venerdì 23 agosto 2013

L'approdo - Shaun Tan

Avevo adocchiato questo gioiello appena comparso in libreria, ma per varie ragioni (principalmente una congenita mancanza di convinzione) mi sono deciso a comprarlo solo quest'anno. Mi sembra che sia l'unico autore nella categoria "fumetti-illustrazioni" edito dalla Elliot, per cui, uno su uno, ottima scelta!

L'approdo è una graphic novel che parla di migranti. Non serve certo che inquadri la questione, perché molti di noi hanno genitori, parenti o figli che, in diversi momenti storici, si sono spostati dal luogo di nascita in cerca di lavoro, migliori condizioni di vita o altri motivi. Chi si è trasferito oltre oceano e chi, più semplicemente, verso il nord (un tempo) industrializzato. Le cronache estive ci raccontano ogni anno dei flussi migratori provenienti dal nord Africa, in fuga da guerre e povertà. Quando ero piccolo, molti provenivano dai Balcani a causa delle sanguinose guerre combattute non molti anni fa.

Quali che siano le ragioni, le migrazioni sono presenti nella storia umana fin dagli albori, quando magari le motivazioni erano il clima o la ricerca di cibo. Per questo L'approdo è una vicenda profondamente umana, universale e radicata nella nostra storia. Anche il disegnatore, l'australiano Shaun Tan, sembra avere una motivazione personale, essendo egli stesso figlio di immigrati di origine asiatica.

Il pericolo. Un'ombra sulla città.

In questa graphic novel non ci sono parole. È come un film muto. Le singole inquadrature, i volti, gli oggetti riescono a veicolare le emozioni mentre seguiamo il protagonista nelle fasi di distacco, arrivo nella città straniera, ambientazione e ricongiungimento. La storia si alterna fra i due tipi di disegno, i grandi scenari che ritraggono le fasi del viaggio, la città nei suoi scorci più pittoreschi e i flashback, e i semplici oggetti. È proprio nelle cose piccole, a mio parere, che Shaun Tan eccelle. Nelle prime tavole, ritraendo oggetti e piccoli gesti riesce a ricreare l'atmosfera famigliare e il peso che grava sulla scelta del padre e marito di partire in cerca di miglior fortuna.


L'approdo è un'opera per grandi e piccini. Sul serio! Ai primi piacerà il modo in cui Shaun Tan riesce a rivestire di meraviglia i momenti di questa vicenda personale ma, come si è detto, universale. Ai bambini, perché rende accessibile un tema da adulti senza sacrificare il senso del meraviglioso. Ho avuto l'impressione che Shaun Tan, forse grazie all'assenza delle parole, riesca a parlare simultaneamente a tutte le fasce di età.

L'unico appunto che posso fare, se mi è concesso, è che in questa parabola del migrante mancano gli aspetti meno piacevoli. Il protagonista incontra difficoltà e riesce a integrarsi grazie all'aiuto di altri migranti e di un buffo animaletto (quello in copertina), ma sembra non essere soggetto a nessuna discriminazione - cosa che nel mondo reale, purtroppo, si verifica fin troppo spesso. Non posso tuttavia farne una colpa a Shaun Tan, perché in fondo non sarebbe riuscito, altrimenti, a raggiungere l'obiettivo comunicativo che probabilmente si era preposto.

L'arrivo alla città della speranza.

In conclusione, L'approdo è una graphic novel gradevole e profonda, che tratta un tema complesso suscitando meraviglia in chi legge. La meraviglia degli scenari, certo, ma anche quella di riconoscersi in parte nelle emozioni del protagonista.
E poi, è un bellissimo volume da tenere in casa.

8 commenti:

  1. Che bella segnalazione. Vedo di recuperare!

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  2. Sai che mi hai convinta? Mi è venuta voglia di leggere questo volume... però non ha le parole, quindi si parla sempre di "leggere"? Non saprei, ma credo di sì.
    Le poche immagini che hai messo mi hanno colpita e poi mi piacciono le vicende "profondamente umane".

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    1. Ma lo sai che avevo il tuo stesso dubbio? Mi sono fermato prima di farla diventare una domanda esistenziale, ma ho il sospetto che in effetti no, non si possa a rigore chiamare lettura, se non in senso lato.

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  3. Ottimo! Adoro i fumetti senza fumetto. Grazie di cuore per la segnalazione.

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  4. ...questa è istigazione bella e buona!
    La lista di libri che vorrei sta diventando un "papirone" infinito.

    Mi ha colpito la domanda "si può considerare lettura?". Forse non in senso stretto, ma da bambina adoravo i libri con le illustrazioni perché ancora non sapevo leggere.
    O magari pensate agli ideogrammi o quei modi di comunicare con disegni veri e propri...

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    1. Credo, a rigore di definizione, che per leggere sia necessario in qualche modo decodificare dei simboli. Vale quindi per le parole e per gli ideogrammi, ma anche, in fondo, per un quadro. Quante volte capita che ti facciano notare questo o quel dettaglio, che simboleggia qualcos'altro? In qualche modo, penso si possa estendere il concetto a una successione di illustrazioni come nel caso di quest'opera, che si trova nell'area fumetto ma impropriamente in quanto... non ha i fumetti (o nuvolette)!

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  5. Da illustratrice, lo considero una specie di Bibbia. È la perfezione.

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