martedì 5 dicembre 2017

"3Narratori - Il libro delle ombre", l'ebook

Nessuno può sfuggire dalla propria ombra...

... e questo libro è la mia, in un certo senso. Una delle tante.
Ideai il progetto 3Narratori nel 2013, riunendo un gruppo di blogger per organizzare l'omonimo concorso e produrre un primo ebook pubblicato nello stesso anno. Era un concorso semplice, per un ebook semplice da diffondere gratuitamente e un piccolo premio per i tre racconti migliori. Il secondo concorso lo organizzai meglio, imponendo un tema che facesse da filo conduttore alle storie, ma che fosse allo stesso tempo abbastanza sottile da lasciare spazio a diverse interpretazioni. Ebbe meno successo del primo e cadde in un periodo in cui capitarono, a me e alle altre componenti del gruppo, tutta una serie di sconvolgimenti che ci allontanarono dal traguardo. Io, per esempio, adesso sono sposato, ho una bellissima bimba di otto mesi e vivo a qualche decina di chilometri da dove mi trovavo all'epoca (con due traslochi nel mezzo).
Ma alla fine ce l'ho fatta. Non da solo, certo. Devo ringraziare mia moglie Romina, che mi ha pungolato spesso e mi ha dato un aiuto cruciale nell'editing, alla fine mezzo ebook è passato sotto il suo sguardo inquisitore e ha fatto un ottimo lavoro. Ha anche realizzato un bellissimo booktrailer, che trovate più sotto. Devo ringraziare Camilla ed Erica, che mi hanno aiutato fin dall'inizio e in fase di selezione dei racconti. Anche Erica mi ha supportato nell'editing, curando due dei racconti. Ringrazio infine Paola Cocchetto, che ha realizzato una splendida illustrazione di copertina, che questa volta non è basata sui racconti vincitori, come nel primo ebook, ma sulla cornice... perché sì, questa volta ho voluto mettercela, anche per dare al lettore un minimo di filo conduttore e valorizzare il concept.
L'editing di uno dei racconti, la stesura della cornice e l'impaginazione artigianale dell'ePub che leggerete invece sono opera del sottoscritto, che ci ha messo tanto ma in alcuni momenti ci ha messo il cuore. Mettete quindi una mano sul vostro, quando dovrete valutare il nostro lavoro.
Un ultimo ringraziamento, ma non meno importante, va agli autori dei racconti, che hanno aspettato pazientemente, forse senza più troppe speranze, la fine del lavoro. Se il risultato vi piace, è principalmente merito loro.

E qui mi fermo.
Forse scriverò un altro post per svelarvi i retroscena di questo ebook, ma per ora credo di essermi dilungato anche troppo.
Vi lascio quindi al booktrailer realizzato da Romina (anche lei ne parla), per invogliarvi alla lettura:


Infine, se siamo riusciti a convincervi, ecco il link per il download gratuito, tramite il simpatico badge di Smashwords:

(E poi, quando l'avrete letto, non dimenticatevi di lasciare una valutazione in Goodreads!)

martedì 28 novembre 2017

"Mondi senza tempo" di Francesco Troccoli


Sono rimasto legato alla saga di Tobruk Ramarren, inaugurata da un racconto vincitore del premio Giulio Verne 2011 e proseguita poi con tre romanzi e novelle (o romanzi brevi), che oggi potete trovare nell'edizione digitale Delos. Ho anche avuto il piacere di conoscere Francesco Troccoli per puro caso, al Lucca Comics, e l'ho intervistato a suo tempo per la compianta webzine Il Futuro è Tornato; una bella conversazione, che metteva in luce la forza e l'attualità di questo universo insonne, in cui alla povera gente è stato sottratto il sonno in nome della produttività ed è soggetta al controllo dei poteri forti, nascosti alle masse che popolano la galassia.

mercoledì 2 agosto 2017

Fantasy storico dall'Acheronte

Quando aprii il Pozzo, parlai molto bene dell'iniziativa editoriale della Acheron Books, italiana e orientata a un fantastico nostrano che fosse esportabile all'estero tramite la lingua inglese. Nel tempo, tra ebook e cartacei ne ho letti un bel mucchietto, nonostante abbia recensito solamente il divertente Italian Way of Cooking. Ma bando alle ciance, cosa c'entra la storia? Nell'ultimo anno, complice anche l'essermi fatto convincere dal buon uomo dello stand (il nome non me lo ricordo mai...) e dalla masnada di autori che si alternavano tra Stranimondi e altre fiere, ho impilato una serie di romanzi fantasy di ambientazione storica, di cui farei un accenno, soprattutto per chi fra i miei lettori si butta sullo storico quando si trova sotto l'ombrellone*.

Demon Hunter Severian è il primo che ho letto, a firma di Giovanni Anastasi, pseudonimo di quel Luca Tarenzi che già avete conosciuto con Godbreaker, Quando il diavolo ti accarezza eccetera. Anastasi ci porta indietro nella Milano del tardo Impero Romano, epoca in cui il vescovo Ambrogio poteva permettersi di rifiutare l'ingresso in chiesa all'imperatore Teodosio e ferveva il contrasto tra cattolici e ariani. Il protagonista, Severiano appunto, è un cacciatore di demoni e viene  assoldato dal vescovo per risolvere alcuni casi di omicidi avvenuti misteriosamente nel sonno, che sembrano legati a riti demoniaci e a una non del tutto dimenticata divinità pagana.
Se vi piacciono le indagini con il mostro, soprattutto se vengono catapultate in un'altra epoca e magari condite con elementi esotici, questo libro fa decisamente al caso vostro.

mercoledì 12 luglio 2017

"Storie di gatti", Aa.Vv.

Storie di gatti è una raccolta di storie a tema felino i cui proventi sono devoluti alla Croce Rossa Italiana per le vittime del terremoto in centro Italia. La lista degli autori è piuttosto lunga e variegata, ma forse vi stupirà ugualmente scoprire che tra di essi c'è anche il sottoscritto, che ha contribuito con un racconto di ambientazione storica di poco più di 1000 parole.

Come sono stato coinvolto?
Sono venuto a conoscenza del progetto per vie traverse, tra Facebook e la blogosfera. Ho così scoperto il primo volume Buck e il terremoto, con cui la curatrice, Serena Bianca de Matteis, ha già raccolto una discreta sommetta per aiutare le popolazioni colpite, e il bando per la nuova antologia. Nelle suddette zone, inoltre, ci sono stato qualche anno fa come turista, e potendo annoverare nella mia storia familiare una disgrazia simile, mi sono riscoperto sensibile sul tema e desideroso di contribuire, nel mio piccolo, donando un racconto.

Il guardiano è una storia molto breve, ma vorrei spenderci ugualmente due righe. È ambientato nel '300 a Castelluccio di Norcia, oggi come allora colpito dalle scosse. Lì ho immaginato una comunità intenta a rimettere insieme i frammenti, raccogliendosi intorno alla locanda del villaggio. Naturalmente, uno dei personaggi è un gatto - un gatto vero, che non parla né ragiona in termini umani ma squisitamente felini. Le linee guida prevedevano che ci fosse un messaggio di speranza, o in ogni caso in armonia con lo scopo del progetto. Credo di esserci riuscito abbastanza bene, anche se non ho resistito a infilarci un paio di altre cosucce, per dargli maggiore consistenza, perlomeno un'impronta. Se ci sono riuscito, può dirlo solo il lettore.

Perché proprio i gatti?
Storie di Gatti non è la prima pubblicazione di questo gruppo, come accennavo prima. L'anno scorso è uscita un'antologia canina, sempre con la stessa finalità. Alcuni autori hanno partecipato a entrambi i libri e il team editoriale è il medesimo, per cui se preferite cani e lupi, vi consiglio appunto Buck e il terremoto. Non so se ve lo posso anticipare, ma entro l'anno è prevista l'uscita un terzo volume, per completare l'opera, ma eventualmente ne riparleremo. Tutti e due (eventualmente tre) libri hanno finalità di beneficenza, con lo stesso indirizzo.

Anche se ve lo scrivo solo adesso, il libro è uscito il 24 maggio e contiene 22 racconti. È liberamente acquistabile, sia in versione digitale sia cartacea, su Amazon.

Buona lettura!
#lamorenoncrolla


Riferimenti:
Sito del progetto - http://www.buckeilterremoto.com/ (con i resoconti delle donazioni)
Pagina facebook - https://www.facebook.com/buckeilterremoto/
Link per l'acquisto - http://amzn.eu/eoSxgMR


giovedì 18 maggio 2017

"Il Grande Avvilente" di Alessandro Forlani

Non è facile parlare di un libro di Alessandro Forlani, tanto meno due in uno stesso post! E lo è ancora meno se dalla lettura del libro è passato troppo tempo, sufficiente a cancellare le impressioni a caldo che di solito alimentano le mie prime stesure. Cionondimeno, mi cimenterò nell'impresa, sperando di non perdermi troppo per strada... e di non perdere nessun lettore.

I due romanzi di cui voglio parlare oggi sono Tristano e Agnes. Il primo, se non erro, è anche il primo romanzo pubblicato dall'autore, edito inizialmente da Joker Edizioni e ripubblicato prima da Edizioni Imperium, poi da Delos Books nella sua collana digitale. Agnes, invece, che ne è il seguito diretto, è stato pubblicato direttamente in digitale, prima per Edizioni Imperium e poi per Delos.

Agnes è anche uno degli ultimi romanzi pubblicati da Forlani, nonostante sia stato scritto poco dopo il primo. Ci troviamo quindi davanti alla peculiarità di un libro che come maturità autoriale, se si può dire, precede di alcuni anni i titoli più recentemente introdotti sul mercato, come Eleanor Cole, per esempio, o il nuovissimo Xpo Ferens, uscito per Acheron Books.

Per capire di cosa parlino questi due libri, vorrei adottare l'approccio diretto. Prendete un tipico romanzo fantasy classico, di quelli in cui vi è un Paese assoggettato a un Regno forte e oppressivo, un totalitarismo, se vogliamo, o se preferite un governo di quelle belle distopie del secolo scorso, che controlla la vita dei cittadini per mantenere un sopportabile status quo. Nella fattispecie, in questo mondo la felicità è bandita, e per una ragione ben peculiare: come forma di prevenzione dalle delusioni, dalle disillusioni e da quanto di brutto può capitare nel corso di una vita ordinaria. QuestoRegno è situato geograficamente in un'isola lacustre, difesa da terribili mostri acquatici, e da lì si dipartono gli Avvilenti, i funzionari governativi che hanno il compito di mantenere la sua stretta sul popolo, avvalendosi della forza di bruti orcheschi, gli Uominineri. Come si può facilmente ipotizzare, in qualche punto del Paese la forza del Regno viene messa in discussione e spuntano dal nulla alcuni Eroi, decisi a sollevare gli oppressi e soverchiare il Regno. E questi eroi, i buoni della storia, non potranno che vincere, giusto?

martedì 21 marzo 2017

Sofia

Ieri, alle 21 circa, è nata una bellissima bimba di nome Sofia, al termine di un viaggio lunghissimo e molto, molto faticoso. La bimba pesa 3.370 kg ed è lunga 50 cm. Inutile dire che è bellissima e che è l'amore del papà.
(Anche la mamma si sta riprendendo, e sta bene... ne parla qua.)

Ricamato dalla sua mamma

Sofia fa ciao ciao con la manina a tutti i lettori del blog!

giovedì 23 febbraio 2017

Intervista a Stefano Tevini

Come promesso, pubblico oggi l'intervista a Stefano Tevini, autore di Testamento di una maschera, che ha gentilmente accettato di rispondere alle mie domande.
Buona lettura!

Ciao Stefano, grazie per la tua disponibilità e benvenuto! Ti andrebbe di presentarti brevemente come autore ai lettori del blog?

Buongiorno a tutti. Classe 1981, laureato in filosofia, lottatore di wrestling molto poco attivo e lettore compulsivo da una vita. Mi sono avvicinato alla scrittura una dozzina d’anni fa, con il collettivo Anonima Scrittori, amici ormai di lunga data con cui ho condiviso bellissime esperienze umane e artistiche. Nel 2012 arriva il mio primo romanzo, Vampiro Tossico, in cui il vampirismo viene paragonato alla tossicodipendenza e la non vita di chi viene morso è una morte sociale che deriva dalla bravata di una notte. Per il resto, che dire, mi godo la vita, sono guidato da una forte curiosità naturale e non mi tiro mai indietro di fronte a una nuova impresa.

Quali sono i tuoi punti di riferimento artistici, non soltanto letterari, come scrittore?

Sicuramente Albert Camus, autore di grandissimo spessore umano e intellettuale, che dimostra quanto fine a sé stesso sia relegare la letteratura fantastica a infantile prodotto di consumo. Restando in Francia direi Jean Claude Izzo, autore noir marsigliese che con la vita fa l’amore facendoci a pugni al tempo stesso, la ama e la odia, un po’ come me. Per quanto riguarda i fumetti direi Will Eisner, per come rende gli elementi di sfondo parte attiva della narrazione, Frank Miller, per la potenza espressiva della narrazione stessa, in cui tira fuori il massimo dal singolo istante prima ancora che dal quadro complessivo, Tiziano Sclavi, perfetta fusione di pop e autoriale, e Grant Morrison, in grado di ingegnerizzare le idee massimizzandone le potenzialità. Amo poi certi concept album della musica italiana, lo stupendo Storia di un Impiegato, di Fabrizio De Andrè, vero e proprio racconto di un’epoca, Felona e Sorona de Le Orme, grandioso romanzo fantasy su disco, mentre verso l’estero direi The Wall e Wish you were here dei Pink Floyd, parliamo di dischi che parlano chiaro sul fatto che la narrazione è adattabile a qualsiasi mezzo, e con risultati strepitosi. Al cinema a apprezzo il lavoro dei Marvel Studios, in grado di ricreare l’epos dei fumetti in un grande universo condiviso.

martedì 21 febbraio 2017

"Testamento di una maschera" di Stefano Tevini

Che mi piacciano i supereroi, non è esattamente un mistero. Qualche anno fa avevo persino partecipato a un paio di round robin supereroistiche, e l'idolo della mia giovinezza, che spesso mi piace ricordare, indossa il mantello*! Così, quando mi è capitato sott'occhio questo Testamento di una maschera, romanzo di supereroi italiani, immersi nella nostra storia e cultura, mi sono affrettato a leggerlo armato di una sana aspettativa.

Prima però di parlarvene, vorrei farei un passo indietro, dato che di supereroi ne avevo già parlato a lungo, recentemente, con il pretesto di recensire l'ottimo Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti. Senza troppi giri di parole, c'è la questione politica. In altre parole, se un supereroe è un uomo qualunque, oppure speciale, non importa, è cresciuto e vive in un preciso contesto sociale e culturale. Egli è parte della nostra storia e, a seconda della data di nascita, avrà avuto dei modelli positivi e negativi diversi. Avrà vissuto come ciascuno di noi, con le sue idee e simpatie (o antipatie) di fazione. Sarà stato di destra o di sinistra, apolitico, animalista, ambientalista, disinteressato o quant'altro vi venga in mente, tanto che forse il superpotere e la maschera non saranno stati per lui una distrazione sufficiente dalle problematiche della sua epoca. In altre parole, se il Dottor Manhattan di Watchmen accoglie la richiesta del presidente Nixon di scendere in campo durante la guerra del Vietnam, mi è sempre sembrato strano che il Superman di turno avesse sempre a che fare con super criminali e ben poco con i mali profondi della società in cui è cresciuto. Ma forse la mia impressione è condizionata da quello che viene trasposto oggi sul grande schermo.

Questa seconda premessa era necessaria per introdurre il romanzo di Tevini? Probabilmente no, ma come ho già anticipato le sue maschere non sono avulse dal nostro mondo ma, anzi, perfettamente inserite nella storia del nostro Paese.

Il testamento a cui si fa riferimento nel titolo è il primo filone del libro, in cui una vecchia maschera, che ha iniziato come giustiziere ed è finito per lavorare per l'Aegis, un'agenzia per il controllo dei suoi pari. Nelle sue confessioni, egli racconta tutti i retroscena di una storia parallela, in cui uomini e donne dotati di poteri o attrezzature straordinari hanno avuto parte in tutti i momenti significativi dell'ultimo secolo. Non in modo determinante, forse, perché gli avvenimenti principali sono gli stessi del nostro mondo, ma ci sono stati ed esistono. Per il loro controllo esiste una speciale forza di polizia, i reparti San Giorgio, e non è inusuali vederli all'opera, oggi, per combattere il crimine. Tuttavia, in passato, hanno partecipato guerre, contestazioni, repressioni ed è una condizione relativamente recente quella dello scarso coinvolgimento politico di queste persone - che poi è quello di cui parlavo poco fa, in altri termini.

L'altro filone, quello più romanzesco, in cui si inserisce questo lungo monologo, segue la storia di un particolare gruppo di maschere, i Vigilantes, che alla guida di Gabriele/L'Inquisitore si trovano alle prese con un villain dotato anch'egli di superpoteri, un confronto che li vedrà coinvolti in un finale in cui questi due filoni convergeranno. I Vigilantes sono persone normali, con un lavoro, alcuni persino una famiglia, e una storia credibile dietro le spalle. Il protagonista Gabriele/L'Inquisitore, per esempio, è un giornalista, mentre uno dei suoi compagni gestisce una palestra di sua proprietà, dove il gruppo ha la base. Manlio Gorgia, invece, la maschera il cui monologo accompagna le loro disavventure, è un generale e ha lavorato una vita per lo Stato. Se Gabriele, rispettivamente come giornalista e maschera, avrà a che fare magari con dei portaborse o con la polizia, Manlio racconterà fin da subito un coinvolgimento di ben altra portata.

martedì 31 gennaio 2017

La grande fuga di Parruccone (Bigwig) e tutti gli altri conigli

Se qualcuno mi avesse detto che avrei finalmente letto La collina dei conigli di Richard Adams e che l'avrei trovato così grandioso, epico e coinvolgente, non ci avrei creduto. E non per qualche pregiudizio sull'autore o sul genere, ma per il semplice fatto che ritengo ci siano storie che lette ad età distanti da quelle per cui sono state scritte perdano di mordente*. E non tiratemi fuori Il Piccolo Principe, vi prego, o altri libri che sono scritti per i grandi, ma con linguaggio comprensibile dai bambini, oppure per essere letti a tutte le età, con differenti sfumature interpretative. Se questi libri esistono, non sono la norma** e non è da questo presupposto che sono partito all'avventura con i conigli di Adams. Quanto ai pregiudizi, uno c'era e temo sia condiviso da altri: chi penserebbe di definire epiche le avventure di un essere che non brandisce una spada né scaglia maledizioni, ma è nelle nostre vite, a seconda delle inclinazioni, un animale domestico o una pietanza?

Narratori seriali nel profondo della conigliera. Arte di LadyFiszi.

L'input nel mio caso è stato duplice: da una parte mia moglie, in possesso del libro, che mi ha gentilmente prestato; dall'altra i Trick or Treat, gruppo power metal nostrano, autore di un bellissimo concept in due album ispirato proprio a questo romanzo.
Esaurite le premesse, è ora di raccontarvi di cosa parla questo libro.

La collina dei conigli


Trama in breve

Un giorno, nella placida campagna inglese, un coniglio mingherlino di nome Quintilio ha una premonizione di sventura per la conigliera in cui vive. Convince quindi suo fratello Moscardo ad riportare l'avvertimento all'anziano capo della comunità, che naturalmente non la prende bene e non se ne farà nulla. Tuttavia Moscardo, che ben conosce il dono del fratellino, convince altri conigli a fuoriuscire dalla conigliera e a partire per l'avventura.
Inutile dire che la parola avventura mal si addice a un essere così spaventevole. I conigli qui sono molto ben caratterizzati, sia nei movimenti sia nel modo in cui reagiscono alle difficoltà e al tipo di insidie che si trovano ad affrontare. Non starò quindi a raccontarvele tutte, ma incontreranno anche nuovi amici e stringeranno alleanze. L'obiettivo finale del gruppo è raggiungere un luogo sicuro, la collina del titolo, e insediarvicisi per dare vita a una nuova conigliera.
Il segmento più importante, sia in termine di dimensioni sia per l'intensità delle vicende, è quello del confronto con Efrafa, una conigliera più grande, non lontana dalla loro collina, retta da un despota militare che le ha dato una struttura che ricorda le grandi distopie del secolo scorso. E questo despota, il generale Vulneraria, per certe vicende che non vi voglio anticipare, a un certo punto se la prenderà a morte con loro e diventerà per i nostri un enorme problema.

E quindi?

L'epicità c'è tutta, quindi: dal fato avverso che incombe sulla propria dimora al grande viaggio, dal superamento di mille piccoli (grandi) ostacoli al confronto finale con un nemico formidabile. Ci sono molti elementi presi in prestito dall'epica. Prima infatti ho accennato al discorso del monomito, ovvero della teoria del "tutte le storie sono una sola storia" che si ritrova ne "L'eroe dai mille volti" di Joseph Campbell, ma che forse agli aspiranti scrittori è più nota dal "Viaggio dell'Eroe" di Christopher Vogler. Qui gli elementi ci sono tutti, dalla chiamata dell'eroe al ritorno con l'elisir, passando per il momento più buio e il confronto finale. La conoscenza profonda degli studi di Campbell è confermata*** e sicuramente aiuta a dare al romanzo più la forma di un'epica moderna che quella di un fantasy per ragazzi. E lo so che gli scrittori fantasy spesso seguono la struttura tracciata da Vogler per puntellare, o addirittura progettare i loro romanzi, ma vi assicuro che qui la percezione del monomito è molto più profonda, oserei dire fondativa del racconto di Moscardo & Co.


L'altra fonte di Adams è La vita segreta dei conigli di R. M. Locley. Perché è vero che sotto molti aspetti questi piccoli esserini sono antropomorfizzati, con una loro lingua (il lapino) e rapporti interpersonali comprensibili ai lettori umani, ma dietro a questi splendidi personaggi c'è anche una grande preparazione naturalistica, sia sulla struttura sociale di una conigliera sia su alcuni tratti comportamentali. I conigli di Adams sono eroi, ma sono anche conigli, e questo non è dimostrato solo dal tipo di ostacoli che incontrano ma anche, e soprattutto, dal modo in cui si muovono, dal timore di trovarsi allo scoperto, e così via. L'autore trova quindi un onesto bilanciamento fra la natura e l'immaginazione, e credo che il risultato sia più che riuscito. Se l'incontro con un gatto riesce a farti percepire tutto il pericolo e la tensione soggettiva di un coniglio, allora Adams ha fatto un buon lavoro.

El-Ahrairà

El.Ahrairà e Fritz, secondo A-shanti.
C'è inoltre in tutta la storia un aspetto più propriamente mitologico, che alcuni hanno paragonato alla religione. Alcuni critici hanno sollevato questa questione, così come sugli aspetti più allegorici delle situazioni e dei personaggi che i nostri piccoli eroi incontrano, a cui però Adams ha sempre risposto negando il fatto di aver incluso contenuti politici o religiosi. Ma è poi vero? Credo che possa non averlo fatto volontariamente, per inserire nel libro un messaggio, ma qui c'è davvero tanto materiale e mi piace pensare che sia uno di quei testi in cui l'autore è presente, non come maestrino in vena di sproloqui ma all'interno della struttura stessa del testo. E qui di presenze sovrannaturali ce ne sono due, El-Ahrairà, su cui mi soffermerò ora, e il coniglio nero di Inlé, l'equivalente della nostra Morte personificata ma senza falce.

Riguardo a El-Ahrairà, il leggendario coniglio capostipite che ricorre nei miti e nelle novelle dei conigli, concordo con l'autore che non sia una vera e propria religione, ma piuttosto una fede profonda dei conigli nella propria natura di esserini fragili ma veloci e con un'astuzia tale da salvarli dai mille nemici. El-Ahrairà significa letteralmente "Principe dai mille nemici", come viene chiamato da Fritz, il creatore del mondo, che a seguito dell'insolenza (hybris?) del primo diede a tutti gli animali crudeltà e armi per controllare la proliferazione dei conigli... e al suo popolo, mosso da pietà e ritrovata amicizia, gambe lunghe e astuzia:

"All the world will be your enemy, Prince with a Thousand Enemies, and whenever they catch you, they will kill you. But first that, they must catch you, digger, listener, runner, prince with the swift warning. Be cunning and full of tricks and your people shall never be destroyed.”"
Io l'ho trovata una splendida benedizione per la sopravvivenza di un popolo i cui singoli componenti sono alla mercé di mille pericoli ma nonostante tutto, come specie, non saranno mai cancellati dalla faccia della Terra.
Umanità permettendo, naturalmente.

La grande fuga

L'episodio più intenso, all'interno del segmento di Efrafa, è sicuramente quello della grande fuga di Parruccone (in inglese Bigwig), un ex guerriero dell'Ausla (in lapino il corpo dei "guardiani") della conigliera di Moscardo e Quintilio, pronto al combattimento e un po' scontroso, che a un certo punto della storia si infiltra nella conigliera nemica per liberare alcune femmine**** dal pugno di ferro di Vulneraria. Grazie all'astuzia dei suoi compagni e all'aiuto di un improbabile alleato, riuscirà nell'intento. L'intero episodio è tesissimo e narrato magistralmente: dal peso dell'oppressione al riascio, e alla lunga e disperata corsa verso la salvezza. Ho adorato ogni singolo capoverso, che ho divorato come non mi capitava da molto tempo, per cui mi sembra il caso di inserire un'altra canzone.


Prima di terminare, due parole su questa natura. Prima ho detto che la caratterizzazione dei conigli è ben fatta anche dal punto di vista naturalistico. Ho detto che fra di loro ci sono degli eroi, anche se non portano armi... ma se le danno lo stesso di santa ragione! Può sembrare strano, se pensate a questo libro come a una storia per ragazzi, ma la narrazione di Adams è molto cruda e non risparmia molto al lettore. Se un coniglio viene ferito, può risentire dell'infezione, rompersi un osso, essere costretto a zoppicare e non riuscire per un po' a fuggire. Quando immaginate il Conan di Howard alle prese con mostri enormi e terribili, provata a pensare come possa essere per un coniglio inerme affrontare un cane di grossa taglia. Attenzione, però. Con questo non voglio dire che la natura è spietata e ostile, o ancor peggio che l'autore voglia metterne in risalto i tratti peggiori, ma solo che in questo libro questi ultimi non vengono ignorati al fine di dipingere un'immagine idilliaca, magari nostalgica, della campagna inglese. Ho trovato anche qui una grande onestà, nel bilanciare la cruda realtà "conigliesca" con la bellezza e la generosità di un mondo più naturale e lontano dall'umanità più civilizzata (che comunque è sempre alle porte).

Lascito e influenze

In questa recensione ho voluto inserire, oltre alle solite immagini, anche un paio di canzoni. La prima è tratta dal film animato del 1978 ed è cantata da Art Garfunkel: narra del ritrovamento di uno dei conigli, creduto morto a seguito di un brutto scontro, e chiude idealmente la prima metà del libro. La seconda, invece, è contenuta nel secondo album del doppio concept dei Trick or Treat e racconta l'episodio della fuga di Parruccone da Efrafa. La Collina dei Conigli è uno di quei libri divenuti nel tempo un classico, ritagliandosi uno spazietto nei ragazzi che lo hanno letto o ne hanno visto la trasposizione cinematografica. La quale, devo dire, ha come pregio il fatto di non censurare i momenti più sanguinosi (infatti è stata censurata), ma il difetto, pur conservando quasi tutti gli episodi principali, di perdere buona parte della tensione narrativa a vantaggio di un film più breve delle tre ore che probabilmente sarebbero state necessarie.
Potrei citare altri esempi in altri media credo la si possa annoverare senza difficoltà tra i classici di genere e proprio per questo che si possa spendere su di essa qualche parola in più e riesumare la mia vecchia rubrica, che, ammetto, mi mancava terribilmente.

E con questo chiudo, conscio di aver toccato solo i principali argomenti di cui avrei desiderato parlare, ma con la speranza che questi siano sufficienti a darvi un'idea del romanzo e del profondo amore (conosco qualcuno che lo può testimoniare) che ho provato per esso.

Buona lettura.

___
* Per me, così è stato con "La storia infinita" di Michael Ende.
** Sulla base della mia umilissima esperienza personale.
*** Credo ci sia anche un'epigrafe all'inizio di uno dei capitoli. Sì, ce n'è una per capitolo..
**** Già, le femmine qui sono presenti con virtù domestiche (sono più brave a scavare le tane e i tunnel) e di "fattrici". Non ci sono molte protagoniste femmine, né ne vengono via nel gruppetto iniziale.

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