Al mio primo (che poi sarebbe il secondo) colloquio di lavoro, bastò poco a spazzare via il terrore che mi aveva lasciato la ragazza delle risorse umane. Il project manager mi fece tradurre un brano in inglese, credendo di mettermi in difficoltà. Parlava di lupi mannari. Poco dopo, siamo finiti a parlare del web e dei social network.
Del lupo mannaro magari ve ne parlo la prossima volta.
Di social network, al secolo reti sociali, se ne parla spesso riferendoci a Facebook e altri siti di successo che sfruttano appieno l'idea del web 2.0 - ovvero il web che permette e facilita l'interazione tra chi crea contenuti e l'utente. In questa categoria entrano anche siti, piattaforme e software che precedono Facebook di alcuni anni.
A dire il vero, non c'entra neanche l'informatica. Si parla di rete sociale quando - i sociologi mi correggano - ci si riferisce a un insieme di individui qualsiasi legati da un qualche tipo di relazione. Nel web 2.0 il termine ha finito per identificare, impropriamente, il software o il servizio web che ne permette l'implementazione sulla rete internet.
Ma in linea di principio si applica anche alla pensilina dell'autobus.
Non ricordo quale è stata la mia prima esperienza. Probabilmente una di quelle chat che si trovavano dappertutto, anche sui siti su PK che frequentavo.
Le chat si basano sul protocollo IRC (Internet Relay Chat), ancora ampiamente utilizzato come sistema di comunicazione in tempo reale. Le chat di allora erano stanze costruite attorno a un tema specifico, per esempio la poesia o il ballo latino-americano. Oggi viene piuttosto da pensare ai software di messaggistica più in voga, come WhatsApp o Hangout (il vituperatissimo!) e su su fino al precursore, che mi preme citare: ICQ.
Nessuno ha mai usato ICQ? Beh, avreste dovuto. L'unica chat che gestiva in tempo reale le digitazioni - vi assicuro che a usarla in 4, ci si impazziva!
Logo di ICQ, Fotografia di DarkXeroo |
Poi mi interessai alle community, sempre legate ai miei interessi (che erano fondamentalmente PKNA e gli Animorphs*). Vediamo di ricapitolare.
C'erano le Mailing List.
C'erano i Gruppi.
C'erano i Forum.
Le mailing list a uso discussione erano un sistema scomodo ma efficace. Basandosi solo sull'invio e ricezione di mail, ci si poteva confrontare seguendo semplici regole, come i tag (parole inserite fra parentesi quadre, es. "[Recensione] PKNA#Zerobarrauno"). La mailing list è uno strumento ancora usato per fini organizzativi, ma credo che l'impiego a fini comunitari si sia esaurito.
I Gruppi sono anch'essi interessanti. Ovviamente ogni provider di servizi li chiamava a suo modo. Quelli di Yahoo erano effettivamente Gruppi, mentre quelli di Microsoft erano Club. Salvo piccole differenze, erano la stessa idea messa in pratica - incidentalmente, in quegli anni cominciarono a diffondersi i primi Messenger.
Nei gruppi c'erano una chat, un mini-forum o una ML, e un semplice servizio di vetrina e hosting dei file. A quei tempi era facile che a un sito che godesse di una certa popolarità fosse associata una struttura di questo tipo per mantenere la community. Oggi, grazie ai progressi tecnologici, il forum è integrato nel sito e ogni contenuto può essere aperto ai commenti.
Io ho avuto una bellissima esperienza in uno di questi club, conoscendo i primi amici virtuali che sono fatti, alcuni dei quali sono diventati amici più che tangibili.
I forum esistono ancora e sono ampiamente diffusi, per cui mi sembra superfluo parlarne.
Prima dei forum, ma io l'ho scoperta dopo, c'erano i Newsgroup. Mi risulta esistano ancora, anche se diversi. I NG erano gruppi di discussioni su Usenet, a cui si poteva accedere tramite client di posta come Outlook. Potete immaginarli come una via di mezzo tra una ML e un forum. Tuttavia, mentre un forum poteva essere una comunità locale, il gruppo di discussione (per esempio, it.arti.fantasy) era il punto di riferimento italiano per quel dato argomento.
Veniamo adesso ai blog, anche perché ho esaurito le immagini.
Io il mio piccolo blog ce l'avevo già a 17 anni. No, inutile che lo cercate: la piattaforma su cui era ospitato, l'ottimo Splinder, ha cessato da esistere da un pezzo, e comunque allora usavo un altro pseudonimo. Mi imbarazzerebbe terribilmente condividere gli stessi contenuti, perché allora lo usavo principalmente come diario personale. Non che ci fossero chissà quali segreti, ma sono i contenuti di un diciassettenne... e non ho più molto in comune con quella persona. Il blog durò i suoi 5 anni, per poi spegnersi definitivamente.
Già allora vidi formarsi una piccola comunità, composta esclusivamente da altri blogger accomunati, più che dagli interessi, da una reciproca simpatia.
Già allora vidi formarsi una piccola comunità, composta esclusivamente da altri blogger accomunati, più che dagli interessi, da una reciproca simpatia.
Il presente blog, Argonauta Xeno, nasce anagraficamente un anno dopo la chiusura del primo, dopo due false partenze. Ma non è di questo che voglio parlare.
Qualche giorno fa ho lanciato il mio onesto sassolino nello stagno, chiedendomi (e chiedendovi) come fosse da considerarsi un blog, anche alla luce degli altri social network che ho sperimentato finora.
Un blog, inutile negarlo, è strutturalmente diverso da un forum.
Un post può essere commentato, ma non è una discussione alla pari. Mentre sul forum ogni topic nasce e si risolve in un confronto fra pari (almeno a livello formale), un blog è casa di chi lo gestisce, non importa quanto egli (o ella) segua le sacre leggi dell'ospitalità. Blog è la contrazione di web-log, ovvero diario in rete. Nella mia limitata esperienza, salvo casi eccezionali, mi è capitato di rado di incontrare commenti negativi - mentre su un forum, il flame è lo sport più praticato.
Un forum, inoltre, è un luogo relativamente riservato, mentre tutto ciò che viene scritto su un blog è pubblico e inalterabile. Succede così che una cara amica sostiene di aver timore a scrivere cavolate nei commenti.
Che poi, di cavolate ne ho scritte anch'io, anche se spero di non averlo fatto di frequente e di avervi poi posto rimedio.
Un blog, in ogni caso, è molto più unilaterale di quanto sembri.
Forse "roccaforte" è un termine esagerato, ma rende l'idea.
I contenuti sono fortemente personali - non che sia un male, certi blog li seguo proprio per la personalità dei post, anche quando l'argomento non è fra i miei primi interessi. I commenti sono sempre piuttosto limitati, e non solo nel numero. Il più delle volte si risolvono in un botta e risposta con l'autore dell'articolo; solo rarissime volte gli utenti (che termine orribile!) interagiscono fra di loro, e quando lo fanno usano frasi come: «Scusa se mi intrometto, ma...». Questo è probabilmente dovuto anche a come è strutturato il sistema dei commenti.
Per inciso, quello di G+ è di gran lunga il peggiore.
Vero è che sta anche all'atteggiamento del blogger. Se è interessato alla discussione, può incentivare il dialogo - anche con piccole provocazioni, perché no? (Sottolineo: piccole.) Oppure può abbandonare gli articoli al proprio destino, confidando che la grande G invii loro qualche visita.
Non è uno scandalo, ci sono blog di qualità eccelsa in cui l'interazione è pressoché nulla. Forse in questo caso la forma-blog non è la più adatta.
Ci sono anche blog in cui i troll sono di casa. Ma i troll non sono vera discussione, sono perlopiù entità distruttive che vessano tanto il padrone di casa quanto gli altri avventori.
Credo di aver esposto in maniera forse un po' semplicistica le mie riflessioni sulla piattaforma blog, inquadrandola, più che nella storia del web, nella mia esperienza in rete. Nonostante le premesse, sarei felice di ascoltare il vostro vissuto virtuale.
Vi riconoscete in quanto ho scritto, o avete un'idea diversa del blogging?
Orsù, un commento non vi ucciderà!
__________
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PKNA - PaperiniK New Adventures dovete conoscerlo. Animorphs era una serie di romanzetti per ragazzi, formato Piccoli Brividi, a tema fantascientifico. Una serie che la Mondadori è riuscita a pubblicare quasi per intero, eccetto i due numeri conclusivi.
Mi ha colpito la frase "sono i contenuti di un diciassettenne... e non ho più molto in comune con quella persona".
RispondiEliminaTotalmente d'accordo, il mio io 17enne ha poco o nulla in comune col mio io attuale e se ci pensi il problema di social network come facebook è proprio l'impossibilità di staccarsi dalle proprie origini con le quali, di fatto, non ci riconosciamo più.
I social network tipo facebook di fatto operano una socializzazione forzata.
Il blog lo vedo più come un palco che come una roccaforte. Parzilmente univoco ma, per continuare la metafora, la vulnerabilità del blogger è inversamente proporzionale alla fama. Un dissenso (non parlo di trolling) viene di fatto censurato dal resto dell'utenza. Se io mi mettessi a parlare in un palchetto in piazza molta gente, se volesse, potrebbe contraddirmi. Ma se lo facesse un famoso politico o un blogger reinventato come tale allora sarebbe il pubblico a mettere a tacere il dissenso. Non so se rendo l'idea. Il blogging per me è sostanzialmente una condivisione di interessi ed un modo per conoscere altre persone senza dover essere eccessivamente e reciprocamente pervasivi.
Scusa per il muro di parole ma l'argomento è stimolante
Mi piace l'idea del palco!
EliminaNon l'ho scritto, me ne sono accorto ora, ma un'altra caratteristica dei blog è che sono sì roccaforti, ma senza fossato. A meno del caso limite da te illustrato, il "sistema a singolo blog" non esiste, tanto più che qui e altrove c'è un viavai continuo, anche (e soprattutto) fra blogger. Un forum, con tutti i suoi pregi e la democraticità (strutturale), finisce spesso per riconoscersi in una comunità relativamente chiusa.
Post molto stimolante. La tua esperienza con il web è molto simile alla mia. Penso che tutti quelli che hanno avuto un blog persona da adolescenti (io il mio l'ho chiuso a 17 anni, quante cretinate scritte!!!!) abbiano usato chat, forum, gruppi. Non ho mai avuto particolari eseprienze con le newsgroup (odioso avere la mail sempre piena!!) ma sui forum ho avuto esperienze davvero belle.
RispondiEliminaI blog ora? Non saprei, il blog di adesso non è quello di qualche anno fa, forse ha preso di autenticità.
Se hai avuto la mia esperienza, le parole non servono. Un blog allora era diverso. Oggi ci sono blog tematici, blogzine, siti gestiti in modo professionale e con un lavoro redazionale, che hanno poco del "diario virtuale" che incontravamo allora.
Elimina(_L'altra_ fregatura dei NG era che ogni due per tre, usciva fuori qualcuno a segnalarti che la tal discussione era già stata aperta due anni prima. E non ho mai capito bene dove erano archiviate le discussioni scadute - ora è tutto su Google.)
Io tornerò a guardare questo post per l'esame di tecnologie della comunicazione xD
RispondiEliminaUltimamente sto notando la totale mancanza di interazione in alcuni blog che seguo da un bel po' di tempo e mi chiedo che senso abbia dopotutto tenere un blog se poi non lo si usa per chiacchierare. Che senso ha mandare i propri mugugni nel mondo, se poi non si replica alle reazioni? Mah.
Però è vero che il blogger ha sempre il coltello dalla parte del manico. Negli ultimi tempi è capitato che diversi commenti mi irritassero - anche perché sono dall'irritazione facile, in 'sto periodo - e ho sempre potuto accarezzare l'idea di cancellarli e via. Anche se poi è una cosa che non farei, però è quel 'io poxo' che... mah.
Caffè, aiutami a finire le frasi o almeno le riflessioni T_T
Se ti criticano, è come se venissero a criticarti in casa. Forse la cosa più corretta dal punto di vista formale sarebbe il sistema di pingback di cui parlava un commentatore nell'altro post, ovvero di un meccanismo di dibattito ciascuno sulla sua sedia. Sarebbe più equilibrato? Forse no, perché ogni blog ha un peso diverso. Una cosa però ho notato: per ovvie ragioni (se ti seguo una ragione c'è) i lettori che commentano tendono a schierarsi con chi scrive. Chi espone le critiche è quindi uno che non si fa problemi o uno particolarmente convinto che tu abbia torto; c'è poi il troll, ma quello si riconosce. Ma si riconosce davvero? Ho sperimentato sulla mia pelle che il tasso di fraintendimento può essere elevatissimo.
EliminaSecondo me se hai ricevuto critiche (sensate) può essere un dato positivo - sei riuscita a creare una discussione articolata, con più di una tesi. O forse no, ma questo devi dirmelo tu. :)
Eh, il fatto è che non ho ancora deciso quanto un blog sia 'casa mia' o 'luogo pubblico in cui lancio un qualcosa per vedere cosa ne viene fuori'. Forse col tempo è diventato più 'MMMMIO', non so. La netiquette mi incuriosisce...
EliminaPoi in linea di massima sono lieta quando qualcuno esprime un'opinione diversa dalla mia, anche perché indica il livello power dei follower u_u Deh, mica fessi. Però... boh, mi sa che ci scriverò un post xD Forse.
Bellissimo post. Un'ottima carrellata di contenuti che ruotano attorno al mondo del blogging.
RispondiEliminaGrazie, Romina. Spero sia stato interessante, per te che hai seguito una storia un po' diversa. (Buona, non sto alludendo all'anagrafica!)
EliminaMi ricordo bene le newsgroups! Erano i miei primi approcci con il web, quando in ufficio c'era un solo PC collegato ad internet con una connessione che oggi farebbe piangere. Google non esisteva ancora: l'unico motore di ricerca si chiamava Altavista. Ricordo che partecipavo ad una NG che si chiamava "alt.satellite.navigation" (o qualcosa del genere): un po' per passione, un po' per lavoro. Che momenti!
RispondiEliminaMe lo ricordo, Altavista.
EliminaAi tempi si effettuavano ricerche anche sui portali di Libero, Tiscali, etc. Google non c'era ma Yahoo sì, e la concorrenza con Hotmail era agguerrita (e la compatibilità fra i messenger pari a zero).
E i siti erano ospitati su Geocities e su Xoom.
Che tempi!
Un po' di queste cose ho fatto in tempo a conoscerle anche io: ho cominciato a usare il PC relativamente presto e adoravo i forum e i gruppi su Yahoo :) Per una volta non mi sento la bimba della situazione! xD
RispondiEliminaTorniamo seri. Come sai, l'argomento blog e ricezione del blog mi sta molto a cuore, ma ho ancora molte cose su cui riflettere. Sicuramente questo post mi ha dato degli spunti interessanti!
Sai, quando si parla di internet si fa presto a diventare i bimbi della situazione. Tu forse sei addirittura un po' precoce, chi sa! :)
Eliminalo so, divago (nel www sono qualcosa come un pesce preistorico fuor d'acqua) e vado fuori tema...
RispondiEliminaquel tuo schema sembra il disegno di una costellazione!
Perché non hai visto le altre immagini!
EliminaIn fondo, anche una costellazione è una rete - non sociale, ma di stelle, che fra loro non hanno nulla in comune se non l'essere vicine se proiettate su una superficie sferica immaginaria che chiamiamo volta celeste. ^^
Un blog, essendo "casa tua," ha anche la comodità di poter chiudere una discussione o cancellarla se ne si ha voglia. Per carità, l'ho usata una volta sola questa soluzione, ma se sei a casa tua e qualcuno ti infastidisce con il modo in cui ti parla, puoi sempre dire un implicito: "voglia gentilmente accomodarsi a quel paese" e chiudere il discorso d'ufficio.
RispondiEliminaIn un forum pubblico è giusto che tu non possa farlo. In un blog, va benissimo.
Non ho difficoltà a immaginare una situazione di questo tipo, che spero non si ripeta da queste parti. La moderazione è uno dei diritti del blogger, e anche dei forumisti (che brutta parola...) e credo che in entrambi i casi valgano le linee guida della netiquette.
EliminaCi vorrebbe una seria formazione all'uso di internet (che magari tratti anche altri argomenti sensibili).
Ah, quanto mi riconosco nel disconoscimento dei contenuti prodotti qualche anno fa: tutti abbiamo i nostri "giovenili errori"! :)
RispondiEliminaHai ragione sul fatto che ciascun blogger orienta la discussione in casa propria secondo i propri interessi e che spesso la coda dei commenti (quando c'è, e non bisogna darlo per scontato) si allinea al pensiero dell'autore, mentre chi non è d'accordo si limita forse a non intervenire. Penso che l'importante sia sempre mantenere i rapporti di rispetto: l'obiezione è più che legittima, e il confronto dovrebbe essere il motore del blogging, basta che ciascuno si esprima in modo pacato e senza la pretesa di possedere la verità assoluta, autore o commentatore che sia... d'altronde un parere contrario, se avanzato con cortesia, a volte può suscitare riflessioni prima non considerate! :)
Chi era già quello dei "giovenili errori"?
EliminaL'ho usato al plurale, l'originale "gionenil errore" è in apertura al Canzoniere di Petrarca. :)
EliminaAndrò a ripassare! ^^
EliminaScherzi a parte, al di là di quella notevole poesiola che ho ripescato per il compleanno (grazie a una canzone, peraltro) il Petrarca l'ho rimosso subito dopo l'interrogazione. È un peccato.
Un post davvero interessante!
RispondiEliminaSe ci penso adesso, gli albori del web 2.0 (e il web 1.0, che era una cosa a dir poco preistorica - chi si ricorda i maledetti Webring? Dove si girava disperatamente in tondo alla ricerca di qualcosa di nuovo, prima dell'avvento dei motori di ricerca come li conosciamo adesso) fanno quasi tenerezza ^^
Ho usato per qualche tempo ICQ per poi passare a Messanger (praticamente con gli stessi contatti) e ho frequentato qualche forum. Ma i forum mi hanno un po' stufata per tutti quei dannati troll e quei flame assurdi che nascono dal nulla. Forse che nei blog ci sia una persona con un'autorità maggiore (il padrone di casa) non è una cosa così malvagia ^^
Anche il mio primo blog fu aperto su Splinder e con lui fortunatamente è scomparso XD
Oddio, i Webring! Con la funzione "uno a caso"!
EliminaVere e proprie alleanze fra siti, in tempi in cui lo scambio banner era il principale mezzo per pubblicizzare il proprio sito. Una forma primitiva di condivisione?
Grazie per la testimonianza.
Sono un po' troppo nostalgico su queste cose... :'-)
(Per completezza, io ho fatto un backup del mio precedente blog. C'è ancora la possibilità che qualcuno lo scopra e mi rovini...)