USA, colore, 152 minuti
Regia: Peter Berg
Sceneggiatura:
"Senza Dune, guerre stellari non sarebbe mai esistito."
(George Lucas)
Senza Guerre Stellari, questo Dune non sarebbe mai esistito. Peter Berg, già noto per aver partecipato, come attore e direttore, in molti film d'azione, non ha mai negato l'intento di fare del caolavoro di Herbert quello che Lucas fece nel '77. Perché in Dune ha visto le potenzialità per molta azione, avventura e anche divertimento. Era noto fin dall'inizio che il risultato si sarebbe discostato moltissimo dalla precedente trasposizione di David Lynch del 1984, che pochi esiterebbero a definire "visionaria". Il timore era che Berg volesse tagliare senza pietà al fine di ottenere un maggior riscontro al botteghino.
È innegabile che ci sia stato un lavoro di forte semplificazione. La vittima più importante è la CHOAM, la corporazione mercantile le cui quote sono nel libro suddivise fra i tre pilastri dell'impero: la Gilda Spaziale, il Lansraad, la "corte" costituita dai feudatari, e l'Imperatore stesso. La CHOAM è assorbita nella Gilda Mercantile, che si occupa quindi anche dei trasporti. È la Gilda, di fatto, a guidare l'Imperatore Shaddam IV (interpretato dall'ottimo Chow Yun-Fat) nelle sue scelte e a voler distruggere il casato Atreides, colpevole di aver sviluppato una tecnica di volo indipendente dalla spezia.
Questo ha fatto rabbrividire molti fan dell'esalogia. La spezia, che si trova solo su Arrakis, serve principalmente a consentire ai Navigatori della Gilda la navigazione spaziale. Il sistema computerizzato sviluppato dagli Atreides in collaborazione con gli Ixiani è... eretico. Si tratta comunque di un buon presupposto per la distruzione del casato, guidato da un inedito Kevin Kostner nei panni del Duca Leto - forse un po' troppo figura paterna e poco Duca. A guidare la rappresaglia, un altro burattino della Gilda: il Barone Vladimir Harkonnen, mai così malvagio come lo rende il cantante Sting, che nell'84 interpretò il nipote Feyd-Rautha. Un Harkonnen subdolo e calcolatore, ma lontano dagli eccessi della versione "vampiro" di Lynch.
A proposito di vampiri, ho trovato Robert Pattinson un po' fuori fuolo nei panni del giovane Paul Atreides. Per quanto riguarda gli altri interpreti, segnalo la bellissima Rachel Weisz (Lady Jessica) e l'italianissimo Pierfrancesco Favino (Stilgar), alla sua seconda esperienza a Hollywood. Tra i Fremen si vedono praticamente solo Stilgar e Chani (Vanessa Hudgens), e questo esaurisce i personaggi principali.
Intendiamoci, non ci sono buchi nel cast. Quasi tutti i personaggi nominati nel libro sono presenti o vengono citati in qualche passaggio, basti pensare al Conte Fenrig. Sono però tenuti in secondo piano, per dare maggior risalto a Paul, novello Luke Skywalker, che dovrà lottare con unghie e denti per ottenere la sua vendetta sul Barone, l'Imperatore... e mezza galassia! Per farlo si avvale di un esercito di Fremen e delle tecniche del Bene Jesserit, ma non sembra necessario che né i Fremen, i semplici ma battaglieri abitanti del deserto, né il Bene Gesserit, una di casta di sacerdotesse-Jedi, abbiano un volto. È Lady Jessica a sottoporre Paul alla prova del Gom Jabbar - e questo, mi spiace, proprio non ha senso!
Lasciando da parte piccole recriminazioni, spenderei due parole sul lato tecnico. Visivamente, questo Dune è spettacolare. È quasi interamente girato in CGI - anche gli interni del palazzo di Arrakeen, che originariamente dovevano essere girati in Iran. Si vede praticamente solo Arrakis, salvo qualche puntata a Giedi I, il feudo Harkonnen, e al palazzo imperiale. Le astronavi della Gilda sono delle grosse uova che si librano nelle immensità celesti, la scena del viaggio spaziale però ricorda piuttosto la "velocità luce" di Han Solo. I costumi sono magnifici, soprattutto le tute distillanti dei Fremen, forse più fedeli al libro rispetto alle precedenti trasposizioni. Una menzione d'onore anche a Shai Ulud, il verme delle sabbie. Nonostante Berg punti molto sulla spettacolarità, non perde, almeno alla sua prima apparizione, la sua maestosa presenza.
Premio "pacca sulla spalla" a Steve Jablonsky, compositore della colonna sonora. La svolta d'azione voluta da Berg ha trovato un'ottimo accompagnatore, anche se personalmente trovo che, rispetto alla prova dei Toto, il paragone non sussista. È un compositore che ammiro moltissimo, intendiamoci. Ma quando, nel deserto, Paul beve l'acqua della vita... mi aspettavo di più.
Per concludere, un film che rispetta tutte le promesse. Scontenterà qualche fan, probabilmente. Ma un fan di Dune non si lascia facilmente scontentare, perché sa che il capolavoro di Herbert non è facile da trasporre per il grande schermo - né per il piccolo, se vogliamo ricordare la miniserie televisiva. Non so se augurarmi un sequel. Era un film che attendevo e sono felice che siano riusciti a produrlo. Ma non oso pensare cosa potrebbe essere di un eventuale seguito.
Il consiglio è di procurarsi l'esalogia e di iniziare a leggere.
Questa recensione nasce dalla mia passione per Dune, per partecipare all'Impossible Movies Project ideato da Mr. Giobblin. Di quanto ho scritto, molto è frutto di fantasia. Peter Berg fu realmente incaricato come regista nel 2008 ed espresse la volontà di fare di Dune un nuovo Guerre Stellari. Fece il nome di Robert Pattinson come possibile protagonista - rabbrividisco! Steve Jablonsky ha collaborato con Berg in "Battleship". Dune fu poi affidato al regista Pierre Morel, ma probabilmente è finito nel dimenticatoio. Di questa versione sopravvive solo la concept art dell'artista Jock.
Recensione molto convincente e verosimile. Peccato sia sfumata nel nulla (a parte per Robert Pattinson). La prova del Gom Jabbar eseguita dalla madre di Paul è una scena che sarebbe stata infedele ed insensata, bella pensata.
RispondiEliminaPurtroppo è il genere di cambiamento cretino e senza senso che mi aspetto in un film di Hollywood.
EliminaAnche a me sarebbe piaciuto vederlo!
Ciao, ti nomino per il Liebster Award
RispondiEliminahttp://suonidalsole.blogspot.it/2013/04/raccogliere-la-sfida-liebster-blog-award.html
Ciao
Pensa che ho finito di leggere il primo libro dell'esalogia giusto l'altro ieri... :-D
RispondiEliminanon sapevo che ci fosse un progetto in cantiere per il 2009. Ma credo che comunque trasporre in film un libro del genere non sia per niente facile.
Il Moro
Guarda, esistono ben due trasposizioni di Dune, una per il cinema e una per la televisione. Il film di Lynch, non so se l'hai visto, lo consiglio anche se il regista si è preso molte libertà. La miniserie televisiva (due in totale, coprono l'arco dei primi tre libri dell'esalogia) è più fedele, per certi versi, ma molto meno spettacolare.
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