Si tratta di un racconto breve, qualcosa come dieci cartelle, con un tocco fantastico (poco) e un pizzico di romanticismo che non mi è semplice da inscenare, il tutto condito da un colpo di scena inatteso e... particolare. Per il momento non aggiungerò altro, non sia mai che alla fine lo scriva sul serio!
Sono interessato a capire se anche ad altri, lasciando perdere gli esempi storici e defunti, è capitato di parlare dei propri sogni in un loro scritto. È significativamente differente dal costruire un contesto onirico inventato. Almeno tre sigma, così a occhio:
Per chi fosse interessato, quelle sopra sono due distribuzioni normali con sigma1=1 e sigma2=.5
Ok, questa era veramente nerd.
Nel frattempo continuerò a confidare nei sogni. Dopo aver letto qualcosina di cui forse parlerò prossimamente, ho scoperto che hanno un potenziale enorme e che non sarà mai, mai del tutto esplorato. Non si può dire che il sogno abbia fine, dacché l'umana fantasia non ha confini, al di fuori di quelli che noi stessi osiamo imporvi.
Luce ai sommersi.
Nel frattempo continuerò a confidare nei sogni. Dopo aver letto qualcosina di cui forse parlerò prossimamente, ho scoperto che hanno un potenziale enorme e che non sarà mai, mai del tutto esplorato. Non si può dire che il sogno abbia fine, dacché l'umana fantasia non ha confini, al di fuori di quelli che noi stessi osiamo imporvi.
Luce ai sommersi.
"Non si può dire che il sogno abbia fine"???
RispondiEliminaSottile come sempre!
RispondiEliminaNon parlavo della dimensione temporale, ma di quella immaginativa. Forse avrei dovuto specificarlo, ma il potenziale a cui mi riferisco è il potenziale creativo. In particolare, nella finzione narrativa, il sogno è un contesto in cui può accadere ciò che è proibito nella vita reale (finta). Sono molti i casi in cui questo espediente è utilizzato, dalla letteratura classica fino alle odierne serie televisive. Sinceramente non mi vengono in mente regole o divieti che non sia possibile infrangere introducendo il contesto-sogno.
A me capita spesso di sfruttare i miei sogni per scrivere narrativa... anche se ultimamente sogno davvero poco (o meglio non ricordo quello che sogno nelle poche ore di sonno). Ho scritto dei racconti riportando quasi interamente dei sogni, mentre in altri casi ho usato solo dei piccoli elementi come fonti di ispirazione... comunque il potenziale dei sogni non va di certo sottovalutato. Seguili e vedrai che ne trarrai un buon racconto! Buona scrittura dunque!
RispondiEliminaGrazie Romina! Anche io raccolgo un po' di qua e un po' di là elementi che poi rielaboro nelle mie storie. Qualche volta si tratta di un sogno, come in questo caso. Una volta mi è capitato di costruire un contesto-sogno ma non ne sono stato soffisfatto. Mancava di genuinità.
RispondiEliminaCiao Lisa e grazie per la visita.
RispondiEliminaNon ho mai letto nulla della Meyer, perché proprio non è il mio genere. Mi fa piacere scoprire che anche autori contemporanei continuino a sfruttare il potenziale onirico, e che non si sia perso nella prima metà del 900!