Immagine di ansic. |
Mi sono sentito un po' come quando si incappa negli anacronismi. Per dirne uno, nella scena iniziale del film "Solomon Kane", ambientato nel 1600, possiamo ammirare la Union Jack con un anticipo di sei anni! Analogamente, quando compaiono i numeri può capitare di accorgersi che c'è qualcosa fuori posto. Se qualcuno ha mai sentenziato che le lettere e i numeri appartengono a due mondi distinti, ha mentito sapendo di mentire. I numeri sono importanti, perché a questo mondo c'è sia chi studia la storia sia chi non ha timore della matematica.
"Non tutti i lettori sono completamente a digiuno di cognizioni scientifiche, e una grossolana trasgressione della verità distruggerebbe il piacere di leggere il racconto a chiunque fosse in grado di individuarla."
Parla H.P. Lovecraft, molto critico nei confronti fantascienza spaziale di quegli anni. La sua tesi è che per quanto la storia sia fantastica l'autore deve renderla credibile (ne parlava anche Penna Blu un mese fa), e che anzi l'elemento fantastico è proprio l'handicap che il lettore deve superare; in caso contrario smetterà di leggere e passerà ad altro.
Vediamo brevemente alcuni esempi dell'uso dei numeri nella narrativa.
Iperboli
L'iperbole è un numero tondo che serve a evocare il concetto di "tanto", senza indicare quantità precise. Si usa quando il protagonista millanta le proprie imprese, o nelle circostanze in cui sia conveniente puntare all'esagerazione.
Vi propongo un brano improvvisato: «Aveva trascorso l'eternità su quella nave infernale, traghettando milioni di anime verso la dannazione. Per l'eternità aveva traghettato migliaia peccatori verso il Sommo Giudice, che da centomila anni presiedeva l'Alta Corte d'Assise degli Inferi.»
Non va affatto bene.
- L'eternità sembra durare centomila (100,000) anni.
- Non è chiaro se le anime siano mille (1,000) o un milione (1,000,000). Se si vuole esagerare, cerchiamo perlomeno di essere coerenti!
- In ogni caso, l'eccessiva densità di iperboli rende arduo seguire il discorso.
Ragionare a spanne
D'altra parte, non sempre si può essere precisi. Anzi, nella vita lo siamo molto poco!
Ogniqualvolta interloquiamo a dozzine, manciate, sacchi, stiamo facendo una stima della realtà. L'accuratezza è data dalla competenza di chi parla (un cuoco sa sempre "quanto basta") o dal contesto.
«Ho percorso centinaia di chilometri per ritrovarti: ora non ti lascerò scappare!»
Che sia una prova d'amore o sete di vendetta, non ci interessa andare sullo specifico. Importante però è che il tragitto effettivamente percorso stia in quel range (o che il personaggio ne sia convinto) e che non si tratti, per esempio, di un'astronave che percorrerà migliaia, milioni di chilometri, e neppure di una partita a nascondino nel cortile.
Personalmente vedo l'uso delle spanne come quando in un contesto scientifico parliamo di "ordini di grandezza". Quando scrivo «centinaia di chilometri» intendo dire 100 moltiplicato per un numero naturale compreso tra 1 e 9, e quindi da 100 a 900 chilometri. Se sono 1000 è preferibile parlare di migliaia, dando in questo modo un'immagine più realistica.
Le dimensioni contano
Qualche volta siamo miracolosamente in grado di esprimerci con precisione. Siamo nel romanzo ottocentesco, dove i protagonisti valutano il prezzo di ogni oggetto o servizio in modo esatto, al limite dell'esasperazione. (Fateci caso, ma nei romanzi storici questo aspetto appare sempre piuttosto falso.)
Oppure nella narrativa contemporanea, o nella fantascienza spaziale da cui siamo partiti. I numeri esatti sono sempre pericolosi, ma non bisogna provare timore: basta fare attenzione a non cadere in facili errori! Non che sia così semplice...
La parte difficile è verificare la congruenza interna della storia: se l'affitto di una stanza costa tremila franchi l'anno, un vecchio con una rendita di solo mille franchi non se lo potrà permettere. Così come l'esistenza un'astronave in viaggio verso mondi lontani non può prescindere dalle attuali conoscenze sull'universo (torna il tema dell'handicap fantastico). Così come quando il vostro eroe percorre 300 chilometri: ha attraversato la Svizzera, non la Siberia! Non dimenticate, infine, che certi dati si possono ricavare direttamente da altri. Velocità è spazio fratto tempo. Se ti posizioni di fianco a un edificio di sei piani, non riesci a vederne la sommità con chiarezza.
E così via...
È comunque meglio procedere con moderazione, perché si tratta pur sempre di narrativa, non di un saggio!
Un'ultima osservazione.
Io personalmente ho dovuto ridisegnare la geografia di una certa ambientazione perché cozzava con le necessità di trama. Poi ho modificato la trama perché non coerente con gli spazi e i tempi della narrazione. Pare proprio un gatto che si morde la coda, ma per darmi un po' di tono potrei chiamarla una dinamica creativa autoconsistente!
Voi che rapporto avete con i numeri?
Immagine di KoS. |
La parte difficile è verificare la congruenza interna della storia: se l'affitto di una stanza costa tremila franchi l'anno, un vecchio con una rendita di solo mille franchi non se lo potrà permettere. Così come l'esistenza un'astronave in viaggio verso mondi lontani non può prescindere dalle attuali conoscenze sull'universo (torna il tema dell'handicap fantastico). Così come quando il vostro eroe percorre 300 chilometri: ha attraversato la Svizzera, non la Siberia! Non dimenticate, infine, che certi dati si possono ricavare direttamente da altri. Velocità è spazio fratto tempo. Se ti posizioni di fianco a un edificio di sei piani, non riesci a vederne la sommità con chiarezza.
E così via...
È comunque meglio procedere con moderazione, perché si tratta pur sempre di narrativa, non di un saggio!
Un'ultima osservazione.
Io personalmente ho dovuto ridisegnare la geografia di una certa ambientazione perché cozzava con le necessità di trama. Poi ho modificato la trama perché non coerente con gli spazi e i tempi della narrazione. Pare proprio un gatto che si morde la coda, ma per darmi un po' di tono potrei chiamarla una dinamica creativa autoconsistente!
Voi che rapporto avete con i numeri?
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaOk, ho eliminato questo commento per errore. Qualcuno ha idea di come reintegrarlo?
EliminaNon ti rivolgerò più la parola!!! Mai più! Neanche se un miliardo di stelle scendesse ora a colpirmi sulla testa! Che bella iperbole!!! Ah, ah, ah... Scherzo, non importa, non hai cancellato il best seller del secolo!!! Comunque nella scheda dei commenti di blogger dovresti poter reintegrare il commento, senza troppi problemi... comunque non preoccuparti... la censura è censura... ah!
EliminaIn realtà posso solo eliminarlo del tutto, e ho il sospetto che così facendo spariscano anche le risposte, oppure inserirlo nello spam, con effetto analogo. Non ho trovato nulla che assomigli a un "cestino" e altri blogger sembrano pensarla come me. In altre parole, se sbagli non c'è rimedio!!! (Tre punti esclamativi!)
EliminaPS
Adesso mi è venuta l'angoscia di avere il "grilletto facile".
PPS
Mi fa piacere che l'abbia presa bene! ^^
@Salomon Xeno: Come pensavi che l'avrei presa? Va bene che sono pignola, ma gli uomini sbagliano, così va il mondo e poi non hai bruciato vivo nessuno, no? Ti ho scritto anche una mail, ma non preoccuparti, non è il mio avvocato che ti invita in tribunale per "cancellazione indebita di post a contenuto letterario".
EliminaAsd, se riceverò una diffida saprò a chi rivolgermi!
EliminaInfatti la cronologia è molto importante nel dare profondità temporale a un personaggio e alle sue azioni, oppure a un evento e ai suoi effetti nel tempo. Mi è capitato di leggere opere in cui la cronologia dei personaggi è una buffonata, senza mezzi termini. La storia rimane godibile, ma oltre una certa età ho decisamente ridimensionato il mio giudizio.
RispondiElimina