Il rapporto fra Stato e autonomia universitaria assume in Italia, come nel resto di Europa, una forma particolarmente buffa. Da un lato l'autonomia universitaria apre a tutta una serie di nuove opportunità didattiche, dall'altro viene limitata dalla continua introduzione di limiti e requisiti che vanno ad appesantire la valutazione ex ante, laddove si attende da anni l'introduzione di una forte valutazione dei risultati, ex post. Di fatto, la valutazione ex ante non è altro che burocrazia, un modo sbagliato e pesante di impiegare le risorse didattiche e amministrative, che non lascia spazio al pieno sfruttamento dell'autonomia.