lunedì 23 luglio 2012

Quei pirati della SIAE

La musica dello spot anti-pirateria è piratata.
Ve lo aspettavate?
Ce lo racconta Paolo Attivissimo, sul sito di Rete Tre - Radiotelevisione Svizzera.
L'autore olandese Melchior Rietveldt aveva infatti composto la musica per un festival del cinema tenutosi nel 2006.
Le major se ne sono appropriate per applicare lo spot su almeno 71 dvd, dove sentiva il bisogno di paragonare il download illegale via internet al furto d'auto, allo scippo di una borsetta. Insomma, la riproduzione o l'uso illegale di contenuti piratati equivale a rubare.
Peccato che la musica sia stata utilizzata senza che le case cinematografiche si preoccupassero dei diritti d'autore del povero Rietvelt, il quale, come se non bastasse, è stato ignorato dalla Stemra, l'equivalente olandese della SIAE.
E quando si è fatto più insistente, qualcuno gli ha proposto di aiutarlo in cambio della cessione del 33% dei diritti. Era uno dei membri del consiglio direttivo della Stemra.

E ora?
Ora c'è una condanna contro la Stemra per negligenza. Viene da chiedersi a che giova una società degli autori e degli editori se non ne tutela i diritti.
In Italia non è molto diverso. La SIAE non ha mai intentato causa per difendere i propri iscritti.

La Stemra dovrà inoltre verificare la diffusione abusiva della composizione di Rietvelt.
Oltretutto, ho sempre odiato questo spot.
Preferisco di gran lunga:


Può fare riflettere il fatto che in 30 anni il cinema non sia morto.

Purtroppo casi come questo non hanno mai la dovuta risonanza. Le persone, soprattutto gli autori (scrittori, musicisti, artisti) dovrebbero sapere che le società di colletta come la SIAE non si interessano a loro, se non ai grossi nomi.
Se ti rubano una canzone, la causa è sempre a tue spese.
Se qualcuno utilizza la tua opera, i diritti li versa. Ma non è così scontato che i soldi vadano all'autore, considerando che, almeno in ambito musicale, i borderò vengono controllati a campione.

Insomma, se il copyright potrebbe trarre giovamento da una riforma, probabilmente per le società di colletta non c'è scampo. Sono vecchie, legate a logiche paleolitiche, inadatte a confrontarsi con le novità del 2000: nuove licenze (CC), nuovi formati (mp3, ...) e nuovi autori, più informati e meno creduloni dei loro predecessori.

8 commenti:

  1. Il nuovo spot sulla pirateria è abbastanza incisivo e fa anche riflettere, certo che poi se si scopre cosa c'è dietro viene proprio voglia di buttare per aria il sistema. Lo spot degli anni '80 era molto più bello, anche secondo me.

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    1. Il nuovo mi sa che non l'ho visto. Fortunatamente hanno smesso di trasmetterli al cinema.
      Io sono cresciuto con quello qui sopra e un altro con Diego Abatantuono. Devo però dire che la battaglia di quegli anni era più mirata, contro chi trafficava con le vhs e ne traeva profitto.
      Il file sharing non è proprio la stessa cosa.

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  2. Se qualcuno utilizza la tua opera, i diritti li versa. Ma non solo. Io stesso devo pagaree dei diritti per la mia stessa opera (diritti che vanno poi a chi? boh). Ricordo che anni fa avevo scritto un manuale di istruzioni per un oggetto che la mia azienda distribuiva in Italia. Siccome era un manuale di oltre 100 pagine ne feci un CD da allegare al prodotto. Tutto facile? No. Ogni CD doveva essere sigillato con un bollino SIAE... e quei bollini la SIAE li vende a peso d'oro....

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    1. Tra l'altro, anche sul CD vergine paghi una tassa. E su metà dei dispositivi elettronici di cui fai uso abitualmente, perché possono essere utilizzati per riprodurre materiale coperto da diritti.
      Io conosco meglio le problematiche musicali, devo ammettere.

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  3. la voce di Dustin Hoffman!! Rivogliamo gli anni '80

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    1. Con la perdita di Ferruccio Amendola sono finiti i tempi d'oro della lotta alla pirateria su cassetta.
      E sono anche finite le cassette.

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    2. Il che è strano, essendo la miglior voce piratesca che si ricordi

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