Come promesso, pubblico oggi l'intervista a Stefano Tevini, autore di Testamento di una maschera, che ha gentilmente accettato di rispondere alle mie domande.
Buona lettura!
Ciao Stefano, grazie per la tua disponibilità e benvenuto! Ti andrebbe di presentarti brevemente come autore ai lettori del blog?
Buona lettura!
Ciao Stefano, grazie per la tua disponibilità e benvenuto! Ti andrebbe di presentarti brevemente come autore ai lettori del blog?
Buongiorno a tutti. Classe 1981,
laureato in filosofia, lottatore di wrestling molto poco attivo e lettore compulsivo
da una vita. Mi sono avvicinato alla scrittura una dozzina d’anni fa, con il
collettivo Anonima Scrittori, amici ormai di lunga data con cui ho condiviso
bellissime esperienze umane e artistiche. Nel 2012 arriva il mio primo romanzo,
Vampiro Tossico, in cui il vampirismo
viene paragonato alla tossicodipendenza e la non vita di chi viene morso è una
morte sociale che deriva dalla bravata di una notte. Per il resto, che dire, mi
godo la vita, sono guidato da una forte curiosità naturale e non mi tiro mai
indietro di fronte a una nuova impresa.
Quali sono i tuoi punti di riferimento artistici, non soltanto letterari, come scrittore?
Quali sono i tuoi punti di riferimento artistici, non soltanto letterari, come scrittore?
Sicuramente Albert Camus, autore di grandissimo spessore umano e intellettuale, che dimostra quanto fine a sé stesso sia relegare la letteratura fantastica a infantile prodotto di consumo. Restando in Francia direi Jean Claude Izzo, autore noir marsigliese che con la vita fa l’amore facendoci a pugni al tempo stesso, la ama e la odia, un po’ come me. Per quanto riguarda i fumetti direi Will Eisner, per come rende gli elementi di sfondo parte attiva della narrazione, Frank Miller, per la potenza espressiva della narrazione stessa, in cui tira fuori il massimo dal singolo istante prima ancora che dal quadro complessivo, Tiziano Sclavi, perfetta fusione di pop e autoriale, e Grant Morrison, in grado di ingegnerizzare le idee massimizzandone le potenzialità. Amo poi certi concept album della musica italiana, lo stupendo Storia di un Impiegato, di Fabrizio De Andrè, vero e proprio racconto di un’epoca, Felona e Sorona de Le Orme, grandioso romanzo fantasy su disco, mentre verso l’estero direi The Wall e Wish you were here dei Pink Floyd, parliamo di dischi che parlano chiaro sul fatto che la narrazione è adattabile a qualsiasi mezzo, e con risultati strepitosi. Al cinema a apprezzo il lavoro dei Marvel Studios, in grado di ricreare l’epos dei fumetti in un grande universo condiviso.