Dracula, come è emerso da alcuni commenti alla prima parte, racconta il confronto tra due uomini piuttosto differenti: il vampiro, appunto, e il professor Van Helsing. Quello che anzi mi ha colpito è che, a parte le prime 50 pagine (su 342 secondo il mio lettore), il Conte compare veramente poco, e nella parte restante del romanzo si limita perlopiù a fare il "mostro".
Anthony Hopkins, sempre nel film di Coppola |
Del primo abbiamo già parlato. Voivoda della Valacchia, combattè Ottomani e Ungheresi e si guadagnò la fama di uno degli uomini più crudeli mai esistiti. Stoker non spiega come è diventato un vampiro. Nel film di Coppola è la morte della donna amata, scoperta al ritorno dall'ennesima campagna militare, a fargli rinnegare Dio votarsi al demonio. In Da Vinci's Demons, invece, la "conversione" avviene durante la prigionia, esacerbata dal tradimento del fratello, che sceglie di combattere per i Turchi. Nel romanzo, non vi è nulla di tutto questo. Quello che si sa dei suoi trascorsi è dovuto principalmente a quanto rivela a Jonathan Harker, durante il soggiorno/prigionia nel castello transilvano.
Dracula è senza dubbio molto intelligente. Ha pianificato il suo trasferimento per anni, studiando la lingua e la cultura inglesi e prendendo contatti tali da rendere difficilmente rintracciabili i suoi spostamenti. Lo sforzo per comprendere il mondo moderno è considerevole, ed è per questo che richiede la collaborazione del giovane avvocato. Tuttavia, la sua mentalità resta legata al passato. Il suo modo di ragionare, il suo "profilo psicologico" se vogliamo. Quello che emerge dai suoi discorsi, sotto forma di disgusto verso la perdita dei valori nella modernità, rientra nella diagnosi del professore.
Van Helsing è il cacciatore di vampiri. Formalmente è un medico, filosofo e quant'altro. Ha una certa conoscenza della psiche umana e delle materie occulte. Non è chiaro quando egli inizia a sospettare della natura della malattia di Lucy Westenra. Anche quando dichiara di averne capito le cause, esita a rivelarle all'amico dottor Seward, che l'ha in cura e ne è innamorato. Importa da Amsterdam dei fiori di aglio e provvede, mediante trasfusioni, a reintegrare il flusso sanguigno. Ma è solo quando lei muore, che usa la parola Non Morto (Undead) e mostra agli amici di Lucy, fra cui il mancato sposo, le prove della sua trasformazione. Ed è un caso fortuito, lo scambio di alcune lettere tra Lucy e l'amica Mina Harker, che consente al professore di mettere insieme le due storie. Il responsabile della trasformazione di Lucy è lo stesso che ha tenuto prigioniero Jonathan Harker in Transilvania.
Van Helsing realizza che il Conte Dracula è il vampiro. Dargli la caccia e porre fine alla sua malvagità diventa così la sua missione, coadiuvato dai coniugi Harker e dai tre pretendenti di Lucy.
Van Helsing, di natali olandesi, è un uomo eccezionale. Con la sola forza dell'intelletto, riesce ad avere la meglio su un avversario eccezionale. Dracula ha la forza di venti uomini, la capacità di trasformarsi e di comandare gli animali, è in grado di ammaliare chiunque. La popolazione di Londra è inerme. Eppure, Van Helsing riesce a sfruttare le sue debolezze. La strategia è fin troppo nota: aglio, acquasanta e tutto ciò che è benedetto. I nostri eroi sterilizzano tutte le casse di terra consacrata che il vampiro si è portato dietro, l'unica in cui può riposare, rintracciano tutte le sue case, la documentazione e il denaro che si è portato. Lo costringono alla fuga. Ma Mina è stata morsa e l'unico modo di salvarla è porre termine all'esistenza del mostro una volta per tutte. È qui che Van Helsing, aiutato dalla giovane, mette insieme i dati in loro possesso e traccia il profilo psicologico del Conte, ne delinea motivazioni e modalità d'azione, e conduce il gruppo alla vittoria finale.
Van Helsing è l'incarnazione dell'ideale umano di fine ottocento, che ha la meglio su forze avverse e soverchianti. Per capire meglio, vorrei ricordare una autorevole opinione espressa nel 1900 da Lord Kelvin, al secolo William Thomson:
"Oggi non c'è nulla di nuovo che debba essere scoperto in fisica, tutto ciò che resta sono solo misurazioni sempre più precise."
Ovviamente si sbagliava, ma non è questo il punto. L'uomo di fine ottocento, britannico, benestante e dotato di una certa cultura, è convinto di essere padrone della natura. Grazie alle conoscenze nell'ambito della meccanica, del vapore e dell'elettricità, conosce tutto ciò che è sufficiente a comprendere il mondo e piegarlo ai suoi fini. C'è qualcosa di grandioso in quest'uomo, qualcosa che gli antichi avrebbero definito hybris. Non è l'uomo enciclopedico rinascimentale, periodo di provenienza del Conte. È l'uomo che ha a disposizione le conoscenze necessarie, grazie alle quali può affrontare ciò che il destino gli porrà di fronte*. Dracula, al contrario, mostra grandi capacità di adattamento ma resta vincolato a una mentalità sorpassata. Van Helsing e gli altri sono probabilmente i primi uomini che osano confrontarsi direttamente con lui.
In patria gli abitanti sanno che al castello vive un mostro, ma nessuno lo contrasta; qualcuno, anzi, commercia con lui in beni e servizi. Si tratta, forse, proprio di un confronto tra civiltà. Questo aspetto si perde nel film di Coppola (lo cito sempre perché è l'unico che ho visto per intero) dove il finale è radicalmente diverso. Nel libro, Dracula viene inseguito fino al castello, luogo dove si apre e si chiude la vicenda, mentre nel film la sconfitta del mostro avviene a Londra. Il finale è una delle tre ragioni per cui mi sento di consigliarne la lettura. Le altre due sono l'inizio e l'approdo in Inghilterra - ma questo forse l'avete letto perché citato in molte antologie.
Forse dovrei dire qualcos'altro. Il libro ha una struttura particolare, perché la narrazione è ripartita nelle lettere e nei diari dei protagonisti, più qualche telegramma e un paio di articoli di giornale. Questi documenti sono gli stessi che Van Helsing e Mina Harker mettono insieme durante la caccia al vampiro, con una cura che direi maniacale. Ma a Mina perdono tutto, perché, lo ammetto, è il mio personaggio preferito. Una gran donna! Ho sofferto con lei. Di contro, non ho proprio digerito quella succhia-sangue di Lucy Westenra. Non che meritasse di morire, ma era proprio odiosa.
E con questo, la smetto.
Se vi ho incuriosito, potete scaricare qui il testo originale. Non è facilissimo, soprattutto quando riporta dialoghi con figuri di bassa estrazione sociale, ma nel complesso si legge. La scena dell'approdo vale da sola lo sforzo.
_______
*
Penso anche a The Time Machine di H. G. Wells. C'è da dire che il vecchio Wells provvedette subito a ridimensionare i britannici con The War of the Worlds, quindi direi che siamo a pari merito.
Trovai ostica la prima lettura: romanzo epistolare, un mosaico di lettere ed annotazioni di più persone.
RispondiEliminaPoi lo smontai “voce per voce”: prima tutti gli scritti di Jonathan, poi Mina, ecc.
Infine un’ultima lettura tutta di seguito.
A parte l’ottimismo ottocentesco di cui hai parlato (lo ammetto, a volte questo atteggiamento mi infastidisce, ma è una mia allergia…e non è contagiosa;-)! ), mi colpì un fatto.
Dracula, il protagonista del libro (cavolo, è pure il titolo!), quasi non compare in prima persona.
Rabbrividiamo attraverso le esperienze terrificanti delle altre voci narranti…
Un po' di difficoltà l'ho avuta nel passaggio dal diario di JH alle lettere fra Lucy e Mina, che spezzano la tensione e l'atmosfera cambia radicalmente. E' come un nuovo inizio. Per il resto, mi è sembrato piuttosto coerente, anche se spesso accade che narratori diversi si accavallino con le date.
EliminaA proposito di date...
RispondiEliminaÈ una mia “deformazione professionale”: mi pare di ricordare che la morte effettiva della “simpatica” (bleah) Lucy avvenga il 29 settembre, data in cui i cristiani (i cattolici sicuramente) festeggiano l’arcangelo Michele, il guerriero che sconfigge il male. Sarà una coincidenza?
Non ricordo la data esatta, ma potrebbe darsi. Anzi, ho appena controllato e hai ragione tu! Non penso sia un caso. La vicenda inizia grossomodo dalle parti del 1° Maggio, la Notte di Valpurga (Walpurgisnacht), che è una delle due feste legate per tradizione (anche) alle forze oscure.
EliminaBellissimo profilo di Van Helsing, complimenti! Questo ritratto rafforza in me la convinzione che dietro a questo e a molti altri romanzi ci siano prospettive storiche, sociali e antropologiche molto più complesse di quanto non sembri.
RispondiEliminaE' un po' quello che dicevamo la volta scorsa. E' una delle ragioni per cui vale sempre la pena di leggere (o studiare) letteratura.
EliminaCiao Salomon,
RispondiEliminacredo che il finale di "Dracula" sia davvero debole. In primis perché ci si aspetterebbe un gran casino prima dell'uccisione del conte. Tutto sembra molto affrettato, l'attesa per lo scontro definitivo sprofonda nell'assassinio dell'antagonista inerme.
In secondo luogo il fatto che - a mo' di promessi sposi - l'ultima pagina serva a descrivere quanto sia carina la famigliola messa su dai protagonisti. Su questo aspetto non mi dilungo, dico solo che a posteriori avrei voluto vedere il Conte ritornare e farli tutti fuori.
Ecco svelato l'arcano! :D
EliminaIl finale è affrettato. In realtà non me ne sono reso neanche conto, dato che ho letto gli ultimi capitoli tutti d'un fiato. Forse al Conte è negato l'ultimo risveglio per rimarcare la superiorità dei nostri eroi, o forse nessun beta-lettore ha mosso questa obiezione. Se fossero arrivati dieci minuti dopo, lì sì che sarebbe stato uno scontro epico (e avrebbero perso).
Di fronte a vicende del genere, io e la mia innata propensione per il guardare tutti i punti di vista ci chiediamo se davvero il mostro è solo il vampiro... non lo so, mi viene voglia di conoscerlo meglio perché secondo me potrebbe essere anche un po' vittima delle convenzioni, dei giudizi, della vendetta... La vita non è fatta per il bianco o il nero. Però prima di fare affermazioni del genere dovrei almeno leggere il libro, magari è cattivo e basta!
RispondiEliminaIn realtà, in Dracula non c'è scampo. Non a caso ho usato la parola "mostro": Dracula dopo le prime 50 pagine cessa di essere un personaggio e fa solo poche (mostruose) comparse. Nel film di Coppola, per esempio, c'è più lavoro sulla sua psicologia. Posso solo dire che l'alter ego storico di Dracula, Vlad III, viveva in un tempo e in un luogo così pieno di dolore e sofferenza che può aiutare a capire (magari non giustificare) la sua crudeltà.
EliminaNon voglio certo giustificarlo, mi piace solo capire cosa c'è dietro la cattiveria dei personaggi e delle persone. A volte si scoprono ferite profonde e tutto appare sotto una luce diversa. Non per giustificare, ovviamente, ma per capire, come hai detto tu.
EliminaCredo che la scelta di Coppola sia semplicistica (la morte dell'amata). Forse per capire meglio la psicologia di un principe slavo del '400 bisogna studiare un po', come suggerisce Loredana più sotto.
EliminaDopo quel discorso sulle date mi è venuto l’uzzolo di andare a verificare una cosuccia: una storia che inizia la notte di Valpurga, finirà il 2 novembre?
RispondiEliminaNon esattamente, ma accade comunque sempre nel mese dei morti.
Ed è vero, finisce bruscamente.
Ma Dracula è un incubo e come un incubo svanisce lasciando solo quella sensazione sgradevole: era solo un brutto sogno.
Davvero era solo questo?
E ti lascia lì così, sospeso nel dubbio.
Un sogno? Jonathan Harker crede che sia un stato un sogno, quando riesce a fuggire. Al castello, quando vediamo un'inversione del ritmo circadiano veglia-sonno, il dubbio viene anche a noi.
EliminaLucy non piaceva nemmeno a me. Anzi, io non capivo come mai Dracula avesse scelto lei, all'inizio, ma riflettendoci fu forse la debolezza interiore della Westenra (che cognome difficile, poco inglese) ad attirarlo e a spalancargli una porta già aperta. Mina è un'altra fibra, molto più forte e resistente. Tant'è che ne La leggenda degli uomini straordinari diventa una scienziata con la sua doppia natura di vampira che la sua enorme forza di volontà riesce a tenere a freno.
RispondiEliminaDel Vlad storico (io ne ho trovato un resoconto veloce, Il racconto di Dracula Voevoda, risalente alla fine del XV secolo), quello di Stoker conserva una certa freddezza, e non solo perché non-morto. Un disprezzo per la vita, che maschera forse un rimpianto e un'invidia brucianti per quello che non è più suo, che forse ha origine nell'estrema imparzialità del voevoda, che lo portava a spezzare vite umane senza batter ciglio, in nome del rispetto assoluto della legge. Legge di cui lui era il rappresentante, tra le altre cose...
Credo infatti che l'essere non morto abbia influito, ma su un substrato profondamente radicato nella sua vita precedente, e nel contesto storico in cui si trovava a essere, come dici tu, arbitro della legge.
EliminaCoppola ha fatto un grande film, ma lontano anni luce dalla versione immortale di Murnau e da quella (la mia preferita) di Herzog.
RispondiEliminaOff topic: sapevi che lo scorso anno, per quasi 4 mesi, si è tenuta alla Triennale la mostra “Dracula e il mito dei vampiri”?
Ma certo! Sono andato a vederla e mi è piaciuta parecchio. Il primo segmento, soprattutto, e l'armatura di Vlad. Il film di Herzog è Nosferatu con Kinski, vero? Io dei film su Dracula ho visto per intero solo quello di Coppola, ma alla suddetta mostra ho potuto apprezzare una carrellata... che purtroppo includeva anche Twilight, se ben ricordo.
EliminaEsatto: è il Nosferatu con Kinski (che poi altro non è che il remake di quello di Murnau). Nosferatu tra l'altro, come sai, è il nome che scelse Murnau per evitare di dover pagare i diritti d'autore agli eredi di Stoker (anche se poi perse lo stesso la causa).
EliminaQuando sono andato io alla Triennale c'era uno schermo che trasmetteva Coppola e un altro che trasmetteva Murnau. Non mi ricordo di Twilight (ma probabilmente è per via della mia memoria selettiva).
Dipende da quanto tempo sei rimasto lì. Gli schermi proiettavano a rotazione (non in ordine) tutte le rappresentazioni cinematografiche con Dracula e affini, compreso - purtroppo - Twilight. Hai fatto bene a rimuoverlo. Piuttosto, di Nosferatu parla anche Stoker, essendo in fin dei conti il nome dato ai non morti in Romania.
EliminaAnche questa recensione è veramente accurata! Ammetto che il libro non l'ho letto, ma me ne hanno parlato nel dettaglio e ho visto il Dracula ripreso da Dario Argento...
RispondiEliminaOvvio, l'ultimo film quasi non andrebbe menzionato, ma mi ha permesso di capire seguire il discorso senza perdermi e di trovarmi d'accordo. Dovrò leggerlo anch'io.
Hai un mente molto sveglia, mi piace la tua capacità di ragionamento! Complimenti.
Grazie, troppo buona davvero!
EliminaIl film di Dario Argento non l'ho visto. So che ne hanno parlato maluccio, ma non so a conti fatti quanto si distacchi dal libro. Secondo me vale la pena leggerlo, almeno l'inizio e l'arrivo a Londra del Conte. Se invece ti interessa Van Helsing, sua è l'altra metà del libro!
Ecco, allora dovrei proprio leggerlo. Insomma, bisognerebbe sempre conoscere i papà e le mamme di un genere o un sottogenere o una specie, no?
EliminaDiciamo che aiuta a inquadrare il genere/sottogenere/specie. Nel caso dei Vampiri, Dracula è il termine di paragone. Ciò non significa che quanto lo precede sia spazzatura e i vampiri contemporanei non all'altezza. Anzi, mi dicono che sono state scritte pagine molto interessanti dopo il 1897.
Elimina