sabato 12 gennaio 2013

Io, scrittore

“Scrittori si nasce.”

Questa la frase che mi ha colpito del secondo episodio di Scrivere nel 2013, che potete seguire sul blog Penna blu. Io che mi atteggio a scrivere un post dal titolo roboante, scrivo perché spinto da qualcosa che alberga in me fin dalla nascita? No, "alberga" non è proprio la parola giusta. È più qualcosa che brucia a fuoco lento, o più deciso quando mi decido ad aggiungere un po' di legno. Insomma, è qualcosa di cui, in effetti, non posso fare a meno.
Spero che questo post non si tramuti in un panegirico autoreferenziale.


Ricordo che da piccolo mi piaceva inventare storie. Fantastiche. La prima volta che mi sono beccato un “sei ancora un bambino” è stato alle elementari, da un cretino di cui non ricordo il nome, perché mi ero travestito da robot per una carnevalata organizzata da qualche insegnante. Da piccoli si è tutti un po' cattivi ma almeno capisci subito chi hai di fronte. Ricordo invece quanto mi divertissi con i LEGO, a posizionare gli eserciti degli assedianti intorno al castello, assegnare i ruoli ai personaggi e fantasticare su cosa sarebbe potuto accadere.

Ricordo che il primo racconto lo feci leggere a mio padre. Fu anche l'ultimo, ma questo più che altro perché mi sono fatto più riservato, soprattutto sulla narrativa. Il secondo forse lo inviai in una discussione su it.arti.fantasy – eggià, ero uno IAFo! Lì ricevetti la prima stroncatura, anche se non ne feci tesoro. In seguito ho partecipato, vado a memoria, a tre o quattro concorsi e non mi sono mai piazzato. L'ultimo è stato il più interessante poiché, come quello su IAF, consentiva un libero confronto su una parte del testo. Può sembrare strano che organizzi un concorso con così poca esperienza, ma vi assicuro che di bandi ne ho letti tanti!

Far leggere le proprie storie è importante. Io sono riservato, dicevo, forse anche troppo. Questo me lo posso concedere nella vita di tutti i giorni, ma uno scrittore è un personaggio pubblico. È proattivo, non reattivo. È un eroe, a suo modo, anche se non è detto che sia buono o che riesca nel suo viaggio. Ho fatto leggere poche storie, a persone fidate. Non per particolare competenza, ma perché... oh be', perché mi andava! Un paio di bastonate, qualche incoraggiamento e degli splendidi versi, che purtroppo non posso proprio utilizzare. Un abbraccio a chi li ha pensati, sarà nell'epigrafe se mai giungessi alla fine di questo travaglio.

Non ho studiato l'arte del narrare fino a pochi mesi fa, al più un anno. L'approccio con il web è stato sconvolgente, da questo punto di vista. Ho conosciuto nuove persone e mi sono ricreduto su altre, ho appreso che esistono cose come la “struttura” di una storia, di cui conoscevo solo quelle tre cose che ti insegnano a scuola. Ho amato, odiato, consigliato e diffidato di ogni libro di scrittura che mi è capitato sottomano. L'ultimo no, è piuttosto freddo. Il penultimo, invece mi ha sorpreso e rinfocolato la forza creativa, salvo poi scoprire che qualcosa di ancora più profondo e ardente mi aspetta – e lo aspetto anch'io, fra qualche giorno. Conoscere le “regole” è importante, dicevo.
Ma non insegna a scrivere.
Aiuta soltanto.

Soprattutto, leggo molto. Quest'ultimo anno ho ripreso a leggere sul serio e ho variato un po' le letture. Ho fatto maggiore attenzione all'importanza letteraria di ciò che leggo; non che legga più classici, quelli (non tanti) li ho sempre letti, ma cerco nei testi qualcosa di nuovo, che possa insegnarmi qualcosa, anche solo mostrarmi uno scorcio nuovo su come si può raccontare. Ho anche letto più esordienti, emergenti, aspiranti e quant'altro, che poi sarebbe lo step a cui aspirerei se mi decidessi a finire quel benedetto romanzo. Ho ripreso a leggere saggistica, un po' per interesse e un po' in vista di una documentazione per opere future. Lo stesso dicasi per alcune opere classiche, perché leggere, in fondo, è anche documentarsi sul genere.

E ho scritto tanto su questo blog. Più di quanto mi aspettassi a dicembre dell'anno passato. Ho scoperto un nuovo modo di scrivere e organizzare i contenuti - che poi tutto sembri caotico, è dovuto alla mia inadeguatezza... o alla vostra, ma dato che siete di più Occam mi tagliuzza per benino. Questo grazie alle persone che ho conosciuto grazie a internet. Viviamo in tempi straordinari. Parte di tutto questo lo devo alla rivoluzione digitale in atto e un'infinità di nuove opportunità.


Se scrittori si nasce, questa è una chiamata alle armi. Mi armo di una colonna sonora adeguata e rispondo non senza timore alle domande di Penna blu.

Che cosa stai facendo per la tua scrittura?
Sto scrivendo. Ho riaperto il blog, mi sto concentrando su obiettivi realistici. Mi sto formando, leggendo con maggiore discrimine (talora a scapito della mia coda di lettura) e approfondendo alcune tematiche e tecniche su libri di teoria. Mi sto esercitando, ma devo ancora capire come ritagliarmi il giusto spazio, tra lavoro, vita sociale e distrazioni.

Che cosa stai facendo per essere scrittore?
Solo il blog. Ogni tanto posto qualche micro-racconto, forse a breve uno un pochino più lungo. Non molto, in altre parole.

Chi sa che scrivi?
Chi legge il blog. I miei amici che sanno che ho un blog. Non è segreto, ci si arriva con pochi click. I miei amici a cui ho fatto leggere qualcosa di scritto da me. I miei genitori, in linea di principio. Eventuali presenze sovrannaturali che orbitano qui intorno.

Dove scrivi?
A casa, davanti al mio piccolo notebook. Quando non va in freeze. Il lavoro "morbido" però lo faccio anche camminando per raggiungere la stazione, nei tempi morti del trasporto e in ogni occasione mi capiti di pensare a come strutturare quella dannata storia!

Quanto scrivi?
Poco. Il lavoro "duro", ovvero l'atto di mettere una parola dopo l'altra, è a rilento. Ho iniziato bene ai tempi del NaNoWriMo, ma poi lo slancio è venuto meno. Per scrivere tanto ho bisogno di un obiettivo e di determinazione. Per scrivere bene ho bisogno di... come dire, star bene con ciò che scrivo. Non so se si possa provare empatia con un foglio di carta, ma con la storia sicuramente sì!

Quante storie hai concluso lo scorso 2012?
Meno di dieci. Ne ho abbozzate molte di più. E sono ancora lì, in attesa di essere finite o scartate definitivamente.

Quante hai in mente di scriverne quest’anno?
Più del precedente. Delle bozze rimaste in sospeso, ne voglio completare quattro. Poi c'è la Storia, che richiederà un po' di tempo per raggiungere almeno uno dei nodi principali.

Hai iniziato a scriverne qualcuna? O stai ancora tergiversando?
Questa l'hai messa per me. Sto ancora tergiversando! :D
In realtà ho scritto un po' per l'avventura Gdr che sto narrando con alcuni amici. Conta?

È in ordine il tuo blog?
Domanda cattiva, questa. Ho abbandonato le etichette che avevo a favore di una disposizione a nuvola, per esempio. Però ho organizzato meglio le pagine, inserendo quella sulle "recensioni". I post che pubblico non sono organizzati in rubriche, ma i tipi sono quelli. All'interno dei post non sempre organizzo i contenuti in modo adeguato, molte volte mi lascio trasportare. Questo probabilmente è un aspetto su cui migliorare.

Hai un blog, almeno?
Yep!

Hai mai spedito una tua opera a un editore?
No. Se si escludono concorsi organizzati da editori... ma no, mi sembra che forse non ho mai partecipato a uno di quelli. Il punto è che prima dovrei avere tra le mani qualcosa da presentare.

Hai mai vinto un concorso letterario?
Ne ho parlato sopra, no. Se si esclude un concorsino a cui avevo partecipato alle medie, una round robin tra classi di scuole diverse. Avevo vinto in classe, ma non c'era una gran concorrenza. Certo, non ero il più bravo a scrivere. Ma in quella mattinata settembrina di novembre (incipit che ci era arrivato) i miei monaci non temevano confronti!
Però, no.

Qualcuno ha mai letto le tue storie?
Vedi sopra. Qualcuna è pubblicata qui sul blog, una può darsi che ancora giri su usenet.

16 commenti:

  1. "Che cosa stai facendo per essere scrittore?
    Solo il blog." - Perchè dici "solo"? Il blog, specialmente se di qualità come il tuo, è letteratura!

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    1. Hai ragione, ma intendevo "solo" nel conteggio. Scrivere sul blog occupa molto tempo, come ben sai. E mi dà moltissime soddisfazioni. Se anche in un periodo non scrivo narrativa, scrivendo sul blog non sento di sprecare il mio tempo. E tengo in esercizio le dita!

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    2. Ben detto! Il blog è ottimo per tenersi sempre in esercizio.

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  2. Bel post. Si respira proprio il tuo essere, sai? Post così aiutano a conoscere lo scrittore dietro allo schermo e si impara sempre qualcosa. Ci si ritrova tutti un po' con gli stessi sogni, gli stessi problemi, le stesse paure...

    P.S. Non so se l'hai fatto di proposito (se è stato casuale, è ancora meglio!), ma io inserisco il tuo post nella mia iniziativa, sappilo! Grazie.

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  3. Giusto! Anche avere un blog è un opera di scrittura e di letteratura!

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  4. Bel post, davvero.
    Concordo sul fatto che viviamo in un'epoca straordinaria: abbiamo la possibilità di condividere le nostre creazioni con un click, di comunicare e imparare stando comodamente seduti su una poltrona con un portatile sulle gambe.
    Diciamo che ciò che vedo come una nota stonata è la frequente corsa dei blogger per accaparrarsi un visitatore o qualche commento in più. Forse sono queste marchette a rovinare un po' l'atmosfera, il gusto di comunicare per il semplice piacere di condividere e arricchire le proprie conoscenze.

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    1. Sei molto sensibile a questo aspetto ma lo capisco. Considera che al di là della visibilità dei propri post c'è chi cerca le visite per motivi precisi, per esempio la pubblicità. Le visite non sono un buon indicatore.

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    2. È vero quello che dice Alessandro, ma è vero anche ciò che dici tu Salomon: le visite non sono un buon indicatore. Ci sono blog che hanno mille mila lettori fissi solo perché regalano qualcosa (libri, smalti, quaderni, uvette, tergicristalli) e non perché, effettivamente, comunicano molto. Meglio 40 lettori ma "buoni" che ti leggono perché vogliono leggerti e non per accaparrarsi una fragolona di carta pesta gratis. :)

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    3. ---
      Qual è l'attrattiva di una fragola di cartapesta? Non si può neanche mangiare! :D

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    4. Verissimo, la cartapesta non si può nemmeno mangiare! xD

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  5. Avevo iniziato a risponderti ed è venuto un poema, se domani mattina me lo ricordo ancora e non mi sembra sciocco ne faccio un post.

    Mentre l'attesa e la curiosità di erodono fluendo travolgenti ed irrispettose nelle tue vene, ti lascio con: i tuoi freeze sono bellissimi.

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  6. Grazie per la partecipazione e bell'articolo, davvero :)

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  7. Passo a lasciare il mio umile tributo al tuo bel post. No, dai, il linguaggio aulico è uno scherzo.
    Avevo letto il post su Greader ma poi non ho avuto il tempo di commentarlo. Lo faccio ora.
    I lego erano la mia grande passione da bambina. Avevo costruito una città e mi piaceva ambientarci ogni sorta di storie.
    Il blog è diventato il mio LEGO attuale, immagino.

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