lunedì 31 dicembre 2012

Trailer per il 2013

Niente buoni propositi, per quest'anno. Non sul blog. Ci si augura la pace nel mondo, qualche passo si è fatto, lo sbarco degli alieni, anche sotto forma di onda elettromagnetica, e tante altre belle cose. Perché di brutte ne sono successe. La morte di alcuni grandi scrittori, la recentissima dipartita di una grande scienziata, che a 103 anni era impegnata nel rendere migliore il nostro paese.

La salutiamo così.

Non ho mai ceduto alla tentazione di adottare muse per il blog (o per la vita di tutti i giorni, beninteso). Rita Levi-Montalcini era probabilmente la musa per la scienza, almeno in ambito biologico e biotecnologico. A 103 anni era ancora sulla cresta dell'onda, prestando il proprio prestigio a giovani ricercatori. Qualche tempo fa venne a tenere una lectio magistralis nel mio ateneo. Una grande testimonianza di umanità - uno sguardo all'età e un altro al nome può suggerire cosa subì prima di attraversare l'Atlantico. Una ridicola contestazione, perché, si sa, i senatori a vita danno fastidio a molti.
Insomma, ciao Rita.

Parlando di noi, dove farà scalo l'Argo nel 2013?
Ancora non lo so. Ripartirà la programmazione, ma non prometto di seguirla pedissequamente. La vita è troppo bella e varia per lasciarsi ingabbiare. Proporrò gli stessi post, ma ridurrò i meme - ultimamente ho un po' ecceduto - e probabilmente non tradurrò nulla. È stato un bell'esperimento e ho imparato molto, ma se proseguirò lo farò come esercizio personale. Proporrò invece altri racconti: i due di Kassir, come da me promesso, e poi vedremo. I racconti pubblicati quest'anno sono stati sperimentali (ok, questo era del 2011, passatemela) o estemporanei. Vediamo se con Kassir riuscirò a proporre qualcosa di più personale.

venerdì 28 dicembre 2012

Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato

Non volevo scrivere questo commento, perché Lo Hobbit è uno di quei libri che hanno segnato la storia, se non dell'umanità, della letteratura. Molte persone lo hanno letto da giovani, altri l'hanno scoperto in età avanzata. Vero è che questo romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1937*, è sbarcato in Italia nel 1973 ed è semplicemente troppo noto e importante per sottostare alle consuete limitazioni a cui un buon (?) recensore dovrebbe attenersi.
Siete stati avvertiti.
In ogni caso, non parleremo del libro. E non sarà neanche una recensione, a voler fare i pignoli, ma una serie di impressioni messe giù un po' alla rinfusa.

I nani! (Thorin al centro.)
Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, va detto subito, non è semplicemente la trasposizione cinematografica del libro. È piuttosto un prequel de Il Signore degli Anelli dello stesso Peter Jackson. Lo si nota da come la storia sia stata integrata da citazioni, ammiccamenti e frammenti presi dalle temute Appendici del capolavoro di Tolkien. Questo è palese fin dai primi momenti, in cui incontriamo un Bilbo già anziano e il caro, vecchio Frodo, subito prima dell'arrivo di Gandalf per la festa di compleanno che apre le danze a La Compagnia dell'Anello.
Inizio sottotono, o almeno così mi è parso. Si nota fin da subito un certo stiracchiamento, che verrà meno solo quando sarà sostituito da altri riempitivi, come alcuni combattimenti. (Ce ne sono di epici, come quello contro i tre troll.) Resta comunque il fatto che, finché la telecamera non si sposta da Hobbiton, il film è molto fedele al libro. E proprio nella caverna di Bilbo c'è una delle scene più suggestive dell'intera - se si può dire - esalogia:

martedì 25 dicembre 2012

Si spengono i fuochi - Un racconto di Natale

Gli scrittori regalano racconti. Non lo dico io, lo dice l'ultimo premio Urania (qui, per esempio) e io condivido appieno. Non solo, anche altri blogger condividono racconti natalizi. Così, pur non essendo uno scrittore - se non nell'accezione di "colui che scrive", ma a questo punto lo è anche chi compila una constatazione amichevole - voglio provare a regalare un racconto a tema natalizio. Non è la prima volta che ci provo e anche stavolta sarà una variazione sul tema con un pizzico di ironia.
E senza rime azzardate.
Buona lettura.

Palazzo d'Inverno a San Pietroburgo. Foto di Marika.

Si spengono i fuochi

"[...] e  bianco il velo sul mondo[...]"

1.

Il freddo aveva ormai raggiunto il centro della sala grande, nel cuore del palazzo. Dalle vetrate la Principessa contemplare i fiocchi, che cadevano ormai su tutto il reame. «Tutto è perduto» mormorò, stringendo il mantello intorno all'esile corpo. Il suo stesso cuore, un tempo ricolmo di sentimento, si era quasi del tutto fermato.
Qualcuno, nella sala, si schiarì la voce. Tutti i servitori erano da tempo fuggiti; si trattava di un cadetto assegnato all'ultima linea di difesa. Non rammentava i suoi tratti, ma la guerra aveva reso i suoi sudditi tutti uguali: sporchi, stanchi, gli occhi irrequieti di chi teme la morte dietro ogni angolo. La Principessa si allontanò dalla finestra e avanzò verso il centro della sala.

lunedì 24 dicembre 2012

Natale is coming #2

Solitamente propongo immagini che sono di dominio pubblico, oppure opera di artisti emergenti. Deviantart è una fonte illimitata di prelibatezze grafiche, anche se non tutti, ahimè, rilasciano le loro opere con licenza creative commons - io, talvolta, mi prendo una piccola licenza.
In questo caso si tratta di un artista che lavora per la Lucasfilm, e quindi la maggior parte del suo lavoro è ultrasegreto. Ciononostante, ha di recente aperto un tumblr per i suoi sketch. Il suo nome è Micah Sibert e, come me, è appassionato della saga di George R. R. Martin, o forse solo della serie TV.
In ogni caso, ha talento.


sabato 22 dicembre 2012

Sulle festività, i meme e gli antichi Maya

Immagine di Easton Lambert
C'è una costante in periodo di festività, sul posto di lavoro (i fortunati ad averlo). L'atmosfera da venerdì prefestivo, inframezzata da saluti e auguri, e perfino brindisi e morsi di panettone o affini. Ecco, per il blog succederà qualcosa di simile. Demerito mio non essere riuscito a finire la recensione ancora pendente, chiuderò il 2012 con alcuni post più o meno d'obbligo che mi aiuteranno a superare queste amate/odiate festività.

Dato che siamo in tema, come avete festeggiato la fine del mondo? Io onorerò la mia dipartita rispondendo al meme Goodbye cruel world che mi ha girato Lady Simmons.
Che comporta, come da tradizione, un sacco di domande. Dato che lo scenario è l'apocalisse, il tempo stringe e anche io sarò piuttosto laconico.

1) Con chi trascorrereste il “lieto evento”?
Da solo.

2) Dove lo trascorrereste?
Qui. O là, a seconda dell'ora.

3) C’è qualcuno di cui vi vorreste vendicare per qualche torto subito?
Non penso che abbia importanza, al capolinea.

4) C’è una persona che vorreste rivedere prima dei titoli di coda?
Sì.

5) Avendo per assurdo la possibilità di scegliere, vi piacerebbe sopravvivere in un mondo post-apocalittico?
Sì. Morirei dopo tre secondi, ma mi piacerebbe provare.

6) Una soddisfazione, l’ultima, da togliervi in queste ore.
Non saprei decidermi.

7) In previsione di un ipotetico aldilà, vi aspetta il calduccio dell’inferno o la quiete del paradiso?
Non faccio previsioni a riguardo.

8) Un oggetto, uno soltanto da mettere in una capsula del tempo, e che verrà ritrovato da coloro che un giorno, ma migliaia di anni, ricostruiranno la civiltà.
Un mappamondo.

9) Un’ultima dichiarazione prima di salutarci.
Nulla di epico, nell'imbarazzo prenderei in prestito qualche citazione, o starei semplicemente zitto.

martedì 18 dicembre 2012

I natali del pastore Kassir

Post sul filo del narcisismo* - ye be warned!

Il racconto pubblicato sabato era un esperimento.
È andata più o meno così.
Qualche tempo fa, mentre ragionavo sulla possibilità di scrivere alcune storie ambientate nel mio mondo fantasy, iniziai a scrivere una storia un po' diversa dalle (mie) solite. Il genio nella lampada magica, se vogliamo, raccontato a modo mio. Iniziai a scrivere questa vicenda e la portai a termine, evento da non sottovalutare. Il risultato era sufficientemente distante dall'idea originale da farmi comprendere che non potevo scrivere un racconto da "Mille e una notte", se non altro perché non avendo letto le novelle arabe non potevo neanche fare sfoggio di chissà quale abilità mimetica.
C'era però qualcos'altro che bolliva in pentola.

Immagine di Karbo.
Nella mia ambientazione fantasy ho previsto un popolo esotico, per la verità ispirato all'antica Persia più che all'Arabia. Quale che sia, questo popolo entra (marginalmente) nel romanzo-che-sarà, ma proprio per questo è meglio che i pochi dettagli che emergeranno poggino su una base solida. Una collocazione geografica, un minimo di storia*... e una mitologia.
Qualcosa che facesse parte di una tradizione popolare.
Qualcosa tipo un eroe.
Oddio, forse eroe non è proprio la parola giusta!

sabato 15 dicembre 2012

Incontro fra due viandanti. Un racconto.

In questi giorni ho avuto poco tempo da dedicare ai nuovi post.
Per passare il tempo, così, un piccolo assaggio.


Alla ricerca della ricchezza

Quando la carovana raggiunse l'oasi, qualcuno li aspettava.
Un uomo, azzimato e ansante, si avvicinò e disse: «Salute a te, straniero. Vengo da una terra lontana, e ho intrapreso questo lungo viaggio per arricchirmi. Sono un mercante. Poiché non vedo altro che deserto in ogni direzione, puoi indicarmi un mercato dove vendere le mie sete e le spezie?»
Lo straniero, di parecchie lune più giovane, si alzò e rispose: «Salute a te, mercante. Sono un pastore. Vengo da quelle colline laggiù, anch'io sono in viaggio per arricchirmi. Proseguendo verso l'alba,troverete una terra rigogliosa, attraversata da un fiume, e una città i cui abitanti sono ricchi ma sempre bisognosi di mercanzie.»
«Non capisco, pastore» disse il mercante, stupito dalla risata del giovane. «Perché ti allontani da una terra così piena di opportunità, dopo aver lottato, come tu dici, su quelle aspre colline? Provo pietà per te, che manchi d'astuzia e non sai riconoscere la ricchezza.»
Il mercante concluse con uno sbuffo, la piuma ondeggiò sul suo copricapo.
«Io, invece, ti invidio» disse il pastore, con leggerezza. «Prima di raggiungere la città dovrai attraversare il deserto di Roq, e lì i predoni ti libereranno dal tuo fardello. Se ci incontreremo di nuovo sarai di certo più povero, ma anche più astuto. Addio!»
Pronunciate queste parole, il pastore si avviò verso il tramonto.
Il mercante si guardò intorno, spaventato. Era convinto di scorgere feroci predoni dietro ogni duna. Una volta tornato alla carovana, fece cenno ai carri di invertire la marcia.

martedì 11 dicembre 2012

Due minuti a Mezzanotte - fine dei giochi

Ne hanno già parlato altri.
Il progetto di scrittura Due minuti a Mezzanotte è giunto all'ultimo capitolo. Fine dei giochi. Trentatré firme si sono prestate a questo gioco letterario, una round robin che, pur con tutti i suoi difetti, ho trovato divertente sia come autore che come lettore. E appassionante, soprattutto verso la fine dove c'è stata maggiore concertazione fra i partecipanti.
Di momenti epici ce ne sono stati, anche per chi, come me, non è appassionato di supereroi.

A parte PK, naturalmente
Insomma, non so se consigliarne la lettura a chi non ci ha mai messo piede. Avrebbe bisogno di una bella risistemata... ma forse è bello anche così, ciascun capitolo con il suo stile e la sua anima.
Due minuti a Mezzanotte non è un romanzo. È (stata) un'esperienza.
Senza contare tutti gli spin-off che sono nati intorno all'idea originale, e che continueranno a nascere. Già si parla di seconda stagione - restiamo a guardare! Per ora si può dire che in questi otto mesi si è creata una comunità attiva e partecipe, cosa da non sottovalutare.
In ultimo, voglio ringraziare Alessandro Girola, che ha dato il via all'ambaradan, creando l'ambientazione e organizzando il tutto, e tutti coloro che vi hanno partecipato, sia come scribacchini o anche solo nei commenti.

Concludo, con parole vagamente fuori luogo:

"See you, space cowboy..."

(NdA: Questo post è programmato a due minuti dalla mezzanotte.)

domenica 9 dicembre 2012

Natale is coming...

... E la cara Leggivendola ha deciso di tirarmi un meme. Ce n'era prima un altro, ma posticipandolo posso parlare anche di un piccolo regalo che mi sono fatto, al Salone del Libro usato.
Dieci libri, costati pochissimo (a parte quelli nuovi).
Cominciamo?

Due numeri della Fantacollana Nord: l'11, Il castello d'acciaio di L. Sprague de Camp e Fletcher Pratt, e il 66, Il re pescatore di Tim Powers. Entrambi divisibili per 11, sarà un caso?
Un Cosmo Oro non può mancare, e così abbiamo L'undicesimo comandamento di Lester del Rey.
Poi Contact, di Carl Sagan. Ho visto il film, ma voci di corridoio parlano di "tutt'altra cosa".
Due libri di Stephen R. Donaldson, il primo e il terzo della prima trilogia di Covenant. Ok, sul secondo ci sto lavorando, ma tanto dubito che lo leggerò a breve.
La città Morta di Samuel R. Delany, autore che quando viene citato sento di dover conoscere. Probabilmente ho letto qualche racconto, ma non ci metto la mano sul fuoco.
I non conformisti, consigliatomi dalla Bibliomane, anche noto come Revolutionary Road, di Richard Yates.
Due libri delle Edizioni della Vigna: Strani nuovi mondi 2012, una tradizione, e Galassie di Barry Malzberg, autore a me ignoto e libro che mi risulta qui da noi inedito.
Ora devo solo trovare dove metterli.
Pare mi sia anche preso un principio di raffreddore.

Ma veniamo al meme di cui sopra.
Ci sono ben dieci domande!

martedì 4 dicembre 2012

Nativi digitali #1 - Il Crocevia del mondo, Il perdono a dio

Pur volendo parlare di ebook, ho sempre evitato di distinguere tra formato cartaceo e digitale. Così farò anche in futuro, a meno che non vi sia una marcata distinzione tra i due. È per questo che ho deciso di aprire una piccola rubrica aperiodica, in cui parlerò di libri che esistono solo (o quasi) in formato digitale. Si tratterà principalmente di autoproduzioni o di editoria nativa digitale, ma non solo.
Brevi segnalazioni, ma tutte meritevoli al di là delle mie goffe parole.

Cominciamo da uno dei primi ebook autoprodotti che ho letto e uno degli ultimi, un saggio storico e una novella fantascientifica.


Il Crocevia del Mondo, versione 2.0 di Davide Mana

"Una raccolta di fatti e fattoidi storici relativi a quell’ampio settore di terre selvagge (e non così selvagge) fra Europa ed Asia, a cavallo fra 19° e 20° secolo.
Avventurieri, spie, baroni omicidi, mandarini pazzi, eserciti e bande di predoni, dame della buona società, falsi monaci, industriali avventurosi e giovani plutocrati di belle speranze, ninja, dinosauri, divinità asiatiche, dischi volanti e varie amenità.
Un totale di circa 20.000 parole, una settantina di pagine, tutte seriamente documentate.
Perché la storia è tutto fuorché noiosa."

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