venerdì 19 aprile 2013

Il Grande Fratello si chiama CISPA

CISPA è legge. Nonostante le proteste, sembra che ora i nostri siti preferiti, social network compresi, possano impacchettare i nostri* dati e spedirli al governo USA o alle agenzie pubbliche o private che si occupano di sicurezza.
Un servizio informazioni, senza nessun obbligo di avvertire l'utente.


Ora invito tutti a riflettere sulla mole di informazioni personali che abbiamo messo in rete. Da poco i social network come Facebook e Google Plus consentono di scaricare i propri dati salvati su server. Avete provato a farlo? Io no. Ho paura a farlo. Ma questo non mi giustifica, perché nei termini di servizio è stabilito chiaramente cosa possono fare con i miei dati.
Anche per questo votai contro i nuovi termini di Facebook.

Zuckerberg si è sempre dichiarato favorevole

Cosa possiamo fare?
La solita organizzazione a cui mi affido (ha un'ottimo servizio di mailing list), Fight for the Future, ha aperto un nuovo sito su cui organizzerà una mobilitazione primaverile:


Siti web, non spie

Al momento si può solo aderire tramite mail, condividere il flyer qui sopra in ogni dove e aspettare il momento giusto, sperando di poterci fare qualcosa. Ricordo che la mobilitazione non è mai inutile e ha portato al (temporaneo) accantonamento di altri bill insidiosi come SOPA, PIPA e ACTA, tristemente ancora in discussione in sede europea.

Per maggiori informazioni, ne parla anche l'Electronic Frontier Foundation qui.


_________
*
Ok, forse non i nostri. Credo valga solo per i cittadini statunitensi - ma non ne sono sicuro.

11 commenti:

  1. anche io credo si tratti solo dei dati dei cittadini statunitensi, però non escluderei l'applicazione al resto del mondo. Non ne sapevo nulla, grazie per l'informazione

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    1. Ho letto distrattamente il testo e qualche parere in rete, sembra riguardi solo i cittadini US.

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  2. E' risaputo che appena fatto il primo log in su internet si è controllati e controllabili. In Italia non si sarà arrivati ai livelli degli US ma la quantità di informazioni che forniamo quotidianamente sono troppo utili ad alcuni.

    Emporos - Il Blog di Greta Rauleac

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    1. Hai ragione. Ma per legge non possono cedere dati disaggregati a terzi, a meno che tu non acconsenta. Sempre meglio leggere i termini di servizio e la nota sul trattamento dei dati!

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  3. La privacy ce la siamo scordata ormai da tempo, basta avere uno smartphone e Google sa tutto di noi.
    Certo che si va sempre peggiorando. Immagino che in Italia non siamo ancora a questi livelli, ma ci si arriverà in non molto tempo, temo.
    Il Moro

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    1. In Italia perlomeno i dati ancora non possono essere ceduti a terzi, a meno che tu non acconsenta. Comunque hai ragione, se al primo avvio di Android (e immagino anche iOS) associ lo smartphone al tuo account Google, consegni davvero una montagna di dati personali!

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  4. Considerato che io "infesto" una vasta area del web, sarei curiosa di sapere che cosa ho combinato in questi anni, ma forse è davvero meglio non saperlo...

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    1. Be', tutte le tue ricerche, i "+1", i commenti... e ovviamente le mail, i tuoi post. Insomma, parecchio.

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