sabato 7 gennaio 2012

La narrativa fantastica

"La Dame à la Licorne" è una stupenda
serie di arazzi che si trova a Parigi
Ricordo ancora a lezione quando il professore di italiano mi chiese, durante un'interrogazione: «Mi parli del concetto di verità nel Manzoni.» Ora, l'opera manzoniana è sterminata e il buon milanese cambia spesso idea! In particolare, mentre lavorava al suo noto capolavoro si poneva la questione di quanto un romanzo si potesse definire "storico".
La domanda è tutt'altro che banale, perché la storia può entrare in un saggio ma non, ci verrebbe da pensare, in un'opera narrativa. Naturalmente la risposta è semplice quando leggiamo racconti di magia o ambientati su pianeti lontani anni luce, o peggio ancora quando ogni legame con la realtà è reciso. Non era così semplice all'epoca, né quando, in diversi momenti storici, ciò che oggi viene considerato fantastico era parte integrante di come veniva vista la realtà.

Quali sono, quindi, i limiti entro i quali ciò che raccontiamo è percepito come reale? Dove iniziano, per il lettore, i confini del nostro mondo fantastico?


I generi del fantastico

C'è ancora chi parla di fantastico, ma la moderna terminologia lo vede suddiviso in tre macrogeneri: fantasy, fantascienza, horror. Ciascun genere ha determinate caratteristiche e "scuole". Non sono frequenti, soprattutto in epoca contemporanea, contaminazioni, ammiccamenti e vere e proprie rivoluzioni, tanto che ora abbiamo una selva di sottogeneri in cui è difficile districarsi. Nascono cyberpunk, steampunk, new weird, e chi più ne ha più ne metta. Una fotografia dell'attuale richiederebbe un vero e proprio almanacco!
Il fantastico, d'altro canto, è un contenitore troppo ampio per conoscerne confini. Racchiude al suo interno tutti questi piccoli sottoinsiemi, quelli esistenti e quelli che verranno in futuro. Per questo quando diciamo che un'opera è "fantastica" andiamo un po' sul sicuro, senza addentrarci in un dibattito che rischia di attirare i fanatici delle etichette.
Personalmente, preferisco dichiarare: «È simile a...». Ma non sempre è così facile.


Occhio a non inciampare!

Per capire cosa è il fantastico, riflettiamo un minuto su quali sono le radici del fantastico moderno.

Il desiderio di raccontare è antico nella nostra specie. Lo vediamo nelle pitture rupestri nelle caverne ancestrali, così come nei primi esempi di scrittura a scopo di intrattenimento. Escludendo i testi sacri, per evitare che qualche divinità mi lanci uno strale, citiamo i grandi poemi epici, le saghe, i miti e le leggende raccontati da una generazione alla successiva. La tradizione orale, insomma. Di questa, fortunatamente, abbiamo importanti testimonianze scritte. Lo spirito degli antichi rapsodi vive nei poemi omerici, così come le storie che raccontano i nostri nonni vivono nei racconti degli autori contemporanei.
Ho tralasciato i testi sacri, ma il sovrannaturale di stampo religioso entra prepotentemente nella letteratura fantastica. Gli dei del mito sono parte integrante delle leggende e fiabe di ogni parte del mondo, così come il cristianesimo medievale, come vedremo, ha influito pesantemente nei temi e nel modo di raccontare una storia.

Oltre a ciò che è mito e religione ci sono tutte le nostre paure e aspirazioni, i disagi esistenziali, le manie, e tutto quanto, più in generale, può essere messo in scena in maniera distorta, esasperata, provocatorie e paradossale. L'orrore, in altre parole.

Non possiamo infine dimenticare la scienza, ovvero lo stato dell'arte delle conoscenze e della tecnologia di cui l'uomo dispone, che può dar vita a un filone narrativo di carattere speculativo. Ora, gli antichi greci non erano certo in condizione di iniziare il genere fantascientifico come lo conosciamo oggi! Però erano piuttosto avanzati nella filosofia e nella matematica. Basti a pensare alla novella "Flatlandia", dove i protagonisti sono figure geometriche che abitano in un mondo a due dimensioni.


Fantasia diabolica?

L'inferno come ce lo ha raccontato
il buon Dante
Non sempre la fantasia è stata considerata in positivo. L'alto medioevo fu un periodo di grande depressione per gli scrittori, in generale. Al di là di poche opere di carattere filosofico (e teologico), non si scriveva molto. Perlopiù si trascrivevano le opere classiche, spesso recuperate da studiosi arabi. La rinascita della scrittura fu un processo abbastanza lento.

La fantasia era stata bandita. Nel 1300, Dante sostenne che il suo viaggio nell'oltretomba era stata un'esperienza reale. Così come Boccaccio, tra le vicende di vita quotidiana, inserisce delle vicissitudini e figure religiose, che nel medioevo non possono essere frutto di fantasia. Si ha quindi il paradosso di grandi opere di fantasia cristiana, mentre la tradizione pagana, quella sopravvissuta all'appropriazione da parte della liturgia cristiana, viene demonizzata.

In Italia, perlomeno! Perché già nel XII secolo un certo Chrétien de Trois metteva in prosa il ciclo arturiano, una moda che è sopravvissuta fino ai giorni nostri.
Tuttavia i cicli medievali, in particolare le chanson de geste dei trovatori, raccontano spesso di imprese realmente avvenute. Naturalmente lo facevano in maniera, come diremmo oggi, "romanzata", tinteggiando qua e là con stregonerie e altri eventi sovrannaturali.

Insomma, dire che il medioevo ha affossato la fantasia è un'esagerazione. Ha però indubbiamente impostato il modo di rappresentare la tradizione pagana e  quella religiosa, sopravvissuto in molti autori moderni.


Il romanzo

Spendiamo ora due parole per vedere come nasce il romanzo come forma letteraria.

Il romanzo compare a Roma in età imperiale, tra il I e il II secolo e.V., e il più famoso esponente fu un certo Caritone di Afrodisia (città dell'Asia minore). "Il romanzo di Cherea e Calliroe" narra le vicende amorose del primo (Cherea) a scapito della seconda (Calliroe), i quali vivono ogni sorta di peripezie, tra pirati, battaglie, viaggi sul mare, da Siracusa alle colonie Ioniche. Insomma, sono tutti gli elementi del romanzo di avventura.

Non è difficile immaginare come il romanzo sarà prestoo popolato da streghe e culti misterici, profezie e maledizioni. Basti ricordare "Le metamorfosi" o "L'asino d'oro" di Apuleio, del II secolo e.V., che è il primo esempio di fiaba nella cultura europea. Filosofo platonico, mago (fu processato per magia e assolto), iniziato ai culti di Asclepio, Iside e Osiride e all'avvocatura, Apuleio sembra egli stesso un personaggio romanzesco!


Il fantastico moderno

Oggi fantastico viene generalmente inteso come fantasy, oppure che basti un mostro o una pistola laser per precipitare l'opera su un altro scaffale. In realtà, sono tre facce della stessa medaglia: prima faccia, seconda faccia, terza faccia...
In altre parole, non esistono tre generi separati, bensì tre diversi canoni in cui gli autori si possono collocare.


In conclusione

Mi sono prefisso di pubblicare, in un futuro non meglio definito, un approfondimento su fantasy e fantascienza e sui loro principali filoni. Di horror ho letto talmente poco che sinceramente non saprei cosa dire!

Concludo, ma forse avrei dovuto premetterlo, dicendo che quella esposta non è una trattazione analitica dell'argomento, bensì un discorso nato dalle letture e dalle reminiscenze scolastiche del sottoscritto. Non mancate di farmi notare eventuali imprecisioni ed errori!

2 commenti:

  1. So troppo poco sull'argomento teorico per poter ribattere... ho letto il post con interesse ed è bello imparare qualcosa di nuovo. Tutti i sottogeneri del fantastico sono molto confusi nella mia mente, quindi spero che il tuo post futuro mi chiarirà un po' le idee...

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  2. Carissima, non è che io ne sappia molto (con "studi" intendevo normalissimi studi superiori, quindi ho modificato ^^).
    I sottogeneri del fantastico sono un'infinità ma solo alcuni hanno una certa "storicità" consolidata e quindi se ne può discorrere tranquillamente.

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