martedì 2 settembre 2014

Desolation Road - Ian McDonald


Desolation Road...
Desolation Road è il romanzo d'esordio (1988) di Ian McDonald, edito da Zona42 e tradotto da Chiara Reali. È un romanzo di fantascienza consigliato dalla Leggivendola, che me lo ha consigliato e io la ringrazio. Desolation Road parla dei circa 20 anni* di vita dell'omonima città marziana, una città che non sarebbe nemmeno dovuta esistere, attorno alla quale si intrecciano le sorti di moltissimi personaggi.

Tutto inizia quando il dottor Alimantado, dopo avere inseguito per giorni l'evanescente pelleverde attraverso il deserto, è investito della responsabilità di fondare una città - una torre di trasmissione e qualche caverna - con il benestare della Benedetta Signora. Alle grotte giungono il fuggiasco Jericho, la famiglia Mandella e via via altri personaggi, come a una fermata imprevista della linea ferroviaria della Bethlehem Ares. Una fermata a un passo dal paradiso, come afferma uno dei suoi abitanti. E così iniziano le storie. In principio ci sono gli arrivi. Poi le prime difficoltà, come la grande cometa che minaccia di devastare l'insediamento per donare all'ecosistema marziano l'acqua di cui necessita per ospitare i milioni di immigrati provenienti dalla Terra. A un certo punto alcune storie si allontanano da Desolation Road, per poi ricongiungersi, immancabilmente, nello scoppiettante finale.

Desolation Road è scritto benissimo. Come ben dice Leggy, è una storia di cui si riconosce l'eccellenza della penna di McDonald. Il paragone con Cronache Marziane di Bradbury nasce spontaneo, sia come argomento, trattandosi in entrambi i casi di racconti di colonizzazione generazionali e non immuni da contaminazioni magiche, sia come cura dello stile, nonostante siano due autori diversi. Magia, si diceva. Alcuni pongono Desolation Road a metà strada fra Bradbury e il realismo magico di Gabriel García Márquez - io, a dire il vero, tanta magia l'ho trovata anche in Cronache Marziane. In cosa differisce quindi questo romanzo?

L'ambientazione, prima di tutto. All'inizio è più che essenziale: il deserto e quel misero insediamento, a cui il treno ferma una volta a settimana o giù di lì. Poi lo scenario via via si espande, inglobando la città della perdizione, la sede centrale della Bethlehem Ares, che secondo la dottrina del feudalesimo industriale detiene il potere nel quartosfero di loro competenza, e così via. L'altro cartine principale della società marziana è Santa Caterina, la Benedetta Signora che presiede con le sue macchine alla terraformazione del pianeta, attorniata dalle sue tecnologiche sfere angeliche. Con queste premesse, McDonald affronta tematiche complesse e profane, come i diritti dei lavoratori e l'indipendentismo, a cui fanno da contraltare virate verso il misticismo.

In questo contesto, le storie dei personaggi raggiungono picchi di intensità ragguardevoli. La storia del chitarrista, La Mano, oppure la sfida di Limaal Mandella contro il diavolo, hanno il potere di rendere concreta e viva quella magia di cui parlavo sopra. Non è facile parlare di una trama costituita da molte storie, per cui posso solo consigliarvi di leggere i primi capitoli, messi a disposizione sul sito di Zona42. Questo è un libro di fantascienza che può piacere anche a chi per non impazzisce per il genere.

Il libro, poi, è molto ben realizzato. La traduttrice Chiara Reali trova la giusta collocazione in copertina, così come Sandro Pergameno che ha curato il profilo dell'autore posto in coda. Trattandosi della prima pubblicazione di questo piccolo editore, di cui ho parlato sabato promuovendone la campagna di crowdfunding, sono rimasto stupito dell'ottimo lavoro che è stato fatto - prima di tutto, nel scegliere un ottimo libro in partenza. Mi piacerebbe che fosse questo lo standard di qualità editoriale, a prescindere dai volumi di mercato, per cui mi sento di rimarcare i miei complimenti per questa piccola casa editrice.

_____
*
Anni marziani, all'incirca il doppio degli anni terrestri. La storia si sviluppa dunque in un lasso di tempo di 40 anni circa, la maggiore età si raggiunge a 10 anni e così via...

9 commenti:

  1. Letto questa estate : un gran bel libro. Presto arriverà anche la mia recensione.

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  2. Mi piacerebbe conoscere il parere di un esperto come te, sul libro "L'isola del dottor Moreau'.
    Ho dovuto leggerlo, riassumerlo e commentarlo assieme a mia nipote, essendo un compito estivo.
    Ho letto recensioni entusiastiche!
    Io l'ho trovato estremamente noioso, ripetitivo, poco descrittivo, con personaggi poco caratterizzati, Poco chiaro lo scopo di quegli esperimenti, a parte la mania di grandeur del dottore folle.
    Anche noi abbiamo dovuto dichiararci entusiaste, perchè suggerito da un'insegnante che lo giudica un capolavoro.

    Grazie se mi dedichi pochi minuti
    Cristiana

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    1. Di Wells ho letto altri romanzi, per cui provo a risponderti. Riguardo alla caratterizzazione dei personaggi, considera che in 100 anni la narrativa può cambiare moltissimo. Nella Guerra dei Mondi, ad esempio, il lettore è schiacciato dall'evento principale che i personaggi sono quasi inesistenti; nella Macchina del Tempo c'è un protagonista "assoluto" ma è il tipico super-uomo vittoriano, non particolarmente affascinante. Credo sia un tratto stilistico di Wells, in un genere che, all'epoca, dava maggiore risalto magari alla trama o al famigerato sense of wonder (meravigliare, stupire il lettore). Per quanto riguarda il resto, credo sia piuttosto ascrivibile a scelte stilistiche dell'autore. Considera che una certa fantascienza è sempre un po' didattica, soprattutto andando indietro con gli anni, per cui magari ti è parso ripetitivo per questa ragione - La Guerra dei Mondi è molto didascalico, in alcune parti.

      Non ti so dire, invece, per quanto riguarda gli esperimenti... Forse Wells voleva lasciare il mistero, senza entrare nel dettaglio dei suoi scopi? Non ne ho proprio idea.

      Comunque non sentirti obbligata all'entusiasmo. E' del tutto legittimo non apprezzare un libro, specialmente se scritto 100 anni fa e distante dal gusto contemporaneo. Piuttosto, cerca di apprezzare gli elementi innovativi per l'epoca e tutto ciò per cui questo romanzo viene ricordato e letto tuttora. Immagino anche che, dato il tema, ci siano delle implicazioni etiche di qualche tipo.

      Spero di essere stato sufficientemente chiaro. ^^

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  3. Letto qualche mesetto fa.
    All'inizio stenta a decollare, ma quando arrivi a metà libro, come hai giustamente osservato, alcune storie hanno un'intensità incredibile. In particolare io ho apprezzato sia la follia tecno-religiosa che il capitolo sullo sciopero, senza il finale "consolatorio" tipico di storie del genere.

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    1. Vero, è un finale senza troppi sconti ma (emotivamente) soddisfacente!

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  4. Sì, vabbè, ma te e Leggy dovete smetterla però eh di farmi conoscere romanzi che poi voglio leggere. Non si fa!

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