Nel corso della mia partecipazione (come pubblico) ai Delos Days, che ricordo essere la convention per il decennale dell'associazione culturale Delos, sono emerse alcune tematiche trasversali di indubbio interesse che riguardano la scrittura, la fruizione del prodotto-libro, il modo in cui se ne parla. Fra queste, ce ne è una in particolare che riguarda il mondo dei blogger - un paio, in realtà, ma ho dovuto scegliere. E dato che la mia amica Romina dedica la domenica di riposo alle sue domande esistenziali, ho pensato di porne una anch'io.
Naturalmente ho già riflettuto sulla risposta, ma non voglio anticiparvi nulla.
In un momento storico in cui c'è tanta voglia di pubblicare e poca di ascoltare (o leggere), il blog può essere visto come uno strumento di confronto, o come una roccaforte da cui l'autore espone i suoi monologhi, senza spazio per la discussione?
A domani con il prossimo palinsesto (spero).
L'Argo riparte amezzo pieno regime, con una attesa sorpresa!
Naturalmente ho già riflettuto sulla risposta, ma non voglio anticiparvi nulla.
In un momento storico in cui c'è tanta voglia di pubblicare e poca di ascoltare (o leggere), il blog può essere visto come uno strumento di confronto, o come una roccaforte da cui l'autore espone i suoi monologhi, senza spazio per la discussione?
Forte Gisella, nel veronese. |
A domani con il prossimo palinsesto (spero).
L'Argo riparte a
Beh, già il fatto di inserire uno spazio per i commenti denota un minimo accenno di dialogo. E poi bisogna vedere come si pone il blogger rispetto a eventuali commenti che non condividono i contenuti del post.
RispondiEliminaHai sollevato un interrogativo tanto pungente quanto veritiero: la possibilità che la rete dà a tutti di comunicare allo stesso modo è una grande ricchezza, ma alimenta anche un senso infinito di narcisismo, egocentrismo e protagonismo. Basta guardare i mille gruppi cui ci ritroviamo iscritti (spesso senza saperlo) su Facebook: tutti pubblicano i loro testi, pochi o nessuno li commentano; vale spesso la stessa cosa per le autopubblicazioni, cui tutti possono accedere ma che, di fatto, impegnano l'autore a promuoversi in tutti gli spazi della rete senza dedicarsi ai suoi "colleghi".
RispondiEliminaPenso che un blog debba essere per definizione lo spazio della discussione e del confronto, e che, più in generale, la rete dei blogger sia una straordinaria risorsa in questo senso, perché, anche se un blogger 'x' è autore di un sito, nel blog di 'y' diventa lettore, allo stesso tempo, entrambi sono lettori e commentatori di 'z' e 'z' porebbe avere interesse a diventare, da autore, lettore di 'x' e 'y'; è più che provato che la reciprocità, lo scambio di link, le segnalazioni anche attraverso i corpi dei commenti offrono una possibilità di pubblicazione-lettura molto più efficace e di maggiore qualità rispetto a quella dei social... se un blog deve diventare l'occasione per un monologo, tanto vale tenere un diario virtuale o un sito, ma dubito che nessuno lo visiterà mai: oggi i fruitori di internet vogliono partecipare!
Beh, mi viene da quotare Athenae Noctua.
RispondiEliminaLa pretesa di una comunicazione unilaterale è impossibile nel mondo dell'Internet. Un blog, poi. I blog son fatti di lettori e di commenti, se togli quelli rimane un pomposissimo diario segreto.
Ti sto contagiando con le mie domande esistenziali, eh? Molto bene!
RispondiEliminaIo credo che un blog sia soprattutto uno spazio di discussione. Se uno dei miei post resta senza commenti mi sembra inutile averlo scritto. Dove non c'è dialogo non c'è crescita.
Beh, per un poveretto - come il sottoscritto, ma anche come migliaia di altri - che ha passato la vita a inseguire il prossimo sperando che abbia voglia di leggere quello che ha scritto, trovare un luogo dove letteralmente chiunque ha la possibilità di leggerlo e commentare significa approdare al paradiso. Senonchè il problema vero è che nessuno o quasi desidera commentare, né i lettori, che (se va bene) si sono goduti la lettura, né gli autori-lettori, in realtà silenziosamente & dannatamente preoccupati che tu sia meglio di loro... Io, per dire, ho sempre timore di incontrare un insieme di Dostoevskij, Steinbeck, Dick, Amado e Dürrenmatt al cospetto del quale debba ammettere di non essere nessuno, non essere stato nessuno e di non poter diventare altro che nessuno, ma ammetto volentieri che se lo incontrassi non potrei resistere a scrivere - anonimamente, certo - "Dio, ma sei un mostro di bravura, ma come fai?". Questo perché, come insegna Flaubert, non esiste miglior tifoso di uno scrittore di un altro scrittore... Ne desumo, a stretta logica, che se non apprezzi un altro autore, non lo sei nemmeno tu. E che così le fortezze rischiano di essere, come quelle di Buzzati, disertate per sempre dal nemico. Insomma, l'unico modo per essere letti è leggere.
RispondiEliminaGrazie per i commenti. Non risponderò uno per uno visto che sarebbe troppo dispendioso e sono un po' assonnato. Dimostra ancora una volta come dal confronto possano nascere spunti più che interessanti.
RispondiEliminaTornerò sull'argomento.
@Max: Hai citato una selva di nomi che fa una certa impressione! ^^
Data l'ora, la prima risposta è che "dipende dall'autore e dall'uso che fa del proprio blog".
RispondiEliminaMi trovo di nuovo in linea con Athenae Noctua: spazio discussione, confronto, risorsa, autore/lettore, partecipare.
Torno domani. Con lucidità e senza palpebra calante.
Bonne nuit!
In teoria i blog possono essere un po' di tutto ma in genere vengono usati come uno spazio fortemente personale, dove il dialogo è relativamente limitato (salvo eccezioni). Molti commentatori sono amici e danno ragione al blogger salvo che siano invece invitati a dire la loro... La critica o il commento che smentisce il post, da alcuni blogger (mi baso sulle conoscenze personali) vengono visti come fastidiosi, come attacchi personali e ovviamente talvolta lo sono. A molti non piace essere smentiti e talvolta in questo atteggiamento mi ci vedo anch'io - non sempre, me lo concedo. Insomma il blog è (non necessariamente ma spesso) una finestra per il proprio ego e poco si adatta a essere palcoscenico per un dibattito aperto.
RispondiEliminaBella domanda. Mi trovo d'accordo con un po' tutto quello che si è detto prima di me. Credo che il blog abbia senso solo e solo quando viene letto e commentato.
RispondiEliminaE' compito del blogger far in modo che i suoi post vengano commentanti. Se il blogger non si preoccupa di creare uno spazio di discussione allora può benissimo tenere un diario privato e lasciar perdere internet. Del resto non vedo come ci possa essere un “conforto” senza un feedback da parte dei lettori.
Scrivere un commento è più impegnativo che leggere un post, un ipotetico lettore deve avere una valida motivazione per commentare. La comunicazione ha sempre un fine e proprio per questo non può essere gratuita. Prima di prendersi la briga di scrivere un commento, anche il più ingenuo del lettore inconsciamente si chiede "what is in it for me?". Se il blogger in questione non fornisce una buona risposta a questa domanda, il lettore di passaggio chiude la finestra e va oltre e fa bene!
Certo, fra i bloggers c'è sempre una specie di "do ut des" e forse senza questo tacito "accordo" il blog non potrebbe esistere. Noi che abbiamo un blog commentiamo perché conosciamo il valore dei commenti, perché ci piace quello che facciamo, ci interessa etc ma in fondo lo facciamo solo quando leggiamo qualcuno che nel suo modo di porsi ci invita a commentare e dimostra un'apertura al dialogo.
Scusa, ho commentato in modo un po' confuso! Non ho capito neppure io dove volevo andare a parare :)
Tranquilla, lo trovo abbastanza chiaro.
EliminaIn questo momento, se non mi accusate troppo di advertisement, credo di avere l'unica "roccaforte" vera e propria, in quanto il NeT.Lair me lo sto programmando da solo e i commenti ancora non sono implementati ;-D
RispondiEliminaA parte tutto, io sono uno dei grossi sostenitori del blog autoreferenziale: ciascuno si scrive le sue cose importanti principalmente per se stesso, poi magari anche il resto dell'universo potrebbe interagire (dandogliene la possibilità).
Non tutte le iniziative attecchiscono ovunque e non si può certo esser d'accordo con tutti, ma se proprio non è possibile scrivere un commento, quantomeno ciascuno può scrivere "l'articolo di risposta".
È uno dei motivi per cui mi piaceva lavorare sul sistema di Pingback (vedi: http://en.wikipedia.org/wiki/Pingback) , solo che ovviamente gli spammer l'hanno rovinato...
Ho dato un'occhiata, un bel lavoraccio!
EliminaUna delle caratteristiche del blog è anche l'essere aperto. Nel senso che non esiste un "sistema a singolo blog", ma nella blogosfera i singoli possono interagire fra di loro. Il sistema di pingback credo sia implementato nella piattaforma di Wordpress, o sbaglio? Il "reblog" non è un tipo di pingback?
"Lavoraccio" no, in fondo mi sono divertito, ed essendo un progetto personale mi sto dando dei tempi ragionevoli :)
EliminaComque sì, il reblog è un tipo di pingback, con la sola differenza che il pingback è concepito per essere universale (quindi anche tra piattaforme diverse).
È uno strumento che può far parte del bagaglio tecnologico di un autore, ma funziona solo se molti autori si adottano e diffondono una buona cultura degli strumenti stessi
:-)
Chiaro. In effetti su Blogger al più ci si arrangia con un link nel corpo dell'articolo. Capisco però il rischio spam, che già con il reblog ho visto in 9 casi su 10. Ma quello, purtroppo, come dici tu dipende dal grado di cultura che si riesce a diffondere.
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