mercoledì 6 novembre 2013

Di mele avvelenate, gamberi e diritto d'autore


Oggi parliamo di copyright, un argomento a me caro. Chi naviga da un po' in rete avrà notato che molti blog e siti web recano, di lato o sul fondo della pagina, una nota legale in cui specificano la licenza con cui il lettore può usufruire dei contenuti. Le licenze sono perlopiù del tipo Creative Commons, redatte dall'omonima organizzazione non-profit che si è preoccupata, negli anni 2000, di mettere una pezza dove la corrente legislazione sul diritto d'autore non è adeguata alle nuove esigenze dell'open access e della libera diffusione delle informazioni. Le licenze CC si pongono come via di mezzo tra il copyright ("All rights reserved", tutti i diritti riservati) e il pubblico dominio, che riguarda, per esempio, opere letterarie pubblicate fino agli anni '20. Il significato di una licenza CC è che l'autore dell'opera si riserva di porre alcune limitazioni, lasciando liberi gli altri, rispettandole, di farne ciò che vogliono; non è pertanto antitetica al diritto d'autore, ma di un diverso e più consapevole modo di esercitare lo stesso. Questo approccio è anche chiamato copyleft, ovvero: "Some rights reserved", alcuni diritti riservati.

Cosa intendo, con esercizio consapevole dei propri diritti? È presto detto. Il mio blog è licenziato con tre clausole: BY-NC-SA. L'ebook 3Narratori, invece, ha una licenza leggermente diversa: BY-NC-ND. Cosa significano queste clausole?

  • BY: Attribuzione, ovvero chi intenda redistribuire i testi presenti sul blog è tenuto a citarne la paternità (mia, in questo caso). È la clausola più importante, presente in tutte le licenze Creative Commons.
  • NC: Non Commerciale, ovvero non è possibile redistribuire questi contenuti a fini commerciali a meno, naturalmente, di non ottenere la mia autorizzazione. Questa clausola non mi impedisce, naturalmente, di metterli in vendita e diventare ricco.
  • SA: Condividi allo stesso modo (Share Alike), ovvero chi voglia redistribuire l'opera è tenuto a utilizzare la stessa licenza, includendo in essa tutte e sole le clausole scelte dal sottoscritto.
  • ND: Non opere Derivate, ovvero non è possibile in alcun modo modificare, tagliare e ricomporre parti di quest'opera. In altre parole, non può essere cambiata.


Le clausole possono essere scelte a seconda delle necessità dell'autore, che può così licenziare il frutto del suo sudore nel modo che più gli conviene. L'unica incompatibilità è fra le clausole SA e ND, poiché se non è consentito modificare un'opera non ha senso richiedere che le opere derivate siano condivise allo stesso modo. La differenza non è sottile. Per il mio blog ero indeciso, ma alla fine ho optato per una clausola che consentisse la riproduzione parziale dei testi, in altre parole i singoli articoli o parti di essi. Per l'ebook, invece, ho preferito una clausola che tutelasse meglio le parti - in questo caso, gli autori dei racconti.
In ogni caso, sul sito dell'organizzazione trovate tutte e sei le combinazioni possibili, con sintesi esplicativa e testo legale.

Già, perché queste licenze non sono solo belle icone per abbellire il blog. Molto spesso ciò non viene compreso appieno. Se, per esempio, un domani volessi mettere in vendita l'ebook dei 3Narratori,  o uno dei racconti ivi inclusi, potrei farlo - previo consenso degli autori, beninteso. Ma se qualcuno avesse già scaricato una copia licenziata come quella attualmente in download gratuito lassù, in alto a destra, potrebbe tranquillamente continuare a redistribuire l'ebook sul suo blog, o da altre parti. La scelta di una licenza è, in un certo senso, qualcosa di irreversibile. Io stesso ho permesso la redistribuzione di mia volontà, date opportune limitazioni, e non mi è possibile ritirare l'autorizzazione da tutte le copie diffuse.

Un altro problema riguardante una errata comprensione del diritto d'autore, poiché non sono uno che grida facilmente alla malafede, è offerto da un recente fatto di cronaca letteraria. Qualcuno di voi conoscerà forse La Mela Avvelenata, iniziativa editoriale nata da poco e orientata principalmente (non solo, mi pare di capire) al mercato digitale. Uno di quegli editori che un aspirante scribacchino potrebbe iniziare a tenere d'occhio, per intenderci. Molti di voi sicuramente conosceranno Gamberetta, che sul suo blog Gamberi Fantasy scrive spesso e volentieri di narrativa e tecniche di scrittura. Il contenuti sono, incidentalmente, licenziati come quelli di Argonauta Xeno, per cui vale esattamente quanto detto sopra. Ora, prima di proseguire rimando alla lettura del chilometrico articolo di Gamberetta, o almeno dei primi paragrafi.

La questione è abbastanza semplice, a tal punto che si è risolta nel giro di un giorno lavorativo. L'ebook in questione è ora in download gratuito, suppongo opportunamente emendato o con attribuzione dei contenuti a chi li ha prodotti. Tutto bene è quel che finisce bene? Non ne sono sicuro. Prendo questo esempio come caso scuola, perché più che alla malafede preferisco pensare, in questo caso, a un'errata comprensione del funzionamento delle licenze CC. Il che è altrettanto grave, se non di più, trattandosi di una casa editrice a tutti gli effetti.

Si parte da un assunto: Gamberetta ha scritto dei contenuti di qualità, che vorrei utilizzare, in parte o nella loro interezza, all'interno di un mio libro. La licenza da lei scelta prevede però tre clausole: BY-NC-SA. Si aprono pertanto due prospettive: provo a pubblicare un ebook utilizzando i suoi articoli, ma sono vincolato a mantenere la medesima licenza e non posso assolutamente metterlo in vendita. Oppure, posso contattare l'autrice e raggiungere un accordo per lo sfruttamento commerciale dei testi. A quanto sembra, non è successa nessuna delle due cose, e qualcuno che ha acquistato l'ebook si è reso conto che i testi erano copiati o rielaborati a partire da articoli di Gamberetta, pur non comparendone il nome da nessuna parte. In realtà la sto facendo semplice, poiché l'autrice ha sollevato anche obiezioni di carattere contenutistico, che probabilmente complicano la faccenda. Ci sono diritti irrinunciabili, che sono comunque tutelati dalla legislazione corrente, per esempio i diritti morali e il diritto d'immagine: se l'ebook in questione trae davvero conclusioni opposte rispetto agli esempi e alle argomentazioni di Gamberetta, è ragionevole pensare che ne chieda la rimozione.

Chiudo con una piccola chiosa personale. Nell'era del web, soprattutto 2.0, è frequente la condivisione (redistribuzione) di contenuti protetti da copyright, spesso con limitazioni molto più restrittive. Alcune delle immagini presenti su questo blog sono di dominio pubblico o distribuite con licenza CC, altre non lo sono. In alcuni casi l'utilizzo rientra nei termini del fair use, che in Italia purtroppo non ha ancora una base legislativa solida, che racchiude una gran varietà di utilizzi: istruzione, ricerca, critica, etc. Per esempio, una recensione di un film può riportare la locandina e alcuni immagini senza che io debba pagare la casa di produzione - in fin dei conti, è pubblicità gratuita. In tutti gli altri casi, cerco di essere il più fair possibile e citare la provenienza delle immagini. Il più delle volte si tratta di artisti con un sito web o un profilo su Deviantart, e spero di poter dare loro un po' di visibilità.

Insomma, il mio rispetto delle leggi non è privo di macchie ma cerco di esserne il più possibile consapevole. E voi, cari lettori, cosa ne pensate? Come vi ponete di fronte ai contenuti che trovate in rete?

23 commenti:

  1. Indubbiamente è un discorso di fronte al quale spesso siamo un po' impreparati. Personalmente alla fine ho optato per un atteggiamento fatalistico, del tipo: se qualcuno decidesse di copiare i miei contenuti pubblici trasformandoli in un ebook a pagamento (o semplicemente li copia-incolla sul suo blog) non è detto che io lo verrei a sapere. D'altronde, se smettessi di rendere pubblici certi scritti svanirebbe del tutto lo scopo che avevo in mente quando ho aperto il mio blog. Insomma, probabilmente sbagliando, vado avanti senza pormi troppi problemi da questo punto di vista.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Degli strumenti esistono, per esempio gli alert di Google - non che funzionino bene, ma è qualcosa. Nel caso succitato, è venuto alla luce poiché, gira gira, entrambe le parti hanno un buon seguito e pescano lettori che nuotano nello stesso acquario. Se un tizio decide di sfruttare un tuo racconto, per esempio, e pubblicarlo su antologia a pagamento magari non te ne accorgi. Ma è realistico, questo scenario? Io resto ottimista e sono per la circolazione delle informazioni il più possibile libera e aperta, purché naturalmente ci siano consapevolezza e rispetto reciproco.

      Elimina
  2. io sono per la condivisione totale. L'aspetto bieco è guadagnare con il lavoro altrui però e su questo Gamberetta aveva ragione. Tant'è che lei (bistrattata e malmenata da molti e non sempre senza ragione) ha sempre promosso la diffusione dei suoi a mio avviso utilissimi articoli. Insomma, a parere mio è doveroso citare la fonte, sempre. E se c'è un guadagno o uno stravolgimento dei contenuti è doveroso informare l'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Appunto, in questo specifico caso i problemi sono tre. Due violazioni della licenza e, oltre a questo, la giustapposizione di conclusioni divergenti dalle sue opinioni. E' una cosa che va al di là dalle polemiche di cui Gamberetta è tristemente oggetto. Io, come scritto sopra, sono per una cultura libera e aperta, ma senza rispetto sono solo parole vuote.

      Elimina
  3. Io mi comporto così:
    - Utilizzo più foto mie possibile.
    - Per le locandine e copertine cerco sul sito ufficiale della CE o della casa di distribuzione, dove il materiale è considerato promozionale e quindi di legittimo uso.
    - Per l'utilizzo di materiale chiedo sempre il permesso all'autore e comunque inserisco sempre nome, cognome e il link al sito/blog d'origine.
    - Non creo mai post in cui utilizzo pezzi di post altrui, ma al massimo li linko all'interno di una "discussione" e basta.
    - Se non riesco a contattare l'autore, ma noto che la licenza lo permette, uso il materiale e lo cito e linko comunque.
    - Utilizzo moltissimo i siti che forniscono file musicali e fotografici di libero utilizzo, che spesso forniscono materiale di cui sono terminate le royalties o di cui l'autore non richiede nemmeno la citazione (e in quel caso, se so il cognome lo cito comunque); mi viengono in mente freemusicarchive.org o Picdrome.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei più consapevole della media degli internauti italiani, complimenti! :)

      Elimina
  4. Devo dire che mi ha dato una mano a far chiarezza questo articolo. Adesso me lo stellino pure così in caso ce l'ho a portata di mano ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahah, spero di essere stato chiaro e non aver scritto cavolate. Sono sicuro che fra i lettori c'è sicuramente qualcuno di attento a tali questioni e pronto a correggermi. :)

      Elimina
  5. Ho letto l'articolo su fantasy gamberi ieri e, nonostante il nome del suo blog, l'autrice ha presentato la questione in maniera impeccabile (un po' di sintesi non avrebbe fatto male).
    Che dire, ha subito un plagio e io al suo posto mi sarei incazzato di brutto. Qui non è questione di licenze: si tratta di scopiazzare brutalmente e speculare sul lavoro altrui.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una mazzata, soprattutto se per scrivere 10000 parole di articolo ci hai messo parecchio impegno.

      Elimina
  6. Ottimo articolo, molto chiaro!
    Il plagio (chiamiamo le cose con il proprio nome, quando si copia da altri è plagio!), in ogni caso, è sempre una cosa vergognosa, a maggior ragione se si cerca di farci sopra dei soldi.
    I copioni pensano sempre di passare impuniti ma più il Web diventa Social e più è difficile che possa succedere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, plagio perché è una copia non autorizzata. Se l'ebook avesse rispettato i termini non certo esagerati fissati dall'autrice, avrebbe potuto uscirne un interessante lavoro collaborativo. In realtà, mi ha stupito il fatto che, stando almeno agli esempi citati da Gamberetta, non si è tentato nemmeno di camuffare l'operazione - anche per questo non credo tanto alla tesi della malafede verso l'editrice.

      Elimina
  7. Non sono un fan di gamberetta ma in questo caso devo dire che ha le sue buone ragioni.+
    Il plagio (si Acalia Fenders hai ragione) non è mai giustificabile.

    RispondiElimina
  8. Grazie di cuore per la chiarezza con la quale hai spiegato i diversi tipi di copyright. Ho così scoperto con un certo orrore che non avevo mai protetto i miei testi in alcun modo. Grazie al tuo articolo ho provveduto, sempre tenendo conto che non ritengo i miei articoli o i miei racconti poi così succulenti ( :- )
    Grazie anche da parte di LN, tu sai perchè.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non c'è di che. Spero che sia stato utile, oltre che comprensibile!

      Elimina
  9. Bell'articolo! Sulla questione dell'utilizzo di immagini prese da internet ti chiederò approfondimenti, è la parte su cui ho più dubbi.
    (una volta ho rischiato di rubare un'immagine coperta da copyright all'arma dei carabinieri, fortunatamente mi sono fermata in tempo:-)

    RispondiElimina
  10. In generale ne capisco molto poco, di copyright. Articoli come questo sono d'aiuto; almeno sono riuscito a farmi un'idea di cosa siano le CC. Poi approfondirò ulteriormente. Quindi i ringraziamenti sono dovuti. Detto questo, trovo molta più difficoltà riguardo alle immagini prese su internet. Mi spiego meglio, poniamo d'aver bisogno di un immagine per un proprio post sul blog, in questo caso si aprono due strade: crearsela da soli (se si è capaci); procurarsela. Per procurartela o la commissioni a qualcuno (cosa improbabile per molti motivi) o la cerchi sul web, con google immagini. In quest'ultimo caso, come faccio a sapere se quell'immagine è protetta da copyright? Come faccio a sapere chi è l'autore? Come faccio a sapere come comportarmi? Forse ho posto questioni banali, per chi queste cose le conosce e le mangia a colazione tutti i giorni, ma se io non le so, presumo che come me l'utente medio sia nella stessa situazione...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente non è una domanda banale. Ti scrivo una prima metà della risposta.
      Esistono tre categorie di immagini che puoi trovare sul web: protette da copyright, protette da copyright ma con licenza di distribuzione che ne consente l'uso, di dominio pubblico. La terza categoria è la più semplice, perché puoi farne ciò che vuoi senza chiedere a nessuno. La seconda segue la regola della licenza, che può avere una o più clausole di quelle che ho descritto nel post. Con la terza c'è poco da fare, bisognerebbe ottenere l'autorizzazione dell'autore.
      Appena ho tempo completo la risposta.

      Elimina
    2. Eccomi qua.
      Dunque, l'altra questione è: dove le trovo immagini che posso utilizzare senza farmi troppi problemi? La via più semplice è cercare siti che raccolgono immagini di pubblico dominio, si trovano ma non ne suggerisco nessuno poiché non facendone uso non ho verificato. Per reperire immagini distribuite con licenze CC, è più semplice in quanto l'organizzazione che si occupa di definire le licenze ha realizzato un buon motore di ricerca. Applica un filtro ai risultati di vari motori di ricerca, per esempio Google Immagini, proponendoti solo quelle che puoi utilizzare secondo l'uso che vuoi farne.
      So che non sono stato esaustivo, ci tornerò sopra. Purtroppo è un argomento non banale e io, nonostante mi interessi alla questione, riguardo alle immagini non sempre ho una condotta esemplare.

      Elimina
  11. Argomento davvero spinoso, ma grazie di aver chiarito così efficacemente il CC, che per me è sempre stato un mezzo oggetto misterioso. Tempo fa in verità ero andato sul sito ufficiale a cercare di capire ma poi per pigrizia avevo rinunciato. Magari uno di questi giorni inserisco un bel BY-NC-SA, giusto perché non si può mai dire.
    Scopiazzare contenuti è un atteggiamento deplorevole, e su questo credo siamo tutti d'accordo. Sono invece perplesso su concetto di "derivazione" (ND) ma forse è perché non ne capisco esatta,ente il significato. Partiamo dal concetto che in tutto quello che scriviamo sui nostri blog, sul mio, sul tuo, su qualunque blog, non c'è assolutamente nulla che ci siamo inventati personalmente. MI spiego meglio: qualunque cosa mi venga in mente di scrivere ci sarà sempre qualcuno che ci avrà pensato prima. Avrà usato altre parole, ma sarà sempre lo stesso argomento quello di cui sta scrivendo. Qual è quindi l'inizio e la fine de ND? Guarda per esempio la recensione che entrambi abbiamo fatto all'ebook di Alex Girola a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro. Chi ti da la certezza che il mio articolo (giunto una settimana più tardi) non sia da considerarsi derivativo? Abbiamo usato parole diverse, questo è vero, ma è condannabile solo l'uso delle parole o anche l'idea di scrivere un articolo sullo stesso argomento, specialmente quando tu sai benissimo che il tuo articolo l'avevo letto.....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda che se mi hai copiato, ti faccio causa! :P

      Scherzi a parte, credo - non ne sono sicuro, ci vorrebbe un parere legale (non scherzo) - che per "opera derivata" ci sia una definizione. Per esempio, in ambito musicale, mi sembra di ricordare che si intenda "plagio" qualora vi sia la stessa successione di 16 note. In caso decidessi di farti causa, dovrei dimostrare la mia paternità sulla recensione e che tu, da bravo manigoldo, hai approfittato della mia dabbenaggine rubandomi la recensione. In altre parole, dovrei aver scritto una recensione decisamente originale, e tu dovresti aver copiato stralci di testo, perché io abbia qualche speranza di vincere. L'esempio di Gamberetta è facilmente catalogabile come "plagio" perché si tratta di un'opera originale, anche se buona parte di ciò che scrive proviene da manuali di scrittura (ma ci sono le sue opinioni), e qualcuno ha "copiato" in maniera abbastanza esplicita.

      Ah, ecco, il testo legale della Licenza riporta la seguente definizione: "[...]un’opera basata sull’Opera ovvero sull’Opera insieme con altre opere preesistenti, come una traduzione, un arrangiamento musicale, un adattamento teatrale, narrativo, cinematografico, una registrazione di suoni, una riproduzione d’arte, un digesto, una sintesi, o ogni altra forma in cui l’Opera possa essere riproposta, trasformata o adattata. Nel caso in cui un’Opera tra quelle qui descritte costituisca già Collezione di Opere, essa non sarà considerata Opera Derivata ai fini della presente Licenza.[...]"

      Comprende un po' tutto. Credo che il discrimine, a questo punto, sia la soglia di originalità (perché scatti il diritto d'autore).

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...