Mi è capitato spesso di leggere racconti o romanzi con una forte presenza onirica, che a volte caratterizzava così fortemente l'ambiente in cui si muovevano i personaggi da renderli indistinguibili da esso. Storie sognate, sognanti o anche solo ispirate ai sogni dei propri autori non sono poi così rare o innovative, anche al di fuori dell'alveo del fantastico. Persino io ci ho provato. Il fatto curioso è che nel giro di pochi mesi ne ho pescate, dalla mia proverbiale coda di lettura, almeno un paio di quelle buone. Ho deciso pertanto di farne un post, come ai vecchi tempi, anche solo per tenermi in esercizio.
Tutto iniziò nel 2015, Con l'uscita di Dimenticami trovami sognami, o anche amichevolmente DTS, di Andrea Viscusi per i tipi di Zona42. Ve lo consiglio, perché mi è piaciuto molto e credo che abbia una buona probabilità di piacere anche a chi non legge abitualmente fantascienza o addirittura la detesta. Al di là di questo, c'è una bella idea dietro, che lascio al lettore il piacere di scoprire (oppure potete sbirciare nella recensione di Romina). Quello che mi interessa, qui, è che Viscusi utilizza il linguaggio delle emozioni, piuttosto che le esplosioni e le folgori tipiche della fantascienza facile del grande schermo, per cui proprio i personaggi, i loro desideri e le loro ombre, sono al centro di questo ottimo esempio di narrativa di speculazione.
Questi personaggi sognano, ovviamente. All'inizio il protagonista, Dorian Berti, è reduce da una missione come onironauta per l'ESA. Successivamente il discorso si amplia, poiché via via che la narrazione procede il sogno acquisisce un ruolo sempre più rilevante, e tutt'altro che personale: nonostante i risvolti più intimi, esso si rivela un potente strumento conoscitivo della struttura stessa della realtà. Il romanzo è suddiviso in tre parti. Nella prima, Dorian ritorna dalla sua missione decennale per fare i conti con il presente, che è anche il suo futuro. Nelle due parti successive entra in scena il dottor Novembre, uno psicologo che potrebbe aiutarlo a trovare la chiave per interpretare i suoi sogni, anche quelli più misteriosi che si è portato con sé dalla missione, e a comprendere i fenomeni che si stanno verificando nella sua nuova vita, che sembrano strettamente connessi ai primi. C'è molto altro, ma qui mi fermo. Se vi ho incuriosito, insomma, leggetelo.
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martedì 23 gennaio 2018
mercoledì 10 settembre 2014
Tre case stregate
Una delle ragioni che hanno causato una riduzione del mio impegno sul blog è certamente il mio essere diventato recentemente un topolino di città, per di più autonomo. Inutile dire che la mia vita ha subito un brusco scossone, sia con punte di divertimento, curiosità e scoperta, sia con una maggiore stanchezza dovuta alle piccole incombenze quotidiane. C'è stato anche il momento in cui tra me e l'abitazione si è instaurato un legame di sangue - poco più di un taglietto, a dire il vero. Questo avvenimento, unitamente a uno spettacolo teatrale ispirato a tre racconti del buon Poe, mi ha suggerito questo post*.
Il primo posto se lo aggiudicano gli Usher, grazie a due ottime storie: Il crollo della dimora degli Usher (The fall of the house of Usher) di Edgar Allan Poe e un capitolo di Cronache Marziane di Ray Bradbury. Ho assistito a una lettura scenica del racconto di Poe, molto suggestiva e ottimamente musicata. La seconda è costruita come imitazione dell'originale, su Marte poiché i terrestri si dedicavano a bruciare libri di narrativa - tema caro a Bradbury. La casa degli Usher è antica, riccamente arredata, decadente, circondata da miasmi lacustri, impregnata di un odore dolciastro e percorsa dalle note delicate del proprietario. L'ultimo erede degli Usher è a sua volta contaminato, poiché la casa e i suoi dintorni, tutto il peso della decadenza e del marciume, fino a condurlo verso una tragica conseguenza.
lunedì 28 ottobre 2013
Bride of the Swamp God - Davide Mana
Un po' intimorito dalla chiave di ricerca "libri significativi", repentinamente apparsa nelle statistiche di blogger, continuo imperterrito nella segnalazione di ebook autoprodotti. Potete stare tranquilli: prima o poi la smetterò e riprenderò quei post che avevo anticipato.
Solo che, ecco, rompere un po' le regole è un buon modo di festeggiare le 49999 visite di questo blog (al momento in cui apro l'editor)!
Cosa ci fanno un soldato romano, una principessa egiziana e i seguaci di un antico culto, di notte, nei pressi di un tempio in rovina? Sono le premesse di questa novelette ambientata nel Delta del Nilo, all'incirca nel III secolo dopo Cristo. Sesto Cornelio Aculeo è un centurione della legione Traiana, di stanza ad Alessandria. Il suo coinvolgimento negli eventi è fortuito, perché egli vuole solo rintracciare alcuni suoi sottoposti per evitare loro un processo per diserzione. La presenza di Amunet, una donna seducente e iniziata alla magia, è invece finalizzata al risveglio di un Dio dimenticato, il cui nome è Isfet, che forse è bene che lo rimanga.
Bride of the Swamp God è un solido racconto sword & sorcery. Nato dalla contaminazione del mondo egizio di età romana, già antico e pieno di misteri, con l'orrore lovecraftiano, riesce principalmente grazie ai protagonisti. Si intravede infatti in Aculeo e Amunet la potenzialità di diventare una di quelle classiche coppie discordi per carattere e obiettivi, ma tenute insieme da una alchimia che funziona, come ci ha insegnato il cinema d'avventura. La narrazione è orientata all'azione, piuttosto che al mistero, così non aspettatevi di essere trascinati in un abisso lovecraftiano pieno di angoli impossibili e colori venuti da chissà dove.
Il tempio di Isfet è concreto, così come le minacce che i nostri eroi affronteranno.
Mi sono divertito moltissimo a leggere questa novelette. Un po' per il fascino delle culture antiche, che sul sottoscritto ha facile presa, un po' per l'efficacia della trama che, per quanto piuttosto prevedibile, tra un colpo di scena e l'altro non perde mai il ritmo.
Unico vero difetto, per chi non legge in inglese non esiste (credo) una versione italiana.
L'ebook lo trovate sul solito Kindle store a prezzo tutt'altro che inarrivabile e senza DRM.
Il tempio di Isfet è concreto, così come le minacce che i nostri eroi affronteranno.
Mi sono divertito moltissimo a leggere questa novelette. Un po' per il fascino delle culture antiche, che sul sottoscritto ha facile presa, un po' per l'efficacia della trama che, per quanto piuttosto prevedibile, tra un colpo di scena e l'altro non perde mai il ritmo.
Unico vero difetto, per chi non legge in inglese non esiste (credo) una versione italiana.
L'ebook lo trovate sul solito Kindle store a prezzo tutt'altro che inarrivabile e senza DRM.
venerdì 15 marzo 2013
Vite parallele #1: Il racconto artistico
Prima di cominciare, vorrei spendere due parole sul significato di questa rubrica.
Le Vite Parallele di Plutarco è un'opera storica che contiene le biografie di alcuni importanti uomini del passato. Plutarco sceglie di abbinare la vita di un uomo di epoca romana a un uomo dell'antichità, con cui si possa ravvisare una somiglianza. Abbiamo così i condottieri Alessandro e Cesare, gli oratori Demostene e Cicerone, e così via. Con la scelta di questo titolo voglio omaggiare, da bravo nano, un'idea felice e provare a tracciare un parallelo fra opere che ritengo abbiamo punti in comune.
Nel 1936, in Spagna si preparava il colpo di stato e la conseguente guerra civile. Jonás Arquero si reca al villaggio di Cadaqués, in Catalogna, per fare da segretario al pittore surrealista Salvador Deseo - che altri non è che Salvador Dalí. Fin da subito i locali si mostrano ostili nei confronti dell'artista e incitano il giovane Arquero a lasciare subito l'impiego. Lo stile di vita eccentrico di quest'ultimo sembra terrorizzarli, o forse c'è di più. Arquero tuttavia inizia il lavoro, conoscendo il pittore e la compagna Galatea, nonché alcuni ospiti tedeschi. Conosce anche la figlia del locandiere, ma l'ostilità del padre rende quasi impossibile rivolgerle la parola. All'inizio, il giovane non nutre dubbi che quella dei paesani sia solo superstizione, ma pian piano si trova egli stesso vittima di suggestioni e sogni a occhi aperti. Deseo è noto per cercare le sue visioni senza l'uso di sostanze allucinogene, come altri colleghi, ma tramite metodi alternativi, per esempio strofinandosi gli occhi per ore al buio. Così, quando Arquero si rende conto di essere invischiato nel mondo onirico del pittore, decide di fuggire con la sua nuova amica, ma scoprirà che dietro la paura dei paesani si cela l'orrore stesso di cui Deseo è artefice e da cui la sua arte trae ispirazione.
Il gioco lugubre è un fumetto di circa 50 pagine dello spagnolo Paco Roca. Per non tediarvi, rimando alla presentazione del solito Nick, che ne propone anche un'intervista.
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