venerdì 19 ottobre 2012

Si può guadagnare con un blog?

Per qualche giorno, nella blogosfera, si è parlato dell'opportunità di guadagnare tramite la gestione di un blog. L'occasione è spuntata quando un portale di informazione recentemente aperto stabiliva, nel suo primo editoriale, che gli autori degli articoli ivi presentati non sarebbero stati pagati anche perché blogger. Questo è un po' l'atteggiamento paternalistico comune ai molti lavori non pagati che i giovani (e meno giovani) accettano per fare esperienza. Anche nel giornalismo.

Da qui, il discorso si è ampliato e qualcuno ha iniziato a chiedere: "E tu, pagheresti per leggere questo blog?" La domanda, intesa come provocazione, ha dato il via a opinioni diverse sull'argomento (per equilibrare il discorso, segnalo anche un'opinione diversa).

Realisticamente, mi sono chiesto, come può guadagnare un blogger?
  • Accesso a pagamento.
  • Contenuti (sezioni extra, materiale in download) a pagamento.
  • Merchandising (magliette, spille, etc).
  • Pubblicità  (AdSense di Google, Amazon store).
  • Donazioni (soldi, ma anche wishlist).
Queste sono le modalità che ho visto girando per la rete.

Ora, precisiamo che le prime due non si adattano bene a un blog generalista ma le vedo praticabili qualora ci sia un preciso intento commerciale, per esempio un musicista che offre un corso di violino in e-learning. Le ultime tre, invece, le ho trovate in blog a tema, o pagine personali come la mia. AdSense si può aggiungere su Blogger con un semplice widget, è alla portata di tutti. In generale, i servizi pubblicitari non costano nulla ma permettono di guadagnare qualche centesimo con ogni click. Per quanto riguarda le donazioni, nel caso più diffuso bisogna disporre di un conto Paypal e mettere in vista un pulsante che lo colleghi al salvadanaio del donatore. Lascerei invece da parte l'oggettistica, perché non so come funzioni né se abbia dei costi per il blogger.

A questo punto, ho le idee più chiare. Per esempio, non seguo nessun blog del primo tipo. Se un blog che seguo diventasse a pagamento, mi sentirei in qualche modo tradito*.

Sono invece aperto alla possibilità di donare un obolo a qualcuno/qualcosa che apprezzo. La donazione è il motore di molte attività degne di lode, come il software open source, gli archivi aperti e, per farla breve, tutta la cultura libera. Non solo, aprendo un po' gli occhi moltissime organizzazioni non a scopo di lucro sono attive anche grazie ai donatori. Dal tizio che porta viveri ai terremotati alla Croce Rossa Internazionale.

Ovviamente, non è affatto la stessa cosa. A un blogger probabilmente offrirei solo un caffè, come lo farei con un amico incontrato per strada. Non è questione di elemosina, come suggeriva qualcuno. È un atto di gratitudine e apprezzamento. Del resto, non dipende né dal numero di ore che il blogger trascorre occupandosi della sua pagina né dal numero di visite. Semplicemente, si tratta di una decisione estemporanea. Non si può chiedere una donazione: è un atto spontaneo. Qui sta forse la mia spiegazione al mio sostanziale "no" alla questione posta. Dare la possibilità di dimostrare apprezzamento è una cosa, ma chiederlo è un'altra cosa.

Del resto, si è già detto che la domanda era provocatoria, ma ciò non toglie che le risposte non debbano esserlo. O che non si debba rispondere. La mia è una riflessione a freddo su un tema, come si è detto, non nuovo e di sicuro non limitato alla blogosfera.

___________
*
Questo merita una spiegazione. In questo sono fondamentalista. Ritengo i contenuti a pagamento contrari allo spirito (ideale) di internet, che dovrebbe essere neutrale, libera e aperta. La gratuità è in fondo un corollario di questi tre pilastri.

21 commenti:

  1. Ne parlano tutti quindi io ho commentato questo argomento ormai in ogni angolino della blogosfera! E ora anche qui, dai! (Probabilmente in attesa di un mio post).

    Sul mio blog non c'è pubblicità, insomma, non guadagno nulla. Probabilmente per il numero di visite che ho anche mettendola non guadagnerei niente, quindi tanto vale non appestare il blog con gli annunci. Non escludo un giorno di mettere dei servizi a pagamento o degli e-book a pagamento da scaricare, ma non oggi (e neanche domani).

    La novità degli ultimi giorni è una proposta di un collega blogger di inserire della pubblicità a un suo corso, ma per ora non ho ancora testato l'efficacia del suo lavoro e quindi non so se accetterò. In questo caso però è più un favore a un blogger che un tornaconto personale (non credo di arricchirmi, insomma).

    Del resto ormai quasi tutti i lavori che faccio, li faccio gratis! E sto raccogliendo tante soddisfazioni. Una vocina dentro di me mi dice che un giorno potrei trasformarne qualcuno in un lavoro retribuito, ma credo sia solo un'interferenza tra le sinapsi!

    Ops... commento lungo! Per scrivere il mio post mi basterà copiare tutti i miei commenti!

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    1. Be' penso che quella proposta rientri più nello scambio banner (scambio di favori) che nel guadagno.
      Sappi però che ti offrirei volentieri un caffè. Questo conta! :D

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    2. Non so, non sono un'esperta!
      Grazie per il caffè, anche se io non lo bevo (già non dormo... posso barattarlo con una camomilla?).
      Te lo offrirei anch'io un caffè, comunque! Anche questo conta!

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  2. Beh, è il tipo di argomento sul quale è estremamente probabile finire per polemizzare con qualcuno. Un po' come cacciarsi in un roveto pretendendo di non essere graffiato. Una volta detto che l'articolo di Huffington Post Italia non era altro che un tentativo di difendere gli interessi un po' corporativi dei giornalisti italiani, non mi resta che ammettere - per quanto mi riguarda - che non ho ancora stabilito se tentare di guadagnare o meno con il mio blog. In realtà tendo a considerarlo unicamente come sfogatoio privato, di tanto in tanto rallegrato (si fa per dire) da qualche brano musicale o da qualche racconto. Nulla di più. Per tutto ciò non chiedo denaro, né pretendo - per il momento, almeno - di guadagnare anche pochi centesimi con i pezzi di narrativa più lunghi e scaricabili gratuitamente. Diverso il discorso per blog aggiornati e che commentano con attenzione e cura l'attualità e la cultura. Ma in quel caso credo che andrebbe profondamente riformato l'organizzazione del giornalismo in Italia. Ma non si era votato un tempo sull'eliminazione dell'ordine dei giornalisti? Esiste ancora, poi, l'abitudine dei lettori su internet convinti che leggere gratis sia giusto e indiscutibile. Credo possa essere discutibile, come no, anche se mi sembra improbabile riuscire a proporre qualcosa di decente con la situazione attuale di diffusione delle carte di credito.

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    1. La polemica infatti è simile a quella iniziata verso altri tipi di blog. Per esempio, la Critica contro i blog letterari che ogni tanto ritorna. Il mio esempio guida è al di sopra di ogni sospetto: Paolo Attivissimo, giornalista e blogger. Sempre preciso e documentato, è un professionista in entrambi i ruoli. E per chi lo segue, offre da sempre (o quasi) la possibilità di donare qualcosa. La sua guida per migrare da Windows a Linux è un pizzaware!
      Riguardo all'ordine, non saprei. L'impressione è, a volte, che si tratti di mero corporativismo. D'altra parte, con la mia laurea non ho accesso immediato a nessun ordine, quindi non ho la (s)fortuna di conoscerli dall'interno!

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  3. Io mi sono fatto delle idee ben precise al riguardo.
    Una volta detto che la dichiarazione della Annunziata è profondamente infelice, provinciale nonché un ennesimo tentativo di sfruttare il lavoro altrui, nel seguito della discussione devo ammettere di essermi parecchio stupito di alcune reazioni. mi spiego meglio da un lato ho trovato i soliti furbetti latori di scuse abbastanza assurde,degne del solito "furbettismo" all'italiana. D'altro canto mi ha sorpreso , scusami il gioco di parole, la sorpresa di molti bloggers di fronte a queste dichiarazioni.
    Per quanto mi riguarda non credo che farò pagare per il mio blog, altre sono le cose che m'interessano.

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    1. Sì, il dibattito ha del surreale. Anche perché, mi rendo conto, è facilissimo essere travisati. Più che altro, mi ha stupito la lettura dei commenti. Io vivo con estrema naturalezza la presenza del pulsante donazione, ma mi rendo conto che possa essere inteso in maniera diversa.

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  4. Non vedo per quale motivo bisogna polemizzare. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione. Quelli che non l'accettano non sono favorevoli alla libertà di parola.

    Condivido il fatto che se uno volesse mettere dei contenuti a pagamento, e parlo di articoli, va ripensato l'intero progetto del blog, a cominciare dall'avere un dominio e non un servizio gratuito (che non è affidabile), una grafica professionale, un sistema di pagamento sicuro, un'anteprima di ciò che va acquistato, ecc. Insomma, non è sufficiente dire "da oggi si paga".

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    1. Eh, infatti. Un blog a pagamento, in parte o del tutto, va pensato, strutturato e gestito in un modo diverso. Io mi riferisco principalmente a blog generici tipo il mio, che conosco meglio e sono tutto fuorché professionali!

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  5. si può guadagnare con un blog.
    Sono centinaia, infatti, i blogger che si son guadagnati un bel "vaffanculo" quando hanno cercato - più o meno velatamente - di vendermi qualcosa.

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    1. Be', puoi sempre smettere di seguirli (come penso tu abbia fatto). Per curiosità, si trattava di qualcosa legato al tema del blog, o di quello che ho chiamato pubblicità/merchandising?

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  6. Uhmm... beh, sulla dichiarazione dell'Annunziata ammetto che vado un po' controcorrente rispetto alla reazione tipica. Nel senso, io bloggheggio da poco più di un anno e, ammetto, con discreta soddisfazione. Ma mai e poi mai mi sognerei di chiedere soldi a qualcuno... cioè, il blogger secondo me è un appassionato, un fan, uno che ha un interesse spropositato per un certo argomento e vuole condividerlo. Se non ha determinate competenze non ha il diritto di chiedere soldi. Per me, eh. Poi uno può anche chiederli, non è una cosa che mi infastidisce. Visioni differenti.
    Per il resto credo che sia possibile guadagnare con un blog, ma non in Italia. Il bacino d'utenza è ristretto rispetto ai 'colleghi' anglofoni - ammetto che sto anche pensicchiando di leggivendolare pure in inglese (sì, sempre gratis. Giusto per allenarmi un po' e per vedere come vanno le cose fuori dallo stivale) - e anche perché credo che all'estero la gente sia più 'abituata' all'uso di paypal e simili. Io ancora sto all'età della pietra, mi viene male ogni volta che devo effettuare pagamenti via Internet e vedo che non sono la sola, anche se devo dire che già chi ha 3-4 anni meno di me non ha di questi problemi.
    Che poi secondo me il modo più 'powah' di guadagnare coi blog - l'unico che metterei in atto (a livello ultra-teorico, eh xD) - è l'oggettistica. Cioè, tipo maglie, spille, roba così. Come fanno comunemente gli Youtuber inglesi e americani e come da qualche tempo fa pure Yotobi. Oggettistica legata al tema del blog/canale, non 'personalizzata' al blogger... non so, qui mi pare improbo, altrove vedo che funziona abbastanza.

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    1. Al di fuori dell'Italia non saprei. Seguo pochissimi blog extra, ma so che il crowd-funding, per esempio, riscuote un certo successo che in Italia, oggi, non ce lo vedo.
      Sai che ti ci vedo, a piazzare spille? ^^

      Detto questo, se uno non ha le competenze non scrive sull'Huffington Post. Sospetto che l'Annunziata sia pagata per questo - obiezione che puoi smontare facilmente, ma ti prego di non farlo. Un blog è una forma espressiva, non può essere un giudizio sulle capacità giornalistiche di qualcuno, se non altro perché costui può benissimo essere un giornalista...

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    2. Effettivamente mi divertirei un discreto po' fare spille sceme a tema letterario xD
      Nemmeno io seguo blog non italiani, in compenso sono inglesi quasi tutti gli Youtuber che seguo... credo che il crowdfunding dipenda molto dalla lingua e forse anche dal tipo di blog. Tempo fa avevo letto di un fumettista che aveva annunciato la chiusura del proprio blog in quanto doveva cercarsi un lavoro. Ha messo la possibilità di donazione per vedere se qualcosa si muoveva e s'è ritrovato non so quante decine di migliaia di dollari. Però in questo caso non si trattava di un semplice 'blogger' ma di un fumettista, uno che effettivamente lavorava.
      Per il discorso pagamenti etc, io intendevo il discorso in senso un po' più generale. Cioè, se sei un semplice blogger non c'è motivo per cui tu riceva un compenso. Se invece sei uno con delle competenze ben precise, tipo un giornalista appunto, allora le cose cambiano.

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    3. Sì, ora ho capito la tua posizione. Resto comunque convinto che il caso dell'Huff sia ontologicamente diverso.
      In realtà, parlando del fumettista hai colpito il segno. Il punto è che queste cose hanno successo se c'è un progetto che sia in grado di raccogliere interesse. Io, per esempio, ho seguito i produttori di L5, pilota di una serie hard-SF, discorso analogo a quello del tuo fumettista. Difficile che qualcuno riesca a raccogliere più di qualche caffè solo per il suo blog.

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  7. Salomon, Romina... andiamo a berci un caffè/camomilla che guadagnarci su è mera utopia, almeno per me :)

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    1. O una cioccolata, data la stagione...

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    2. Cioccolata! Ecco risolto il problema... se un giorno farò pagare per leggere il mio blog, chiederò un pagamento in cioccolata! Ah ah ah!

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    3. Un giorno che resisterai fino al pomeriggio, cioccolata sarà!

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    4. Un giorno ti spiegherò perché ho così poca resistenza, ok? Però a quel punto esigerò una cioccolata!

      E poi avevo altri impegni in serata...

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    5. Mi sembra un prezzo equo. Non era un rimprovero, Romina. Era per giustificare il fatto che alla prova dei fatti non ti ho offerto nulla (anzi, qualcuno ha offerto a me un caffè).

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