venerdì 27 aprile 2012

Ancora una volta in trincea nel cyberspazio

Dopo SOPA, prontamente fermata, e PIPA, dopo ACTA, non ancora sconfitta, e la gemella d'oltreoceano, un nuovo bill appare sui tavoli del Congresso USA, minacciando ancora una volta le libertà digitali. Così, dopo aver provato a introdurre vari meccanismi di censura, ora è la privacy personale a essere messa in discussione.

CISPA infatti è un disegno di legge che permetterebbe, se approvato, ad alcune istituzioni governative e private di condividere tra loro dati riservati. In maniera anonima, naturalmente, senza possibilità di azione legale da parte del cittadino! In altre parole, CISPA rimuove tutte le barriere esistenti che regolano la privacy e il trattamento dei dati personali.

Facebook appoggia CISPA, insieme a molte altre compagnie commerciali
Come al solito, non bisogna essere terroristi per essere soggetti a interventi di cyber-sicurezza. Le minacce sono definite nel modo più vago possibile, in modo da lasciare ampio margine di interpretazione.
Geniale.
Chi non vorrebbe essere considerato un terrorista perché ha scelto le parole sbagliate in una conversazione privata via mail?


Intendiamoci, i rischi informatici esistono. Nessuno lo può negare, neanche i difensori più oltranzisti della neutralità della rete. Nessuno lo nega. Quello che contesto, è l'approccio corporativistico e altamente retrogrado alla questione.

Insomma, se la censura non risolve il problema della pirateria, la soluzione alle minacce informatiche non è schedare tutti quanti e condividere dati con chi ha interessi meramente commerciali.
Fa un po' specie che questo accada nella patria delle libertà individuali.

Volete saperne di più?

Consiglio il sito (in inglese) della EEF - Electronic Frontier Foundation, una fondazione non profit che si occupa di libertà digitali, e la pagina dedicata a una spiegazione semplice su come opera CISPA.
Anche su wikipedia (in inglese) c'è un ottimo articolo.

8 commenti:

  1. Be' continuiamo a farci del male. a me sembra che sia un perpetuo cane che si morde la coda.
    Io me ne frego, ormai:-(

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    1. In realtà anch'io un po' me ne frego, nel senso che comunque ho già dato (e continuo a dare) una montagna di informazioni personali a google e facebook. Mi piacerebbe però che quando metto una spunta su "autorizzo trattamento dei dati personali secondo la legge tal dei tali", questo atto abbia ancora un valore e non possa essere bypassata a piacere da qualche addetto alla sicurezza troppo zelante.
      In USA poi hanno il problema di un controllo incrociato: da una parte CIA, FBI e istituzioni governative, dall'altra le società di sicurezza private e le grandi compagnie commerciali.

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    2. Boh, sono poteri forti è un'illusione la privacy

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  2. In teoria un po me ne fregherei anche io,peró conoscendo la realtà Usa e quela europea cose come queste risvegliano la mia protesta.

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    1. In USA hanno grossi problemi, e non da adesso. Già dopo l'11 settembre hanno approvato bill che limitavano alcune libertà personali.
      Il terrorismo non è scomparso.

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  3. ...io su qualche lista nera magari ci sono già finita, con la mia mania di scrivere romanzi di fantascienza con una forte componente di guerra e spionaggio e cyperpunk. Mi chiedo, facendo una ricerca per parole chiave, salterebbe fuori che sono una cyberterrorista??? Verrebbero a prendermi come hanno fatto con Neo in Matrix???
    No, perché se i criteri di ricerca sono troppo generali, qualsiasi scrittore o blogger a quel punto si troverebbe in pericolo...

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    1. In realtà il rischio che la CIA ti rapisca nel mezzo della notte è molto ridotto. Più che altro, può darsi che i soliti pacifisti del Tennessee siano soggetti a controllo dalla polizia locale!

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    2. :D È vero. Poveri pacifisti, però!

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