La scuola dei disoccupati è libro che non può piacere a tutti. Parla di un argomento, la disoccupazione, che è comprensibile solo a chi ci è stato esposto, in prima persona o tramite conoscenti, e lo fa con uno stile che non mi sarei aspettato con un tema che si presta a grandi tragedie umane.
Ma veniamo al libro.
Ma veniamo al libro.
La scuola a cui ci si riferisce nel titolo si chiama SPHERICON ed è uno dei centri per la formazione dei disoccupati in collaborazione con l'Agenzia Federale per il Lavoro. Siamo nella Germania del 2016, con 10 milioni di disoccupati. Il libro è stato pubblicato nel 2006, quindi potremmo dire che è una storia distopica. I prodromi della crisi forse si intravedevano già allora, forse, ma sappiamo che oggi la Germania continua a essere la locomotiva d'Europa (questo appellativo, tra l'altro, fa molto '800). Nel libro non è così: ci sono 10 milioni di problemi e il governo federale ha tutto l'interesse a rimettere l'economia in carreggiata. È stato da qualche tempo introdotto un nuovo tipo di statistica, dove non si tratta più di percentuali ma di oscillazioni fisiologiche e flussi - non ricordo bene la parola esatta, ma il concetto è più o meno quello - e sono state create delle scuole dove si colmano le lacune degli aspiranti lavoratori. Solo che queste non sono, come si potrebbe pensare, scuole professionali. L'unica professione che insegnano è proprio quella del cercatore di un posto di lavoro, perché anche questo, come viene ribadito più volte, è un lavoro.