giovedì 17 gennaio 2013

Nativi digitali #2bis

Non ve l'aspettavate. Questa mini-recensione era pensata per comparire insieme alla scorsa puntata, ma mi sono dilungato un po' troppo. D'altronde, chi legge fantasy prima o poi capita sul suo blog. È inevitabile. C'è chi l'ama, chi l'abbandona e chi si tiene più a distanza ma continua occasionalmente a seguirla. Era da un po' che volevo leggere questa prova letteraria di Gamberetta. Non tanto per via dei gusti personali, dato che lei sembra orientata al bizzarro, quanto per lo stile.


Assault Fairies, volume 1


Partiamo dal genere. Military Aetheric Fairypunk non significa nulla, ma rende bene l'idea. Si tratta di un romanzo fantasy con tratti steampunk (o viceversa). Esseri fatati popolano la metropoli (Londra) e la protagonista, nonché narratrice, è la fatina Astride. Occorre specificare che non si tratta delle solite fate che compaiono nelle fiabe, quanto di giovani donne con elevato QI e una buona dose di razzismo nei confronti delle specie, umani compresi (maschi, perché di donne non mi sembra di averne viste).
Astride ha un problema. Per uscire dallo squallore in cui versa e recuperare il suo onore, decide di combattere per la Regina. Prende così il comando di una squadra d'élite (composta da fatine) e indaga su un caso di omicidio, fra scienziati megalomani, macchine pensanti e gnomi mafiosi... e coniglietti.

C'è di mezzo un nemico mortale, che minaccia Londra e forse anche il Reame fatato. Ci sono fatine nelle inediti vesti di combattenti agguerrite. C'è una strana commistione di tecnologia a vapore e creature magiche, all'inizio un po' estraniante. Si nota fin dall'inizio che ci sono forse un po' troppe idee, molte citazioni e rimandi a opere e fatti storici miliari per l'immaginario steampunk. L'inizio e la conclusione sono forse le parti che più risentono di una struttura un po' sbilanciata, a fronte di una parte centrale convincente e tesa. Quel volume 1 fa presagire che ci sarà un seguito. La conclusione lascia alcune domande aperte, ma non è chiaro, dal finale, se troveranno risposte nell'immediata continuazione. Se ci sarà, non mi dispiacerebbe leggerla.

Veniamo allo stile. Gamberetta ha parlato spesso di narrativa, sul suo blog, dove si trovano articoli su dialoghi, personaggi e sul famigerato show, don't tell. Ero quindi più che curioso di leggere qualcosa che avevo ragione di credere aderente alle "regole" di scrittura proposte dalla manualistica contemporanea. Il risultato è una prosa scorrevole ma un po' fredda. Ci sono stati momenti in cui avrei apprezzato un po' più di tell, soprattutto quando la situazione era particolarmente confusa o durante un paio di flashback. Un'altro aspetto, già notato da altri, è che fra i personaggi emerge solo Astride. Le altre fatine, al di là della specializzazione in guerra, non emergono se non occasionalmente.

Nel complesso, la storia è gradevole e si legge in mezza giornata. Consigliato a chi è curioso, e a chi chi non ha problemi a confrontarsi con una fantasia che abbina elementi che sono fra loro un po' dissonanti. Se non avete mai letto nulla che si professi weird, potreste avere un lieve disorientamento nei primi capitoli.

L'eBook è scaricabile dal blog dell'autrice.

9 commenti:

  1. Sono un po curioso riguardo a questo libro. In giro ho letto numerose stroncature, non so quante di queste siano dovute alle idee personali sul "personaggio Gamberetta", ma in generale a parte le persone più vicine all' autrice il romanzo è stato massacrato un po ovunque. Di conseguenza la tua finora mi sembra la recensione più equidistante e ragionata che ho letto .
    Cosa dire? In generale non amo lo Show don' t Tell perchè ritengo che si debba decidere caso per caso e che non debbano esistere regole troppo assolute ( e sopratutto eterne) poi mi sembra di capire che si tratti di un romanzo corale in cui però i vari comprimari non riescono a venir fuori e questo per me è un limite perchè io "voglio " poter aver la possibilità di affezionarmi ai personaggi. O il poterli odiare non leggere solo una lista di azioni ed avvenimenti.
    Magari sbaglio io, intendiamoci, proverò a leggerlo e poi ti dirò.

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    1. In questo senso, AF è molto assoluto. Le regole sono osservate in ogni paragrafo. Non definirei corale questo romanzo. E' a fuoco sulla protagonista, il resto è un po' sfocato. Anche in questo è assoluto. Io non lo stronco perché ho cercato di non farmi guidare dalla mia opinione sul "personaggio Gamberetta". Anche per questo ho recensito a freddo! :)

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    2. Che tu sia stato obiettivo e che tu abbia recensito a freddo te lo riconosco in pieno. In questo senso sei stato bravissimo, lascia che te lo dica. :)
      Grazie anche per avermi chiarito che AF non è un romanzo corale.

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  2. Risposte
    1. Vedila un po' come riscrivere Verne o Wells negli anni 2000 (o fine '900). Anche la prossima recensione sarà piuttosto... fumosa!

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  3. Boh, io di Gamberetta sono riuscito a leggere per intero solo l'ultimo racconto (Primavera). Questo e gli altri sinceramente mi lasciano indifferente.

    Magari è una questione di gusti, ma dalle recensioni alla narrativa c'è come dal giorno alla notte.

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    1. Così come dalla teoria alla pratica. È questa la mia impressione.

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