Una notizia che ha fatto discutere in questi giorni è l'ingresso nella rosa dei 12 contendenti del premio Strega 2014 di unastoria di Gipi, graphic novel edita dalla Coconino Press. Prima ancora si parlava della sua stessa ammissibilità. Fermo restando che non ho mai seguito il premio Strega, salvo forse quella volta che mi regalarono un libro vincitore, sono ben consapevole che il rischio di entrare nel giro di polemiche in stile Sanremo è elevato e quindi mi terrò il più possibile al di qua della linea rossa dello snobismo culturale.
E quindi: cos'è un fumetto?
A prima vista si adocchiano due componenti: parole e immagini. Questa distinzione è grossolana, poiché esistono graphic novel di sole immagini, come L'Approdo di Shaun Tan, che ha più aspetti in comune con le raffigurazioni pittoriche della via crucis che con un romanzo. Parole e immagini, ma anche due ruoli, quello dello sceneggiatore e del disegnatore, che possono essere rivestiti da una, due o più persone.
Chi liquida la questione dell'ammissibilità sostenendo che unastoria non è scritta in versi dovrebbe riflettere sulla possibilità di disegnare in versi.
La sceneggiatura è una bestia ben difficile. Deve seguire due flussi: quello del testo (dialoghi, didascalie) e quello delle immagini. Deve curare le transizioni da una scena all'altra: se un capitolo di un romanzo può finire a tre righe dalla fine della pagina, non si possono invece sottrarre o aggiungere vignette a cuor leggero. C'è un "tempo stimato" di permanenza dell'attenzione su ogni vignetta, e questo può variare se essa è muta o, al contrario, occupata da una didascalia interminabile. Da questo punto di vista il fumetto si pone a metà fra la narrativa scritta, che lascia totale libertà alla mente di rallentare o di accelerare, e il cinema, che vincola lo scorrimento del tempo a quello fissato su pellicola.
Quello che voglio dire è che il fumetto è una forma espressiva diversa dalle altre e con una sua dignità. Avvicinarlo a opere con cui ha poco a che fare mi sembra una forzatura non necessaria. Sarebbe come presentarlo a un festival del cinema, sfruttando un'ipotetico baco nel regolamento che consenta opere di animazione mute, composte da una successione di immagini statiche. Ora, non so quanto questo esempio regga, ma credo che sia preferibile che ogni medium concorra a un premio specifico, o che almeno esista una categoria specifica.
Non voglio negare il valore artistico dell'opera di Gipi, e senza dubbio auguro ogni bene alla Coconino Press, ma non penso che l'ammissione nella rosa dei finalisti allo Strega sia una scelta corretta. Se il problema è che non esistono premi autorevoli per il fumetto italiano, perché non crearli anziché appoggiarsi a un nome che ormai è buono solo per una fascetta?
Ci sono molte fiere del fumetto in Italia, compresa la terza nel mondo: come mai il Gran Guinigi a Lucca non ha la stessa risonanza di una premiazione ad Angoulême*?
Non vorrei impaludarmi in un discorso di questo tipo, ma credo che in Italia il fumetto soffra di un deficit di nobiltà. È ancora considerato un genere popolare, quando va bene. Dubito che l'ammissione a un premio già discusso possa aiutare a emancipare il fumetto; ad attirare un po' di interesse, questo magari sì.
_____
*
La seconda manifestazione fumettistica al mondo, anche se ultimamente leggevo che Lucca ha ormai raggiunto volumi paragonabili se non maggiori.
La prima, per completezza, è a Tokio.
A prima vista si adocchiano due componenti: parole e immagini. Questa distinzione è grossolana, poiché esistono graphic novel di sole immagini, come L'Approdo di Shaun Tan, che ha più aspetti in comune con le raffigurazioni pittoriche della via crucis che con un romanzo. Parole e immagini, ma anche due ruoli, quello dello sceneggiatore e del disegnatore, che possono essere rivestiti da una, due o più persone.
Chi liquida la questione dell'ammissibilità sostenendo che unastoria non è scritta in versi dovrebbe riflettere sulla possibilità di disegnare in versi.
La sceneggiatura è una bestia ben difficile. Deve seguire due flussi: quello del testo (dialoghi, didascalie) e quello delle immagini. Deve curare le transizioni da una scena all'altra: se un capitolo di un romanzo può finire a tre righe dalla fine della pagina, non si possono invece sottrarre o aggiungere vignette a cuor leggero. C'è un "tempo stimato" di permanenza dell'attenzione su ogni vignetta, e questo può variare se essa è muta o, al contrario, occupata da una didascalia interminabile. Da questo punto di vista il fumetto si pone a metà fra la narrativa scritta, che lascia totale libertà alla mente di rallentare o di accelerare, e il cinema, che vincola lo scorrimento del tempo a quello fissato su pellicola.
Quello che voglio dire è che il fumetto è una forma espressiva diversa dalle altre e con una sua dignità. Avvicinarlo a opere con cui ha poco a che fare mi sembra una forzatura non necessaria. Sarebbe come presentarlo a un festival del cinema, sfruttando un'ipotetico baco nel regolamento che consenta opere di animazione mute, composte da una successione di immagini statiche. Ora, non so quanto questo esempio regga, ma credo che sia preferibile che ogni medium concorra a un premio specifico, o che almeno esista una categoria specifica.
Non voglio negare il valore artistico dell'opera di Gipi, e senza dubbio auguro ogni bene alla Coconino Press, ma non penso che l'ammissione nella rosa dei finalisti allo Strega sia una scelta corretta. Se il problema è che non esistono premi autorevoli per il fumetto italiano, perché non crearli anziché appoggiarsi a un nome che ormai è buono solo per una fascetta?
Ci sono molte fiere del fumetto in Italia, compresa la terza nel mondo: come mai il Gran Guinigi a Lucca non ha la stessa risonanza di una premiazione ad Angoulême*?
Non vorrei impaludarmi in un discorso di questo tipo, ma credo che in Italia il fumetto soffra di un deficit di nobiltà. È ancora considerato un genere popolare, quando va bene. Dubito che l'ammissione a un premio già discusso possa aiutare a emancipare il fumetto; ad attirare un po' di interesse, questo magari sì.
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La seconda manifestazione fumettistica al mondo, anche se ultimamente leggevo che Lucca ha ormai raggiunto volumi paragonabili se non maggiori.
La prima, per completezza, è a Tokio.
Sono della stessa idea: mescolare due mondi così distanti, e al tempo stesso simili, rischia solo di far snobbare la graphic novel in una competizione non adatta al genere.
RispondiEliminaCerto, è ammirabile la costanza e la volontà di dare una forma di spessore in più al fumetto (non per niente le graphic novel vengono definite "romanzi a fumetti"), però sarebbe meglio imporsi dove un'eventuale vittoria abbia il valore che merita.
Senza nulla togliere al valore intrinseco dell'opera. Ho letto GN che farebbero impallidire i più grandi romanzieri del mondo per struttura e narrazione.
Credo che tutti i lettori di fumetti abbiano in mente un'opera da posizionare sullo scaffale dei classici moderni senza nessun imbarazzo. :)
EliminaSono d'accordo, anch'io preferirei che si istituissero premi appositi per le graphic novel, che comunicano comunque utilizzando un linguaggio diverso rispetto alla sola parola scritta. Per me "fumetti & c." dovrebbero avere maggiore spazio e anche maggiore dignità.
RispondiElimina>>Se il problema è che non esistono premi autorevoli per il fumetto italiano, perché non crearli anziché appoggiarsi a un nome che ormai è buono solo per una fascetta?
RispondiEliminaEcco. Io adoro il fumetto, ma è un linguaggio diverso. E' peggio che giudicare insieme prosa e poesia, dai.
Anch'io sono d'accordo: ogni forma di creatività e arte (nel senso tecnico del termine) dovrebbe potre avere uno spazio specifico in cui se ne analizzino le prerogative. In una simile cornice, ne escono con una sottrazione di identità sia lo storico premio Strega sia la fumettistica, che ancora non gode di una piena dignità 'personale' nel panorama culturale italiano.
RispondiEliminaMi aggiungo al coro: sono sicuro che è un'opera meritevole, ma il fumetto è altra cosa rispetto alla narrativa. Qui non è in discussione il valore dell'opera, ma la sua ammissibilità a un premio letterario. Sarebbe opportuno che i mass media dessero la stessa attenzione riservata allo Strega o al Campiello anche per i premi destinati ai fumetti.
RispondiEliminaIn questo caso dissento dall'opinione della maggioranza: anni fa in America un fumetto vinse il Word fantasy Award, certo si trattava di un episodio di Sandman, era scritto da Neil Gaiman (non certo l'ultimo arrivato) e disegnato da un maestro come Charles Vess. Inoltre era ispirato alle opere di Shakespeare, ma si trattava pur sempre di un fumetto. Quindi non è certo una cosa strana.
RispondiEliminaPiuttosto chiediamoci il perché in Italia il fumetto non sia considerato cultura, chiediamoci il perché in Francia sia considerato arte mentre da noi no.
Riguardo a Lucca....quando Rinaldo Traini ed altri crearono la prima edizione di Lucca, il Festival di Angouleme non esisteva ancora...vennero dalla Francia ad imparare la lezione di Traini diversi operatori del settore e gli chiesero consigli. A lungo Lucca è stata IL festival europeo Poi purtroppo, scelte politiche prima di tutto a partire dalle amministrazioni comunali lucchesi ma anche nazionali con conseguente diminuzione di fondi hanno fatto retrocedere la manifestazione.
In Italia purtroppo non sappiamo fare gioco di squadra, in Francia eccome se ci riescono....
Quindi invece di stupirci perché un graphic novel viene candidata chiediamoci se l'opera (a prescindere di cosa sia in origine) sia valida o meno.
Piuttosto sono d'accordo con l'osservazione che i media dovrebbero dare più valore ai fumetti .
Un saluto a tutti.
Probabilmente è davvero un'opera valida, da come ne parlano. Ma il discorso deve reggere a prescindere dal suo valore, altrimenti sembrerebbe proprio che sia la qualità il discrimine tra fumetti e narrativa.
EliminaMolto interessante la storia del Lucca Comics. Ho letto da qualche parte un'opinione che criticava le scelte politiche alla base della situazione attuale, ma non sapendone abbastanza ho preferito glissare. Sembra una storia tipicamente italiana.
Tra i precedenti citerei, oltre all'esempio fornito da Nick, anche il premio Pulitzer vinto da "Maus" e la presenza di "Watchmen" nella lista dei cento romanzi del secolo del Time.
RispondiEliminaVeri entrambi, ma Maus a quanto leggo non vinse il premio Pulitzer per la narrativa ma uno speciale "Letters Awards", ovvero una delle citazioni speciali che la giuria può fare ogni anno.
EliminaLa crisi delle narrativa crea queste ambiguità. Tutti cercano aria fresca, sperando di disinflazionare la situazione
RispondiEliminaPersonalmente ritengo che lo Strega non sia il suo posto, a prescindere dalla qualità dell'opera. E' come se dessero l'oscar per il miglior film a un lungometraggio animato. Piuttosto le graphic novel andrebbero valorizzate con prestigiosi premi appositi.
RispondiEliminaTutti gli esempi che avete citato sono validissimi, ma il punto è che sono fumetti, non sono prodotti così estremi che sono difficili da catalogare e possono stare da una parte o dall'altra. Potete infiocchettarlo come volete, ma Watchmen e un "episodio di Sandman" sono comunque fumetti. Per fare un fumetto non basta associare parole e immagine, o metterci un baloon o qualche onomatopea; si ha un "fumetto" quando la storia viene narrata con una sequenza di immagini statiche, il cui vuoto tra di esse viene riempito dall'immaginario del lettore. E' ovviamente straordinario che Sandman abbia vinto un premio con un solo episodio, ma in Italia è diverso. Gipi è un autore premiabile per qualsiasi concorso fumettistico esistente sulla faccia della terra, ma sì, in Italia non abbiamo un concorso fumettistico "noto quanto" perché moltissimi lettori di libri che si credono forti giudicano il fumetto come qualcosa di debole e non degno, e moltissimi lettori di fumetto che si credono forti giudicano 'degne' solo quelli con le etichette come graphic novel. Quando si riuscirà ad abbandonare questa stupida abitudine e sentirsi liberi di leggere tutto quello che ci pare senza essere giudicato un ignorante o un acculturato, allora avremo festival e premi pari per ogni categoria. Angouleme fa meno numeri di Lucca, è vero, ma è organizzata talmente bene che è incredibile vedere quanti pulman e scolaresche corrono in giro entusiaste, con tutti i ragazzini con in testa le penne di carta prese da Lucky Luke o che leggono seduti in un angolo fumetti di qualsiasi genere e tipo. Lucca Comics questo non ce l'ha, perché si presenta ormai come una manifestazione di nerdate a caso, mentre Angouleme è trattato come un qualsiasi altro festival della narrazione nel suo paese.
RispondiEliminaMa visti i precedenti - tipo, il vincitore dello scorso anno del Bancarella e un paio di candidati di quest'anno allo Strega che mi fanno chiedere Perchè?- forse la domanda dovrebbe essere un'altra: C'è davvero così tanta crisi nel mondo del Libro da esser costretti ad andare a pescare uno dei massimi esponenti del fumetto per tirarlo su?
Mi hai tolto le parole di bocca, dicendo tutto quello che avrei potuto e/o voluto dire... e meglio di come avrei saputo farlo io!
EliminaForse il problema è che c'è gente ignorante, come me, che sa poco sul mondo dei fumetti e quindi non li capisce. La buona notizia è che poi c'è gente che ne parla con tanta passione che prima o poi mi convincerà a leggerne uno intero (al momento ho letto solo qualcosa di Zero Calcare).
RispondiEliminaMi lascia un po' perplessa il fatto di far concorrere insieme testi così diversi, anche in base a quello che dici tu.
P.S. Grazie anche per la partecipazione all'iniziativa "Una parola al mese".