La realtà è tutt'altro che semplice.
Vi sono delle grandezze che la caratterizzano adeguatamente, ma sempre e solo nell'ambito di una teoria con un campo di valenza, molto più limitato di quanto non si creda! Proprio per questa ragione ritengo la scienza dotata di una onestà intrinseca. Intrinseca, perché ovviamente uno è liberissimo di truccare i dati, raccontare ogni nozione come assoluta e immutabile, eccetera.
No, questa non è scienza.
Ci sono grandezze, nella scienza, che sono di difficile comprensione. Il rotore e la divergenza ne sono uno splendido esempio: la seconda è una grandezza scalare che esprime l'intensità di un campo vettoriale in un preciso punto dello spazio; la prima è un vettore che descrive la curvatura delle linee di campo in ogni punto dello spazio. In questa definizione sommaria e imprecisa, ho trascurato di dire cosa sono un campo, uno scalare, un vettore e cosa è lo spazio che vado considerando... un esempio di cosa è necessario (ma non sufficiente) conoscere per capire le informazioni. Anche la cosa più semplice, come lo spazio, è diverso da ciò che comunemente intendiamo nel senso comune.
La conoscenza che viene trasferita al popolo (inteso in verticale, dal più umile al più potente) è soggetta a forzature di ogni genere, che la rendono di facile manipolazione a fini personali o di gruppi di interesse.
L'unica arma che possediamo è l'istruzione. Non l'istruzione avanzata, universitaria, ma quella di base. La scuola deve addestrare i giovani ad affrontare la vita. Se ti insegna un mestiere, non serve a nulla. Se incominci a dubitare che quanto impari ti sarà utile, siamo sulla strada giusta. L'utilità a priori non esiste, e se la intravedo ho subito il sospetto di trovarmi in una situazione eccessivamente particolaristica, che non mi permette di uscire dal limitato campo di applicazione.
Come le teorie scientifiche, in altre parole. Con più di una significativa distinzione, ovviamente. Ma neanche troppo.
Luce ai sommersi...
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