lunedì 8 luglio 2013

Yes we scan!


Il 4 luglio si è celebrato l'Independence Day.
Il 4 luglio c'è stata anche una colorita protesta per la salvaguardia dei diritti dei cittadini americani. Forse ricorderete CISPA, la proposta di legge che aspetta solo di essere varata dal senato americano per legalizzare di fatto lo spionaggio dei cittadini. Ora sembra che anche in Europa l'argomento sia tornato di moda, con il cosiddetto data gate. Nonostante possano metterla in termini analoghi, non è di paragonabile alle intercettazioni telefoniche a cui siamo abituati dalla dialettica politica nostrana. È qualcosa di molto più serio. Anche se si può obiettare che l'impatto su una persona sia accettabile, barattare il diritto alla privacy con una maggiore sicurezza, è un passo significativo nella direzione ipotizzata da Orwell. Un piccolo passo, va bene. Ma i piccoli passi di oggi, in anni di rivoluzione digitale, creano le basi della società di domani...
... oppure ci sarà un collasso e la tecnologia sarà dimenticata in un qualche tipo di medioevo futuro. Ma messe da parte eventuali catastrofi, penso sia più realistico il pericolo di essere tutti monitorati dall'NSA (o di un equivalente italiano, quando la rivoluzione arriverà anche da noi).

Per capire meglio l'ironia dell'immagine di cui sopra, vi invito a cercare le risposte di Obama (e altri) a domande dirette su questi argomenti. Oppure pensate alla reazione dei primi ministri europei, che minacciano di interrompere le trattative sul libero scambio fra USA ed EU. Certo, in quel caso il movente sarebbero intercettazione su ambasciate e delegazioni governative al Parlamento Europeo, ma è chiaro che a nessuno* piace essere spiato.

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Già, neanche a qualcuno che ha effettivamente commesso un reato. Ma la storia recente insegna che nessun provider di servizi web, penso a facebook, ma mai negato l'accesso alla polizia postale, laddove ci fosse un motivato sospetto di reato.

2 commenti:

  1. Come ben sappiamo i grandi passi non sono irreversibili, sono quelli piccoli che segnano la strada e questa strada... e questa strada non ci piace! Importante esserne consapevoli, però non saprei che soluzione si potrebbe trovare. Stare in un grande fratello mi inquieta non poco!

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    1. Anche a me. Il fatto è che ce la vendono come qualcosa di ragionevole. E magari lo sono anche, penso all'impiego delle telecamere di sorveglianza, più vicine all'idea che aveva Orwell del grande fratello. L'importante è avere chiaro il fine di questi espedienti e non accettarli "perché sì". Solo con la consapevolezza dei loro vantaggi e dei limiti, si può ragionevolmente definire qual è la parte di libertà che siamo disposti a cedere per vivere in un mondo un po' più sicuro. Quello che mi spaventa, è che non mi sembra che questo modo di ragionare sia diffuso, e che le decisioni sul nostro futuro le prenderà una fetta di società che non capisce realmente la portata di questi piccoli passi.

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