquote>
Io l'ho trovata una splendida benedizione per la sopravvivenza di un popolo i cui singoli componenti sono alla mercé di mille pericoli ma nonostante tutto, come specie, non saranno mai cancellati dalla faccia della Terra.<br />
Umanità permettendo, naturalmente.<br />
<br />
<h4>
La grande fuga</h4>
L'episodio più intenso, all'interno del segmento di Efrafa, è sicuramente quello della grande fuga di Parruccone (in inglese <i>Bigwig</i>), un ex guerriero dell'Ausla (in lapino il corpo dei "guardiani") della conigliera di Moscardo e Quintilio, pronto al combattimento e un po' scontroso, che a un certo punto della storia si infiltra nella conigliera nemica per liberare alcune femmine**** dal pugno di ferro di Vulneraria. Grazie all'astuzia dei suoi compagni e all'aiuto di un improbabile alleato, riuscirà nell'intento. L'intero episodio è tesissimo e narrato magistralmente: dal peso dell'oppressione al riascio, e alla lunga e disperata corsa verso la salvezza. Ho adorato ogni singolo capoverso, che ho divorato come non mi capitava da molto tempo, per cui mi sembra il caso di inserire un'altra canzone.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/fwH0zE7YpcA" width="480"></iframe></div>
<br />
Prima di terminare, due parole su questa natura. Prima ho detto che la caratterizzazione dei conigli è ben fatta anche dal punto di vista naturalistico. Ho detto che fra di loro ci sono degli eroi, anche se non portano armi... ma se le danno lo stesso di santa ragione! Può sembrare strano, se pensate a questo libro come a una storia per ragazzi, ma la narrazione di Adams è molto cruda e non risparmia molto al lettore. Se un coniglio viene ferito, può risentire dell'infezione, rompersi un osso, essere costretto a zoppicare e non riuscire per un po' a fuggire. Quando immaginate il Conan di Howard alle prese con mostri enormi e terribili, provata a pensare come possa essere per un coniglio inerme affrontare un cane di grossa taglia. Attenzione, però. Con questo non voglio dire che la natura è spietata e ostile, o ancor peggio che l'autore voglia metterne in risalto i tratti peggiori, ma solo che in questo libro questi ultimi non vengono ignorati al fine di dipingere un'immagine idilliaca, magari nostalgica, della campagna inglese. Ho trovato anche qui una grande onestà, nel bilanciare la cruda realtà "conigliesca" con la bellezza e la generosità di un mondo più naturale e lontano dall'umanità più civilizzata (che comunque è sempre alle porte).<br />
<br />
<h4>
Lascito e influenze</h4>
In questa recensione ho voluto inserire, oltre alle solite immagini, anche un paio di canzoni. La prima è tratta dal film animato del 1978 ed è cantata da Art Garfunkel: narra del ritrovamento di uno dei conigli, creduto morto a seguito di un brutto scontro, e chiude idealmente la prima metà del libro. La seconda, invece, è contenuta nel secondo album del doppio concept dei Trick or Treat e racconta l'episodio della fuga di Parruccone da Efrafa. La Collina dei Conigli è uno di quei libri divenuti nel tempo un classico, ritagliandosi uno spazietto nei ragazzi che lo hanno letto o ne hanno visto la trasposizione cinematografica. La quale, devo dire, ha come pregio il fatto di non censurare i momenti più sanguinosi (infatti è stata censurata), ma il difetto, pur conservando quasi tutti gli episodi principali, di perdere buona parte della tensione narrativa a vantaggio di un film più breve delle tre ore che probabilmente sarebbero state necessarie.<br />
Potrei citare altri esempi in altri media credo la si possa annoverare senza difficoltà tra i classici di genere e proprio per questo che si possa spendere su di essa qualche parola in più e riesumare la mia vecchia rubrica, che, ammetto, mi mancava terribilmente.<br />
<br />
E con questo chiudo, conscio di aver toccato solo i principali argomenti di cui avrei desiderato parlare, ma con la speranza che questi siano sufficienti a darvi un'idea del romanzo e del profondo amore (conosco qualcuno che lo può testimoniare) che ho provato per esso.<br />
<br />
Buona lettura.<br />
<br />
___<br />
* Per me, così è stato con "La storia infinita" di Michael Ende.<br />
** Sulla base della mia umilissima esperienza personale.<br />
*** Credo ci sia anche un'epigrafe all'inizio di uno dei capitoli. Sì, ce n'è una per capitolo..<br />
**** Già, le femmine qui sono presenti con virtù domestiche (sono più brave a scavare le tane e i tunnel) e di "fattrici". Non ci sono molte protagoniste femmine, né ne vengono via nel gruppetto iniziale.<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-71631059107050099312016-12-01T15:02:00.001+01:002016-12-01T15:41:06.096+01:00Video recensione di “Mille Tempeste” di Tony SandovalEd ecco* a voi, con enorme ritardo, l'undicesimo episodio di <i><b>Un libro in due</b></i>, la rubrica a due voci ideata insieme a Romina Tamerici (che ne ha parlato<a href="https://tamerici-romina.blogspot.it/2016/11/mille-tempeste-di-sandoval-un-libro-in-due-11.html" target="_blank"> sul suo blog </a>qualche giorno fa), una sorta di <b>sit-com letteraria</b> in cui recensiamo, in maniera un po’ diversa da quella a cui magari siete abituati, libri letti da entrambi.<br />
<br />
In questa puntata parliamo di un libro del fumettista e illustratore <b>Tony Sandoval</b>, <i>Mille Tempeste</i>, edito da Tunué. Sandoval è uno degli autori che seguo con una certa regolarità, poiché adoro il modo in cui riesce a infondere la materia dei suoi viaggi onirici nei suoi acquerelli. E perché è un simpatico metallaro che scrive di morte e sofferenza (non solo, ovviamente) e lo fa in maniera magistrale. Quest'opera, a dire il vero, l'ho trovata un po' sottotono, ma se vi è piaciuto <i>Watersnakes</i> non esitate a fiondarvici.<br />
<br />
Vi lascio quindi alla nostra video recensione, ricordandovi che è possibile <b>esprimere un voto</b> qui, sotto il <a href="https://tamerici-romina.blogspot.it/2016/11/mille-tempeste-di-sandoval-un-libro-in-due-11.html" target="_blank">post di Romina</a> o su Youtube (dal video). Il prossimo libro lo sceglierete voi! Purtroppo ci ho messo un’eternità doppia a scrivere questo post di due righe, per cui spero che abbiate già espresso la vostra preferenza.<br />
<br />
Buona visione!<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/6rUCUrinFh8/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/6rUCUrinFh8?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
<br />
___<br />
<br />
* Sì, nuovi post verranno. E spero anche di trovare il tempo di ultimare la migrazione di quanto c'era sul Pozzo...Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-47851154011985436582016-05-21T12:00:00.000+02:002016-05-21T12:00:04.421+02:00Prima di partire per un nuovo viaggio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtcIe_PeeS4eXz7NhF8Y4WSIIQq-27RrV-4pxeaMchnpUK-0NvmjYYTYiMG9thw16RaY2SlFYGsxeCBJnK1DuF5Sx63IRGIsMwjefXHK0kYJQNQj5jXgT5T0gjrBO8wywNAuLta3r0KsAE/s1600/scozia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtcIe_PeeS4eXz7NhF8Y4WSIIQq-27RrV-4pxeaMchnpUK-0NvmjYYTYiMG9thw16RaY2SlFYGsxeCBJnK1DuF5Sx63IRGIsMwjefXHK0kYJQNQj5jXgT5T0gjrBO8wywNAuLta3r0KsAE/s1600/scozia.jpg" /></a></div>
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Quattro mesi fa, quando compii i famosi trent'anni, la mia fidanzata mi fece un regalo molto bello*: uno di quei libricini in cui scrivere delle missive a se stessi, da aprire dopo tot anni, a una data decisa al momento della loro chiusura. Le domande sono semplici ma le risposte impegnative, da "Cos'è la felicità" a "La persona che vorrei essere" e così via... Insomma, non è difficile intuire le difficoltà di rispondere a questo tipo di domande, molto coinvolgenti a livello emotivo. Ed è successo che proprio in questi giorni, in cui avrei voluto avere sottomano una di queste lettere**, mi trovo senza e troppo lontano dal libretto per recuperarlo in tempo (e tranquillità), per cui mi sono detto che poteva anche valere la pena di scrivere due righe qui, sul mio vecchio blog, e di condividerle con i miei amici e ospiti, alcuni dei quali ho avuto il piacere di conoscere e non pochi sono anche a conoscenza dei (lieti) motivi che mi spingono a scrivere queste righe.<br />
<br />
Ebbene, l'Argonauta oggi si sposa.<br />
<br />
No, non Salomon Xeno, ovviamente, che naviga indefesso per i mari della fantasia; no, quello vero, la persona dietro questo nickname, che periodicamente si scusa per i ritardi biblici nella produzione di quel dannato eBook dei 3Narratori*** e che da mesi ormai non dà segno di volersi impegnare nella scrittura narrativa e nel blog. Sì, proprio lui, che ogni tanto se ne esce parlando di qualcosa che lo riguarda ma non ha mai utilizzato (dopo l'adolescenza) un blog come diario personale. Però questa è una pagina personale, non una testata giornalistica, e qui non si fa mai critica ma si discute delle mie passioni e di qualche piccola ricerca; sì, questa in fondo è proprio una pagina personale. E dato che ciò che io sono influenza indirettamente anche l'Argonauta, sono contento di mettere a parte i miei ospiti**** di questo grande momento di gioia per me e per la persona più importante nella mia vita.<br />
<a name='more'></a><br />
Forse lo sposarsi rientrava in quel "crescere" di cui si parlava nel precedente post? Non credo. Molto fanno altri fattori, primo fra tutti il trovare una persona insieme a cui percorrere questa strada... Ma non voglio certo insegnarvi nulla, ciascuno coltiva a suo modo il proprio progetto di vita.<br />
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Oggi mi sposo, dicevo, e voglio solo condividere un frammento di questi ultimi e intensissimi mesi. E siete veramente fortunati, perché rimangono le emozioni più belle. Mi sposo con una donna straordinaria e preziosa, che non voglio definire la mia anima gemella per evitare una figura abusata e banale, ma in buona sostanza lo è perché, pur con le nostre differenze e ombre, ci completiamo a vicenda in maniera così naturale che a volte non mi capacito di come ciò sia realmente possibile. Per questo non vedo il matrimonio come un'imposizione sociale, o come un vincolo che mi sono preparato da solo, ma a qualcosa di estremamente naturale. Poi, certo, ci sono i festeggiamenti con gli amici e i parenti e tutta una serie di cose a cui avremmo fatto volentieri a meno in favore della semplicità, ma non è mai questo il nucleo della questione. Sarà***** una giornata meravigliosa e sicuramente una delle più importanti della mia vita.<br />
Della nostra vita, mia e dell'amore mio.<br />
(E del nostro gatto Conan, che come qualcuno ha già suggerito vivrà d'ora in poi una vita onesta.)<br />
<br />
E qui ho deciso di inserire (per festeggiare) un piccolo esperimento e ricollegarmi alle tematiche proprie del blog.<br />
<br />
Il viaggio di nozze lo faremo in Scozia. Qualcuno l'avrà notato dalla fotografia in cima. Non serve che aggiunga altro, forse, ma voglio lo stesso rassicurare tutti che ci apposteremo senz'altro a Loch Ness, nel tentativo di fotografare il mostro, e visiteremo una buona manciata di castelli, distillerie e blackhouse. Ebbene, poiché qualche tempo e una vita fa avevo pensato di raccontare, sporadicamente, di quei luoghi dell'anima o particolarmente suggestivi o misteriosi che mi è capitato di incontrare. In passato l'ho fatto per lo Hrad Devin a Bratislava, quindi mi sono chiesto: perché non ripeterlo?<br />
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Nell'attesa di tornare (sano e salvo) da quelle terre lontane, ho deciso di sperimentare un canale alternativo, meno impegnativo e dispendioso in termini di traffico telefonico.<br />
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Ho aperto un canale su Telegram:<br />
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@argonautaxeno<br />
<br />
Chi fosse interessato, quindi, mi può cercare e sperare in qualche aggiornamento geografico, storico o gastronomico, dalle terre oltre il Vallo. E magari qualche foto, anche se non ho velleità da fotografo. Chi non fosse Telegram-munito può invece sperare che prima o poi ricominci a bloggare seriamente.<br />
Cosa ne pensate?<br />
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Credo a questo punto di aver messo molta carne al fuoco. Sono momenti difficili, come ho accennato nell'ultima nota, e il blog è l'ultimo dei problemi. Mi andava però di condividere la mia felicità con questo angolino della blogosfera e proprio per questa ragione mi sono ritagliato uno spazietto, per me e per l'amore mio.<br />
<br />
Un caro saluto da parte di entrambi!<br />
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_____<br />
*<br />
Due, in realtà, ma solo uno è veramente pertinente.<br />
**<br />
Sarebbe stata la seconda, dal momento che una ho già avuto la forza di scriverla.<br />
***<br />
Vi ricordate "Il Libro delle ombre"?<br />
****<br />
Altri potrebbero preferire il ripescaggio di un vecchio post o la lettura di uno recente in uno dei siti nel blog-roll lì sulla destra. Di contenuti interessanti ce ne sono.<br />
*****<br />
Questo post è stato scritto il giorno prima e questa è la ragione per cui i tempi verbali mancano di coerenza.<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com25tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-16999301852651429792016-04-11T11:30:00.000+02:002017-02-21T12:04:09.296+01:00“Italian way of cooking” di Marco Cardone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxUpAR3RoCmTSyVauN5bKvSW1jCgY1wtvRIN1FajUE8Ee-dduoLf1UiRCXfEaEl6fTFdbfobm9qLcIb9c3qepSa6p0TXsfYxAFkpUurhjmrUtYfnvAz4tAZiQKRwSifmJDP0K3Xl7dDEhF/s1600/italian_way_of_cooking.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxUpAR3RoCmTSyVauN5bKvSW1jCgY1wtvRIN1FajUE8Ee-dduoLf1UiRCXfEaEl6fTFdbfobm9qLcIb9c3qepSa6p0TXsfYxAFkpUurhjmrUtYfnvAz4tAZiQKRwSifmJDP0K3Xl7dDEhF/s320/italian_way_of_cooking.jpg" width="200" /></a></div>
<em>Italian way of cooking </em>è un libro che mi ha divertito dalla prima all'ultima pagina. Forse non l'avrei detto all'inizio, un po' spiazzato dalla presentazione ("... romanzo horror, urban fantasy culinario...") ma nonostante tutto incuriosito dal presupposto: un cuoco che di punto in bianco si mette a cucinar mostri. Ma è anche questo il bello di una sorpresa per un nuovo autore che finora non conoscevo e perciò sono felice di promuovere, chiedendogli di rispondere ad alcune domande in fondo al post.<br />
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<em>Italian way of cooking </em>è la storia di Nero, cuoco proprietario di un ristorante che non versa in buone acque, tra il calo dei clienti e una vecchia questione con delle tasse non pagate anni addietro. Nero è inoltre separato (o divorziato) e deve ogni tanto occuparsi anche dei figli, che insieme al ristorante, ai dipendenti e alle beghe con il fisco vede come tante catene che lo vincolano all'inesorabile declino della sua vita. Una sera però un mostro si intrufola nella loro casa, situata sopra il ristorante, e aggredisce il figlio più piccolo. Nero riesce a uccidere il mostro e tranquillizzare i bambini, tuttavia si trova di fronte al problema concreto di liberarsi della carcassa senza che gli provochi ulteriori problemi. E l'idea di provare a cucinare il mostro si rivelerà essere decisiva per il futuro della sua attività.<br />
<br />
Se da una parte è presente, e sembra quasi scontato, l'elemento orrorifico, questo romanzo è più propriamente un urban fantasy, sebbene di ambientazione rurale, del tipo a cui forse in Italia non siamo molto abituati, o che forse non è mai stato presentato in questo modo. Nero è un eroe contemporaneo, che però ha molto poco di eroico; è un personaggio a tutto tondo, simpatico ma con difetti e debolezze e una serie di problemi molto concreti: la sua avventura è la ricerca di un modo per risollevare le sorti del locale, e magari conservare la propria casa. È quindi in un contesto (purtroppo) facilmente riconoscibile che spuntano i mostri, tutti presi dal folklore italiano, nuovi problemi e opportunità.<br />
<br />
<em>Italian way of cooking</em> è un romanzo scorrevole, che si legge con gusto dall'inizio alla fine. La cucina, ovviamente, è un elemento fondamentale (in appendice c'è una serie di ricette raccolte in un contest di <a href="http://www.letteraturahorror.it/85-italian-way-of-cooking/2384-%E2%80%9Citalian-way-of-cooking%E2%80%9D-nuovo-contest-organizzato-da-acheron-books-e-letteraturahorror-it.html" target="_blank">Letteratura Horror</a>) e il lavoro di Nero viene descritto minuziosamente e con competenza. La lingua usata nei dialoghi è il vernacolo. Se ascoltare i personaggi di <em><a href="https://argonautaxeno.blogspot.it/2016/03/supereroi-jeeg-robot.html">Lo chiamavano Jeeg Robot</a> </em>vi ha dato fastidio, questo libro potrebbe sortire lo stesso effetto. Tuttavia è la lingua che sentirei, da turista, nel Chianti, pertanto, dopo un primo spiazzamento, l'ho trovato molto naturale e apprezzato in quanto si sposa magnificamente con il tono della narrazione.<br />
<br />
In conclusione, una novità che mi sento di consigliare a tutti gli appassionati di cucina e di fantasy, che almeno una volta siano passati dalle colline toscane. Per tutti gli altri, un pensierino lo farei lo stesso.<br />
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<a name='more'></a><br />
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<h3>
Quattro chiacchiere con l'autore</h3>
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<span style="color: #f9cb9c;"><em>Ciao Marco, grazie per la tua disponibilità e benvenuto nel </em><i>blog</i><em>. Ti andrebbe di presentarti brevemente come autore ai lettori?</em></span><br />
<br />
Salve a tutti e grazie per lo spazio. È inutile che citi pubblicazioni e riconoscimenti: sono pochi e, comunque, non interessano a nessuno. Quel che importa alla gente è leggere buone storie: mi piace pensare di essere il genere di autore che le scrive. In realtà, penso a me stesso come a un artigiano della narrativa: sono puntiglioso, autocritico e pignolo al limite della nerdaggine. Odio i finali aperti, gli errori di punto di vista e le ingenuità, quindi da un mio libro ci si può aspettare (e si deve pretendere) una solida documentazione alla base, maniacale lavoro di rifinitura e una storia in cui, alla fine, tutto torna al millimetro, fino all’ultimo piccolo filo di trama. Per chi non mi conosce (tutti, direi), preciso che mi occupo in prevalenza di narrativa fantastica, in tutte le sue declinazioni; credo che sia un mezzo espressivo eccellente per parlare dell’essere umano e della vita per metafore, per esplorare il passato e ipotizzare il futuro.<br />
<br />
<em><span style="color: #f9cb9c;"> Quali sono i tuoi punti di riferimento artistici, non soltanto letterari, come scrittore?</span></em><br />
<br />
Questa domanda mi mette sempre in crisi, perché so che dovrei avere dei riferimenti chiari e, quando non mi vengono in mente subito, mi sento in colpa e mi chiedo se questo faccia di me un presuntuoso. Alla fine credo sia solo questione di avere gusti eterogenei e una buona capacità di amalgama; molto di ciò che ho letto e visto mi ha influenzato, senza però che qualcosa in particolare prendesse il sopravvento. Amo il surreale cinismo di Chuck Palahniuk ma devo molto anche a un verboso come King; ho imparato ad apprezzare l’umorismo inglese da ragazzino con J.K. Jerome e adoro Pennac, però sono anche cresciuto a pane e comics, Tex Willer accanto all’Uomo Ragno Gigante della Corno. E poi Tarantino, Matheson, Garth Ennis, Camilleri, Asimov e Richard Bach. Insomma, emergo da un’accozzaglia variopinta senza un filo conduttore e, soprattutto, mi piace pensare di aver sviluppato uno stile personale e non avere ormai troppi debiti di riconoscenza. Alla fine, in effetti, si può pensare che io sia presuntuoso. L’unico modo di essene certi è leggere il mio romanzo.<br />
<br />
<em><span style="color: #f9cb9c;">Nel tuo romanzo, il protagonista è un cuoco che si trova a cucinare mostri. In questo caso, la domanda più banale di tutte sorge spontanea: come ti è venuta l'idea?</span></em><br />
<br />
Non lo voglio dire. A dire il vero, avevo scritto una risposta articolata e complessa, con tutti i passaggi mentali che mi hanno portato a quella che, a quanto pare, è una di quelle idee tanto sceme da essere geniali. Spiegare come è nata sarebbe come rivelare le quinte durante una rappresentazione teatrale: ucciderebbe la magia.<br />
<br />
All’inizio avevo proposto ad Acheron Books un’opera ucronica ricca di personaggi storici, linee di trama parallele che s’intersecavano e flashback; in poche parole, mi è stato risposto: “mmm… bello, ma un po’ troppo complicato. Se vogliamo presentarlo anche al mercato americano, ci vuole un’idea più brillante e immediata, che colpisca in poche parole”. Ci sono rimasto un po’ male, lo ammetto. Poi, tanto per buttarla lì, ho scritto un pitch di poche righe su un cuoco che scopriva che i mostri erano commestibili e deliziosi, così cominciava a cacciarli e cucinarli. I ragazzi di Acheron si sono quasi commossi. Tutti quelli che hanno sentito l’idea mi hanno detto “funziona” (raccomandandomi però di fare attenzione, perché sarebbe stato facile scadere nel ridicolo). In definitiva, con il senno di poi, posso dire che Acheron aveva ragione, l’ucronia arriverà quando avrò tanti lettori che si fideranno di me. Ma non è per nulla detto che sarà meglio di un cuoco di mostri.<br />
<span style="color: #f9cb9c;"><br /></span>
<span style="color: #f9cb9c;"><em>Per scrivere</em> Italian way of cooking <em>hai dovuto documentarti in due differenti argomenti: il folklore italiano e la cucina, in particolare nell'ambito della ristorazione. Come hai lavorato?</em></span><br />
<br />
Considero la cucina una magnifica forma espressiva, che amo e pratico. Ho anche lavorato come cuoco per un certo periodo, proprio in Toscana, quindi scrivere un libro sull'argomento è stato relativamente semplice. Nonostante ciò, sprezzante dell’inenarrabile sacrificio che questo ha comportato, ho visitato a più riprese il Chianti e le altre località presenti nel romanzo, dedicandomi con grande abnegazione professionale alla degustazione di vini e pietanze locali. Non so se rendo l’idea della portata del mio martirio… Per rinfrescare la memoria sulla gestione quotidiana di un ristorante, poi, ho potuto contare sul prezioso aiuto di Cesare Montomoli, gestore della “Taverna della Bernardesca” che, oltre a rimpinzarmi di delizie toscane, mi ha aperto la sua cucina e ha risposto a tutte le mie noiose domande.<br />
<br />
Sul folklore c’è meno da dire: a parte quel che già conoscevo, ho spulciato un bel po’ di testi e scandagliato la rete. C’è tanto di quel materiale che la vera sfida non è trovarlo, ma usarlo in maniera originale e creativa, obiettivo che spero di aver centrato.<br />
<span style="color: #f9cb9c;"><br /></span>
<span style="color: #f9cb9c;"><em>Una cosa che in un primo momento mi ha spiazzato, ma che poi ho apprezzato molto, è che molti personaggi del romanzo, da buoni toscani, parlano in dialetto. Puoi raccontarci le ragioni di questa scelta, particolare nel fantastico italiano, e le difficoltà incontrate, se ce ne sono state?</em></span><br />
<br />
Il vernacolo non è stato nemmeno una scelta, l’ho dato per scontato. In molte regioni l’uso del dialetto è ancora molto diffuso, a vari livelli, e il realismo dei dialoghi soffrirebbe un impersonale italiano da libro di grammatica. Ricercare la verosimiglianza con mezzi diversi, magari con un lessico grossolano o espressioni scurrili non connotate geograficamente, suonerebbe falso. Molto meglio andare alla radice, soprattutto quando la scelta sia praticabile. In passato ho scritto in genovese, veneto, romano e calabrese, ma il toscano è ancora meglio: oltre a essere di facile comprensione, ha il non trascurabile vantaggio di enfatizzare le molte parti comiche del romanzo. L’umorismo toscano non può essere disgiunto dalla sua lingua; come dicevo, dunque, scelta obbligata. I dialoghi sono un punto delicato di ogni narrazione, adottare un registro che “simuli” un tono colloquiale e abbia anche una buona resa scritta non è semplice. La scelta del dialetto, in apparenza tanto peculiare, può essere vista come scorciatoia furbastra per ottenere quel tipo di naturalezza. Ma c’è di più: guardando la questione da un punto di vista più ampio, credo nessuno obietterà se dico che il fantastico italiano deve recuperare terreno rispetto alla “letteratura” alta e alla narrativa mainstream, per raggiungere un pubblico intorpidito da tematiche spesso logore e ripetitive; non credo sarebbe una buona idea se chi scrive fantastico creasse a sua volta gabbie tematiche e stilistiche entro cui rinchiudersi. C’è bisogno di freschezza, di originalità, quindi uscire da canoni e canovacci, per me, è più che auspicabile. Il dialetto, come qualunque altra innovazione (ma, in realtà, nella letteratura italiana non di genere è cosa tutt’altro che nuova e assume tale connotato relativamente al contesto del fantastico), dovrebbe essere ben accetto.<br />
<br />
La difficoltà, piuttosto, è stata centrare l’esatto vernacolo della zona del Chianti, perché non basta cercare d’innovare, bisogna anche farlo bene. Anche una scelta coraggiosa può rivelarsi ingenua, se perseguita senza la necessaria precisione e meticolosità (a tal proposito, due precisazioni: il vernacolo che uso è <em>simile</em> a quello chiantigiano, abbastanza per essere credibile ma di certo non perfetto; in secondo luogo, approfitto per un ringraziamento a David Galligani per la consulenza in merito).<br />
<br />
<span style="color: #f9cb9c;"><em>Hai altre idee in cantiere, in questo momento?</em></span><br />
<br />
Moltissime. Ho cominciato un nuovo romanzo dal titolo <em>Mafia for rent</em> che, attraverso la psicosi di un uomo, parla dello stato d’ingiustizia diffusa nella società moderna, contrapposto allo stato naturale in cui vige la legge del più forte. Il dubbio morale ed etico che voglio porre è su quale sia il male minore, posto che un’alternativa non pare esserci, escludendo le utopie. Ho un paio d’idee per altrettanti gialli, la gabbia narrativa pronta per l'ucronia di cui parlavo e poi, ovviamente, c’è il seguito di <em>Italian way of cooking</em>, la cui stesura comincerà al più tardi fra un paio di mesi. Il problema, come sempre, è la cronica mancanza di tempo. “Datemi del tempo e scriverò romanzi”, diceva Archimede. O qualcosa di simile.<br />
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<span style="color: #f9cb9c;"><em>Ti ringrazio nuovamente per la disponibilità e ti lascio uno spazio conclusivo, qualora voglia aggiungere qualcosa per i lettori del blog.</em></span><br />
<br />
Sì, grazie: comprate italiano, date una possibilità agli esordienti e, se vi piace un libro, fatelo sapere. La lista di autori cui devo qualcosa, lì sopra, è quasi del tutto priva di connazionali. Non ne vado fiero e, in parte sarà certo per ignoranza, in parte però è perché sono figlio dei miei tempi: non c’è verso di sfuggire al mainstream, almeno in una certa misura. Non è che non riconosca enorme valore a Levi e Calvino, o anche a Saviano o De Cataldo, per fare esempi meno classici e più recenti, tuttavia, amando il fantastico, i primi nomi che mi vengono in mente sono King, Crichton e Tolkien. Scrivere “letteratura” va bene, affrontare tematiche impegnate è senza dubbio necessario, il fatto è che, a mio avviso, abbiamo bisogno <em>anche</em> di altro, dobbiamo rompere l’ingessatura che c’immobilizza da decenni, e qualche thriller storico non sarà sufficiente. Dobbiamo imparare a non vergognarci della fantasia, che in Italia consumiamo come il porno: con avidità ma di nascosto. Se King vende centinaia di migliaia di copie anche da noi un motivo ci sarà; piuttosto, sarebbe il momento di domandarsi perché non possa fare altrettanto qualcuno con un nome italiano. Ci serve il <em>nostro</em> Re, e una corte tutta sua. Senza scimmiottare nessuno, per carità, e magari affrontando temi coerenti con la nostra tradizione, rimanendo italiani, ma usando un linguaggio e una prospettiva diverse.<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-62672177368653419022016-03-14T08:00:00.000+01:002017-02-21T11:07:10.276+01:00Uomini d'acciaio, intellettuali e supercattiviIl 2016 sarà l'anno dei supereroi che se le danno di santa ragione. Fra pochi giorni uscirà <em>Batman v Superman</em>, mentre a maggio sarà il turno di <em>Captain America - Civil War</em>. Se da una parte penso che i due supereroi DC abbiano raggiunto da decenni il rango di icone pop e, nonostante le molteplici metamorfosi sulla carta e sul grande schermo, suscitino un enorme interesse per il solo fatto di vederli in un unico film, dall'altra la Disney/Marvel ci ha abituati negli ultimi anni a un universo cinematografico (il Marvel Cinematic Universe o MCU) sempre più interconnesso e ricco, tanto che è difficile prevedere quale dei due andrà meglio. C'è chi dice che il vero fenomeno sia invece <em>Deadpool</em>, un prodotto a costo relativamente basso che punta più sul lato divertente dei fumetti, anziché questi kolossal fin troppo ridondanti. Non è un mistero tuttavia che l'MCU sia costruito sui grassi introiti di un pubblico che non sembra averne abbastanza, di supereroi. Ma non è dei film americani che vorrei parlare, poiché l'uscita che mi ha colpito di più, in questo 2016, è un film italiano: <em>Lo chiamavano Jeeg Robot</em> di Gabriele Mainetti.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSBlxRa3yOzvjNV8OKfT1ryP6xbKWHM3EY9GpO_5iW1Fa4iGQsak4ZL142AkAludclN6cXo8Rv_tut0UmruY9SXwkHMggbnQmTXiPUgKqBGK47TwfN8gW4vRx_UF6pu-0iI-q1x82BhHjH/s1600/jeeg_robot_film.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSBlxRa3yOzvjNV8OKfT1ryP6xbKWHM3EY9GpO_5iW1Fa4iGQsak4ZL142AkAludclN6cXo8Rv_tut0UmruY9SXwkHMggbnQmTXiPUgKqBGK47TwfN8gW4vRx_UF6pu-0iI-q1x82BhHjH/s400/jeeg_robot_film.jpg" width="500" /></a></div>
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<em>Lo chiamavano Jeeg Robot</em> è ambientato in Italia. Nella capitale, per la precisione. Enzo Ceccotti è un ladruncolo di Tor Bella Monica, ridotto a vivacchiare grazie a piccoli crimini, che grazie a una contaminazione da manuale si ritrova dotato di superpoteri: diviene fortissimo e in grado di rigenerarsi molto rapidamente. Il primo istinto tuttavia lo porta a rapinare una banca, in modo rocambolesco e molto poco eroico, segno che probabilmente non basta un grande potere per accendere in un uomo ormai non più giovane la consapevolezza di avere una grande responsabilità (ammesso poi che in un adolescente sia più facile). Enzo così continuerebbe a vivere alla giornata, se non fosse che incontra Alessia, figlia del suo ultimo "datore di lavoro", ossessionata dall'anime di Go Nagai <em>Jeeg Robot</em>, di cui vede in Enzo il protagonista Hiroshi Shiba. Come se non bastasse, il padre di Alessia era coinvolto in un'operazione malavitosa tra un clan camorrista e un piccolo boss locale, lo Zingaro, e ci vorrà poco affinché la situazione di Enzo si complichi e lo porti, in qualche modo, sulla strada del cambiamento.<br />
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<em>Lo chiamavano Jeeg Robot</em>, intendiamoci, è un film per certi versi da manuale: ci sono l'acquisizione dei superpoteri, un villain eccentrico, la scena finale dell'eroe di notte su un edificio imponente... È allo stesso tempo un film italiano al 100%, che Hollywood difficilmente potrebbe sfornare, con un livello di autenticità, nei personaggi nelle situazioni, che mi ha sinceramente colpito. Se a questo aggiungiamo un ottimo comparto tecnico, una buona recitazione e musiche non banali, lo considero in grado di rivaleggiare senza troppa timidezza con i colossi del genere. Magari non sarà un capolavoro, ma del resto non lo sono nemmeno gli <em>Avengers</em>.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz8AIgTmP6L0WYWu5MCdVUNFeVZWWdb2Xa_BzDw3ow9hdYIJjPnhdbt2IEMniteQbbxfUJe2bmCP2hR8Xd_xq7-6BvoEhVtlLXp8BfJFJrcGv4lbjQx9DRmNQ2-Q2e4rbAXMXnq4vnIhWm/s1600/umberto_Eco.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz8AIgTmP6L0WYWu5MCdVUNFeVZWWdb2Xa_BzDw3ow9hdYIJjPnhdbt2IEMniteQbbxfUJe2bmCP2hR8Xd_xq7-6BvoEhVtlLXp8BfJFJrcGv4lbjQx9DRmNQ2-Q2e4rbAXMXnq4vnIhWm/s320/umberto_Eco.jpg" width="232" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Qui sembra Terry Pratchett</td></tr>
</tbody></table>
La figura di Enzo Ceccotti, però, mi offre un'appiglio per affrontare un tema di cui ha già scritto tempo fa qualcuno di più competente, che nonostante fosse considerato un uomo di alta cultura i fumetti non li disdegnava: Umberto Eco. Di lui si è scritto tanto, a seguito della morta, comprese alcune cose che personalmente non conoscevo, come il fatto che fosse appassionato di alcuni fumetti. In particolare, in <a href="http://www.ilpost.it/2016/02/20/umberto-eco-su-dylan-dog-le-veline-e-james-bond/" rel="nofollow" target="_blank">un articolo del Post</a> ho scoperto un altro articolo, d'annata, pubblicato sul <em>Corriere della Sera</em> nel 1963, in cui egli faceva una critica molto interessante ai supereroi e in particolare a Superman.<br />
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La questione è molto semplice e si basa sulla premessa che i giovani, principali lettori di questo genere fumettistico, possono essere educati a un pensiero meno consapevole dei problemi e delle criticità della loro società se le loro figure di riferimento non se ne preoccupano. La critica non è molto sottile, perché prende di petto la questione: perché Superman, con i suoi poteri mostruosi, spreca il suo tempo a combattere la malavita e non si impegna invece a salvare le zone depresse del globo, che più di altre potrebbero godere di un aiuto sovrumano? In qualche modo, l'esistenza dei supercattivi sostituisce il ruolo che nella nostra vita hanno i grossi problemi della società, perché chi minaccia di inquinare le nostre acque è la criminalità organizzata, non il Joker, e l'italiano medio è più facile che si scontri con la disoccupazione o il caro vita, piuttosto che con un essere dai poteri strani. E questo è terribilmente sensato, nonostante uno potrebbe chiedersi quale sia il reale interesse che possa suscitare un eroe "sociale", come un Superman che sventa il disastro ambientale ripulendo una costa dal petrolio o un Dottor Xavier impegnato a combattere la corruzione nella pubblica amministrazione. Sono idee che fanno sorridere, in quanto di narrativa di intrattenimento si parla, tuttavia è indubbio che questa sostituzione c'è stata e da adulto non provo le stesse emozioni guardando <em>Man of Steel</em> e <em>Watchmen</em>, in cui di implicazioni politiche e filosofiche ce ne sono fin troppe.<br />
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In questo, cosa c'entra Enzo Ceccotti? In qualche senso, è un supereroe adulto, un personaggio completo molto distante da quelli proposti al cinema di recente. Il suo problema più immediato è comprarsi il cibo e starsene in pace... sopravvivere, in un posto dove molti suoi amici di infanzia hanno fatto una brutta fine. Il suo problema non è combattere la camorra, e nemmeno il villain del film, ma portare a casa una quantità di denaro sufficiente a soddisfare i propri bisogni ed essere lasciato in pace. È un supereroe che i suoi poteri li usa male per buona parte del film e in tutta la prima metà ne abusa. Non è politicamente impegnato o ambientalista, per cui i problemi che vede sono quelli che si troverà effettivamente ad affrontare, e in questo è molto diverso da quello che potrebbero fare Superman o Spiderman, che al contrario sono persone istruite e presumibilmente consapevoli dei problemi della società.<br />
<br />
La domanda spontanea, in uno scenario di supereroi consapevoli, è che cosa potrebbe succedere. C'è qualche opera in cui si prova a immaginare uno scenario simile, penso al già citato <em>Watchmen</em> di Alan Moore, ma a dire il vero è più un'opera di Moore che un fumetto di supereroi. Forse rientra nell'etica del supereroe, il non lasciare al proprio arbitrio la facoltà di modellare la società grazie ai propri poteri, ma in qualche modo questa risposta non mi sembra così convincente, poiché il punto è se un supereroe possa (o debba) essere un personaggio senza idee politiche, intese nel senso più ampio del termine, non se la sua storia debba (o possa) esserlo.<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-47948460148832249842016-02-22T10:30:00.000+01:002017-02-21T12:06:11.460+01:00“FibroMialgia: Fa Male” a cura di Romina Tamerici<br />
<div style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKQiyuKGUTrvXi44JN4MQOID26Z5ts2H3h1Mgp9MiFDcPxkObuV55jPd5zJRah9NFNkJ7GGpMy3buBFHqXnLXHejMovTIun1kmEZdHFJC3qtYpT8Rdc3YxWdTnOTL2WyxAbF4BmKJAztU/s1600/Copertina+progetto+FM+%2528def%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="FibroMialgia: Fa Male" border="0" class="alignleft" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKQiyuKGUTrvXi44JN4MQOID26Z5ts2H3h1Mgp9MiFDcPxkObuV55jPd5zJRah9NFNkJ7GGpMy3buBFHqXnLXHejMovTIun1kmEZdHFJC3qtYpT8Rdc3YxWdTnOTL2WyxAbF4BmKJAztU/s320/Copertina+progetto+FM+%2528def%2529.jpg" width="240" /></a>Il libro di oggi è diverso da ciò di cui solitamente mi piace parlare. Non c'è molto di fantastico; anzi, le storie qui presenti sono reali e io stesso ho avuto modo di conoscerne alcune. Parlo di <span style="font-size: 12pt;"><i>FibroMialgia: Fa Male</i></span>, un eBook curato da Romina Tamerici che raccoglie le testimonianze di alcuni malati di questa strana malattia.<br /><br />Prima fra tutti Fabrizia Mialgo, comune amica, la cui storia di sofferenza è in primo piano e fa da filo conduttore a tutte le altre, ripercorrendo per temi comuni (la diagnosi, il dolore, la famiglia…) il percorso che ogni persona affetta da questa sindrome, in un modo o nell'altro, si trova ad affrontare. Ciò che mi ha colpito è come da queste pagine traspaiano vissuti così simili e allo stesso tempo così differenti; di come in molte testimonianze si ritrovino esperienze o sentimenti comuni e di come, spostandoci in un altro contesto, queste stesse esperienze siano vissute in maniera molto diversa. È il caso della famiglia, per esempio, che può essere sostegno e motivo di forza, oppure un luogo freddo in cui non si dà credito alle sofferenze.</div>
<br />
Ho parlato due volte di sofferenza, credo. Come ogni malattia, come ci ricorda il titolo dell'eBook, la fibromialgia fa male. È più propriamente una sindrome (ma per chi volesse inquadrarla rimando piuttosto all'ottima introduzione scritta da Romina) e chi ce l'ha soffre di dolore cronico, intenso, continuo e senza reali possibilità di guarirne, almeno stando alle conoscenze mediche attuali. In questo è forse simile ad altre malattie ben più terribili. Il fatto, però, è che diversamente da queste la fibromialgia non è riconosciuta dallo Stato Italiano: non sono concesse esenzioni, non viene investito nella ricerca scientifica. La condizione del malato è quindi di disagio e di mancato riconoscimento, che spesso, soprattutto se non ha la fortuna di avere una famiglia o amici che si sforzino di comprendere, si tramuta in solitudine. La solitudine è una delle costanti, in questo libro, e non mi è difficile comprendere che quel “fa male” nel titolo non è riferito solo ai sintomi ma anche a quello che è il contesto in cui un malato di fibromialgia si trova a vivere.<br />
<br />
E mi ha fatto rabbia…<br />
<a name='more'></a><br />
… ma mi sono anche commosso, a leggere la metafora geek del Pac-man e le molte voci che alla presunta depressione (spesso considerata una causa della malattia) reagiscono con una forza quasi inaspettata. Ma ci sono persone forti e persone meno forti, esattamente come tutte le altre persone. Ma la testimonianza che più mi ha colpito, e sono molto grato a Romina che l'ha scelta per il booktrailer (guardatelo), è quella di Fabrizia sul semplice atto di camminare:<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/ndMeanXObZI/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/ndMeanXObZI?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
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Capito cosa intendevo?<br />
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(Fra l'altro, la copertina è bellissima e rappresenta al meglio lo spirito dell'eBook.)<br />
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Da quanto ho letto (e da ciò che ho visto e sentito) mi sono fatto l'idea che la condizione di questi malati sia alquanto ingiusta. Solitamente, chi ha una malattia invalidante viene in qualche modo tutelato, o perlomeno preso in considerazione. Per la fibromialgia non è così. Recentemente si è parlato di un riconoscimento ufficiale in una proposta di legge, in uno dei due rami del Parlamento, ma poi non se ne è fatto nulla. E ciò è strano, perché è veramente una malattia che può essere invalidante e costringere le persone a evitare i viaggi, lo sport e rinuciare al lavoro dei sogni, per cui magari hanno studiato anni, ma che non riuscirebbero a sostenere con le proprie forze.<br />
<br />
E ci sono malati senza diagnosi, forse, che non trovano un nome ai propri sintomi perché gli stessi medici non lo conoscono. Esistono anche casi di questo tipo, purtroppo. E molte persone, sole, che tendono a nascondere la sofferenza, in silenzio, in una società che non sembra accettarle… e forse non lo fa davvero, ma per mia fortuna la mia prospettiva è quella di un osservatore sano, che può solo immaginare cosa significhi conviverci ogni giorno, senza riposo.<br />
<br />
Non so se quanto ho scritto abbia senso. Questo eBook ha senso, però, e non solo perché l'ho beta-letto. In quanto raccolta di testimonianze, è molto più efficace di un trattato di medicina o di una pagina di Wikipedia, e grazie al lavoro di Romina e alla storia di Fabrizia è anche molto chiaro, per cui ve lo consiglio a gran voce.<br />
<br />
E sono poco meno di cinquanta pagine, scaricabili gratuitamente su <a href="http://www.smashwords.com/books/view/616507" rel="nofollow" target="_blank">Smashwords</a>.<br />
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Consiglio inoltre di visitare il <a href="http://tamerici-romina.blogspot.it/2016/02/fibromialgia-fa-male-ebook-gratuito.html" target="_blank">post originale</a> di Romina (sì, dice che le ho dato una mano ma in realtà ha fatto quasi tutto lei).<br />
<br />
Buona lettura.<br />
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<script async="async" id="smashwords-widget-js" src="//www.smashwidgets.com/1/widgets.js"></script>Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-30271493197243776022016-02-15T12:52:00.000+01:002020-03-29T10:44:43.303+02:00Video recensione di "La Maschera della Morte Rossa" di Edgar Allan PoeOrmai mi ci sono messo di impegno, a pubblicare quasi un post al mese...<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg82gKioFuXiF-sJHyKOgU0yszCYP37vhNVaMr8wDk1GXphj_p5zwghIU-EIyLm5riFc8fFmxy91hYZkn-w5DZ_xvwCecXw_NzP9_xTgieQXFXo5dv4nFemsrw5VJ0PZZtsM_7NdYxjZ7UH/s1600/Poe_morterossa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="231" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg82gKioFuXiF-sJHyKOgU0yszCYP37vhNVaMr8wDk1GXphj_p5zwghIU-EIyLm5riFc8fFmxy91hYZkn-w5DZ_xvwCecXw_NzP9_xTgieQXFXo5dv4nFemsrw5VJ0PZZtsM_7NdYxjZ7UH/s1600/Poe_morterossa.jpg" /></a></div>
<br />
Oggi è la volta del settimo episodio di <em><strong>Un libro in due</strong></em> , la rubrica a due voci ideata insieme a Romina Tamerici (che, come al solito, ne ha già parlato <a href="http://tamerici-romina.blogspot.it/2016/02/la-maschera-della-morte-rossa-di-poe-un-libro-in-due-7.html" target="_blank">sul suo blog</a>), una sorta di <strong>sit-com letteraria</strong> in cui recensiamo, in maniera un po’ diversa da quella a cui magari siete abituati, libri letti da entrambi.<br />
<br />
In questo caso, il libro, per essere precisi il racconto, non l'abbiamo nemmeno letto! Ne abbiamo ascoltato ben due <strong>audio letture</strong>: l'una, integrale, di Ménéstrandise Audiolibri e l'altra, trasposta in forma di <strong>monologo teatrale</strong>, di Giancarlo Giannini. Abbiamo poi letto una <strong>graphic novel</strong> firmata Rocchi-Dell'Olio ed <a href="http://www.kleinerflug.com/prodotto/morterossa/" rel="nofollow" target="_blank">edita da Kleiner Flug</a>, che in qualche modo non si limita a sommare uno strato visuale alle terrificanti atmosfere di Poe, ma utilizza alcuni elementi del racconto originale per costruirci qualcosa di ben diverso nei toni e nella struttura narrativa, nel bene e nel male. La graphic novel era quella che ho mostrato la scorsa volta per le votazioni, per cui mi scuserete se abbiamo sforato un pochino, ma in fondo, se ci seguite, non dovrebbe stupirvi.<br />
<br />
Però, il <strong>vostro parere</strong> ci interessa! Vi sarete accorti che abbiamo iniziato a <em>contenerci</em>, tagliando qua e là per ottenere dei video che forse censurano alcuni dei nostri momenti più simpatici, ma allo stesso tempo dovrebbero risultare molto più dinamici e comprensibili. Insomma, diteci se stiamo percorrendo la strada giusta.<br />
<br />
Infine, chiedo scusa a Italo Calvino. Chi vuole sapere il motivo dovrà guardarsi il video.<br />
<br />
Vi lascio quindi alla nostra video recensione, ricordandovi che è possibile<strong> esprimere un voto</strong> qui, sotto il <a href="https://tamerici-romina.blogspot.com/2016/02/la-maschera-della-morte-rossa-di-poe-un-libro-in-due-7.html" target="_blank">post di Romina</a> o su Youtube, sul libro che vorreste vedere da noi recensito tra due mesi esatti. Ce ne sono di tosti!<br />
<br />
Buona visione!<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/lbfbHrDDJqs/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/lbfbHrDDJqs?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-26054259873835200932016-02-08T17:30:00.000+01:002017-02-21T11:58:41.783+01:00Concorso Transilvania<div align="CENTER">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlC1ZiJmra_gDeva_gpRb7pL062qqLpb5z_ApSWRTXHzvoX4Xo6rQ7kLU-0cqUx6E-4p0SBa6Shn6ny_ahwm4gvBC1hZVko65h7ZXlC_6Clt8AHN8TBFgehC0NHqaiEkv_aFtgXsx-1ugq/s1600/concorso_transilvania_2016.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlC1ZiJmra_gDeva_gpRb7pL062qqLpb5z_ApSWRTXHzvoX4Xo6rQ7kLU-0cqUx6E-4p0SBa6Shn6ny_ahwm4gvBC1hZVko65h7ZXlC_6Clt8AHN8TBFgehC0NHqaiEkv_aFtgXsx-1ugq/s320/concorso_transilvania_2016.jpg" width="320" /></a></div>
<br /></div>
<h3 style="text-align: center;">
Nasce il Concorso Transilvania</h3>
<br />
<div style="text-align: center;">
La Transilvania è un luogo di leggende, castelli e tradizioni. Una terra che ci rimanda subito al Conte Dracula, al Vampirismo e a Vlad Tepes. Lo sanno bene i transilvanici, che ce li propinano immancabilmente in ogni negozio di souvenir, e che ci portano a pensare al paese descritto da Bram Stoker come a un luogo lugubre, tetro e mortifero.<br /><strong>Ma cos'altro avrà da offrirci la Transilvania? Raccontatecelo voi.</strong>Scrivete un racconto che illustri la nascita di un mito, di una tradizione, di un modo di dire, di una favola che abbia a che fare con la Transilvania. Interpretate queste istruzioni nel senso più ampio: potete raccontarci come sia venuto in mente all'amico Vlad di impalare i suoi nemici, oppure il diario di viaggio di un contemporaneo antropologo che intende indagare le usanze locali.</div>
<br />
<br />
<h3 style="text-align: center;">
<strong>Divertitevi e ingannateci.</strong></h3>
<br />
<div style="text-align: center;">
Quello che ci racconterete non dovrà essere vero, e non è detto che debba essere plausibile. Può essere una vicenda ambientata ai giorni nostri, nel remoto passato o nel lontano futuro, nel nostro mondo o in una realtà alternativa.<br />Stupiteci. Questo sì.</div>
<br />
<h3>
Regolamento</h3>
<ol><br />
<li>I racconti devono essere inediti.</li>
<li>Di genere weird, gotico, fantastico, horror, urban-fantasy, steampunk e/o una qualsiasi fusione dei suddetti.</li>
<li>Pervenire in formato .doc o .rtf o .odt entro il 5 Aprile 2016. È tuttavia possibile che la scadenza venga posticipata allo scopo di raccogliere un maggior numero di racconti.</li>
<li>Variare indicativamente da un minimo di 2000 a un massimo di 6000 parole.</li>
<li>Attenersi al tema descritto.</li>
<li>Si può partecipare con un massimo di tre racconti.</li>
</ol>
<br />
<br />
<h3>
Chi giudicherà i racconti?</h3>
<br />
La giuria è composta da un eterogeneo miscuglio di autori, librai e blogger, tutti fissati con la letteratura di genere.<br />
Trattasi di <strong>Luca Tarenzi</strong>, noto nel panorama urban-fantasy italiano per i suoi numerosi romanzi, tra cui la serie <em>Poison Fairies</em> (Acheron Books), <em>Il sentiero di legno e sangue</em> (Asengard), Quando il diavolo ti accarezza e<em> God Breaker </em>(Salani). Nel tempo libero scrive su <a href="http://shamanshut.blogspot.it/" target="_blank">La capanna dello sciamano</a> e si veste da fauno.<br />
<strong>Aislinn</strong>, autrice dei fortunati <em>Angelize</em> e <em>Angelize II – Lucifer</em>, entrambi editi da Fabbri Editore. Nei suoi romanzi gli angeli si massacrano a vicenda, ed ella li omaggia preparando biscotti a forma di ali da offrire agli astanti durante le presentazioni. Su <a href="http://aislinndreams.blogspot.it/" target="_blank">Aislinn Dreams</a> chiacchiera di fantasy, di musica e di scrittura.<br />
<strong>Andrea</strong> e <strong>Giulia</strong>, prodi proprietari della meravigliosa libreria <strong>Miskatonic University</strong> di Reggio Emilia, dedicata esclusivamente al fantastico, all'horror e alla fantascienza – e declinazioni. Curano la rubrica di consigli letterari <strong>Letters from Miskatonic University</strong> sul sito <a href="http://letteraturahorror.it/" rel="nofollow" target="_blank">LetteraturaHorror.it</a>.<br />
<strong>Camilla Pelizzoli</strong>, creatrice del blog <a href="http://bibliomaniarecensioni.blogspot.it/" target="_blank">Bibliomania</a>. Collabora con Il giornale della libreria, parla un sacco ma non morde (forse).<br />
<strong>Irene Daino</strong>, creatrice del blog <a href="http://librangoloacuto.blogspot.it/" target="_blank">LibrAngolo Acuto</a>, è esperta del brutto e delle sciatterie editoriali, ma sa riconoscere una cosa bella quando la vede. Dice.<br />
<strong>Marco Stabile</strong>, creatore dei blog <a href="http://argonautaxeno.blogspot.it/" target="_blank">Argonauta Xeno </a>e Il Pozzo e lo Straniero. Sempre alla ricerca di nuovi approdi nei mari del fantastico, è un discreto lettore e di tanto in tanto si diverte a scrivere storie.<br />
<strong>Erica Casale</strong>, creatrice del blog La <a href="http://laleggivendola.blogspot.it/" target="_blank">Leggivendola</a>, nonché del <strong><a href="http://transilvaniaproject.blogspot.it/" target="_blank">Transilvania Project</a></strong> e di tutto ciò ad esso collegato. Talvolta si incaponisce in sterili polemiche sull'editoria, ma basta lanciarle un libro perché si distragga.<br />
<br />
<h3>
E il premio?</h3>
<br />
Le opere giudicate meritevoli verranno raccolte in un'antologia pubblicata online sul blog <strong>Transilvania Project*</strong>. Tutti coloro che vedranno il proprio racconto pubblicato avranno diritto a una copia cartacea. Gli autori dei tre racconti giudicati migliori vinceranno inoltre un buono di quindici euro da spendere alla libreria <strong>Miskatonic University</strong> di Reggio Emilia.<br />
(Sì, fanno spedizioni.)<br />
<br />
Potete spedire le vostre opere all'indirizzo <a href="mailto:concorsotransilvania@gmail.comail.com">concorsotransilvania@gmail.com</a>, corredate di nome, cognome e informazioni di contatto.<br />
<br />
Nel caso la qualità delle opere pervenute non fosse ritenuta adeguata, la giuria si riserva di annullare il concorso.<br />
<strong>LA PARTECIPAZIONE È ASSOLUTAMENTE GRATUITA.</strong><br />
<br />
<span style="font-size: 10pt;">*E non solo. Ne riparleremo.</span><br />
<br />
<blockquote>
<a href="http://transilvaniaproject.blogspot.it/p/concorso-transilvania.html" target="_blank">Bando originale</a> sul blog Transilvania Project.</blockquote>
Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-20809383722150556152016-01-21T12:00:00.000+01:002016-01-21T12:00:03.372+01:00I trent'anni dell'Argonauta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT7kiPCvs0w69nXA3FoyuQJ5dZnKCsmYQGLY2yNwBUp5293CNOBpCIuYoFszJP_i2JOheke5ZVmjUCE2caV5tH4rBLVfkkOm_WJYpZtC2Ly-MfLro1WTbSARzABbrx4lVRI-dKUwQRNx79/s1600/scottish_road.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT7kiPCvs0w69nXA3FoyuQJ5dZnKCsmYQGLY2yNwBUp5293CNOBpCIuYoFszJP_i2JOheke5ZVmjUCE2caV5tH4rBLVfkkOm_WJYpZtC2Ly-MfLro1WTbSARzABbrx4lVRI-dKUwQRNx79/s400/scottish_road.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
E così, dopo tre mesi di silenzio, torno a scrivere su queste pagine, per di più su un argomento non molto inerente ai miei vecchi* interessi. Il fatto è che è successa una cosa strana, nel fine settimana appena trascorso: ho conosciuto un bambino (non avrà avuto più di 8 anni, chi sa mi corregga se sbaglio) di nome Salomon. Ora, non è che io mi chiami veramente così, dovrei averlo scritto da qualche parte, ma questo è il soprannome che mi ero inventato al momento dell'avvio di questo blog, all'incirca... boh? Ricordo che incominciai a scriverci seriamente nel dicembre 2011 o giù di lì, ma forse già esisteva da un anno, per un totale di tre post pubblicati. Gran risultato. Fatto è che <i>Salomon</i> e l'idea di metterci <i>Xeno</i> da qualche parte, ovviamente nomi impregnati di classicità e anticaglie, veniva da un romanzo che avevo iniziato e lasciato a metà in età liceale o nei primi anni di università. Si tratta di uno dei due progetti storici, quelli di cui parlo tanto ma a cui lavoro pochissimo. La cosa curiosa è che questo progetto, dopo averlo definitivamente accantonato anni fa nella fase di allontanamento dalla fantascienza, come lettore, l'avevo ripreso in mano nel periodo natalizio, nel tentativo di portare avanti un progetto relativo a un corso che sto ancora seguendo; ciance a parte, ci avevo rimesso mano, tagliando senza pietà tutte le parole inutili e ragionando seriamente alla scaletta (questo era il primo compito del progetto)**.<br />
<br />
Fatto sta che non avrei scritto questo post se non fossero successe un miliardo di cose in questi ultimi mesi, che mi hanno cambiato o hanno mostrato a me stesso che <i>io </i>sono cambiato, sono cresciuto, mi sono evoluto; sono un po' meno alla ricerca del mio posto nel mondo e un po' più dei dintorni, dei vicini e delle connessioni. Come a dire, se vogliamo, che mi piace ancora giocare ma ho preso gradualmente coscienza di essere entrato a pieno titolo nel mondo dei <i>grandi</i>.<br />
<br />
Una presa di coscienza sconcertante.<br />
<a name='more'></a><br />
La scorsa settimana ho compiuto trent'anni. Trenta, che fa pure cifra tonda. Ora, non è che io sia un fanatico dei numeri o che voglia a tutti i costi esaltare il compleanno in qualità di rito di passaggio tra la giovinezza e l'età adulta. Non è allo scattare del tal giorno che uno cresce e smette di pensare a se stesso come un ragazzo (ci sono tantissimi ragazzi ...enni in circolazione). Io penso che la soglia psicologica dei trenta esista ma sia in larga parte sopravvalutata. Eppure... eppure, forse un orologio interiore esiste ed è pronto a ricordarti che quelle belle opportunità che hai davanti le puoi tramutare in prospettive di vita e che le scelte che dovrai prendere sono alla tua portata, non serve aspettare. E di decisioni importanti ne ho prese, negli ultimi due anni, più di quanto avrei pensato solo il giorno prima. Non mi sembra vero. Eppure è così che si cresce, non solo grazie gli errori ma anche attraverso i bivi che saprai affrontare nel modo giusto. E tutto questo è straordinario, superato lo sconcerto.<br />
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La metafora del bivio mi è sempre piaciuta, ma spesso le persone si scordano che un bivio è in realtà un trivio non appena ci si ricorda della possibilità di tornare indietro, magari per prendere un'altra strada. Nonostante ci abbia scritto un prologo, in gioventù, sui bivi, non credo che oggi lo rifarei. È materia da post lunghi e inconcludenti, come questo.<br />
<br />
Ho trent'anni, amici miei. E li sento. E non è necessariamente un male. Ho trovato il mio posto nel mondo e non è neanche lontanamente*** simile a ciò che immaginavo per il mio futuro. Fa paura? Sì, ma ho trovato anche moltissima gioia.<br />
<br />
Lascerò da parte la scrittura, forse. Ci ho pensato spesso, ultimamente, man mano che mi rendevo conto delle difficoltà di portare avanti i compiti per il progetto del corso che sto seguendo. Mi sto formando in un campo in cui non mi esercito abbastanza, nonostante abbia il tempo... e gli incentivi. Forse dovrei tornare a scrivere racconti brevi, piccoli brani che riesca a portare a termine. O procedere di poco in poco con i progetti più impegnativi, ma in maniera più metodica e meno alla sperindio, come ho fatto quasi sempre. Ho preso coscienza che leggere belle storie mi piace di più di quanto mi piace scrivere e che anche vivere, questa nuova avventura sulla terraferma, lo preferisco a dare sfogo alle mie fantasticherie.<br />
<br />
Ma soprattutto, ho voglia di tornare a bloggare. Sono stato fin troppo latitante, in questi ultimi mesi, a molti livelli. Il compleanno è stata anche una bella occasione per risentire persone importanti che non sentivo da molto tempo; come l'<i>Argonauta</i>, se quel Salomon Xeno fosse davvero lo stesso del romanzo che avevo iniziato tanti anni fa e in queste settimane ho ripreso in mano.<br />
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Per cui sì, ci sono, sempre alla ricerca di belle storie. La nave <i>Argo</i> prosegue il suo viaggio, qui e su <i><a href="http://ilpozzoelostraniero.it/" target="_blank">Il Pozzo e lo Straniero</a></i>. Ma il blogger, la persona che dietro le quinte crea i contenuti e si finge un altro, è diventato dannatamente vecchio e saggio.<i> A sadder and a wiser man</i>, come direbbe il buon Coleridge... ma in quella tristezza c'è anche la mia storia, che poi tanto triste non è****.<br />
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Grazie a tutti voi, quindi, e alla prossima storia!<br />
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Nell'accezione di "cari", non li ho persi per strada.<br />
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Mai lavorato prima a una scaletta, è sorprendente rendersi conto di quanto poco siano chiare le idee che hai in testa, le stesse che ti sono parse geniali quanto ti sei messo a scrivere.<br />
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Ok, magari lontanamente sì...<br />
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Altrimenti quanto detto sopra non ha senso e questo post perde quel poco di coerenza che dovrebbe avere per convincermi a premere "Pubblica".<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com30tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-74274888066920934172015-10-30T11:42:00.000+01:002015-10-30T11:42:42.017+01:00L'Argonauta va al Lucca Comics 2015Fine ottobre. Tempo di morti, streghe e santi. Tempo di fumetti e giochi, al Lucca Comics & Games, fiera che ogni anno riempie la bellissima cittadina medievale di schiamazzi e colori. Riempie? La invade, piuttosto! E come gli scorsi anni, da affezionato frequentatore, sarò uno dei molti invasori, insieme a Romina Tamerici (che ne ha parlato <a href="http://tamerici-romina.blogspot.it/2015/10/come-affrontare-la-fase-dei-perche-dei-bambini-monologo-cabaret-radio-crochet-scighera.html" target="_blank">qui</a>) e speranzoso di incontrare altri amici.<br />
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Qualcuno di voi ci sarà?<br />
Come al solito, sarei contento di incontrare chiunque volesse palesarsi. I limiti sono i soliti: limitato accesso a internet e cellulare che salta ogni due per tre. Se però voleste contattarmi, faremo il possibile!<br />
Per quanto mi riguarda, sarò lì sabato e domenica, anche se il sabato sarà parzialmente occupato da un paio di educational, quello di Aislinn e Luca Tarenzi sulla questione di genere nel fantasy e quello di Sapkowski su... be', è Sapkowski e tanto mi basta! Domenica invece sarò più libero ma relativamente, perché sarò conteso da due possenti forze: il desiderio di acquistare e il freno del risparmio.<br />
Vedremo poi cosa ne sarà.<br />
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A chi ci andrà ma non riuscirò a incontrare, auguro preventivamente una buona Lucca*!<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQN-YL880eZ7ms_J0P-YFcIgQ7zc6xmCKkAAKPZJimvosfnNYDohiTDvRNpUF_oSBd3mQhYYF0umW7LW-WSuJln35qGI0L26MU4tlz9WlexEN7mGpgj1jd5WoD91DV-BN0p1o-lY2k_pHJ/s1600/lucca_2014.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQN-YL880eZ7ms_J0P-YFcIgQ7zc6xmCKkAAKPZJimvosfnNYDohiTDvRNpUF_oSBd3mQhYYF0umW7LW-WSuJln35qGI0L26MU4tlz9WlexEN7mGpgj1jd5WoD91DV-BN0p1o-lY2k_pHJ/s320/lucca_2014.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Siamo davvero pronti a ciò?</td></tr>
</tbody></table>
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-82667887547308194292015-10-22T16:37:00.000+02:002015-10-22T16:37:12.733+02:00Una nuova video recensione "fumettosa"Già, l'abbiamo rifatto. Una settimana fa, a dire il vero, ma la convinzione di uscire con un altro post, nel frattempo, era così ferma che ho ritardato fino a oggi il reblog dal <a href="http://ilpozzoelostraniero.it/2015/10/un-libro-in-due-5-enrique-fernandez/" target="_blank">Pozzo </a>della nuova <b>video recension</b>e curata da me e <a href="http://tamerici-romina.blogspot.it/2015/10/i-racconti-dellera-del-cobra-di-enrique-fernandez-un-libro-in-due-5.html" target="_blank">Romina Tamerici</a>.<br />
Ebbene, eccolo qui.<br />
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<i>I racconti dell'era del Cobra</i> di Enrique Fernández, edito da Tunué, non è un capolavoro o un caposaldo della storia della letteratura, ma una <b>lettura leggera</b> su cui almeno uno dei recensori ha una buona opinione. Vi devo proprio dire chi? Anzi, a parer mio è anche originale nel modo in cui l'intreccio, da Mille e una Notte, si risolve con un exploit a dir poco... <i>teatrale</i>! Questi racconti affrontano un argomento difficile (come <b>potere e arte</b> influenzino l'uomo e la società) in modo assai gradevole, grazie a un paio di personaggi davvero memorabili, per cui io lo promuovo (Romina no).<br />
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... e non perdetevi il nostro <b>gatto</b>, Conan, che anche qui fa capolino, come una star!<br />
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Buona visione.<br />
(Comunque siamo alla quinta puntata!)<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/7taSGiNxQY4/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/7taSGiNxQY4?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8900748132744586626.post-79348018496060521322015-09-21T09:30:00.000+02:002015-09-23T12:23:16.081+02:00Il Cavaliere lucente, un mini-raccontoChiamarlo racconto è forse eccessivo, ma rientra nelle 300 parole limite. Ha infatti partecipato al concorso di compleanno del blog <a href="http://tamerici-romina.blogspot.it/2015/09/tre-finalisti-concorso-quarto-anno-blog.html" target="_blank">Romina Tamerici</a>, senza piazzarsi negli agognati (!) primi posti. L'idea nasce da una bozza seminascosta, <i>shiny</i>, che ho rielaborato in maniera piuttosto frettolosa in chiave fiabesca. Mi sembra che il tenore generale ricordi un racconto natalizio apparso qualche anno fa sul blog, ma questo è comprensibilmente più da fine estate.<br />
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Vi lascio con l'invito a controllare sul blog di Romina quando usciranno i tre video, perché io stesso ero rimasto piacevolmente stupito <a href="http://tamerici-romina.blogspot.it/2014/10/tre-finalisti-giveaway-terzo-anno-video-da-votare.html" target="_blank">ascoltando la sua lettura</a> del mio <i>Regina della notte</i>.<br />
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<h3>
Il Cavaliere lucente</h3>
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Molto tempo fa, in una lontana provincia viveva un Cavaliere lucente. Tutti i sudditi lo ammiravano. Il Re, un giorno, decise di dargli in sposa l'unica figlia. La sola persona a rattristarsi fu proprio la Principessa, che a chiunque glielo domandasse rispondeva che non ne voleva sapere nulla di un uomo la cui unica qualità fosse la lucentezza. Non potendo sopportare quel visino triste, il Re invitò il Cavaliere nella capitale.<br />
Tuttavia egli non rispose alla convocazione.<br />
Fra il popolino dilagò lo sconforto. Il Re, abituato a essere obbedito, si addolorò molto per non poter dare ai sudditi ciò che chiedevano. Aspettò qualche stagione e al termine della stagione della caccia gli mandò un nuovo invito.<br />
Ma il Cavaliere non si mosse dal suo castello.<br />
Il Re, infuriato, decise quindi di muovere guerra al proprio vassallo; chiamò a sé i sudditi più valorosi e armò un grande esercito, che mise in marcia verso quella lontana provincia. La sua tenera figlia, il cui cuore soffriva ogni giorno di più, era alla finestra mentre si allontanava, e pianse.<br />
Si racconta che dalle lacrime di un'anima infranta siano nati i fiumi del Regno. È per questo che un menestrello quale io sono esita a bere dal comune boccale, tanto quanto io esiti a raccontare l'epilogo della storia.<br />
Da quel giorno la Principessa visse in una torre angusta, bevendo solo l'acqua più pura e pregando ogni giorno per il ritorno del suo augusto padre. Ogni tanto udiva nuove dalla guerra ma nulla che la rallegrasse.<br />
Alla fine il Re fece ritorno. Era nero in viso e nel cuore; in un carro aveva riposto l'armatura splendente, che si trascinava in casa come una maledizione.<br />
“Ora sarà qui, la sola luce del Regno,” disse.<br />
Non ci fu più allegria, nel Castello. Solo ricordi.<br />
<br />Argonauta Xenohttp://www.blogger.com/profile/05841979248352968701noreply@blogger.com2