mercoledì 4 giugno 2014

Joseph Heller - Comma 22

"Era pazzo e avrebbe potuto essere esonerato dal volo. Tutto quel che doveva fare era di farne domanda; e non appena ne avesse fatto domanda, non sarebbe più stato pazzo e avrebbe dovuto continuare a volare. [...] Yossarian fu molto impressionato per l'assoluta semplicità di questa clausola del Comma 22 e si lasciò sfuggire un fischio pieno di rispetto."

E io, da lettore, sono pieno di rispetto per il maestro Heller, classe 1923, ex bombardiere dell'aviazione statunitense sul fronte italiano. Comma 22*, il suo romanzo di esordio, è considerato il più importante romanzo antimilitarista; ne fu tratto un film, diretto da Mike Nichols, che soffre come tutti i film tratti da libri di questo genere di un eccessivo appiattimento. Comma 22 ha bisogno di aria per essere assimilato, e di tempo. Sebbene sia stato amore a prima vista - l'incipit del romanzo - ammetto di averlo messo da parte, ripreso, divorato e abbandonato per distrarmi con altro. Non è un libro facile. Se dalle prime pagine e per tutta la metà del libro prevale il tono satirico, tendente al grottesco, fermarsi a questo livello di lettura è un buon modo per annoiarsi e abbandonarlo sul serio, senza averlo capito. Ed è un libro che associo a un altro grande romanzo antimilitarista, per certi versi simile e per altri molto, molto diverso: Mattatoio n. 5 di Vonnegut, anche lui reduce dalla seconda guerra mondiale. Al di là del fatto che uno scrive fantascienza meta-letteraria e l'altro no, la principale differenza è un'altra: mentre Vonnegut, per motivi che spiega nel primo capitolo, decide di scrivere una storia senza personaggi, l'opera di Heller è, al contraria, focalizzata solo su di essi.

Soprattutto Yossarian. Yossarian negli anni Sessanta divenne un'icona del pacifismo, con tanto di striscioni "Yossarian lives". Orr, che aveva pianificato ogni cosa. Il maggiore Maggiore Maggiore Maggiori, destinato al ruolo da un computer IBM e dalla somiglianza con Henry Fonda. L'ex caporalmaggiore Wintergreen, l'uomo più influente a Roma poiché ha accesso a una telescrivente. Il maggiore ...de Coverley, sempre in prima fila nelle fotografie da una nuova città conquistata. Il cappellano anabattista, uno dei tanti esponenti di quella mediocrità umana che solitamente è assente dai film di guerra. Milo, ufficiale addetto alla mensa... e molto altro! Aarfy l'arrivista. Nately, di buona famiglia, la puttana di Nately e il vecchio di Nately - il personaggio più politico del romanzo. E un'intero gruppo di colonnelli e generali il cui unico scopo è farsi le scarpe a vicenda.
Ma cosa muove Yossarian, il protagonista?

"Aveva deciso di vivere per sempre, o di morire nel tentativo."

Il problema, naturalmente, è che tutti vogliono ucciderti. La contraerea tedesca, in primis. Ma anche il colonnello Cathcart, che continua a innalzare il numero di missioni per meritarsi il plauso del generale, l'odiato Havermeier, che scende dritto sul bersaglio senza prenderlo alla larga, l'ufficiale di mensa Milo Minderbinder, capo della M & M, pronto a prendere in appalto tanto i bombardamenti quanto la difesa delle postazioni tedesche. Chi è il nemico, in questo marasma? E chi è veramente pazzo**?

Comma 22 è pieno di contrasti, poiché si basa su un paradosso. A fare da contraltare alle paranoie di Yossarian ci sarebbe ad esempio Clevinger, armato del suo patriottismo. Il problema della filosofia di vita di Clevinger è che alla fine ne è morto. Il dottor Daneeka, costretto dal richiamo a rinunciare ai soldi che poteva accumulare indisturbato, lavorando in nero, teme incessantemente per la sua salute ma rimarrà vittima della burocrazia - e non sarà il solo! Milo, che inizia ad acquistare uova a 7 centesimi e rivenderle a 5, guadagnandoci, fonda una florida impresa commerciale senza confini e spregiudicata, emblema del capitalismo più sfrenato. Vista da lontano, dalla penna sarcastica e inesorabile di Heller, l'isola di Pianosa è una gabbia di pazzi, bloccati sul fronte dal comma 22.

Comma 22 è un libro difficile perché non è lineare. Pieno di flashback e di riferimenti ad altre parti del testo, non è facile tenere insieme un testo voluminoso senza che l'attenzione se ne vada a spasso. È per questo che mi sono preso delle pause durante la lettura; non è un libro da divorare, come suggerivo poco fa. È un libro da assumere a piccole dosi - ma questa è la mia solita opinione non richiesta.

Nella seconda metà il romanzo cambia passo e tono. Si fa più cupo. È qualcosa che ho percepito con molta forza, perché l'autore riesce a convogliare una grossa carica emotiva, destinata a liberarsi solo nel finale. Gli ultimi tre o quattro capitoli sono quelli più politici, a eccezione del dialogo con il vecchio di Nately e delle riflessioni sparse qua e là. La soluzione al comma 22 non viene trovata, naturalmente: è un paradosso. Le volte che Yossarian è vicino a essere mandato a casa, c'è sempre qualcosa che si frappone e glielo impedisce. E la necessità di uscirne è sempre più forte, tra compagni uccisi, compagni che vengono spariti, o semplicemente che scompaiono come il maggiore Maggiori.

Yossarian, a scanso di equivoci, non è un vigliacco che ha paura del nemico. È un eroe di guerra, premiato con una medaglia, che alla fine del libro ha compiuto la settantesima missione, quando all'inizio il limite era di venticinque. Ha perso quasi tutti i suoi amici, non riesce a comprendere i rimpiazzi nella sua tenda, perché non capisce più l'idea gloriosa che essi vedono nella guerra. In questo probabilmente Yossarian è molto vicino a Heller stesso, reduce da sessanta missioni, in un ipotetico confronto con gli ideali e le aspirazioni che aveva prima di essere spedito sul fronte. Yossarian/Heller ha combattuto per il proprio paese, ma alla fine si accorge che le persone per cui mette continuamente a repentaglio la sua vita sono mosse da ambizioni personali o da avidità.
E loro sono i nemici da cui vale la pena di fuggire.

Comma 22 è un classico contemporaneo. Scritto nel 1953 e pubblicato negli anni Sessanta, è anche un interessante documento per i lettori italiani, poiché la narrazione si svolge principalmente sull'isola di Pianosa e a Roma. Il film invece è ambientato durante la guerra di Corea. Ricordo molto poco, ma girarlo deve essere stato un lavoro impietoso anche per un regista capace come Nichols.

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In originale Catch 22, che letteralmente significa "tranello, inganno". Senza nulla togliere al lavoro del signor Remo Ceserani, sospetto che leggendo in italiano si perda una parte del sottotesto.
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La sanità mentale è uno dei temi centrali di questo libro. "Pazzo" è la parola che ricorre con maggiore frequenza, azzarderei almeno una volta ogni due pagine. Non ne parlo diffusamente perché ho già usato troppe parole; questo è un libro, del resto, non si presta a una lettura univoca.

10 commenti:

  1. Sembra una lettura complicata, ma non per questo meno interessante. Bella recensione!
    Forse lo aggiungerò a una reading list, ma in un prossimo futuro. Adesso sono totalmente immersa nei romanzi YA.

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    1. Complicata ma divertente, e può darsi che sia solo un problema mio. Non vorrei avere spaventato tutti! ^^

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    1. Ci sono alcuni personaggi minori che ti piacerebbero molto, secondo me.

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  3. Ne ho sentito parlare perché in America è praticamente un classico, ma non conoscevo bene la storia. Ammetto che un po' mi stranisce l'idea che sia "divertente", ma credo sia colpa delle mie esperienze pregresse coi libri antimilitaristi: per dire, "Niente di nuovo sul fronte occidentale" è l'unico libro su cui io abbia pianto più di una volta...

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    1. Ho scelto male le parole. È anche un libro divertente, perché, soprattutto la prima parte, è satirico, con situazioni ai limiti dell'assurdo. La satira fa ridere, anche quando lascia un retrogusto amaro. In questo senso è anche divertente. Certo, oltre al riso mi ha fatto arrabbiare parecchio, e in ultimo anche soffrire, ma non per questo è meno profondo nell'affrontare i temi centrali. Non so poi quanto regga il paragone con il libro che hai citato, che non ho letto ma ne parla Orwell in un saggio. È scritto da un reduce della prima guerra mondiale; questo da un reduce della seconda, per giunta scritto in piena guerra di Corea e pubblicato durante la guerra in Vietnam. Il momento culturale in cui Comma 22 vede la luce è molto distante dal primo dopoguerra.

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    2. Certo, e credo sia anche molto diversa la prospettiva dei due narratori. Temo che io e te dovremo leggere rispettivamente Heller e Remarque per portare avanti questo discorso senza fare torto a nessuno dei due autori :)

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  4. Vidi il film molti anni fa, devo dire che Nichols fece un buon lavoro rendendo Yossarian un personaggio pieno di dubbi adatto al clima contestatorio del periodo.

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    1. Lo ricordo poco. Sul genere, mi era piaciuto di più M*A*S*H (anch'esso, mi sembra, tratto da un romanzo). L'unica possibilità per Nichols di uscirne, probabilmente, era proprio puntare tutto su Yossarian.

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