mercoledì 18 gennaio 2012

Lord Dunsany e le sue storie meravigliose

"I riconoscimenti relativamente esigui accordati fino a oggi a Lord Dunsany, il quale è ad oggi l'autore vivente più singolare, originale e ricco di potenza immaginativa, costituiscono un divertente commentario sulla naturale stupidità dell'animo umano."

Queste parole sono state scritte da H.P. Lovecraft nel 1922.
Lord Dunsany non scriveva per gli incolti, ma per un pubblico di letterati, e riscosse maggiore successo nel nuovo mondo. La sua opera fa da ponte tra la tradizione (nordica, celtica e mediterranea) e il movimentato mondo moderno.
Per quanto mi riguarda, è stato amore a prima vista!


Lord Dunsany


Edward John Moreton Drax Plunkett fu XVIII barone di Dunsany, in Irlanda, non lontano da Dublino. Nato nel 1878 nell'Impero Britannico, morì nel 1957 nella Repubblica di Irlanda. Scrisse molti racconti, alcuni romanzi e saggi, e fu un acclamato drammaturgo. I suoi lavori furono pubblicati sotto lo pseudonimo Lord Dunsany.

Dunsany studiò nelle migliori scuole irlandesi. Ricevette un'educazione tradizionale religiosa ma si avvicinò anche al folklore nordico, che faceva parte del suo retaggio, e ai classici. Servì in guerra durante la seconda guerra Boera nel 1899 e nella Grande Guerra, dove fu capitano nella campagna di Francia. Ricevette un dottorato onorario al Trinity College di Dublino. Viaggiò molto in Africa e America, dove ottenne maggiore successo letterario. Amava la caccia e fu campione di tiro irlandese. Morì a Dublino dopo un attacco di appendicite.
Tra le sue opere maggiori, oltre al seguente libro, ricordo "The Gods of Pegana", la prima raccolta di racconti che è anche un suo originale libro della Genesi, e "The King of the Elfland's Daughter", uno dei suoi romanzi, che si trova anche in edizione italiana.
Tutte le opere scritte prima del 1923 sono di dominio pubblico.


Una premessa

"Non so dove potrei trovarmi quando questa prefazione verrà letta. La scrivo nell'agosto del 1916, presso gli acquartieramenti di Ebrington a Londonberry, ricoverato per via di una lieve ferita. Ma non importa dove io mi trovi; i miei sogni sono tra di voi, nelle pagine che seguiranno; e mentre scrivo, quando la vita sembra assai breve, i sogni mi sembrano tutti più cari, le sole cose che sopravviveranno."

L'Impero Britannico era forse l'unica
nazione a non aver introdotto la leva
obbligatoria!
Il libro che presento esce nel 1916, nel bel mezzo della Prima Guerra Mondiale, la più grande carneficina che il mondo avesse conosciuto fino ad allora. Dunsany non è certo il primo autore a scrivere in tempi di guerra, ma non può non colpire che a confronto Ungaretti scriveva:

"Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie."

Agli occhi di Lord Dunsany, già reduce di una guerra (la seconda guerra Boera in Sudafrica) e ufficiale di nobili origini, la civiltà europea si trova sull'orlo del baratro. Considerava il conflitto una condizione naturale per l'uomo, che ritorna periodicamente come la marea. Ogni volta distrugge e uccide, lasciando solamente degli sparuti frammenti da cui si potrà ricostruire la civiltà. Ma la guerra è anche una lotta per la libertà.

Egli si rivolge al pubblico americano, ancora lontano dall'entrata in guerra. Spiega che si tratta di una guerra per la sopravvivenza non tanto degli uomini, quanto "delle canzoni, dei sogni e della libertà". Il conflitto, insomma, mette in pericolo ciò che di bello è rimasto all'uomo, quei frammenti così preziosi da cui germinerà la nuova civiltà.
Nonostante la sensazione di stare sull'orlo dell'abisso, conclude con un seme di speranza:

"Ma ora non scriverò più nulla di guerra e vi offrirò questi libri di sogni provenienti dall'Europa, come colui che getta fuori all'ultimo momento ogni cosa di valore, anche solo per se stesso, da una casa in fiamme."


Tales of Wonder

"Tales of Wonder" è la settima raccolta pubblicata da Dunsany. Non c'è una ragione per cui ho iniziato da qui e non dall'inizio, ma di certo non mi sono pentito. Le storie sono tutte a se stanti, anche quelle poche che si riferiscono a eventi o personaggi già incontrati in "The Book of Wonder" (1912).

Cosa può mai celare una soglia come questa?
I racconti si susseguono uno dopo l'altro, carichi del puro piacere della fantasia. Ci troviamo quindi in un magico reame d'oriente, a un convivio di fantasmi, nella brughiera irlandese, tra i meandri di Londra, e così discorrendo, scoprendo il fantastico nelle sue molte forme.

I protagonisti sono inglesi benestanti, nobili, lavoratori, pirati, indiani, stregoni e abitanti di terre lontane, tutti accomunati dall'avere ascoltato o testimoniato un'impresa ai confini del mondo reale. Infatti, le storie di Dunsany nascono (e si possono ritrovare) ai confini del mondo. Poco importa che ci si arrivi viaggiando a piedi o in treno, per strada o nei sogni, mangiando hashish, ubriacandosi, o semplicemente perdendosi in una grande metropoli. Ogni volta proviamo stupore per la scoperta di qualcosa di meraviglioso, a patto di scovare la chiave segreta che ci consentirà l'accesso.

Nella meraviglia c'è tanto il bene quanto il male. L'autore non nasconde, infatti, che tra i sogni si annidano gli incubi! Incontriamo dunque paesaggi bucolici e terre deturpate dalle industrie, fantasmi e divinità ostili, riti occulti e misteri indicibili. Ma il diavolo, è risaputo, visita solo chi lo va a cercare. Accade così che lungo la strada per i confini del mondo si possa incappare in qualcosa di inequivocabilmente maligno. Dunsany però non oltrepassa interamente la soglia come farà Lovecraft e si limita a suggestionare il lettore creando un'atmosfera tesa che provvederà a rompere con il gusto dell'inatteso (almeno le prime volte).

L'umorismo è presente. Umorismo inglese. Lord Dunsany è fortemente critico riguardo alla società contemporanea, all'industrializzazione, alla civiltà in generale. Egli critica ciò che non gli piace come un qualunque conservatore, ma senza scadere nell'invettiva o nel pamplet politico. Le sue idee fanno capolino nel suo immaginario come i protagonisti si avventurano brevemente nel mondo fantastico.

Lo stile è scorrevole e pulito. La scelta dei nomi è evocativa e le immagini lambiscono la poesia. La lunghezza media è abbastanza breve, con poche eccezioni. Dunsany ama giocare con il lettore, a cui non risparmia scherzi e battute. La conclusione delle sue storie è fulminante, e spesso anche un po' beffarda.


Lascito culturale

Forse Lord Dunsany scriveva davvero per un pubblico di letterati. In quegli anni non ebbe, secondo il parere di Lovecraft, un adeguato successo. Fu molto apprezzato in America, meno in patria.
Sono molti gli autori che lo indicano tra le proprie influenze. Oltre al già citato Lovecraft, voglio elencarne alcuni: Robert E. Howard, John R.R. Tolkien, Neil Gaiman, Arthur C. Clarke, Jorge Luis Borges, Jack Vance, Michael Moorcock.
Mica male, vero?

In Italia Dunsany è pressoché sconosciuto. Posso testimoniare che alcuni racconti sono pubblicati in antologie, e che almeno uno dei suoi romanzi, "The King of the Elfland's Daughter", esiste in edizione italiana. Quest'ultimo, per inciso, sembra abbia ispirato "Stardust" di Neil Gaiman.


Volete saperne di più?

Mi sembra giusto citare il sito della famiglia.
Fra le altre cose, potete prenotare una visita al castello e sorseggiare del buon the!

Il castello di Dunsany tra le nebbie di Meath. (Foto di Skardrums.)
Inoltre, se volete assaggiare la sua narrativa (in lingua originale), sulla pagina del progetto Gutenberg trovate tutti i libri, racconti e opere teatrali, pubblicati prima del 1923.

Infine, una piccola anticipazione. Come avevo annunciato qui, ho pensato a un modo di farvi conoscere questo autore ahimè ignorato. I miei dieci lettori avranno quindi il piacere di leggere due o tre racconti che vi proporrò in italiano. Ovviamente si tratta di un'opera amatoriale, senza pretesa di essere una traduzione professionale.
Solo un gesto di affetto per un'opera che spero saprà stupirvi.


Elenco dei racconti da me tradotti:

  1. A tale of London
  2. Why the milkman shudders when he perceives the dawn
  3. The watch-tower

6 commenti:

  1. Effettivamente non lo conoscevo affatto, grazie della soffiata!
    A parte questo, ti avrei insignito del Versatile Blog Award, se t'interessa fai un passo sulla mia pagina :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non si finisce mai di imparare! Io l'ho conosciuto l'anno scorso solo grazie alle annotazioni su alcuni racconti di Lovecraft e all'insistenza di una mia amica appassionata di quest'ultimo.
      Faccio un salto da te, allora.

      Grazie per la citazione, faccio subito un salto da te.

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  2. Sembra molto interessante. Leggerò le tue traduzioni e poi darò una sbirciata ai link che hai segnalato in questo post.

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  3. Ho fatto anche io qualche traduzione di Lord Dunsany. Oltre al libro che hai citato tu, "La figlia del Re degli Elfi", in italiano esiste anche "Il paese dello Yann" (volume che fa parte della collana "Biblioteca di Babele" diretta da J.L. Borges) e "Il libro delle meraviglie". In formato cartaceo sono introvabili (e per questo costosissimi).

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    Risposte
    1. Ciao Fabrizio, grazie per la segnalazione! Dei due che hai citato, avevo scoperto appunto quello edito nella collana di Borges... e sì, quei libri, anche a trovarli, hanno un costo piuttosto notevole! :O

      Piuttosto, quali racconti hai tradotto? Sono curioso!

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