venerdì 1 marzo 2013

A caccia di streghe!

Ecate, divinità lunare e psicopompa
Mi sono molto divertito leggere le vostre preferenze in materia. Quello della stregoneria è un problema storico di non poco conto, principalmente per due motivi: perché è un fenomeno di lunga durata, che non si esaurisce in un periodo circoscritto e ben definito, e per la difficoltà di attingere a fonti affidabili. Lo stesso termine "strega" è una definizione estremamente generica, come vedremo, e nel ricco folclore italiano le streghe portano nomi diversi: janare, masche e altri ancora. Riguardo le janare, potete leggere l'ottimo approfondimento di Nick.
Ma non è del folclore che voglio parlarvi, bensì di quelle che sono le radici della stregoneria.

Innanzitutto, perché streghe? Il nome latino, nella sua accezione più generica, è maleficae e ha, come molti altri nomi legati alle arti magiche, un maschile. Esistono gli stregoni, i malefici, che però sono molto rari e spesso benevoli verso il prossimo. La stregoneria, di per sé, non ha accezione negativa. È una forma di magia "bassa", naturale, senza effettiva conoscenza dei complessi meccanismi che stanno dietro la magia "alta", bianca o nera che sia. Un'efficace analogia (non mia) è quella della differenza tra un bambino che aziona l'interruttore e un elettricista che compie la medesima azione. Nonostante la strega pratichi un vasto assortimento di riti e abbia, molto spesso, conoscenze pratiche di medicina, erboristeria e di altre scienze naturali, al suo confronto il mago è uno scienziato - perlomeno in un'ottica pre-scientifica. C'è dunque una differenza tra stregoneria e magia, così come tra magia bianca e magia nera, ma queste definizioni sono strettamente legate al periodo in cui se ne tratta. Nell'antichità, per esempio, è difficile distinguere fra mago e sacerdote, mentre al giorno d'oggi un simile paragone sarebbe accolto dalle risa. Eppure, gli antichi indovini romani, gli auguri e gli aruspici romani, lo stesso pontefice massimo (ruolo poi assunto dall'imperatore) erano figure sacre e pubbliche, che nessuno si sognava di discriminare fino all'avvento del cristianesimo.

Il diffondersi della nuova religione ha sicuramente influito massicciamente sulla formazione di una cultura europea. E sulla stregoneria. In epoca cristiana, più precisamente in età moderna o comunque dal XV secolo, viene definito cosa è la stregoneria e si stabilisce che il legame con il satanismo. Le streghe come servitrici, anche involontarie, del demonio e dell'eresia. Il trattato fondamentale è il Malleus maleficarum, opera di due benedettini tedeschi, su cui si basa quella che oggi, anche in senso figurato, chiamiamo "caccia alle streghe". La stregoneria, la strega e le sue motivazioni subiscono un filtraggio, un'adeguamento al canone cristiano, e ricevono in dono una weltanschauung (visione del mondo) che prima non avevano. I processi alle streghe, si badi, ci sono sempre stati, così come una legislazione anti-magica, fin dalle Dodici tavole di Roma. C'è sempre stata, quando non una cieca condanna, una distinzione tra la magia pubblica, a beneficio della collettività, e quella privata e notturna, punibile dallo stato.

La formazione della figura della strega ha una storia complessa tanto quella del continente, tanto che è difficile determinare quale incontro sia stato più influente, se la dominazione etrusca a Roma o l'annessione di altre tribù della penisola quali i Marsi, popolo di stregoni. Forse l'incontro con il mondo ellenistico è stato fondamentale, anche come veicolo di idee e culti orientali ed esotici, ma allora che dire dei Celti e dei druidi? E dei culti misterici, come quelli di Mitra e di Osiride? Certo anche le divinità autoctone ebbero importanza, basti pensare a Ecate e Diana, alla quale si fa risalire una possibile etimologia di janara. Poi ci furono la separazione dell'impero, le invasioni barbariche, la convivenza di cristiani e ariani, lo scisma d'oriente e l'occasionale scontro con popoli di culto sciamanico (Unni, Mongoli). Non possiamo certo trascurare le incursioni dei saraceni e la presenza di mori in Spagna fino a dopo la Reconquista - non è un caso che proprio la Spagna sia un paese considerato vicino alle arti magiche, come tutto ciò che è "orientale" - e la presenza, all'interno del territorio imperiale prima e dei regni cristiani poi, di comunità ebraiche e quella più tarda degli zingari. Curiosamente, ma ciò riflette i pregiudizi che purtroppo resistono, gli ebrei sono associati alla magia alta mentre gli zingari alla stregoneria.

Nella Bibbia non mancano i riferimenti alle arti magiche. L'episodio del confronto tra Mosè e i tre sacerdoti alla corte del Faraone, per esempio, si può considerare un'ordalia fra maghi. I Re Magi, il cui titolo è riferito a quel tipo di sapienza sacerdotale che non era distinguibile dalla magia secondo i criteri degli antichi.

Dalla tradizione provengono le tre streghe archetipe: la strega di Endor, Circe e Medea. La prima, dall'Antico Testamento, rappresenta la vicinanza al mondo dei morti e la veggenza. La seconda, dall'Odissea di Omero, custodisce i segreti della natura e il potere della metamorfosi. La terza, amata da quel Giasone comandante dell'Argo, è conoscitrice delle erbe e assassina di bambini. I tratti che ho elencato sono costitutivi della strega, che anche in funzione del ruolo assume un nome diverso. Per esempio, lamia è il nome associato all'uccisione dei bambini, mentre herbaria alla creatrice di filtri. Perché dunque proprio "strega"? Il nome deriva da stryx, lo strige, uccello di malaugurio nel mondo latino, che si credeva violasse i cadaveri e insidiasse i bambini, ed è forse un riferimento alle capacità metamorfiche della praticante.

Altro si potrebbe dire su cos'è una strega. Per esempio, come lo si diventa? È una forma di pazzia? C'è davvero l'opera del demonio? O è un'accusa fondata sulla superstizione e usata da chi sta al potere a fini poco nobili? L'uso politico è noto non certo da ieri, basti pensare al processo per magia che dovette subire Apuleio, autore del romanzo Le metamorfosi, che di magia ne è pieno. O ai processi per stregoneria che si tengono in Arabia Saudita al giorno d'oggi. Dal momento che ci sono molte più streghe che stregoni, questo discorso è strettamente legato a quello della condizione della donna nella storia, a meno di non ammettere che le donne siano più permeabili alle profferte delle forze demoniache - pare assurdo, ma qualcuno ci ha creduto per secoli.
Mi piacerebbe capire cosa ne pensano le gentili lettrici.


Nel frattempo, se l'argomento vi interessa, vi suggerisco il testo da cui ho preso la maggior parte di queste informazioni, scritto da un insigne medievista italiano, Franco Cardini:

Radici della stregoneria
Dalla protostoria alla cristianizzazione dell'Europa
Ed. Il Cerchio (158p.)

11 commenti:

  1. La figura delle streghe, la persecuzione attuata contro di loro è paradigmatica riguardo la considerazione che gli uomini avevano (purtroppo)nei confronti della donne
    Già il dualismo : Stregone-Uomo- Buono contro strega-Donna-Malvagia la dice tutta, una considerazione nata col cristianesimo. Non a caso Tertulliano quando scrive sulle donne le paragona al Diavolo.
    Per fortuna che i tempi sono cambiati e che quest'esecrabile distinzione è stata abbandonata.

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    1. E' molto interessante l'evoluzione del concetto di strega nel diritto romano, il libro che ho citato lo affronta in due capitoli distinti separando, per quanto possibile, l'influenza del cristianesimo.

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  2. Discorso potenzialmente infinito. Dovrei scriverti un'enciclopedia per commentare tutto quello che meriterebbe d'essere commentato, ma sono un po' di fretta. Però posso dirti: l'argomento mi interessa a tal punto che mi sono LETTA TUTTO IL MALLEUS, qualche anno fa. Un'esperienza che non infliggerei neanche al mio peggior nemico. Non solo pesante come stile, ma anche aberrante e fastidioso nei contenuti...

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    1. Hai la mia totale ammirazione. Il Malleus purtroppo ha influito tantissimo nella trattatistica e nella legislazione anti-stregoneria in età moderna, che da questo punto di vista è stata più oscura del medioevo. Non penso di avere il coraggio di affrontarlo.

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  3. Indiscutibilmente non sono una donna, ma mi sembra meritevole riflettere ancora una volta sull'immagine della strega. Questo non può che riportarmi alla mente il lavoro sulla storia femminile che stiamo cercando di compiere nel "corso" tenuto da Franco Pezzini sulle "donne pericolose": http://www.verba-manent.eu/lui/donne-pericolose.html sul quale prometto di mantenere informati gli interessati.
    Quanto alla visione della donna, direi che da un certo punto di vista le "cene eleganti" di certi soggetti sono la riproduzione in forma farsesca della donna come "porta del diavolo" di Tertulliano.

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    1. Seguo con interesse le notizie del corso, che mi sembra interessantissimo. Lo so, uso spessissimo la parola "interessante". Noto che nel programma compaiono Lamia e la "pitonessa", due termini usati proprio per indicare le streghe - la strega di Endor è mulier pythonessa infatti. E' uno di quegli argomenti che offre continui approfondimenti e, come ricordi, piccoli paralleli con la nostra realtà. Le streghe sono anche seduttrici, come ogni servitrice del diavolo che si rispetti.

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  4. La prima parte del tuo post mi ha ricordato un libro che ho letto da piccola, con un target decisamente infantile, che però spiegava bene la differenza tra la figura della strega/stregone e quella della maga/mago (eliminando il pregiudizio per cui le femmine sono tutte streghe, dedite alla magia "cattiva", e i maschi tutti "maghi", dediti alla magia buona).

    Per quanto riguarda Roma, credo che la concezione di stregoneria sia legata a tutti gli elementi che hai elencato; senza dubbio, però, l'origine è molto antica. Punterei su un mix tra le credenze etrusche e qualche influsso dalla Magna Grecia.
    Tra l'altro, ricordo la terribile scena della necromanzia nel VI libro della Pharsalia e le scene più tranquille di alcune Bucoliche di Virgilio, dove c'è la descrizione di un rito, compreso di filtro magico, per far tornare l'amore della propria vita a casa, giusto per fare due esempi con autori arcinoti. Insomma, anche qui ci sono diversi punti di vista sul "reame della magia".

    Al giorno d'oggi è tornata in auge grazie alle pratiche wiccan che, se non sbaglio, hanno matrice celtica (mi pare di ricordare che festeggino Samhain, Beltane, etc.). Quando avevo 15 anni circa ne ero molto affascinata.

    Argomento e post interessante! :D

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    1. Wicca secondo Cardini è una parola sassone (da cui derivano whitch e wizard), ma da un rapido giro su wikipedia sembra che questo movimento neopagano abbia influenze abbastanza variegate. Per esempio, il riferimento alla "triplice Dea", è presente in molte culture, basti pensare a Ecate (immagine in alto). L'influenza dei celti comunque è sicuramente rilevante dato che hanno colonizzato l'Europa in lungo e in largo.

      Hai ragione ha bacchettarmi sul tempo. La stregoneria è un fenomeno di "lunga durata" e Cardini, infatti, tratta separatamente ciò che viene prima di Roma da ciò che avviene durante la cristianizzazione. Dopo ancora parla dell'influenza di altri popoli, dai celti ai mongoli agli arabi. Io ho appiattito per dare un'idea di quanto sia estremamente complesso il problema, perché in questi secoli è successo di tutto! Erroneamente si pensa che la stregoneria sia un fenomeno medievale, ma le radici affondano nell'antichità.

      Sicuramente, in Grecia c'era molta magia! Il mathemathikon (traslitterazione improvvisata) era un mago. Curioso, vero? Non molto se pensi ai Pitagorici e al loro buffo ritualismo. Mi fa sorridere che anche tu citi le Bucoliche. L'episodio che ricordi è citato anche nel libro ed è, in effetti, un chiaro esempio di mala carmina. Se ti interessa, sono citati anche la VIII satira (libro I) di Orazio, e l'epodo V - estremamente raccapricciante.
      Sulla Pharsalia, invece, mi cogli in fallo ma non avevo dubbi! Andrò a ripassare. ^^

      Grazie per gli spunti!

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    2. Sì sì, influenze più che variegate, su questo siamo d'accordo :)
      Poi ci sono diverse concezioni di Wicca, quindi figurati, ci saranno mille interpretazioni diverse.

      Bacchettarti, addirittura xD In fondo, come hai scritto, hai dovuto riassumere un sacco di avvenimenti in poche righe e per fare un discorso generale qualcosa, purtroppo, deve rimanere sempre indietro.

      Conosco qualcosina sui rituali pitagorici e in effetti li ho sempre considerati interessanti - come la numerologia in generale, del resto, che ha avuto un gran seguito in diverse culture (al momento mi viene in mente quella ebraica, giusto per citare una delle più note).
      Ah *sospiro* conosco bene i testi di cui parli. Li ho dovuti studiare per l'esame di Latino ;)

      Figurati, grazie a te :D

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  5. Io credo che le streghe in un certo senso esistono davvero. Magari non come inteso nella tradizione, ma esistono donne più vicine agli elementi e in grado di controllarti in modo più o meno volontario. L'errore sta nel ritenerle pericolose. Sicuramente alcune possono esserlo, ma non tutte. Di fatto la stregoneria è sempre stata una bella etichetta da assegnare alle donne ritenute "scomode" per farle sparire in società troppo spesso maschiliste e misogine.

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    1. Ma, sai, al di là degli esempi negativi le streghe non sono sempre considerate in senso negativo. Penso alle guaritrici. O agli sciamani, anche se uomini. Poi nella cultura europea moderna ha prevalso lo stereotipo misogino che tutti noi conosciamo. Forse Baum, il creatore di Oz, è stato il primo a ridare dignità letteraria alle streghe buone. O forse no, ci sono moltissimi esempi di cui non sono a conoscenza.
      Grazie per la positività!

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