lunedì 10 giugno 2013

La Ruota del Tempo, I parte



Il genere fantasy è comunemente associato a trilogie, o comunque cicli di più libri che seguono una stessa storia o le avventure di uno o più eroi. Lasciando un attimo da parte la trilogia, divenuta quasi obbligatoria dopo il successo del professor Tolkien, si ha l'impressione che certe storie non sia soddisfacente rinchiuderle negli stretti limiti di un romanzo. Quella scritta da Robert Jordan è una delle opere più imponenti da questo punto di vista. 14 libri, per un totale di quasi 12000 pagine in 23 anni di pubblicazioni. Lì in mezzo c'è anche la morte dello scrittore. Gli ultimi tre volumi, in origine pensati come un unico mastodonte, sono così stati completati grazie a Brandon Sanderson, astro nascente del fantasy, e agli appunti lasciati da Jordan prima di lasciarci.

Di simbolismo ce n'è a bizzeffe
The Wheel of Time è la storia del nostro mondo in un'altra epoca, un epoca in cui, a seguito di un cataclisma avvenuto 3000 anni prima, l'umanità ha costruito i suoi regni in attesa di una nuova guerra contro le tenebre. Il Tenebroso (Dark One), entità maligna che corrompe il mondo, al termine di ogni era si scontra con il campione della Luce, ovvero il Drago. È bene notare che, mentre il Tenebroso è un'entità esterna alla Tessitura (Pattern), ovvero la trama che lega i fili del mondo e degli uomini, il Drago viene eletto tra gli uomini. La Luce è invece un'entità astratta, che non prende mai forma in un qualche tipo di divinità; è la Ruota a tessere i destini degli uomini, ciclicamente epoca dopo epoca. Nonostante non ci sia una vera e propria religione, molti dei popoli hanno una loro spiritualità. L'opera ne è intrisa, dato che uno dei presupposti della Ruota del Tempo è che le anime dono destinate a reincarnarsi, perlomeno quelle che sono a essa legate. Il Drago, al di là del suo destino, ha il potere di influenzare direttamente la Tessitura da cui è scaturito, e così è anche per altre persone chiamate Ta'veren.

È un mondo pieno di magia. La magia è l'Unico Potere (One Power), e nonostante il nome esso viene chiamato Saidin o Saidar, a seconda che l'incanalatore (channeler) sia maschio o femmina. Le due declinazioni dell'Unico Potere sono infatti fruibili solo da uno dei due sessi, e hanno caratteristiche diverse, così come diverse sono le tessiture (weaves). Le donne sono più deboli, ma possono legarsi in Cerchio fino a tredici incanalatrici, numero in grado di contrastare anche l'uomo più potente. Dato che l'esistenza dell'Unico Potere causa una difficile coesione tra incanalatori e potere temporale - i re e i loro eserciti - i vari popoli hanno intrapreso strade diverse. C'è chi li esilia. C'è chi li ammette come consiglieri di corte. C'è chi li rende schiavi, asservendoli al potere e impiegandoli come terribili strumenti di guerra. Questo per citare solo alcuni dei risvolti sociali dell'esistenza dei maghi. Del resto, nella nostra epoca, sappiamo come è andata a finire con la stregoneria. Nel continente principale, teatro di gran parte delle vicende narrate, le incanalatrici si chiamano Aes Sedai. Dalla loro Torre esse portano a compimento i propri obiettivi, diverso a seconda della propria indole, e il fine ultimo è di combattere l'Ultima Battaglia (Last Battle) contro il Tenebroso.

Un altro importante elemento, spesso presente nella narrativa fantastica, è la dimensione onirica. Il sogno è luogo ideale per ambientare certe fantasie, è il reame di tutto ciò che consideriamo impossibile nella quotidianità. Il mondo del sogno immaginato da Jordan è una via di mezzo tra la sfera personale e le Dreamlands di Lovecraft, con una loro geografia e i loro abitanti. Quest'ultima parte ha un nome piuttosto ostico da pronunciare: Tel'aran'rhiod. In 14 libri non l'ho mai imparato, lo presento come uno degli esempi da non seguire nella scelta dei toponimi fantasy. Questa terra dei sogni si presenta come una versione sbiadita del mondo reale, è svincolata dalle comuni leggi fisiche ed è soggetta solo alla volontà del sognatore. Non tutti ci possono accedere, anche se occasionalmente è possibile entrarci inconsapevolmente durante un sogno o un incubo particolarmente intensi, e chi ha imparato a farlo deve stare attento perché non è affatto priva di pericoli. Ciò che più mi ha colpito è il legame con il mondo reale, di cui non riprende solo la geografia ma anche buona parte di ciò che accade. Per esempio, se un accampamento militare rimane fermo per un lasso di tempo sufficientemente lungo, è facile che compaia anche nel Tel'aran'rhiod. Al contrario, se uno volesse spiare cosa sto scrivendo in questo momento scoprirebbe che il mio schermo è spento, o non riuscirebbe a distinguere le parole.

Darrell K. Sweet realizzò splendide illustrazioni originali

La storia inizia nei Fiumi Gemelli (Riverlands) in un villaggio reminescente della Contea tolkieniana, dove una Aes Sedai incontra tre ragazzini Ta'veren, uno dei quali sospetta essere l'attuale incarnazione del Drago. L'avvio della vicenda è piuttosto convenzionale, come vedete. C'è la tenebra che si avvicina al villaggio idilliaco, c'è il ragazzino che dovrà crescere prima di poter abbracciare il proprio destino, c'è persino il mago - una specie. Il pericolo che presto il protagonista dovrà abbracciare, però, è molto più immediato. Il Drago, vedete, potrebbe non arrivare all'ultima battaglia, perché è in grado di incanalare e agli uomini ciò non è più permesso.

Ora, non si tratta di un tabù immotivato. Gli uomini che possono incanalare sono pericolosi, perché destinati alla pazzia. Durante la precedente battaglia, dopo che il Drago riuscì a sigillare il Tenebroso, questi sferrò un contrattacco che contaminò irrimediabilmente Saidin, la metà maschile dell'Unico Potere. La Contaminazione (Taint) fa paura e ogni uomo in grado di incanalare deve venire "domato". Il problema è che il Drago non può essere domato, perché dovrà combattere nuovamente per la salvezza della Tessitura. E il momento è prossimo: sono molti i segni che lasciano intendere che la Ruota reclami il campione della Luce.

Continua...

25 commenti:

  1. Conoscevo l'opera di Jordan solo per fama e perché ne avevi parlato tu. Hai mai giocato a Dragon Age:Origins? Mi sembra che, da quello che hai scritto, gli autori del gioco si siano molto ispirati alla ruota del tempo

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    1. Guarda, non ci ho mai giocato ma ho appena scoperto articoli con titoli tipo "Dragon Age: the stolen plot". A quanto pare ci sono molte similitudini, anche in altri dettagli a cui non ho fatto riferimento. C'è discussione in merito, perché sembra che gli autori abbiano preso anche da altre ambientazioni. A quanto ne so, un videogioco ispirato a WoT non esiste (eccetto uno sparatutto del '99) ma è stato annunciato un paio di volte. Così come i film della serie, che difficilmente vedremo dato che farne due o tre non ha proprio senso!

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    2. Il modo in cui hai descritto il mondo dei sogni ricorda tantissimo una certa ambientazione di Dragon Age Origins...

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  2. E dimmi! Questo me lo consigli? Perché mi confondo sempre tra due diverse lunghissime saghe fantasy, che una me la consigliano e l'altra no e questa è una di quelle ò_ò
    (23 anni... Martin, da chi avrai mai preso? T^T)

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    1. Potrebbe trattarsi de "La spada della verità" di Terry Goodkind? Non l'ho letta, ho solo visto la serie tv. Diciamo che, valutando solo la trama e non il modo in cui è scritta, prediligo Jordan. Prima di consigliartela, ti invito ad aspettare le prossime puntate.

      Con Martin comunque ci sono un paio di punti in comune. La lunghezza, anche se Jordan fu decisamente più veloce, e il gran numero di punti di vista - di cui parleremo.

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  3. Io esco dal tracciato e presumo che prima o poi ci arrivi: ecco, so che questo ciclo dopo la prematura scomparsa di Jordan è stato completato da Brandon Sanderson che ha scritto il ciclo di Mistborn. L'hai letto? Se, sì è così valido come dicono o è solo marcketing?

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    1. Esci dal tracciato ma prendi una buca, perché Mistborn non l'ho letto e quindi non so dire come è Sanderson su un lavoro originale. Ho però trovato alcune critiche su come ha sviluppato i tre libri di WoT. Intendiamoci, io ritengo che abbia fatto un ottimo lavoro ma in alcuni punti mi sono accorto anch'io che il suo stile differisce (giustamente) da quello di Jordan, e non in meglio. Per esempio, in Jordan c'era uno dei personaggi la cui vicenda, in un dato libro, era particolarmente lenta. In un caso analogo, Sanderson accavalla i PoV in modo da garantire la stessa velocità, con il risultato che io mi sono trovato a pensare che un personaggio, che compare in due luoghi diversi a distanza di poche pagine, sia in realtà un impostore. Penso che Sanderson abbia svolto, tutto sommato, un ottimo lavoro, ma gran parte di questo è stata fatta da un altro - e dalla quadra della moglie di Jordan, che ne era anche editor. Ciononostante ho letto un suo breve saggio contenuto in "Writing fantasy heroes" e non mi ha dato impressione dell'ultimo arrivato. Però è possibile che a fronte di una certa bravura nella scrittura non sia bravo a sviluppare adeguatamente le sue idee - critica che ho trovato riguardo un altro suo libro, "Elantris". Magari ci tornerò su se mi capiterà di leggere altri suoi libri.

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    2. Grazie, molto gentile come sempre!

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    3. Machecaz... mi sono appena accorto che ti leggo da una vita e non ti avevo ne nel blogroll, ne tantomeno ti seguivo... mah!

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    4. Grazie, gentilissimo!
      Anch'io aggiorno il blogroll ogni dimissione di papa. ^^

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  4. Sai che non amo molto il fantasy e da come ne hai parlato mi sembra che almeno all'inizio sia una vicenda molto convenzionale però Jordan m'incuriosisce come scrittore, ritengo che abbia talento.
    Quindi diciamo che sono indeciso se cominciare o meno a leggere la saga....

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    1. E' molto classico, fino alla fine. La differenza è nelle soluzioni adottate da Jordan e nel respiro che ha questa saga. Per esempio, l'Ultima Battaglia non viene liquidata in poche righe ma prende 300-400 pagine nell'ultimo libro. Sono esperienze che ti prosciugano! Ritengo comunque che il punto di forza, ciò che mi ha convinto a proseguire anche nei momenti di calma, siano stati i personaggi, di cui parlerò prossimamente.

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  5. Lo sai che adesso DEVO ASSOLUTAMENTE finire di leggerla, questa saga? Ma dove lo trovo il tempo??? :*( \°O°/
    By the way, esiste anche la versione ebook?
    No, perché i tre tomi che sono in mio possesso sono, ecco... massicci.

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    1. L'intera serie, a eccezione dell'ultimo tomo, è disponibile in ebook in inglese e senza DRM - per l'ultimo, devi imparare a imprecare nell'antica lingua. In italiano penso di no. Ho da tempo smesso di cercare di capire la politica editoriale di Fanucci. Concordo con te che si tratta di tomi voluminosi, infatti prima o poi vorrò liberarmi dei sette che possiedo in cartaceo. Puoi immaginare quanto spazio occupino! :D

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  6. Jordan... ci ho provato, non ce l'ho fatta...

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    1. Capisco il punto. Io volevo abbandonarlo dopo il primo libro, e da qualche parte verso il settimo o l'ottavo - per motivi diversi. Sarei curioso di sapere a che punto l'hai mollato.

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  7. Questo genere di fantasy, da qualche anno a questa parte, mi viene decisamente a noia... e questo non è solo lungo, è un fottuto mastodonte. Sebbene possa reperirli quasi tutti in biblioteca, non credo che affronterò mai l'impresa.
    Il Moro

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    1. A questo punto, mi sento di sconsigliartelo. Soprattutto il primo libro, rischi di non portarlo a termine. Se cerchi qualcosa di un po' più vario e meno imponente, dovrei venirti incontro con le prossime recensioni!

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  8. Te pensa, ho appena iniziato a leggerlo e sono arrivata giusto al terzo o al quarto capitolo. A pari con la tua review, insomma :D
    Vedremo come proseguirà!

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    1. Ma dai!

      Sto cercando di evitare anticipazioni, ma nei prossimi contributi, in special modo parlando dei personaggi, dovrò gioco forza presentare uno scorcio di ciò che sarà. Farò attenzione a non rivelare nulla che possa rovinarti la lettura. :)

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  9. Innanzitutto un saluto (è la prima volta che lascio un commento)! In seconda battuta, un ringraziamento per questa indicazione di lettura: è da parecchio tempo che cerco una saga fantasy su questa linea, e Ruota del tempo mi incuriosisce... mi spaventano un po'i numeri, ho già abbandonato Le cronache del ghiaccio e del fuoco perché nel tempo dell'attesa dei vari capitoli dimenticavo tutta la narrazione e i personaggi precedenti, ma se questa saga è conclusa, magari ho qualche possibilità in più di mantenermi costante nella lettura! Terrò presente questo titolo, aspettando anche i successivi post! :)

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    1. Ci sono differenze e somiglianze, fra questo ciclo e quello di Martin. La lunghezza, ma anche il proliferare di personaggi. Di contro, rispetto alle Cronache, dove da un certo punto in avanti sembrano prevalere le sottotrame, qui l'autore non perde di vista il finale. Lo prende solo un po' alla larga! :D

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  10. Come sai, ho letto il primo e mi sono innamorata di Jordan. Vado a sbirciare le altre parti, ma non posso assicurarti che le leggerò tutte perché voglio immergermi nella storia ignorando quasi totalmente ciò che accadrà :D

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