C'erano una volta le fiabe. Raccontate presso il focolare o prima di andare a letto, molti di noi hanno simili ricordi d'infanzia. Non penso che occorra ripercorrere la storia e il significato di alcuni di questi racconti, in quanto c'è chi lo sa fare meglio di me. C'è chi le fiabe le scrive tuttora, più propriamente "novelle per bambini" come ammonisce la giovane Romina. Ciascuno di noi porta con sé un piccolo bagaglio, riempito da coloro che hanno raccolto la tradizione popolare e da chi ne ha create di nuove. C'è anche chi ha preso dalla tradizione per arricchire la sua storia, rivisitandola in chiave moderna o riportandola a un'atmosfera fedele ai bei (o brutti) tempi andati.
Ho già citato Cyberiade di Stanislaw Lem e La spada spezzata di Poul Anderson. Vediamone altri.
Il primo esempio è il penultimo libro letto: Zeferina di Riccardo Coltri. Le vicende di una strega in erba, che tenta di proteggere il proprio bambino da oscure profezie e da fatati ostili. Si tratta anche di un compendio minimo di miti e leggende nostrani, dato che compare un po' di tutto. Il libro in sé non mi ha convinto del tutto, anche rispetto all'altro suo libro letto, La corsa selvatica, più compatto e meno dispersivo. Siamo nei primi anni del Regno d'Italia, nelle comunità montane al confine con l'Impero austriaco. L'ambientazione è suggestiva e ben curata, anche se nella seconda parte prevale l'elemento fantastico. Come in La spada spezzata, i regni dei fatati sono negli interstizi del Regno degli umani e questi esseri vivono al nostro fianco, dimenticati fino a che non si ha la malaugurata occasione di incontrarli.
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