sabato 21 gennaio 2012

Una visita a Londra


La strada di mattoni gialli ci porta al primo dei racconti di Lord Dunsany che voglio proporvi. Ho rischiato di inciampare in una o due occasioni, ma ne sono uscito incolume.
La storia è tratta da "Tales of Wonder", 1916.
La licenza è la solita, reperibile in fondo alla pagina.


A tale of London

«Vieni» disse il Sultano al suo mangiatore di hashish nelle lontane contrade al di là di Baghdad, "ora sogna per me Londra."
Il mangiatore di hashish fece un inchino profondo e si sedette a gambe incrociate sopra un cuscino color porpora ricamato di papaveri dorati, di fianco a una terrina d'avorio dove c'era l'hashish. Dopo averne mangiato con liberalità, per sette volte strizzò l'occhio e disse:
"Oh Amico di Dio, sappi che Londra la città più desiderata in tutta la Terra. Le case sono edificate con l'ebano e il cedro e i tetti sono ricoperti di sottili placche di rame, rese verdi dalla mano del Tempo. Vi sono balconate d'oro su cui risplendono le ametiste, quando gli abitanti siedono aspettando il tramonto. Alcuni musici furtivi all'imbrunire escono nelle strade; i loro passi felpati battono sulla bianca sabbia marina di cui le vie sono cosparse, e all'imbrunire essi suonano dulcimeri e altri strumenti a corda. Si levano sulle balconate mormorii e lodi per la loro bravura, poi vengono lanciati braccialetti, collane dorate e persino alcune perle come ricompensa.
«Invero la città è incantevole; ai lati delle vie sabbiose c'è una pavimentazione di alabastro, lungo la quale di notte brillano le lanterne di quarzo verde, mentre sulle balconate risplendono le ametiste.
«Come i musici procedono per le vie, alcuni ballerini li raggiungono danzando sui marciapiedi di alabastro, per la gioia e senza contratto. Talora dall'alto di una finestra lanciano sui danzatori una ghirlanda, o una doccia di orchidee.
«Invero, nonostante l'hashish mi abbia fatto varcare molti cancelli marmorei, tra le molte città che ho sognato nessuna è più incantevole, e tuttavia Londra è il suo ultimo segreto, l'ultimo dei cancelli; la terrina d'avorio non mostra più nulla. Proprio in questo momento questi spiritelli, che strisciano dietro di me e non mi lasciano in pace, mi tirano per il gomito e intimano al mio spirito di ritornare, dacché sanno bene che io ho visto troppo. "No, non Londra," dicono; e perciò parlerò di un'altra città, di una contrada molto meno misteriosa, evitando di irritare ulteriormente gli spiritelli con visioni proibite. Ora parlerò di Persepoli o della famosa Tebe.»
Un'ombra di contrarietà attraversò il volto del Sultano: uno sguardo fulminante che voi avreste notato a stento. Ma in quelle terre i sudditi scrutavano a fondo le sue espressioni. Benché lo spirito vagasse lontano e l'hashish appannasse i suoi occhi, il narratore percepì immediatamente che si trattava di uno sguardo mortale, e rispedì subito il suo spirito a Londra, così come un uomo corre in casa al primo tuonare.
«E pertanto» proseguì, «nella desiderata città di Londra i cammelli sono tutti perfettamente bianchi. È rimarchevole la rapidità dei loro cavalli, che trainano i carri eburnei con passo leggero lungo le vie sabbiose, e le cui teste sono ornate da campanelle d'argento. Oh Amico di Dio, se potessi vedere i loro mercanti! E la magnificenza dei loro abiti a mezzodì! Non stupiscono meno delle variopinte farfalle che volano per le strade. Essi vestono con abiti azzurrini e sovra mantelli verdi, sui quali risplende un tripudio di fiori purpurei, ricamati abilmente, il cui centro è dorato e i petali color porpora. I loro cappelli sono tutti neri...» («No, no» disse il Sultano) «... ma sul bordo sono posti dei gigli, e verdi piume ondeggiano sopra tali corone.
«Essi hanno un fiume chiamato Tamigi che le loro barche risalgono spinte dalle vele viola, trasportando incenso per i bracieri che profumano le vie, nuove canzoni di tribù straniere scambiate per oro, argento grezzo per le statue dei loro eroi, oro per realizzare le balconate su cui siedono le donne, grandi zaffiri per premiare i loro poeti, segreti provenienti da contrade lontane e da antiche città, il ricavato degli abitanti di lontane isole: smeraldi, diamanti, e le provvigioni del mare. E quandunque una barca entra in porto e ammaina le sue vele viola, e la notizia si diffonde in tutta Londra, tutti i mercanti scendono al fiume per contrattare; e per tutta la giornata i carri turbinano lungo le strade. ll rumore del loro transito è un possente rombo che perdura fino a tarda sera, un rumore...»
«Non è così» disse il sultano.
«La verità è palese all'Amico di Dio» replicò il mangiatore di hashish. «Mi sono confuso in quanto ebbro di hashish, poiché nella desiderata città di Londra il bianco strato di sabbia marina, di cui la città risplende, è così spesso che non un suono proviene dal transito dei carri: avanzano silenziosamente come una lieve brezza marina.» («Così va bene» disse il Sultano.) «I mercanti avanzano sommessamente verso il porto e i vascelli e le merci provenienti dal mare, tra le meraviglie mostrate dai marinai presso le alte barche, e quando si fa sera essi tornano rapidamente e altrettanto silenziosamente alle proprie case.
«Oh se il Magnifico e Illustre Amico di Dio avesse mai visto queste cose! I gioiellieri che contrattano presso le navi con i loro cesti vuoti, dove barili zeppi di smeraldi emergono dalle stive. Se avesse visto, laggiù tra le vie, le fontane dai bacini d'argento! Io vedo tante piccole cuspidi dorate sopra le loro abitazioni edificate con l'ebano e il cedro, e tra di esse, sui tetti di rame, gli uccelli si pavoneggiavano balzando da una all'altra, perché non vi sono eguali in nessuno dei boschi al mondo. E sopra la desiderata città di Londra il cielo è di un blu talmente profondo che solo dal colore un viandante può capire dove si trova, concludendo così il suo fortunato viaggio. E non fa mai troppo caldo, a prescindere dal colore del cielo, dacché un vento gentile soffia sempre da Sud, rinfrescando le vie della città.
«Oh amico di Dio, così è realmente la città di Londra, che si trova molto lontano oltre Baghdad, senza pari tra le città della Terra e di quelle nelle canzoni in quanto a bellezza ed eccellenza dei suoi costumi; e così come ho narrato abitano realmente i suoi fortunati cittadini, i cui cuori non concepiscono altro che cose belle, e da una così abbondante bellezza, che aumenta ogni anno, ricevono ispirazione per creare opere ancora più belle.»
«E il loro governo è buono?» chiese il Sultano.
«È ottimo» disse il mangiatore di hashish, subito prima di cadere riverso sul pavimento.
Poi egli tacque e rimase in silenzio. Quando il Sultano comprese che quella notte non avrebbe più parlato, sorrise e applaudì con delicatezza.
E in quel lontano palazzo, nelle terre oltre Baghdad, vi fu invidia per coloro che abitano a Londra.

5 commenti:

  1. non sono ancora passata agli ebook... qual'è la politica sugli ebook di amazon che non ti va giù?

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    1. Non c'è un modo semplice per spiegarlo. Per dirla in due parole, si tratta del fatto che esclude chi non possiede un kindle. Io ho un e-reader e non posso acquistare gran parte degli ebook su Amazon. Credo che tra qualche post parlerò proprio di ebook, perché in Italia sono ancora sconosciuti. ^^

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    2. Amazon utilizza un formato proprietario criptato per gli ebook che vende sul suo store, che li rende leggibili solo per chi ha un kindle o ha installato l'applicazione apposita su un altro dispositivo (iPad, Android, Mac, PC). Epub, il formato standard per gli ebook, può essere letto da qualunque e-reader. Il formato di Amazon no.

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  2. Questo racconto è molto visionario, ma è bello.
    Molto particolare, ma mi è piaciuto.

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    1. Per me è stato un colpo di fulmine, una mattina, prima di salire sul treno :)

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