venerdì 15 giugno 2012

Il più grande uomo scimmia del Pleistocene

Sono stato vittima di un'operazione di marketing ben riuscita.
Qualche mese fa (potrei azzardare, senza troppa sicurezza, la scorsa estate) mi trovavo in libreria e ho scovato tra le offerte un volumetto che recava sul retro, al posto delle solite frasi inutili, la seguente affermazione:
«Il libro che avete fra le mani è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni.»
Firmata da un tal Terry Pratchett, nome di un certo peso.
Ovviamente l'ho comprato, così come ha fatto chi mi accompagnava. Del resto, certe follie riescono meglio quando sono estemporanee e si diffondono come un contagio! Ma non era destino che lo leggessi subito. Infatti, c'è voluta un'era geologica prima che decidessi a leggerlo.
Il risultato è la recensione che segue. Anticipo solo che questo libro mantiene le promesse e va ben oltre, tanto che credo di poterlo definire, senza mezzi termini, un capolavoro.


"The Evolution Man" - Roy Lewis

Il titolo in inglese è quello qui sopra. In realtà a quanto mi consta il libro ha avuto titoli diversi nelle prime edizioni inglesi, che sconsiglio di andare a cercare per evitare una grossa anticipazione sul finale. L'autore, Roy Lewis, è a me del tutto sconosciuto. Ha scritto narrativa e saggistica. Gestiva, quando era ancora in vita, un'attività di piccola editoria.
Il libro qui proposto è probabilmente il suo titolo più noto al pubblico.

L'uomo scimmia del titolo si chiama Edward e appartiene alla generazione che ha da poco abbandonato gli alberi, per vedersela con i predatori più spietati nel grande gioco della sopravvivenza. Ha una famiglia piuttosto numerosa. Quattro figli tra cui spicca Ernest, il secondogenito nonché narratore della storia, e alcune figlie. Una moglie. Altri scimmioni non meglio identificati. E due zii decisamente sui generis: Ian, il grande esploratore che ha raggiunto l'Europa e la Cina (e si sarebbe spinto fino in America se non ci fosse stato tutto quel ghiaccio), e Vania, scostante e conservatore, ma sempre contento di scambiare qualche polemica con una buona gazzella.


Che cosa rende Edward il più grande dei subumani? L'inventiva. Egli è, infatti, il geniale artefice di molte delle prime conquiste dell'uomo, inclusa la più importante: l'uso del fuoco.

«Con la padronanza del fuoco abbiamo ora un'arma invincibile, che ci darà la supremazia mondiale.»

Potete immaginare le continue proteste dello zio Vania, sostenitore del ritorno a uno stile di vita più naturale e arboricolo! Ma Edward e la sua tribù sono oramai lanciati verso il progresso e la conquista di un ruolo predominante nel mondo animale.
Roy Lewis ha voluto condensare nel personaggio di Edward le maggiori novità introdotte in seguito alla scoperta dell'utilizzo del fuoco, dalla difesa all'offesa, dalla cottura alla pittura. E così via, fino alle prime pellicce e le prime borsette.
L'autore sfrutta l'anacronismo con un duplice scopo: ottenere un effetto comico, quando Edward o altri parlano con termini della scienza moderna, e sottolineare l'importanza di certe scoperte e dei loro risultati sulla vita dei primi ominidi. Mangiare arrosto anziché carne cruda, per esempio, ha permesso di liberare moltissimo tempo che era esclusivamente dedicato alla masticazione, permettendoci di affinare le tecniche e di scoprirne di nuove.
Interessanti sono anche i siparietti sulle innovazioni anticipate un po' troppo, come per esempio l'allevamento, che ricordano al lettore che, dopotutto, non è stato così semplice come si potrebbe intendere da una lettura così leggera.
C'è anche una sottile critica sociale, che via via acquista importanza ai fini della storia, quando è chiaro che la modernità impone nuovi modi, più moderni, di stabilire le relazioni. Nascono così concetti quale l'esogamia (che alcuni chiamano anche "amore"), il commercio e altri che potete bene immaginare, dal momento che siamo tutti umani.


E così, mentre assistiamo con gli occhi attenti e il riso in petto alla strabiliante avventura dei nostri antenati, non ci accorgiamo che l'autore, per tutto il tempo ha teso un arco che è pronto a scoccare al momento giusto. Questa freccia colpisce il segno e ci ricorda che, dopotutto, non è solo il fuoco a renderci uomini.
A ricordarci che non ci sono solamente i successi, ma anche moltissime difficoltà, e che ogni singola innovazione che ha portato vantaggi incommensurabili ha avuto un prezzo.

«Tu hai voluto mangiare dall'albero della conoscenza. Adesso sei ignorante!»

Nel complesso, un romanzo gradevole e divertente. Un esempio di ottima fantascienza senza razzi né robot, con un vasto respiro ma radicato nella contemporaneità. Forse non è il più divertente degli ultimi cinquecentomila anni, ma ci sono stati momenti in cui non sono riuscito a trattenere le risate, sotto lo sguardo funereo di altri poveri pendolari. Se fossi uno di quelli che dicono "l'ho divorato in un pomeriggio"... beh, si può fare.
Ma non sono uno di quelli, e penso che libri come questi vadano gustati a piccole dosi, per meglio sondare le profondità che si nascondono dietro le battute suggerite dal capocomico.

7 commenti:

  1. Io di solito non leggo libri divertenti, ma questa recensione mi ha fatto venire una certa curiosità. Lo metto in elenco, non è tra le priorità, ma ci sono buone probabilità che io riesca a leggerlo prima dell'estinzione del genere umano!

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    1. Anche io solitamente non vado a nozze con il comico, ma essendo Pratchett uno dei miei favoriti... beh, ho avuto una spintarella verso la cassa!
      Tra l'altro mi dicono che lo facciano leggere alle medie. È proprio un libro che può essere letto in molti modi diversi: comico, "didattico", fantascientifico... Anzi, probabilmente non ha avuto grande successo perché difficile da etichettare.

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  2. L'ho letto l'anno scorso e anche a me è piaciuto moltissimo! Il divertimento si unisce alla riflessione, insomma, è un'esperienza totale.
    Ciò che più mi faceva ridere era la nonchalance degli anacronismi, li adoravo!

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  3. Oh! Non lo conoscevo *O*
    Bello sapere che ci si può fidare di Pratchett... non dimenticherò mai la delusione che ho provato nel leggere Il Libro Più Brutto Su Cui Io Abbia Mai Posato Gli Occhi (non è il titolo, è come lo chiamo nella mia testa), nonostante mi fossi fidata del commento entusiasta della Pitzorno stampato sulla copertina ;___;
    Ammetto che non sono una grande fan del genere, ma quasi quasi...

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    1. Vedila da questo punto di vista: se questo libro non ti piace, puoi dare tranquillamente la colpa a me!
      Su anobii si è preso un 5 stelle, quindi ci ho un po' messo la faccia! :O

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