giovedì 2 agosto 2012

I lettori nel Belpaese

Ero fortemente tentato di mettere un titolo allarmista. L'argomento non è dei più confortanti, ma dato il fioccare, in questo periodo, di riflessioni sul mercato librario e il ritorno di una caccia alle streg... ehm... alle cause di questa crisi, volevo dire la mia.
Volevo riflettere un po' sui numeri.

Controlliamo il numero di lettori che, raggiunti gli 11 anni di età, dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti all'intervista, per motivi non strettamente scolastici o professionali:

2005 42,1%
2006 43,9%
2007 42,9%
2008 43,6%
2009 44,7%
2010 46,5%
Sono dati reperibili dalla simpatica banca dati Istat*.

Per arrivare al 2011, portate pazienza, dobbiamo considerare anche i bambini 6-11 anni. Purtroppo non sono dati compatibili con i precedenti, ma possiamo comunque farci un'idea:

2009 45,1%
2010 46,8%
2011 45,3%
Sono dati reperibili nell'archivio Istat.

Questi sono lettori, non dati sulle vendite, quindi stupisce un po' che siano meno della metà degli intervistati. Forse è vero che in Italia si legge poco*.
Sarebbe interessante dare un'occhiata alla situazione internazionale, per un confronto con paesi (che crediamo) più civili. Giusto per dare una misura...


Ciononostante, il trend è in crescita. Certo, c'è una leggera flessione nel 2011, ma come si vede era successo anche nel 2007. È possibile che il dato del 2010 fosse sovrastimato, per esempio, o che oscillazioni di un punto percentuale siano all'interno delle barre di tolleranza (che forse sono discusse in qualche nota metodologica).
Il problema è che dal rapporto del 2012 appare una riduzione di 1,5% tra il 2011 e il 2012. Il sunto che si trova on line e sui quotidiani è riassumibile così: I LETTORI SONO IN CALO!!!

(Tanti saluti alla netiquette...)

Sinceramente mi fido più del trend positivo. Le statistiche hanno talvolta oscillazioni imprevedibili, dipende molto come vengono fatte. Se però dal 2005 al 2010 c'è un aumento del 4,4% dei lettori, mi sembra un dato piuttosto significativo e mi permette di osservare che nel quinquennio considerato i lettori sono in graduale aumento.

Diverso è il peso dei lettori forti, ovvero di chi legge almeno un libro al mese. I lettori forti sono circa il 14% dei lettori, ovvero il 6,3% degli italiani. I lettori deboli, quelli cioè che hanno letto non più di tre libri in un anno, sono invece il 46,5% dei lettori, ovvero il 21% degli italiani.

Insomma, la metà degli italiani legge per motivi non inerenti a studio o lavoro, e fra questi poco più della metà legge più di tre libri.
Questo nel 2011.

Ci sarebbe poi il problema delle vendite di libri, della crisi nel mercato e di come la produzione libraria sia, in barba alla crisi, aumentata.
È possibile che torneremo sull'argomento.


______________
*
A proposito, si ringrazia l'Istat ma provvederò a segnalare che ci sono troppi file excel. Se non sbaglio, c'è una normativa che obbliga  la pubblica amministrazione a utilizzare formati aperti.
**
Tra l'altro vi consiglio di dare un'occhiata ai documenti Istat, che delineano il profilo del lettore in base a fattori come età, genere, residenza, istruzione.

25 commenti:

  1. E poi ci sono i lettori stagionali... come me! Che passano i mesi scolastici sui libri universitari e poi d'estate leggono anche più di 6-7 libri al mese. Quasi tutti presi in biblioteca, quindi sfuggiti alla raccolta dei dati, temo.

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    1. Beh, in teoria il dato nasce da un'intervista. Quindi se il campione è scelto bene, sarà affidabile. Non vedo ragione per cui qualcuno debba dichiarare meno libri di quanti in realtà letti.

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    2. A volte gli italiani si vantano di non leggere. A volte si vergognano. Le "interviste" vanno sempre prese con le molle... ma sui grandi numeri riescono comunque a fotografare abbastanza bene l'andamento generale.

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  2. non c'è che dire, siamo dei forti lettori: phuaaaaaaaH

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    1. Sinceramente mi aspettavo percentuali più alte. Sarò un ottimista?

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  3. Se non sbaglio c'è anche una norma (morale) che ti obbliga a craccare office se lo stato ti passa i dati in excel, giusto?

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    1. No! Microsoft distribuisce gratuitamente un Excel viewer, così come un Word viewer. La pirateria non è mai giustificata!

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    2. PS. Senza contare che esistono programmi gratuiti (per uso personale) come OpenOffice e LibreOffice. Ed esistono webApp da ufficio, sempre gratuite, come Google Documents, e Zoho Documents.

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    3. Vero, il formato .xls è abbastanza supportato da tollerare la sua presenza. Però non è un formato aperto, e l'Istat dovrebbe adeguarsi alle linee guida. Un formato aperto e standard è una garanzia al di là del tipo di programma utilizzato.
      In università purtroppo ho avuto spesso a che fare con file .docx dove si perdeva in parte la formattazione, così come in presentazioni .ppt illeggibili a meno di non avere un sistema windows con office originale (e aggiornato).
      Sui formati aperti, volendo, si può discutere per ore! ^^

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    4. Glauco capisco le tue argomentazioni, ma il viewer non mi fà elaborare i dati e gli open source aprono i file di merda.
      Penso che craccare office sia eticamente la scelta più corretta e giustificata. Prova, vedrai che ti sentirai meglio!

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  4. C'è un piccolo dettaglio che fa affondare le speranze: In Italia si ritiene lettore forte una persona che legge mediamente un libro al mese. In Francia, Inghilterra, Germania e Spagna, il lettore forte è una persona che mediamente legge due libri al mese.

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    1. Questo aspetto è interessante. Questo però rende i dati internazionali non confrontabili, a meno che non si possa interrogare direttamente il database...
      Mi consola vedere che posso considerarmi un lettore forte anche in altri paesi.
      Grazie per il contributo e benvenuto!

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  5. Ma sono da considerare lettori "forti" anche quelli che si sono letti in un mese tutti e quattro i libri di Tuailait? :-)
    Il Moro

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    1. Sì, a meno che non lo dia da leggere l'insegnante!
      (Per ridere, eh, spero non succeda mai...)
      Benvenuto!

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    2. Sarebbe la fine della civiltà occidentale...
      Il Moro

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  6. Ovviamente sì, caro Mo_Lu. Sorry, ma un libro è un libro : )
    Mentre non è detto che il lettore di Urania o dei libri distribuiti insieme ai giornali rientri nel calcolo. C'è stato un momento, intorno al 2000 che l'ISTAT aveva inserito la categoria "Lettore morbido", scoprendo così anche i lettori di Urania, del Giallo Mondadori o dei manuali di cucina o dei manuali di falegnameria. Questo aveva portato i lettori poco sotto il 50%, ma si tratta comunque di dati molto bassi. In parte, comunque, non comparabili, dal momento che in Francia, Germania e Gran Bretagna si è forti lettori leggendo almeno 20 libri/anno contro i 12/anno utilizzati dall'ISTAT. Un altro buon modo per stabilire il livello di lettori è calcolare la quota di denaro spesa in libri pro capite. Qui sono davvero k... acidi. In Italia siano intorno ai 28-29 euro / anno contro i 50-51 francesi e i 68-70 dei malefici krukki. Ho passato la vita in compagnia di questi numeri, tanto da poterli citare a memoria. Altrettanto interessante scoprire che in Italia i forti lettori - intorno al 65-70% - hanno meno di 12 anni, percentuale che crolla tra i 12 e i 18 anni senza più riprendersi, con esiti più o meno tragici dopo i 60 anni, con meno del 20% di lettori. Saranno gli occhiali, certo, la difficoltà nella lettura, come no, o forse, semplicemente, l'aver trascorso la vita senza libri. E qui al nord e in città, comunque, le cose vanno ancora bene. A Torino e Milano i lettori sono intorno al 60% mentre in Sicilia scendono sotto il 30% della popolazione. E anche qui ci sono ottime ragioni, tra le prime l'insufficiente scolarizzazione. In ogni caso nelle statistiche dell'UE l'Italia è davanti a Grecia e Portogallo. E basta.

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    1. Ma sì, il mio commento era solo per ridere. Anche perchè potrei citare almeno tre conoscenti che hanno letto quei quattro libri in un mese o anche meno... e basta per tutto il resto dell'anno.
      Il metodo della quota pro capite spesa ogni anno in libri non mi sembra veritiero. Io leggo parecchio(non chiedetemi quanti libri al mese, non li conto e non sono così regolare, inoltre dipende dalla lunghezza: diciamo più di uno e meno di cinque) ma spendo pochissimo: compro ebook su Amazon o scarico quelli messi gratuitamente online dagli autori, compro i libri usati nelle bancarelle e soprattutto usufruisco del fornitissimo sistema bibliotecario della mia zona. 30 euro l'anno non credo di spenderli.
      Il Moro

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  7. Non penso che tu sia l'unico in questa situazione. Ed è probabile che l'ISTAT debba modificare i propri metodi di misura. Tuttora, infatti, non so come vengano contati - e se - gli e-book. Ma tenendo conto che gli e-book sono MOLTO meno diffusi in Italia che nel resto dell'Europa, non riesco a vedere perché mai il sistema di acquisto pro-capite non funzioni. Il dato temo sia tragicamente reale, anche volendo inserire nel conto i libri rubati, quelli scaricati, quelli prestati e quelli trovati su una panchina. Sulla popolazione in generale resta il fatto che 6 persone su 10 non spendono nemmeno un picco in libri, né più né meno. Che il giro d'affari totale dei libri nuovi in Italia non supera i 1.500 milioni di euro/anno, un dato che - nuovamente - diviso per il totale della popolazione italiana fa 25 euro pro capite, bambini, vecchi e ciechi compresi. Dopodiché esistono gli e-book (100 mln/anno) e tutti gli altri libri recuperati in qualche modo ma, in tutti i casi, non si superano i 30 euro/anno. Che per tenere in piedi un settore commerciale è TROPPO POCO. Piccola nota, le domande dell'ISTAT, rivolte a 1.500 persone, tengono conto dei libri presi in prestito dalle biblioteche, oltre che di quelli prestati da amici e parenti. La DOMANDA che viene posta al lettore: nello scorso anno lei ha letto: - più di dodici / da 3 a 12/ da 1 a 3/ nessun libro. "Ha letto", senza chiedere in che modo il lettore se lo è procurato. In domande successive si chiede: "dove si procura i suoi libri?" Acquistato / regalato / prestato / ecc.
    In ogni caso per chi si occupa professionalmente di editoria la domanda principale è la prima, tenendo conto che anche un lettore seminascosto o fortemente autodiretto può essere indotto ad acquistare un libro, mentre un non-lettore non acquista un fico secco di nulla, più o meno come è impossibile convincere una mucca a degustare del prosciutto. E comunque, anche in numero di lettori battiamo sempre e soltanto Grecia e Portogallo.

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    1. Il dato sul fatturato in effetti spiazza un po', se lo confronto con la mia esperienza personale. Da quando ho un minimo di disponibilità economica, 30 euro li spendo solo per libri regalati. Libri che non so mai come saranno accolti, purtroppo. Ho imparato anch'io a mie spese che ci sono lettori/mucca.

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  8. allora forse, invece che di numeri, bisognerebbe indagare sul "perchè" la gente non legge. Ma se tu provi a chiedere ti senti rispondere "Eh, io non ho mica tempo per queste cose", come se fosse una cosa di cui vergognarsi. Perchè viviamo in un paese dove se non lavori come uno schiavo tutto il giorno sei un fannullone, e quindi è impotante dare l'imrpessione di essere superimpegnato. Peccato che poi scopri che ti rispondono così anche quelli che staccano tutti i giorni alle 5 e quando arrivano a casa si spaparanzano davanti alla tv, a guardare Amici e L'isola dei Famosi.
    Purtroppo, leggere comporta uno sforzo mentale superiore a subire la TV. Chi arriva a casa stanco morto si può anche capire, ma per la maggior parte della gente il non leggere è semplicemente sinonimo di pigrizia mentale. Calcolando che questo sondaggio non ha calcolato solo i saggi e i romanzi storici, se ne deduce che è "troppa fatica" anche leggere la narrativa d'evasione.
    Ma perchè questa pigrizia è così diffusa? Siamo rimbambiti dai media? Ci vengono propinati modelli sbagliati (vedi i concorrenti dei reality, che hanno successo nonostante, e a volte "grazie" alla loro ignoranza)? Abbiamo un sistema scolastico che non dà i giusti valori ai giovani?
    Oddio, qua ci sarebbe da aprire un'ulteriore discussione. Chi decide quali sono i "giusti valori"? Eppure io sono convinto che leggere sia "giusto", indipendentemente dal "cosa". Fosse pure Tuailait. Perchè leggere tiene in movimento il cervello molto più più che guardare la tv, anche se guardi documentari o programmi di approfondimento. Perchè la tv non ti dà il tempo di assorbire le informazioni, di rielaborarle e rifletterci su. Un libro sì.
    Scusate la galleria di ovvietà. :-)
    Il Moro

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    1. Sarà un'ovvietà, ma non è certo sbagliato. Leggere implica una componente attiva da parte di chi legge, anche nella narrativa di evasione.
      Io non so quale siano le colpe del sistema scolastico o delle famiglie, ma si tratta, ahimè, di un modello che vedo consolidato. Io leggo tanto anche perché i miei genitori leggevano tanto (leggono ancora) e non mi sono mai lamentato delle letture scolastiche. Non posso dire lo stesso di molti miei compagni, anche al liceo, dove uno penserebbe che ci siano dei grandi lettori.

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    2. In mezzo a tante cose noiosissime che mi hanno fatto leggere a scuola c'erano anche alcune perle. Mi ricordo ad esempio Sulla Strada, Arancia Meccanica e, sia sempre benedetta quella professoressa, Dracula. Ma eravamo in pochi a pensarla così.
      Il Moro

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  9. "perché la gente non legge". Ecco la domanda da un milione di dollari. Non legge perché a leggere non si guadagna nulla, verrebbe da dire guardando l'attuale Italia. Perché un libro non è un gratta e vinci e leggere non ti porta lontano dalla tua vita quotidiana. O almeno questo è quello che molti ti direbbero. Viceversa noi sappiamo che leggere è una consolazione, una forza, un sogno e un desiderio. Ma spiegarlo a chi non legge è una fatica improba. Poi ci sono milioni di ragioni per le quali la gente non legge, ragioni storiche e ragioni linguistiche, ragioni politiche e ragioni sociali. Una scuola che non aiuta a scegliere le proprie letture - anche se senza scuola è infinitamente peggio -, una classe politica che non fa nulla per spingere alla lettura, un'imprenditoria del settore che tratta libri e autori come altrettanti tonni. E poi, sicuramente, una TV invadente e infettiva, stupida ancora più che pericolosa. Un tempo uno sceneggiato televisivo provocava un aumento delle vendite del libro dal quale era stato tratto. Ma "ridurre" il soggetto costava, gli attori costavano, le scenografie costavano... non è economicamente meglio una TV da guardoni o da rimbambiti?

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  10. Ho letto tutto il thread e anche se dovrei essere contento del fatto che sarei considerato un lettore forte anche negli altri paesi, la cosa non mi consola.
    Perchè non si legge in Italia?
    Io credo che abbia ragione MaxCiti nel suo ultimo intervento, ci sarà la possibilità di invertire la tendenza?
    E sopratutto come poterlo fare?
    Queste sono le domande che ci dovremo porre adesso.

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    1. Domande al di là della mia portata, ahimè. Però penso che la politica potrebbe fare molto, se volesse. Sulla TV non mi esprimo, la guardo talmente poco... ma forse proprio perché se cerco qualità preferisco guardare altrove!
      Probabilmente è vero che per educare i bambini bisogna cominciare dai loro genitori, preferibilmente quando sono piccoli!
      Qualcosa nel nostro piccolo lo possiamo fare anche noi, forse. Regalando un libro, per esempio. Certo, non un libro a caso ma qualcosa che possa evitare di finire nel cestino.
      Forse anche i comuni, insieme alle biblioteche, possono incentivare la lettura. È anzi possibile che le politiche locali siano più efficaci di quelle nazionali, almeno a breve termine.
      Però... boh!

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