Ecco, questo libro ne merita sei e la sesta esiste solo nella quarta dimensione.
Questo libro, scritto vent'anni dopo, è contro la guerra. Non ci sono eroi. Ci sono a stento personaggi, come ricorda lo stesso autore.
Fin dall'inizio vediamo solo giovani, malridotti e impauriti, dei bambini.
Vonnegut vuole raccontare la crociata dei bambini*.
Così va la vita
"Dio mi conceda la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso, e la saggezza di comprendere sempre la differenza."
La prima cosa che colpisce è sicuramente lo stile. Spastico, direbbe l'autore, così come spastico è il protagonista, Billy Pilgrim. Spastico nel tempo. Billy, infatti, saltella qua e là nel tempo, vivendo i momenti della sua vita (passata e futura). Ogni capitolo è suddiviso in una miriade di frammenti, spesso sconnessi, talvolta incidentali e lapidari. Balziamo così dalle vicissitudini della guerra, ai ricevimenti degli ottici di Ilium, al periodo in cui viene rapito da una razza di alieni quadridimensionali e trasportato sul loro pianeta: Tralfamadore.
"Ha mai visto degli insetti sepolti nell'ambra? Beh, eccoci qua, signor Pilgrim, incastonati nell'ambra di questo momento."
La quarta dimensione, naturalmente, è il tempo. E l'esperienza extraterrestre ha da una parte lo scopo di rendere meno drammatiche le vicende dei prigionieri, dall'altra di fornire ulteriori spunti di riflessione. Questo libro è pieno zeppo di sfaccettature e spunti di riflessione. E poco importa se poi, alla fine, potrebbero essere solo le fantasticherie di una vittima di incidente aereo, perché non cambierebbe assolutamente nulla. Questa storia è sempre esistita, esiste adesso ed esisterà sempre.
Vivere in quattro dimensioni non è così strano; vedere le cose in quattro dimensioni, lo è. Gli uomini, per i Tralfamadoriani, sono delle specie di centipedi: non limitati a tre dimensioni, ci estendiamo dall'età della culla al momento della morte.
E così questi alieni vedono tutto in quattro dimensioni e i nostri sensi, per loro, non sono che una forma di cecità. Particolarmente gustoso il modo in cui descrivono il nostro sistema riproduttivo, arrivando a identificare per la specie umana ben sette sessi!
"Se non avessi passato tanto tempo a studiare i terrestri, non avrei la più pallida idea di cosa intendere per 'libero arbitrio'."
Ho accennato alla non linearità dell'intreccio. L'episodio centrale, naturalmente, è quello della prigionia a Dresda, intorno al quale Vonnegut cuce con mestiere i momenti presi qua e là dalla vita di Billy. La sua carriera da ottico affermato, il matrimonio e la famiglia, i due periodi di ricovero in ospedale, il primo poco dopo la liberazione e il secondo in seguito a un incidente aereo. Il rapimento alieno avviene l'anno prima del presente narrativo (siamo nel '68). Ci vengono anche mostrati anche un paio di avvenimenti ambientati qualche anno nel futuro, compreso il momento della sua morte, che Billy, naturalmente, ha già visto.
Billy sa già come andrà a finire e il libro non risparmia le anticipazioni. C'è un personaggio, per esempio, che fin da subito si sa come e quando morirà. In qualche modo, l'autore è riuscito a fondere questo peculiare stile narrativo con la visione del mondo degli abitanti di Tralfamadore.
"Così va la vita."
Immagine di Vandiemenlander |
E così questi alieni vedono tutto in quattro dimensioni e i nostri sensi, per loro, non sono che una forma di cecità. Particolarmente gustoso il modo in cui descrivono il nostro sistema riproduttivo, arrivando a identificare per la specie umana ben sette sessi!
Il ritornello "così è la vita", che accompagna ogni volta che muore un uomo, o un qualunque essere vivente, reale o fittizio, è in uso presso i Tralfamadoriani, perché essi sanno che un essere vivente è sempre vissuto, vive adesso e sempre continuerà a vivere, e che la morte è solamente una luce violetta al termine della vita, dove riposarsi prima di rivivere i momenti più belli.
"Ma i Vangeli, in realtà, insegnavano questo: Prima di uccidere qualcuno, accertatevi bene che non abbia relazioni importanti."
C'è anche un altro elemento che mi ha colpito.
Poco dopo la liberazione, Billy ha una crisi nervosa e viene ricoverato in una clinica psichiatrica. Il suo vicino di letto è un accanito lettore di fantascienza, nello specifico di un autore poco noto: Kilmore Trout. L'autore è fittizio, anche se ispirato a noti scrittori di fantascienza (Sturgeon), e con i suoi pseudobiblia si dimostra un sagace osservatore dell'umanità. È nei suoi libri che Billy cerca risposte, che alla fine, purtroppo, non ci saranno. Così, quando egli racconta a uno storico dell'aviazione la sua esperienza a Dresda, anch'egli non sa cosa dire.
Era necessario bombardare Dresda, ai fini della guerra? Probabilmente sì.
Ma allora per quale ragione, se non molti anni dopo, in America non se ne parlò?
L'immagine più terribile di tutto il libro è forse quella del dopo bombardamento. Un paesaggio lunare, così Dresda viene descritta, la città che fino al giorno prima era bella e vitale, per quanto fosse possibile la vitalità in tempi grami...
"Uno dei principali effetti della guerra è, in fondo, che la gente è scoraggiata dal farsi personaggio."
Mattatoio nr. 5 è un libro sulla guerra dove non ci sono eroi. Non è neanche un libro di memorie, anche se si regge sull'esperienza dell'autore. Io lo consiglio di cuore a chiunque. Non è un libro facile, per via delle scelte narrative e di questo stile un po' particolare, ma secondo me è un libro che merita tutta la vostra attenzione.
Per chi fosse interessato, esiste un film tratto dal libro: "Mattatoio 5". Io non l'ho ancora visto, quindi non so cosa dire, ma sono un po' scettico sulla resa su pellicola, un po' per l'inevitabile ammorbidimento dei dettagli più crudi, un po' per l'oggettiva difficoltà di proporre al cinema la struttura del romanzo.
Aspettative basse, insomma, sperando in una piacevole sorpresa!
______________
*
Che ci fu veramente, come ci ricorda nel primo capitolo! Nel 1200 e qualcosa, dei tizi riuscirono a fare schiavi non so quanti bambini, facendo credere che si imbarcassero per la Terra Santa. Anche il Papa ci cascò, elogiando questi poveri giovani.
Poco dopo la liberazione, Billy ha una crisi nervosa e viene ricoverato in una clinica psichiatrica. Il suo vicino di letto è un accanito lettore di fantascienza, nello specifico di un autore poco noto: Kilmore Trout. L'autore è fittizio, anche se ispirato a noti scrittori di fantascienza (Sturgeon), e con i suoi pseudobiblia si dimostra un sagace osservatore dell'umanità. È nei suoi libri che Billy cerca risposte, che alla fine, purtroppo, non ci saranno. Così, quando egli racconta a uno storico dell'aviazione la sua esperienza a Dresda, anch'egli non sa cosa dire.
Era necessario bombardare Dresda, ai fini della guerra? Probabilmente sì.
Ma allora per quale ragione, se non molti anni dopo, in America non se ne parlò?
L'immagine più terribile di tutto il libro è forse quella del dopo bombardamento. Un paesaggio lunare, così Dresda viene descritta, la città che fino al giorno prima era bella e vitale, per quanto fosse possibile la vitalità in tempi grami...
Dresda dopo i bombardamenti. Un paesaggio lunare. |
"Uno dei principali effetti della guerra è, in fondo, che la gente è scoraggiata dal farsi personaggio."
Per chi fosse interessato, esiste un film tratto dal libro: "Mattatoio 5". Io non l'ho ancora visto, quindi non so cosa dire, ma sono un po' scettico sulla resa su pellicola, un po' per l'inevitabile ammorbidimento dei dettagli più crudi, un po' per l'oggettiva difficoltà di proporre al cinema la struttura del romanzo.
Aspettative basse, insomma, sperando in una piacevole sorpresa!
______________
*
Che ci fu veramente, come ci ricorda nel primo capitolo! Nel 1200 e qualcosa, dei tizi riuscirono a fare schiavi non so quanti bambini, facendo credere che si imbarcassero per la Terra Santa. Anche il Papa ci cascò, elogiando questi poveri giovani.
Dal titolo del post mi aspettavo tutt'altro, però l'entusiasmo con cui parli di questo libro lo rende interessante di per sé. In genere non leggo libri di questo tipo, ma lo metto in elenco e poi si vedrà!
RispondiEliminaPer curiosità, cosa ti aspettavi?
EliminaBe', immaginavo una sorta di campagna benefica per i diritti dei bambini oppure una battaglia a scopo religioso combattuta da bambini soldato in qualche zona del mondo oppure chissà un libro con questo titolo. Insomma, il binomio crociata/bambini ha aperto più di una strada nella mia mente contorta.
EliminaLo vedo spesso, in biblioteca. E devo dire che da come ne hai parlato, sembra davvero un libro di quelli mastodonticamente necessari. E dico 'necessari' perché 'belli' sarebbe piatto e riduttivo.
RispondiEliminaPerò cribbio, ancora non mi sento di leggerlo. Non so perché, ho come un blocco ò_ò
Guarda, a me l'hanno consigliato (l'ultima volta) sul finire del 2011 e potevo recuperarlo a 1 euro usato in ottime condizioni e risparmiarmi l'attesa, ma anche io ho dovuto aspettare. Un giorno l'ho visto, per la centodecima volte, e mi son detto: "che faccio? lo prendo."
EliminaSo che sembra una cretinata, ma ho spesso questo rapporto con i libri, ed è per questo che mi ritrovo con una catena di lettura infinita dentro casa. Ma sono sempre stato un po' umorale nelle letture.
Ti capisco, pure io. Personalmente lo interpreto più come una volontà del libro stesso, piuttosto che mia. Cioè, è il libro a decidere. Quando vuole, deve chiamare, sennò io lo lascio stare, che sennò magari lo disturbo...
EliminaVorrei tanto sapere quand'è che Pirandello si degnerà di farmi uno squillo, dannato procrastinatore ò_ò
Non è un libro molto facile lo sai meglio di me. Bisogna avvicinarsi con pazienza e umiltá. Diciamo però che ti ripaga a fine lettura.
RispondiEliminaSì, infatti non mi stupisce trovare qualche commento negativo. Vonnegut l'ho conosciuto con questo libro e non so se in generale sia un autore così ostico. Però devo ammettere che mi sono sentito molto vicino al suo modo di scrivere, ed è forse per questo che l'ho trovato meno impegnativo da leggere.
EliminaChe dire, sono ancora più felice di averlo comprato, qualche mese fa. Non vedo l'ora di leggerlo.
RispondiEliminaLe immagini di Dresda mi mettono i brividi. E' un orrore di quelli che non riesci a smettere di guardare. Fisso la foto e non riesco a pensare.
Considera, fra l'altro, che si trattava di un obiettivo civile. Non c'erano basi militari, o campi di sterminio. Certo, i tedeschi hanno fatto di peggio, ma questi esempi sono veramente spaventosi.
EliminaSpero di non averti anticipato troppo... ma vedrai che non ho sfiorato che l'1% del testo. ^^
Ho appena letto sul blog "Grazie, preferisco leggere" un articolo che parla di questo libro. Magari ti va di leggerlo: http://preferiscoleggere.blogspot.it/2012/07/letture-vonnegut-mattatoio-n-5-o-la.html
RispondiEliminaA presto!
Ciao Marco, bella recensione.. Ne ho parlato anch'io nel mio blog proprio ieri (vedi sopra), perché è un libro che mi ha affascinatoe catturato dalle prime parole.
RispondiEliminaE' strano. Anch'io da tempo pensavo di comprarlo, ma qualcosa mi blocca sempre, non riuscivo a capire di che cosa parlasse e temevo che fosse molto più crudo, ancora di più. Invece, è stata una folgorazione. E poi, che stile! Mi fa impazzire. Leggero, ironico, ma cos1 preciso e diretto!
Intanto, benvenuto e grazie a Romina.
EliminaOra corro subito a leggere la tua opinione!